Varie Il Ritorno degli Antichi

Doomrider

Guerriero della Luce
La via oscura

Momenti di paura, anzi di terrore puro. Era ciò che stava provando Nova mentre correva disperatamente nello stretto corridoio di roccia che riportava al centro della Capitale Dimenticata, ora in crollo progressivo sotto i colpi inesorabili del terremoto. La distruzione di Sancta aveva segnato la fine di un’epoca e lo smantellamento irreversibile degli edifici a forma di conchiglia era il segno tangibile di ciò che stava succedendo; il potente terremoto, innescato dallo stesso Lifestream, stava facendo collassare le pareti rocciose su se stesse. La Paladina di Wutai, appesantita e sbilanciata dal peso di Hikaru sulle spalle, stava facendo del suo meglio per evitare i sassi, pezzi di roccia e terra che cadevano dall’alto, dai lati, davanti e dietro di lei. Per fortuna la ragazza sulle sue spalle non sembrava ostacolare la marcia –almeno lei-, ma era penzolante a peso morto sulla schiena di Nova, con le braccia stese lungo il suo petto come un animale appena ucciso in una battuta di caccia. La Paladina teneva strette le mani di Hikaru con la sua destra, in modo da evitare che le scivolasse via; nella pioggia di pietre in cui si trovava la ragazza di Wutai aveva non poche difficoltà nel fare un solo passo, ma nonostante tutto proseguiva il più velocemente possibile, temendo ciò che era imminente, cioè il crollo totale.
Proprio quando era arrivata a un passo dall’uscita della strettoia, un pesante macigno si staccò dall’alto e piombò a pochi metri davanti a lei; Nova fece un salto indietro e lanciò un grido di imprecazione, quindi venne investita da una pioggia di ghiaia fine che si era formata dallo sgretolamento della parete rocciosa sopra di lei. La Paladina si schermò con il braccio sinistro, l’unico libero, in modo da riuscire a vedere le sue ultime possibilità di fuga venire letteralmente seppellite da una frana di terra che coprì il macigno iniziale e chiuse definitivamente la strada.

_NO!!_ esclamò, allentando la presa su Hikaru, che scivolò più in basso fino quasi a toccare terra.

Nova si voltò, in un’atmosfera resa impraticabile dalla pioggia di ghiaia, sabbia e piccole rocce che stavano man mano staccandosi dall’alto. La Paladina lasciò cadere Hikaru, che si accasciò a terra come se fosse stata priva di sensi, e la guardò; siccome aveva la testa chinata, Nova le prese il mento e la sollevò delicatamente, in modo da guardarla negli occhi.
Hikaru non era priva di sensi, aveva sempre gli occhi aperti e probabilmente sarebbe stata in grado anche di camminare, ma rimaneva irresponsiva agli eventi del mondo esterno.

_Hikaru!! Hika… Hikaru, RISPONDIMI!!!_

Non ottenne risposta per i primi venti secondi, l’unica cosa che Nova riuscì a fare fu quella di perdere gran parte della voce continuando a ripetere quella frase. Alla fine, al colmo della disperazione, anche perché si vedeva ormai condannata come un topo in trappola Nova scosse violentemente Hikaru prendendola per le spalle e gridò

_HIKARU, TI ORDINO DI RISPONDERMI!!_

Tirò anche un pugno per terra, poco distante dalla ragazza sotto di lei. Ormai non poteva stare con lo sguardo rivolto verso l’alto per via dei sassi e della sabbia che stavano ricoprendo tutto piovendo da tutte le parti; la voce di Hikaru la sorprese, monotona e inespressiva

_Sì, sono qui. Agli ordini._

_Che cosa?!_ esclamò Nova, che mai più si aspettava un feedback da parte della ragazza che lei stessa aveva cercato

_Agli ordini_ ripetè Hikaru, con una voce come di automa

_Agli or.._ la Paladina non era sicura di aver capito bene, ma non aveva tempo di pensarci. Se Hikaru chiedeva ordini, lei ne aveva giusto un paio che le sembravano indispensabili; fece finta di ignorare le condizioni della ragazza e fece appello a tutta la sua leadership per esclamare l’ordine nel modo più perentorio che le riusciva

_HIKARU!! TIRACI FUORI DA QUI, FACCI USCIRE DA QUESTO POSTO!!!_

Nova diede fondo a tutto ciò che rimaneva della sua voce, ma almeno ottenne l’effetto sperato.
Hikaru si alzò in piedi, incurante della sabbia e delle piccole rocce che le stavano tagliando la pelle, e pose una mano davanti a sé; un istante dopo il grosso macigno che aveva bloccato la strada esplose, trascinando con sé almeno una decina di chili di terra. Le due ragazze vennero investite da una miriade di piccoli frammenti rocciosi, che costarono una serie di traumi e ferite vistose a Nova che le impedirono di muoversi.
La Paladina chiuse gli occhi in una smorfia di dolore, ma subito si sentì afferrare il braccio destro e sollevare da terra; quando riuscì a riaprirli, vide Hikaru che la stava trasportando, più o meno come aveva fatto lei fino a poco tempo prima. Le due ragazze uscirono dalla strettoia giusto in tempo, prima che uno scossone più violento degli altri facesse collassare definitivamente il passaggio; Hikaru portò Nova ancora per una decina di metri lungo il sentiero roccioso pianeggiante, poi si fermò di colpo.
Come un automa a cui si scaricano improvvisamente le batterie, Hikaru si bloccò con lo sguardo perso nel vuoto, portando le braccia lungo il corpo e facendo cadere in malo modo Nova davanti a lei; la Paladina si rialzò faticosamente, guardando la ragazza sua salvatrice.
_Non.. posso crederci. Mi hai.. ci hai salvato solo dopo che te l’ho ordinato?_

Hikaru non rispose, perché il vincolo con cui Jenova teneva serrata la sua preda era troppo forte da superare, troppo forte da rompere. Rimase in piedi, immobile e apparentemente insensibile alla domanda appena posta da Nova. La Paladina era tutt’altro che stupida, quindi decise di agire di conseguenza.

