Proprio ieri avevo letto un servizio del Corriere sulla situazione dei gay in Polonia.
E io che pensavo fossimo qui in Italia discriminatori sull'argomento...
Non l'ho trovato per intero su Internet ma questo stralcio rende l'idea:
Visite dal veterinario e persecuzioni. Essere gay al tempo dei Kaczynski
La crociata del governo contro «i pervertiti», l’isolamento delle associazioni. «Una campagna d’odio per annientarci. E dall’Ue solo sostegno spirituale»
Centomila gli omosessuali che hanno lasciato la Polonia in questi anni.
DAL NOSTRO INVIATO
Sandro Scabello
Lech, 23 anni: «Il dermatologo mi "girò" a un veterinario. Sei un animale, disse, che ti aspettavi?» Il vicepremier Gyertich: «Se diamo i diritti ai gay, dovremo riconoscerli anche
alle scimmie».
VARSAVIA — Succede di tutto ai gay in Polonia. Anche di vedersi consigliare il veterinario per un controllo medico. Racconta Lech Wojtewski, 23 anni: «Ho appuntamento dal dermatologo. Mi degna appena di uno sguardo e mi congeda suggerendomi uno specialista adatto a "gente come me". Mi reco al nuovo indirizzo e scopro che ospita l’ambulatorio di un veterinario. Richiamo il medico che mi apostrofa seccato: sei un animale, cosa ti aspettavi? » .
Marta Abramowicz aveva tutte le carte in regola per fare l’assistente alla facoltà di Psicologia all’Università di Varsavia: « Finché non hanno scoperto che ero impegnata nella campagna contro l’omofobia e mi hanno sbattuto la porta in faccia. Succede a Varsavia, immaginatevi in periferia. Sono pochissimi coloro che rivelano la loro omosessualità. Se lo fai rischi di perdere il posto di lavoro, di essere cacciata di casa ed esclusa dall’eredità».