ehm..chiedo scusa a tutti per il terribile ritardo, ma tra temporanea chiusura del forum, vacanze di natale ed esami è stato un periodo un poco affollato. Bè, detto questo...tanti auguri di buon 2009 a tutti e procedo con la nuova parte.
3° capitolo
Rendleed fu il primo a vedere la luce del sole quando i tre uomini uscirono dal loro rifugio attraverso la spessa botola di metallo ben mimetizzata che collegava l’ultimo piano della struttura sotterranea con l’esterno. Il sole caldo di mezzogiorno batteva con forza sull’arida pianura che, come previsto, era deserta. Mancava ancora oltre un’ora all’inizio della riunione, ma Rendleed preferiva percorrere il breve tragitto con calma. In quelle lande desolate era possibile trovare di tutto, e l’ultima cosa che l’uomo desiderava era arrivare in ritardo ad un incontro così importante. Non appena l’ultimo membro del gruppo finì di nascondere l’entrata del rifugio, le tre figure ammantate di bianco si misero in marcia, senza scambiarsi nemmeno una parola. In realtà non è che ci fosse molto da dire. Rendleed era a capo di quella spedizione e i due uomini avevano il solo compito di scortarlo al fine di evitare spiacevoli incontri al loro superiore. Anche i due passi di rispettosa distanza che intercorrevano tra la figura di punta e gli altri due vertici dello schieramento facevano parte di una tacita convenzione che si manteneva uguale da anni. L’organizzazione addestrava molto bene i suoi adepti.
Il gruppo attraversò velocemente la zona desertica e, dopo appena dieci minuti, il terreno sabbioso lasciò spazio ad una strada lastricata. Essa apparteneva una volta ad una fiorente città ma, circa dieci anni prima, il centro era stato abbandonato e i tre si trovavano ora circondati da case vuote ed edifici diroccati. Le strade erano ancora ingombre di rottami e di veicoli arrugginiti, tristi testimonianze della decadenza portata dalle guerre.
Giunto al primo incrocio Rendleed si fermò e altrettanto fecero i due uomini che lo seguivano. Egli fece un semplice cenno con la mano e subito i due uomini della scorta sparirono nelle due strade laterali. Rimasto solo si sedette al centro dell’incrocio e chiuse gli occhi. Riusciva a sentire distintamente i loro movimenti, dovevano essere dieci massimo dodici e si stavano certamente organizzando;presto avrebbero attaccato. Dopo aver riaperto gli occhi scorse una semisfera lucida di colore nero che spuntava dalle macerie dinnanzi a lui, a circa venti metri di distanza.
<<Pessimo nascondiglio>> commentò l’uomo a bassa voce.
Subito dopo estrasse una pistola da sotto il lungo vestito e sparò con velocità fulminea. La semisfera, colpita in pieno dal proiettile, si squarciò lasciando fuoriuscire un liquido viola, prima di sparire dalla vista. Vistisi scoperti i nemici si lanciarono all’attacco. Dalle macerie emersero sei scalatori e si diressero a gran velocità verso Rendleed. Erano esseri alti circa due metri che univano, ad un torso di sembianze umanoidi, un tozzo ventre dotato di sei lunghe zampe. Possedevano un cranio oblungo di forma ovale e l’intero corpo era ricoperto da uno spesso carapace chitinoso di colore scuro. Erano in grado di scavalcare facilmente qualsiasi superficie verticale, e da questa particolare abilità derivava il loro nome.
Il lungo revolver di Rendleed esplose altri due colpi che fecero altrettanti morti, dopodiché venne abbandonato per terra. L’uomo fece appena in tempo ad estrarre una lunga spada dalla lama sottile e subito il primo avversario gli fu addosso. Con un rapido movimento laterale scansò la carica del mostro e sfruttò l’impeto in avanti di quest’ultimo per conferire maggior forza al fendente orizzontale che stava effettuando. Le due zampe anteriori dello scalatore vennero tranciate subito al di sotto del ventre ed esso cadde in avanti con la faccia nella polvere. Rendleed decapitò di netto il nemico indifeso e si voltò per affrontare la prossima minaccia. Il secondo mostro aveva con se una sciabola e tentò con goffo fendente verticale di ferire l’avversario. Dopo aver facilmente deviato il colpo l’essere umano partì con la controffensiva. I successivi due attacchi furono entrambi parati con discreta maestria dalla spada dello scalatore. Il terzo attacco, anch’esso bloccato, permise all’uomo di sfruttare un incertezza nella difesa nemica e di far slittare la propria lama lungo il filo dell’arma avversaria. Il braccio che reggeva la sciabola venne troncato a metà e cadde a terra insieme ad essa. Subito dopo, tre veloci affondi posero fine alle sofferenze del mostro. I due scalatori superstiti, vista la fine che era toccata ai loro compagni, decisero di organizzarsi e di attaccare il nemico insieme, da due lati diversi. Stretto nella morsa dei due avversari Rendleed danzava, evitando tutti gli attacchi, ma senza alcuna opportunità di contrattaccare senza scoprirsi. Dopo alcuni minuti, intuendo che una sola falla nella difesa gli sarebbe costata la vita, decise di provare un attacco. Schivato l’ennesimo attacco, si lanciò con forza verso l’aggressore più robusto e, sfruttando tutto il suo peso,gli infilò a fondo la spada nel petto. Subito dopo si girò e, pregando che il mostro alle sua spalle non avesse più la forza di attaccare, bloccò con le sue mani quelle del nuovo avversario, coinvolgendolo in una prova di forza fisica. Per alcuni attimi la lotta si mantenne in parità, ma presto la forza fisica del mostro sopraffece quella dell’umano. L’uomo era ormai piegato a terra e stava per essere infilzato da una delle zampe del nemico quando si udì uno sparo in lontananza. La torsione applicata ai polsi di Rendleed cessò improvvisamente, e il corpo senza testa dello scalatore gli crollò addosso. Il membro dell’organizzazione si rialzò e andò a recuperare le sue armi;subito dopo fu raggiunto dai suoi due compagni. Il martello agganciato alla schiena della prima guardia era leggermente macchiato di viola mentre l’altro membro della scorta, quello più esile, reggeva ancora tra le mani un grosso fucile di precisione. Dopo un breve colloquio, la formazione venne ripristinata e il gruppo attraversò l’incrocio. Il viaggio procedette senza intoppi e terminò di fronte ad un grosso palazzo fatiscente. Dopo aver bussato ed essersi identificati, i tre sparirono oltre il portone d’ingresso.
A voi.
Io sono tornato...ora se non erro c'è qualcun'altro che deve uscire dalla sua "pausa creativa"....