_Hikaru!! Ti ORDINO di dirmi se ci hai salvato solo dopo che te l’ho ordinato!!_

In un primo momento non ebbe risposta, ma pochi minuti dopo la ragazza iniziò a parlare, quasi spontaneamente

_L’ubbidienza è la strada. La strada della Madre_

_ E la Madre sarebbe.. Jenova?_ chiese Nova, per poi riformulare _HIKARU, è Jenova la Madre?!_

_Sì. Jenova mi porterà alla vittoria_

_Cos.._ La Paladina si fermò un attimo, indecisa se proseguire o no. Poi prese la sua decisione: sarebba andata fino in fondo alla questione.

_E quindi perché ubbidisci anche alle mie richieste? Io non sono Jenova_

_Non sei lei, ma lavori per lei. Inconsapevolmente anche tu sei sua discepola: noi siamo le braccia di Jenova_

Fu solo in quel momento che Cloud raggiunse le ragazze, nell’esatto attimo in cui non doveva arrivare. A un centinaio di metri da loro giaceva il corpo di Zack, ferito e immobile, che passò inosservato. Nova guardò Cloud spaventata, sperando che non avesse sentito la frase pronunciata da Hikaru.

_Che cosa succede? State bene?_ chiese lo spadaccino

_Noi.._ asserì Nova, cercando di evitare un conflitto che ai suoi occhi sembrava inevitabile _..non siamo ferite_

Prese Hikaru per il braccio e cercò di far sembrare la posizione innaturale della ragazza per una postura quasi accettabile.

_Sul serio? Non mi sembra che Hikaru stia proprio bene.. cos’ha?_

La Paladina di Wutai fece finta di guardare la ragazza vicino a lei, come se non sapesse già la verità. Quindi mentì spudoratamente

_Nnooo.. mi sembra che invece stia bene..._

_Ne sei sicura?_ Cloud si avvicinò e scrutò gli occhi di Hikaru con i suoi, come sempre brillanti di luce Mako
_Allora perchè non risponde?_

_Ehs..._ Nova diede uno strattone a Hikaru, che però rimase irresponsiva e come sempre con lo sguardo nel vuoto _Dai, Hikà... Rispondi!! RISPONDI!!_

_..non bisogna rispondere a tutto_ fu la reazione innescata della ragazza _Ciò che non serve può essere tralasciato_

Cloud aggrottò le sopracciglia, abbastanza stanco di sentirsi dire di essere inutile

_Cioè io non servirei?!_

_Esatto_ continuò Hikaru, mandando in apprensione sempre di più Nova man mano che parlava
_Tutto ciò che non è per la Madre è inutile_

_LA MADRE?!_ esclamò Cloud, estraendo la spada _Intendi QUELLA "Madre"?!?_

_NO! Non intendeva.._ cercò di intromettersi la Paladina, ma Hikaru proseguì. Nova ebbe un moto di stizza: possibile che
quando doveva parlare non parlava e adesso invece sembrava un libro aperto?!

_Non c'è altra Madre all'infuori di Jenova_

Cloud estrasse completamente la sua spada scomponibile, puntandola verso la ragazza, sorretta a malapena da Nova.

_Avevo ben ragione a preoccuparmi. Hikaru, cosa ti è successo? Cosa ti ha fatto Sephiroth?_

Nova si aspettava silenzio e invece la ragazza di fianco a lei rispose come se stesse parlando in piena libertà

_Sephiroth nulla. E nemmeno Jenova. Ho semplicemente ricevuto un'illuminazione, ho scelto la mia strada_

_La tua strada?!_ esclamarono all'unisono Cloud e Nova. Poi lo spadaccino avvicinò la spada alla nipote di Cid ed aggiunse
_Dunque vuoi metterti contro il Pianeta?_

Hikaru non rispose, prolungando il pesantissimo silenzio per ancora un paio di interminabili minuti. Poi si staccò da Nova e rispose

_Io ho scelto Jenova_

_Allora non resta che combattere_ concluse Cloud

Nova sentì il sangue gelare nelle vene, all’affermazione che sanciva il suo completo fallimento. L’unica cosa che doveva evitare ora stava per accadere.
Lanciò uno sguardo a Hikaru e, vedendo che barcollava e non dava affatto l’impressione di poter combattere, decise di estrarre anche lei la spada. La situazione era già critica, con quel gesto peggiorò solo la faccenda. Cloud si avvicinò minaccioso ed esclamò

_Fatti da parte, Nova_

_Ma non ci penso proprio_ rispose, ostentando una sicurezza che non aveva affatto, soprattutto dato che era cosciente di battersi per una causa sostanzialmente sbagliata.

_Se non sei col Pianeta, sei contro il Pianeta_ ribattè Cloud, rigettando indietro i suoi mille scrupoli _Quindi sarai spazzata via_

Nova strinse i denti, pronta a vendere cara la sua pelle e quella di Hikaru, apparentemente disarmata. Osò sfidare ancora lo sguardo dello spadaccino davanti a lei e rispose a bocca serrata

_Vedremo_

Fine XLVIII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
L'ingresso alla Felicità

_Nova, te lo ripeterò un'altra volta_ disse Cloud, senza voler ammettere repliche _Fatti da parte_

La Paladina stringeva la sua spada saldamente, pronta a ripetere il duello che aveva visto inizialmente
lei come vincitrice. Questa volta però lottava per il motivo opposto: se prima doveva superare Cloud per
battersi con Hikaru, ora doveva fermare Cloud per difendere Hikaru.
La ragazza oggetto di questo discorso rimaneva in piedi quasi per miracolo a un passo dietro di lei, osservando tra l'altro in una direzione
completamente diversa da quella dove si trovava la minaccia; sembrava non avesse capito che c'era qualcuno
che era intenzionato a fermarla, a costo del sangue se fosse stato necessario.

