Avendo letto il messaggio di Enigma (quello prima del mio), prima di iniziare a scrivere ci tengo a sottolineare che, sebbene in questo messaggio parlerò di FFVII, ne parlerò solo in quanto base da cui partire per parlare dell'argomento proprio del thread. A proposito, non ci ho giocato.
Ho riflettuto sull'intera faccenda un mesetto fa, guardando il primo video di un walkthrough completo di FFVII ( Prima di allora non avevo mai visto nulla, tolte alcune immagini statiche in vecchie riviste).
Fino a prima di vederlo ero convinto che tutta questa fan-mania fosse data dai vecchi ricordi. Tutti sappiamo che i ricordi hanno quello strano potere di conferire un'aura di ovattata magia alle nostre esperienze, se positive ovviamente. Le esperienze positive fatte al momento presente, diventano straordinarie e irripetibili se viste attraverso il ricordo...Non potete dire di no. Così pensavo che sì, FF7 potesse essere un bel gioco ma che non meritasse poi tutta questa idolatria, e che questa dovesse la sua ragion d'essere al fenomeno dei ricordi che rendono tutto più bello...Essendo ormai appunto un gioco datato.
Lo so che è stato da stupidi partire col preconcetto che FF7 non si meritasse la fama di cui attualmente gode, ma è stato proprio questo preconcetto a farmi capire una cosa importante.
Guardando il video, mi sono reso subito conto FF7 aveva in effetti un fascino e una magia suoi personalissimi, che mi avevano lasciato incantato fin dai primi istanti. Sono dunque bastati quei pochi istanti per farmi capire che la reputazione di FF7 NON era data da tutto quel discorso dei ricordi e della nostalgia come all'inizio pensavo.
Comunque non sono solo io a pensare che i giochi vecchi vengono abitualmente considerati come migliori solo in conseguenza dell'effetto nostalgia; che io sappia è un'opinione piuttosto diffusa.
Bene, ora so che si tratta di un'opinione SBAGLIATA.
Uno fuori, rimangono altri 3 principali leve che fanno piacere un gioco: i gusti personali, la qualità oggettiva del gioco e....La generazione di appartenenza.
Per definizione i gusti personali sono diversi da persona a persona. Quindi, se in astratto tutti i giochi esistenti fossero della stessa qualità e godibilità, nessuno ne uscirebbe vincitore: i gusti personali andrebbero a toccare ognuno il suo gioco personale preferito. Ovviamente nella realtà le cose non funzionano così, e - in risposta a chi dice che non si può dare nulla di oggettivo - io dico che ciò può solo voler dire che esistono realmente giochi oggettivamente migliori di altri.
Quindi abbiamo per ora eliminato, almeno in riferimento al primo posto di una scala di priorità e importanza, i ricordi e i gusti personali.
Rimangono la qualità del gioco e la generazione di appartenenza.
Come ha fatto notare Tribal, le nuove generazioni sembrano tranquillamente apprezare di più gli ultimi FF che non quelli "classici". Lui mi pareva che avesse una teoria del tipo: se gioco prima ad uno dei FF nuovi, quelli più vecchi mi appariranno più brutti (semplificando moltissimo il suo pensiero). Io posso dire di non essere d'accordo con la sua teoria dato che, pur avendo giocato ai ff più recenti sono stato colpito in modo estremamente positivo da FF7. Io, essendo nato quando ancora correvano gli anni Ottanta, posso dire di appartenere alla generazione del VII: credo quindi che a giocare la parte più importante sulla valutazione di un gioco non sia ne' la nostalgia/ricordi, ne' i gusti personali...Ma un incrocio tra la qualità oggettiva del gioco e la generazione di appartenenza.
In parole povere, a una persona è estremamente probabile che piacciano di più quei giochi usciti durante il periodo della sua adolescenza e che, allo stesso tempo, per via della loro qualità oggettiva, avevano fatto il "botto" al momento della loro uscita.
Forse la generazione di appartenenza potrebbe persino surclassare in importanza e influenza la qualità oggettiva di un gioco; se infatti fosse il contrario sarebbero gran pochi gli adolescenti di ultima generazione che apprezzerebbero FF13 più del 7...E non è così.
Per cui è' la generazione di appartenenza a vincere su tutto, per me: sui gusti personali, sull'effetto nostalgia e persino sulla qualità effettiva di un gioco.