FF IX esistono difetti in ff9?

Uno dei tanti

Radical Dreamers
Ma idiosincrasie che significa? LOL

ps salto alla corda.. excalibur II.. pg nani.. grafica un passo indietro rispetto agli altri capitoli per psx [??].. insomma, 0 difetti visto che questi non lo sono
 

Darkshare

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beh, sinceramente mi sembra di ricordare che gli sfondi siano più curati in FF IX .... poi, vabbè, come ha detto Sotanaht, io preferisco le ambientazioni medievali, quindi sono fortemente di parte XD
cmq, volevo farvi i complimenti, dopo aver letto miriadi di commenti negativi su FF IX, che penso fossero basati su circa 7 minuti di gioco, mi sono sentito rincuorato a vedere come si possa ragionare di un argomento a più livelli ...
 

solid snake

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Si ci sono e vanno al di là dei commenti precedenti soggettivi o fantasiosi, eccetto la comprovata lentezza del gioco snervante e invalidante (quella purtroppo c'è per davvero). Sto parlando delle citazioni in latino di Steiner, che risultano erronee. Al momento di bloccare Son e Zon che si stanno recando a parlare con la regina Brahne senza autorizzazione, Steiner dice:"SINE CONDITIO". Basta sapere poco di latino per rendersi conto che è sbagliata.SINE è una preposizione che in latino significa "senza" ed è accompagnata dal caso ablativo: la parola CONDITIO non è in ablativo ma in nominativo, al contrario dovrebbe essere CONDITIONE. La frase corretta senza errori grammaticali sarebbe dunque SINE CONDITIONE, ma anche questa risulta sbagliata. La parola CONDITIO è completamente fuori luogo: significa infatti "conservazione, preparazione"(derivando dal verbo CONDIO,cioè condire, mettere in salamoia) oppure "creazione"(derivando dal verbo CONDO, cioè fondare, istituire). La frase di Steiner è totalmente erronea quindi oltre che dal punto di vista grammaticale, anche lessicale. Cosa voleva dire allora Steiner? La vera frase è CONDICIO SINE QUA NON, che significa "condizione senza la quale non": "condicio,onis" è la parola latina attestata che significa "condizione", dunque non "conditio". Comunque questo è un errore diffuso, questa frase sbagliata circola da parecchio tempo.
Alla stessa regina Steiner dice poi in seguito:"TU QUOQUE BRUTO, FILI MIHI". Anche qui ci troviamo di fronte a errori giganteschi scritti da pachidermi, e probabilmente li avete già notati. Errore n1:la parola BRUTO è in ablativo mentre dovrebbe essere in vocativo, cioe BRUTE; errore n2:l'aggettivo MIHI è posto in caso dativo, mentre dovrebbe essere in vocativo, cioè MI. La vera frase è TU QUOQUE BRUTE FILI MI, diversa no? Essa fu pronunciata da Giulio Cesare quando, di fonte ai congiurati che volevano ucciderlo, scorse Bruto, e significa "ANCHE TU BRUTO, FIGLIO MIO".
La domanda è: chi è il responsabile di questi errori? Sicuramente le citazioni latine non erano contenute nella versione giapponese del gioco, sono state quindi aggiunte in quella inglese o solo in quella italiana (bò:confused:).
Insomma, chi ha letto le frasi latine di Steiner non conoscendo il latino si è chiesto con aria perplessa cosa significassero; parimenti chi lo conosce si chiede lo stesso.
PS: probabilmente allora di questo messaggio non ci avete capito nulla... spero di no.
 

squall&bashthebest

let's rock baby
Si ci sono e vanno al di là dei commenti precedenti soggettivi o fantasiosi, eccetto la comprovata lentezza del gioco snervante e invalidante (quella purtroppo c'è per davvero). Sto parlando delle citazioni in latino di Steiner, che risultano erronee. Al momento di bloccare Son e Zon che si stanno recando a parlare con la regina Brahne senza autorizzazione, Steiner dice:"SINE CONDITIO". Basta sapere poco di latino per rendersi conto che è sbagliata.SINE è una preposizione che in latino significa "senza" ed è accompagnata dal caso ablativo: la parola CONDITIO non è in ablativo ma in nominativo, al contrario dovrebbe essere CONDITIONE. La frase corretta senza errori grammaticali sarebbe dunque SINE CONDITIONE, ma anche questa risulta sbagliata. La parola CONDITIO è completamente fuori luogo: significa infatti "conservazione, preparazione"(derivando dal verbo CONDIO,cioè condire, mettere in salamoia) oppure "creazione"(derivando dal verbo CONDO, cioè fondare, istituire). La frase di Steiner è totalmente erronea quindi oltre che dal punto di vista grammaticale, anche lessicale. Cosa voleva dire allora Steiner? La vera frase è CONDICIO SINE QUA NON, che significa "condizione senza la quale non": "condicio,onis" è la parola latina attestata che significa "condizione", dunque non "conditio". Comunque questo è un errore diffuso, questa frase sbagliata circola da parecchio tempo.
Alla stessa regina Steiner dice poi in seguito:"TU QUOQUE BRUTO, FILI MIHI". Anche qui ci troviamo di fronte a errori giganteschi scritti da pachidermi, e probabilmente li avete già notati. Errore n1:la parola BRUTO è in ablativo mentre dovrebbe essere in vocativo, cioe BRUTE; errore n2:l'aggettivo MIHI è posto in caso dativo, mentre dovrebbe essere in vocativo, cioè MI. La vera frase è TU QUOQUE BRUTE FILI MI, diversa no? Essa fu pronunciata da Giulio Cesare quando, di fonte ai congiurati che volevano ucciderlo, scorse Bruto, e significa "ANCHE TU BRUTO, FIGLIO MIO".
La domanda è: chi è il responsabile di questi errori? Sicuramente le citazioni latine non erano contenute nella versione giapponese del gioco, sono state quindi aggiunte in quella inglese o solo in quella italiana (bò:confused:).
Insomma, chi ha letto le frasi latine di Steiner non conoscendo il latino si è chiesto con aria perplessa cosa significassero; parimenti chi lo conosce si chiede lo stesso.
PS: probabilmente allora di questo messaggio non ci avete capito nulla... spero di no.

Posso solo dire che ho sempre odiato il latino e quindi non c'ho fatto caso:D
 
Si ci sono e vanno al di là dei commenti precedenti soggettivi o fantasiosi, eccetto la comprovata lentezza del gioco snervante e invalidante (quella purtroppo c'è per davvero). Sto parlando delle citazioni in latino di Steiner, che risultano erronee.

Ho sempre pensato che le citazioni latine di Steiner fossero volutamente sbagliate e ampollose. Fanno parte del personaggio, il cavaliere che cerca di darsi un tono nobile.
 
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