_Te l'ho detto. Vuoi attaccare Hikaru, non posso permettertelo_

_Se non ti sposti, andrai di mezzo anche te_ affermò Cloud risoluto. Stava prolungando il dialogo per ricacciare indietro
i milioni di dubbi che affollavano la sua mente: in fondo stava attaccando la ragazza che aveva appena riportato il Lifestream
sul Pianeta, era un po' come battersi contro Aeris. Eppure ora Hikaru aveva fatto la sua scelta, aveva deciso di stare con
Jenova e rinnegato il Pianeta. Era una situazione paradossale ma doveva essere fermata.

_Io ci sono già in mezzo, se non l'hai capito_ rispose Nova _Ci sono stata dal momento in cui io stessa ho deciso di entrarci,
e non me ne tirerò fuori fino a quando non sarà finita!_

Cloud chiuse gli occhi e ricacciò indietro i suoi scrupoli, quindi scattò all'improvviso verso Hikaru aggirando la Paladina di Wutai e cercando di porre fine il prima possibile a quello scontro insensato.
La sua spada non trovò ostacoli data la rapidità d'azione e superò le difese pressochè inesistenti di Hikaru, spingendola indietro e facendola cadere in malo modo a terra, senza dire nulla; Nova lanciò un grido e reagì lanciando un attacco dal fianco, a cui Cloud rispose prontamente.
Nova lanciò uno sguardo a Hikaru a terra, non sembrava ferita gravemente; probabilmente anche lo spadaccino di Nibelheim inconsciamente aveva sferrato un colpo molto meno pericoloso di quanto avrebbe potuto. Assicuratasi di questo, la Paladina ingaggiò uno scontro serrato con il suo avversario, allo scopo evidente di obbligarlo a combattere contro di lei e allontanarlo dall'apparentemente
indifesa nipote di Cid.
Durante i rapidissimi scambi di battute a colpi di spada dei due contendenti, un'ombra calò dall'alto vicino ad Hikaru, che era rimasta a terra
nella stessa posizione in cui era caduta, come se fosse stata priva di sensi.

_Perchè.. vuoi difendere Hikaru, Nova?_ chiese Cloud, mentre era obbligato a non vedere altro se non la sua avversaria

_Perchè? Perchè ho promesso di fare di tutto perchè il suo obiettivo venga raggiunto. Il codice da Paladini di Wutai
mi impone di farlo_

_Non ho capito.. il Codice dei Paladini ti impone di difendere qualcuno che vuole distruggere il Pianeta?_

_Hikaru non vuole distruggere il Pianeta, lei vuole solo.._

_Ha seguito Jenova, questo la porterà a distruggere il Pianeta_ sancì Cloud _Tu non conosci quell'alieno, è terribile_

_...io non conosco Jenova, è vero_ affermò Nova _Non conosco neanche Hikaru se è per questo. Ma non è solo il codice da Paladina che mi lega a lei_

_E allora cosa?_ chiese il ragazzo di Nibelheim, interrompendo momentaneamente lo scontro

_Proprio tu, il leggendario Cloud Strife, mi fai questa domanda?_ rispose la Paladina con un sorriso _Hikaru è il nostro futuro, lo so perchè è il mio cuore che me lo dice. Ho riflettuto molto da quando ero una sua antagonista e volevo i suoi poteri: in realtà non ero interessata ad acquisire la sua facoltà di controllare il fuoco, ma ciò da cui ero attratta è la grande luce che quella ragazza porta con sè. Ed è una luce che non si può coprire, nè si può estinguere_

Cloud abbassò lo sguardo. In fondo era lo stesso motivo per cui aveva così tanti scrupoli e la sua stessa anima gli stava gridando di non attaccare Hikaru.

_Scusa un attimo, ma perchè ti sorprendi che ti faccia questa domanda? Cosa c'entro io con la luce di Hikaru?_

_Tu.._ rispose la Paladina, guardandolo negli occhi _..tu sei diventato famoso in tutta Wutai non solo per aver salvato il mondo. Tu avevi incontrato la luce, l'avevi fatta tua e l'hai usata per riportare questo Pianeta alla vita. Quella stessa luce che ora è in Hikaru_

Cloud rimase in silenzio per diversi minuti, non sapendo più cosa rispondere.
Nel frattempo Sephiroth era comparso di fianco a Hikaru, evanescente così che solo la ragazza potesse vederlo. L'angelo monoala osservò Cloud in combattimento con un sorriso strafottente, pensando a quanto fosse patetico quello spadaccino biondo che cercava disperatamente di essere un paladino del Pianeta, e sussurrò

_Hikaru. Adesso alzati. E compi il tuo destino_

Silenziosamente la ragazza ubbidì, levandosi in piedi e pronta per fare ciò che finalmente doveva. Cloud e Nova la guardarono sorpresi e furono costretti a interrompere il loro discorso.
Hikaru fece tre passi in avanti, poi allargò le braccia e in una decina di secondi fu completamente avvolta dal fuoco; levò lo sguardo verso il cielo e proruppe in un grido al limite dell'umano. Un forte tremore scosse la terra, tanto che sia Cloud che la sua rivale dovettero appoggiarsi alle proprie armi piantate nel suolo per non cadere.
Piccole colonne di Lifestream ad alta pressione fuoriuscirono dalla terra intorno a Hikaru e si accumularono in una grande sfera galleggiante a mezz'aria davanti a lei. Quindi vi fu una improvvisa esplosione, che fece inginocchiare Nova e fece fare un passo indietro a Cloud, che si coprì gli occhi.
Quando riaprirono gli occhi videro una nuova costruzione generata apparentemente dal nulla da Hikaru e ora davanti a lei.
Una lunga scalinata, dai bordi dorati e con un lungo tappeto rosso a coprire ogni gradino, partiva ora da lei e si innalzava verso il cielo; a un centinaio di metri sopra di lei, alla fine di quella lunga scala, una grande porta di pura luce attendeva di essere aperta.

_FINALMENTE!!_

Sephiroth esplose in un grido di gioia, che venne riconosciuto da Cloud e Nova; fu solo in quel momento che i due videro l'angelo monoala comparire lentamente di fianco a Hikaru, mostrando come tra i due iniziali contendenti il solo vincitore di quel duello fosse l'unico che non avrebbe mai dovuto vincere.

_Cos'è.. QUELLO?!_ chiese Nova, lasciandosi scappare la domanda dai suoi pensieri

_L'Ingresso.._ declamò Sephiroth solennemente _L'Ingresso della Terra Promessa!_

_Cosa?!_ esclamò Cloud, comprendendo solo in quel momento il piano della sua nemesi. Lo spadaccino si avvicinò rapidamente alle scale e fece per saltare sul primo gradino. Dovette desistere dal suo proposito un secondo prima di compiere quel gesto, perché appena la sua ombra aveva raggiunto la scala un’improvvisa colonna di Lifestream incandescente era scaturita dal terreno e Cloud sarebbe stato fuso in un istante se non avesse avuto i suoi riflessi quasi innaturali.
Il guerriero di Nibelheim si voltò con gli occhi sbarrati verso Hikaru, che era in piedi a un passo da lui, esattamente davanti a quella scala inaccessibile, sempre con lo sguardo perso nel vuoto.
Sephiroth, dietro la ragazza, rise sommessamente, vedendo l’ennesimo fallimento del suo odiato nemico e poi esclamò a grande voce.

_Sciocco. Nessuno può aprire quella porta se non.._

_..se non la ragazza_ concluse Aeris, comparendo quasi dal nulla e sorprendendo tutti meno Hikaru, che non era nelle condizioni di comprendere gli eventi circostanti.
Nova si avvicinò alla fioraia, che era giunta con Cid e Tifa nel punto centrale della Capitale Dimenticata.

_Cosa ci fate qui?_

_Il Pianeta mi parla_ rispose la fioraia _Ed ora siamo arrivati alla conclusione_

_Conclusione?! Di che cosa?!_ esclamò Cloud, che non ci stava capendo più niente. Non che Cid, Tifa e Nova ci stessero capendo molto di più, ma almeno avevano il buonsenso di tacere fino a che non venisse loro svelato l’arcano.

_Ma quanto sei patetico. Pretendi di combattere e non sai neanche perchè_ lo provocò Sephiroth _La fioraia sa che è arrivato il momento, il momento in cui il Pianeta vedrà la Terra Promessa_

_Quella porta.._ sussurrò Nova _Solo Hikaru può aprirla, non è vero? E’ lei “La ragazza”, non è così?_

_Bene, vedo che c’è qualcuno che ha più intuito di Cloud.. non che ci voglia molto_

Lo spadaccino ebbe un fremito di rabbia, ma riuscì a controllarsi e non saltare subito addosso a Sephiroth; si limitò a digrignare i denti e puntare la sua spada contro di lui.

_Ciò che però neppure l’ultima dei Cetra conosce è ciò che sta al di là della porta_ continuò l’angelo monoala _..e che può essere controllato_

_Un attimo Sephiroth. La Terra Promessa è descritta dagli Antichi come il luogo radioso dove può prosperare la vita, in tutte le sue forme, e al massimo della sua magnificenza. Cos’è che vorresti “controllare”?!_ esclamò Aeris _Non si può dominare la vita!_

_Non la si può dominare? Sei in torto, Cetra. Già la ShinRa aveva trovato il modo per utilizzare l’energia dei viventi in modo produttivo.._ rispose Sephiroth

_Ti stai riferendo ai reattori Mako?_

_La tecnologia mako è un terrificante spreco, inefficiente e riduttiva. Ma in fondo non ci si poteva aspettare di più da menti come quelle di Hojo. Eppure anche lui, nella sua infima e infantile conoscenza, ha mostrato come si può controllare l’energia della Vita_ affermò l’angelo monoala, poi cambiò tono e divenne molto più minaccioso
_Si può fare, e sono a un passo dall’ottenere il potere più grande esistente, più grande del Lifestream stesso. Ora concluderò ciò che avevo cominciato con Meteor!_

_Vuoi.. assorbire il potere della Terra Promessa?!_ esclamò Nova, che aveva conosciuto quella storia dalla tradizione orale di Wutai


_Non è possibile, non si può fare neanche volendo_ sancì Aeris _C’è troppo potere nella Terra Promessa per concentrarlo in un punto solo. Un corpo umano, anche se trattato con Mako, verrebbe disintegrato_

_..tu sottovaluti i poteri della Madre_ ribattè Sephiroth. Quindi fece un gesto con la mano destra, indicando verso la scala.
Hikaru, pur non vedendo il comando, lentamente si mosse e iniziò a salire i gradini. Quando ebbe fatto il primo passo lungo la scala, ci fu una piccola esplosione e un flusso di Lifestream incandescente proveniente dalla terra ricoprì interamente le pareti della scalinata, rendendola impenetrabile. Ora chi era fuori era fuori e chi era dentro era dentro, cioè Hikaru era dentro e tutti gli altri fuori.
La ragazza seguì l’ordine di Sephiroth, inconsapevole del pericolo che stava correndo.

_Jenova?! Vuoi utilizzare Jenova per controllare la Terra Promessa?_ chiese Tifa, che non aveva ancora capito dove volesse arrivare

_E’ completamente @£%%$!!!_ esplose Cid, fino a quel momento in silenzio perché stava cercando di capire come meglio interrompere il discorso. Per il resto del tempo il pilota aveva sempre avuto gli occhi puntati su sua nipote ed era arrivato a una semplice conclusione: quella non era Hikaru, non quella che era stato abituato a conoscere. Ci avrebbe giocato anche le palle, se fosse stato necessario

_Perché non ci va lui, e muove le sue chiappette annerite per aprire quella ***** di porta?! Vuole la Terra Promessa, se la prenda!_

_Non può_ rispose Aeris _Sephiroth non può nemmeno avvicinarsi alla porta. La Terra Promessa è essenza di luce, Jenova e tutte le forme di vita in cui si è insediata verrebbero spazzate via in un decimo di secondo_

_Ma allora.._

Nova corse verso la barriera di Lifestream, fermandosi a un passo da essa, e guardò verso Hikaru che lenta ma inesorabile, gradino dopo gradino, stava raggiungendo la porta scintillante alla sommità di quel lungo percorso. Non potendo fare altro, la Paladina gridò con tutte le sue forze

_HIKARU!! FERMATI, FERMATI O VERRAI DISINTEGRATA!!_

Arrivò al punto di perdere quasi la voce, ma niente poteva fermare la marcia di Hikaru: sarebbe andata fino in fondo, come ordinato dal suo “alleato” Sephiroth. Ora più uno spietato tiranno che un alleato.

Fine XLIX episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Rivelazioni

Hikaru era giunta quasi a metà del percorso e il boato provocato dal Lifestream in continuo flusso verso l’alto le impediva di sentire qualsiasi cosa, soprattutto le grida della Paladina di Wutai, che aveva ormai perso la voce del tutto implorandola di fermarsi.
Quando arrivò alla metà esatta della salita, Hikaru sentì un forte vento opporsi alla sua marcia, come se fosse esploso qualcosa di molto potente di fronte a lei; socchiuse gli occhi e cercò di resistere per non essere scaraventata giù da un’altezza di non meno di cinquecento metri dal suolo.
Hikaru fece appello a tutte le sue forze, tanto da farsi avvolgere quasi del tutto dalle fiamme del suo potere per contrastare quella strana energia repulsiva.
La ragazza riuscì a fare una decina di altri passi, ma giunta al novecentonovantasettesimo gradino il forte vento acquisì una veemenza terrificante: era come se mille lame di ghiaccio finissime stessero trapassando il suo corpo, con la potenza di un’esplosione di reattore Mako e senza possibilità di difesa. Hikaru percepì distintamente attraverso la sensazione di dolore accecante che le stava togliendo il respiro di essere divisa, come se dalla sua anima si stesse staccando una componente molto restia all’essere strappata. Eppure era ciò che stava succedendo: nonostante il dolore inumano, la ragazza percepì nettamente che la parte che si stava staccando era quella che stava subendo i danni peggiori. Il resto del suo cuore, della sua mente e della sua anima erano –sebbene sotto shock per il grande potere che li stava travolgendo- relativamente integri e rimanevano stabili.
Improvvisamente Hikaru sentì una specie di sibilo, un rumore vagamente simile a un acuto grido femminile, ed ebbe uno scatto che le fece voltare verso l’alto la testa. Dalla sua bocca semiaperta fuoriuscì un alone nerastro, che si materializzò sopra di lei con la vaga forma del tentacolo con cui Jenova le era entrata nella mente; finalmente la ragazza riuscì a gridare, chiuse gli occhi e con un “WAH!” imperioso l’alieno venne completamente espulso dal suo corpo, prima di essere dissolto nella luce violenta che sfolgorò dalla porta al termine della scalinata.
Il vento cessò di colpo, così come le altre forze che stavano cercando di respingere Hikaru; la ragazza si inginocchiò subito, riprendendo fiato appoggiandosi al gradino successivo, il novecentonovantottesimo. Aveva il fiatone, come se avesse fatto una corsa estenuante; diede la colpa di tutto al forte vento che l’aveva colta, ma in realtà lei stessa non sapeva di essere stata appena –letteralmente- esorcizzata dal malefico influsso di Jenova.
Nonostante questo, Hikaru guardò verso l’alto e proseguì il suo percorso; in fondo –pensava- non era Jenova ad averle fatto fare ciò che aveva fatto fino a quel momento. Se c’era qualcuno ad averla ingannata questa non era Jenova, né Sephiroth; lei era convinta di aver scelto la sua strada autonomamente, e anche se ora non aveva più quel desiderio compulsivo di ubbidire all’angelo monoala lo voleva fare di sua spontanea volontà.
E poi sembrava che anche il Pianeta volesse che lei aprisse le porte della Terra Promessa, dunque non c’era motivo per tornare indietro.
Mentre pensava queste cose, riecheggiarono nella mente di Hikaru i comandi di Sephiroth “Vai e compi il tuo destino!”. Chissà, forse era proprio così: ancora due gradini e avrebbe raggiunto la porta della Terra Promessa; probabilmente il suo fisico non avrebbe potuto reggere il contatto con un’energia così pura e devastante al tempo stesso.
Ancora una volta una voce si disperse nel vento, raggiungendo nettamente la ragazza; questa volta non era nessuno Spirito Guida, ma un'entità molto più potente.

Dove vuoi andare, ragazza dell'Anima Luminosa?

Hikaru guardò verso la sommità della scala, ormai vicina, da cui proveniva una luce accecante e potente. Poi rispose alla domanda con un'altra domanda

_Tu.. sei il Custode della Porta, non è vero?_

Naturalmente, Hikaru. Vieni avanti e fai gli ultimi gradini, allora mi vedrai

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e proseguì, entrando interamente nella luce; fece gli ultimi passi alla cieca, dato che tutto ciò che vedeva era una fortissima luce bianca. Come entrando in una nuvola, Hikaru sentì di entrare in una fitta coltre di piccolissime goccioline ghiacciate, che rifrangevano la luce proveniente dalla Terra Promessa anche molto distante dalla porta.
I gradini terminarono, ma non il cammino della ragazza: sotto i suoi piedi la luce bianca sembrava non più diffusa come nel resto dell'aria, ma appariva differente, rifratta da un materiale molto simile al cristallo.
Era proprio cristallo ciò costituiva il piccolo spazio pianeggiante dove si trovava ora, la soglia della Terra Promessa.
Pian piano i suoi occhi si abituarono alla luce intensa, e Hikaru riuscì a scorgere fra la nebbia le forme scintillanti delle molteplici decorazioni di quella porta tanto agognata; soprattutto la ragazza si accorse che la voce che l'aveva chiamata poco prima aveva un proprietario tutt'altro che etereo.
Un individuo con sembianze umane le si presentò davanti, avvolto in una scintillante tunica bianca; aveva lunghi capelli bianchi che scivolavano dietro le sue spalle, divenendo un tutt’uno con la barba che raggiungeva quasi il petto. Già dall’aspetto quell’uomo dimostrava un’età molto più avanzata di quello che un essere umano avrebbe mai potuto raggiungere, ma nonostante tutto la possanza dell’aura da lui emanata e il bastone che reggeva nella mano destra gli conferivano un’attitudine ancora più solenne ed – è proprio il caso di dirlo- divina.
Trovandosi al cospetto di quella divinità in bianco Hikaru provò l’irresistibile bisogno di inginocchiarsi di fronte a lui; non sapeva perchè, ma la domanda le arrivò in mente solo diversi minuti dopo che l’aveva fatto.

Perché ti inginocchi, Anima Luminosa? chiese il vecchio, imitando la domanda che Hikaru stessa si era fatta giusto un attimo prima. La ragazza alzò timidamente lo sguardo da terra, ma si fermò all’altezza della vita del Guardiano; non aveva il coraggio di guardarlo in faccia, non sapeva dirsi il perché. Alla fine però non poteva permettersi di lasciare senza risposta la domanda postale, proprio per la stessa soggezione che quella figura gli aveva imposto.

_Io.. mi inginocchio perché… perché così si fa… davanti a.. un dio_

Il vecchio scoppiò a ridere ad alta voce; sembrava molto divertito da quell’affermazione, cosa che lasciò Hikaru abbastanza contrariata.

Ah ah ah! No, ti sbagli Hikaru. Io non sono un dio… sono un Antico, non lo nascondo, ma i miei poteri sono ben lungi dall’essere onnipotenti.. e non sono affatto immortale, anche se la mia età potrebbe convincerti del contrario

Hikaru mantenne la testa bassa, ma prese un pochino più coraggio e chiese

_Quanti.. anni hai?_
Oh, l’ho dimenticato ormai. Potrei dirti dall’alba dei tempi, ma sarei comunque vago.


Il vecchio fece una nuova risata, che colse di sorpresa Hikaru esattamente come la prima

In fondo, sai, quando assumi l’incarico di Custode della Terra Promessa è come andare dal dentista... sai quando cominci ma non sai quando finisci

La terza risata fece iniziare a ridestare l’orgoglio di Hikaru, che decise di alzarsi e non stare in ginocchio di fronte a un Guardiano con forse troppo senso dell’umorismo. Tuttavia quelle risate frequenti avevano messo la ragazza un pochino più di buonumore, contrastando i pensieri tragici e fatalisti che fino a poco prima avevano dominato la sua mente.

Beh certamente questo è meglio che andare dal dentista.. lui toglie i denti del giudizio, noi siamo qui per portarlo!

Hikaru si mise un braccio sul fianco, facendo volare il mantello nella nebbiolina ghiacciata

_Portare cosa, il Giudizio?_

No, i denti! Ah ah ah!!

Hikaru rimase senza parole. Certo che se tutti gli Antichi erano stati come lui, forse Jenova aveva fatto anche un favore al genere umano a sterminarli tutti…
Eppure quest’ultima battuta, sebbene fuori luogo e particolarmente brutta, riuscì perfino a strapparle un sorriso. Il Guardiano fece due passi verso di lei, mostrando quanto in realtà fosse basso – la sua testa raggiungeva a malapena il petto di Hikaru – e stese una mano toccandole il mento. Cambiò tono di voce, che non era più diffuso nell’atmosfera ma proveniva direttamente da lui, dalla sua bocca.

_Oh si, ragazza mia. Devi sorridere, perché ciò che dobbiamo fare ora è molto serio_

Hikaru lo guardò con sguardo deciso, facendo specchiare i suoi occhi rossi in quelli azzurrini del Guardiano e annuì

_Lo so_

Il vecchio si staccò da lei e le diede improvvisamente le spalle; poi scosse la testa sospirando.

_Così non va bene_

Hikaru sgranò gli occhi, incredula; fino a un istante prima le stava per far fare qualcosa e ora.. la ragazza iniziò a sospettare che la stesse prendendo in giro, vista l’attitudine ilare di quell’Antico. Però non poteva permettersi né di perdere tempo né di vedersi la strada bloccata; quindi recuperò tutto il coraggio che aveva perso quando l’aveva visto ed esclamò, quasi arrabbiata

_COSA?! PERCHE’ non va bene?! E che cosa non va bene?!_

Il Guardiano scosse nuovamente la testa e si voltò verso di lei, puntandole il bastone addosso.

_I tuoi occhi non vanno bene_
_I miei occhi?! Che, non ti piace il rosso forse?!? ..io de.._

_Porti troppo odio nel tuo cuore_ la fermò il Guardiano, diventando improvvisamente serio e manifestando anche con le parole la sua tremenda potenza _Non posso aprirti la Terra Promessa_

_Odio?! Io non odio nessuno.. non.._ balbettò Hikaru, inconsapevole di essere stata smascherata in trentanove millesimi di secondo

_Non è colpa tua, ovviamente_ affermò il Guardiano, sempre mantenendosi serio ma meno aggressivo _Non del tutto. Rispondimi sinceramente: hai sofferto molto per venire fino a qui, non è vero?_

Hikaru abbassò lo sguardo di scatto e strinse i pugni. Una lacrima le scappò via dall’occhio destro, scivolò sulla sua guancia e cadde disperdendosi nella nebbia ghiacciata; quindi annuì e fu solo un un filo di voce che rispose

_..sì_

_..lo capisco.Ti ho osservato da questa porta in tutto il tuo viaggio. Hai provato un dolore molto grande, forse insopportabile. Alla fine l’hai superato, ma tutto questo ha avuto un prezzo_

_Sì.._ commentò Hikaru, che sentiva semplicemente troppo desiderio di poter dire ciò che fino ad o ra aveva cercato di reprimere _Sì.. io non posso voler bene a… no, io voglio proprio male.. io ODIO il Pianeta!!!_ esclamò poi ad alta voce, tremando per l’emozione e per la paura di aver detto la frase che mai avrebbe dovuto pronunciare.

_Esattamente_ confermò l’Antico _Tu odi il Pianeta, e per questo hai innescato la sua distruzione definitiva_

_CHE COSA?_ gridò Hikaru _Io.. non ho ancora fatto niente!_

_Hai riportato in vita Jenova_ affermò il Guardiano, inesorabile _E sei venuta qui per aprire le porte della Terra Promessa; ma ciò che non sai è che la porta è già aperta. E’successo quando ti sei gettata nel magma: per salvarti la vita l’Energia della Terra Promessa, l’essenza stessa degli Antichi ha sfondato la barriera e si è materializzata nella tua armatura. Quella che indossi adesso._

_Cosa? Quindi.. il mio destino.. è già compiuto.._

_Sì ma nel modo sbagliato. L’energia della Terra Promessa è troppo grande per essere controllata da un essere umano, troppo pura per essere compatibile con sentimenti di odio. E’ solo questione di tempo: a breve le barriere degli Antichi verranno superate del tutto e un fiume in piena travolgerà il Pianeta. Solo uno sforzo congiunto fra Antichi ed esseri umani avrebbe potuto contenerlo, ma l’odio che provi per il Lifestream ti ha reso impossibile creare il ponte con gli Antichi, quello che avrebbe permesso a tutti di vivere definitivamente in pace_

_Quindi…_ Hikaru era in lacrime, ma non poteva rinnegare i propri sentimenti. Il rancore che provava verso il pianeta era presente e permaneva ancora nonostante tutto.

_Quindi la stessa energia che avrebbe dovuto salvare il Pianeta ora lo distruggerà. La stessa terra verrà travolta dalla luce, il fuoco perderà il proprio calore, l’acqua evaporerà e l’aria cesserà di esistere. Il Lifestream cercherà di contrastare il flusso troppo violento di energia e l’intero piano dimensionale collasserà su se stesso; perfino il palazzo di Odino non verrà risparmiato: il Valhalla e la sala degli dei verranno travolti anch’essi e tutto scomparirà in un accecante trionfo di luce_ sancì il Guardiano, facendo tremare Hikaru come una foglia

_No..non è possibile…_ balbettò la ragazza _La..la luce.. non può.. distruggere…_

_La luce è la forza più grande dell’universo, più grande di quella delle tenebre_ affermò l’Antico _Come distrugge le tenebre, la luce farà sparire tutto ciò che non è luminoso da tutti i piani d’esistenza. Hai quarantotto ore, Hikaru_

_Quarantotto ore?_ chiese lei, con l’ultimo filo di voce rimastole _per fare ..cosa?_

_Due giorni di tempo; poi la Terra Promessa invaderà il Pianeta e sarà la fine di tutto. Tu puoi scegliere, sei l’unica che può tentare di ripristinare il ponte fra un essere umano e un Antico, perché sei l’unico essere umano che ha avuto in dono un’Anima Luminosa, originariamente priva di odio. Ma per farlo… dovrai riconciliarti col Pianeta_

Hikaru ebbe un conato di vomito, nel ripensare al Lifestream e alla sua “volontà”. Strinse i pugni e disse

_Io.. non posso farlo_

_Allora asseconda il tuo odio, e distruggilo. Spetta solo a te decidere Hikaru, nessuno può farlo per te_

La ragazza fece un lungo respiro, come per calmarsi. Ne aveva bisogno, visto che quel discorso l’aveva agitata oltremodo; all’improvviso tutto il mondo cominciò a girarle intorno, sempre più forte, così da costringerla a chiudere gli occhi.
Hikaru si inginocchiò, sentendosi come travolta in un vortice inarrestabile; quindi perse le forze.

Fine L episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Show must go on​

Il cuore di Hikaru batteva alla velocità di una banderuola agitata dal vento di una furiosa tempesta. La ragazza non vedeva più nulla, perchè era stata costretta a chiudere gli occhi dalla grande trottola che sembrava strapparle l'anima e farla vorticare come in una centrifuga.
Il pavimento di cristallo, la porta luminosa, il vecchio erano scomparsi, così come ogni altro contatto con la realtà; tutto ciò che poteva essere percepito con i sensi si fece da parte e venne sostituito con un vortice indefinito di colori, fino a che la ruota impazzita che aveva travolto Hikaru non smise di muoversi, lasciando la ragazza in una densa coltre nebbiosa.
Una voce iniziò a farsi sentire da lontano; cominciò come un'eco, come le onde in uno stagno in cui era stato gettato un sasso. Mano a mano che parole incomprensibili riecheggiavano nell'aria, trasportate dalla fitta nebbia grigia e costantemente rinnovate con energia crescente, Hikaru riuscì a decifrarne il significato. Qualcuno la stava chiamando. La grande agitazione che stava provando tuttavia le bloccava la maggior parte delle facoltà cognitive, per cui non potè rispondere.
Nova dal canto suo stava facendo di tutto per avere un segno dalla ragazza priva di forze davanti a lei e che veniva shakerata come un manichino dalle sue braccia. La Paladina poteva vedere gli occhi rossi di Hikaru aperti e sentire il suo respiro, seppure flebile, ma la ragazza era in uno stato come di trance, che non sembrava poter essere superato in nessun modo.
Nova avrebbe voluto mettersi a urlare, ma il piccolo anfratto nella roccia in cui era riuscita a trasportare Hikaru era troppo piccolo e la compagnia di Cloud era ancora troppo vicina. Sephiroth era appena scomparso, dopo un veloce quanto inutile combattimento con Cloud, Tifa e Aeris. Quando Hikaru era precipitata dall'alto della scalinata, attraversando le colonne di Lifestream e riemergendo da esse apparentemente illesa, Nova era riuscita ad approfittare della confusione per recuperare il corpo della ragazza e correre verso le aspre montagne che separavano la Capitale Dimenticata dalla valle di Icicle Inn. Ora aveva anche trovato una sorta di rifugio, una rientranza nella roccia in cui poter nascondere Hikaru dai suoi numerosi pretendenti.
La Paladina di Wutai non ci aveva ancora capito molto, ma il suo istinto da guerriera le suggeriva di non fidarsi di nessuno, neppure di quella fioraia dall'apparenza esile ma dal potere enorme. Quando fece il punto della situazione, Nova si ritrovò in una situazione abbastanza complicata.
Ci volle tutta la sua abilità nel nascondere le tracce e un po' di fortuna per non essere scoperta da Cloud, che si era accorto della caduta di Hikaru ma non era riuscito a seguirne il destino; ora tutta AVALANCHE si era messa in ricerca della nipote di Cid e della Paladina di Wutai e, grazie a una telefonata a Cait Sith, anche le forze di Rufus ShinRa e i suoi Turks erano state messe in moto.
Nova sapeva che l'obiettivo di Cloud era semplice: trovare Hikaru prima che lo facesse Sephiroth e convincerla ad aprire la porta della Terra Promessa, obbligandola anche con la forza se fosse stata necessaria. La Paladina sapeva bene che anche l'interesse di Sephiroth era puntato su Hikaru, per utilizzarla come banale catalizzatore della Luce della Terra Promessa e convogliarla nelle cellule della Madre per renderla inarrestabile.
In entrambi i casi Hikaru non avrebbe fatto una bella fine, visto che dalle parole di Aeris era apparso chiaro che la Terra Promessa avrebbe spazzato via chiunque fosse stato così sciocco da pensare di concentrare i suoi poteri in se stesso. Nova non se ne intendeva molto di Lifestream e volontà Planetaria, ma di certo non poteva accettare che un innocente potesse dare la vita, per qualsiasi motivo.
Nonostante i suoi sforzi, comunque, Hikaru non dava segni di risposta; dopo vari tentativi, un fulmine improvviso fece intuire a Nova che il tempo sarebbe presto finito. Un scintillio attrasse la sua attenzione e per poco non ebbe un infarto quando si accorse che la lunga lama della Masamune era comparsa quasi dal nulla davanti ai suoi occhi. Nova trattenne il fiato, guardò lo sguardo inespressivo di Hikaru fra le sue braccia e si sentì come una cavia di laboratorio di fronte alla ghigliottina.

…​

Cloud non si dava pace; Sephiroth era appena sparito dalla sua vista, ad una velocità tale che la sua Ultima Weapon si era ritrovata a fendere uno strato di piume nere quasi subito dopo aver parato l’ultimo attacco di Masamune. Lo spadaccino aveva anche visto Hikaru cadere dal cielo ed essere portata via, senza che nessuno potesse fare niente. Ora camminava nervosamente avanti e indietro lungo uno dei piccoli ponti di cristallo all’ingresso della Capitale Dimenticata, mentre Tifa allertava via telefono Rufus e Aeris prestava le sue indispensabili cure al corpo quasi in fin di vita di Zack.
Quando ebbe finito, con ancora la luce verde intensa di puro Lifestream che le scorreva fra le mani, la fioraia si voltò verso Cloud e gli rivolse una frase.
Il biondo ragazzo era così perso nei suoi pensieri che sussultò a sentirsi chiamare

_Eh.. Chi mi chiama?_

_Io_ rispose Aeris, alzandosi dalla sua posizione e lasciando Zack in un efficace sonno ristoratore _Vorrei sapere che intenzioni hai, ora_

_…_ prima di rispondere Cloud lanciò un’occhiata a Tifa, che stava chiudendo la comunicazione proprio in quel momento con Cait Sith _Allora, cosa ha detto?_ chiese poi, ignorando la domanda di Aeris

_Rufus dice che mobiliterà i Tuks e ha detto a Reeve di attivare tutti gli automi di Cait Sith che ha a disposizione.. però non ne ha tanti, sono solo tre_

_TRE?!_ Cloud sgranò gli occhi incredulo _Cosa vuoi che ce ne facciamo di TRE gatti parlanti?! Dobbiamo cercare una ragazza per l’intero Pianeta, con l’efficienza di Cait Sith ci metteremo una vita!!_

_Veramente.._ aggiunse Tifa _…tre sono gli automi che sono ancora funzionanti. In realtà quelli disponibili sono solo due, perché il terzo è infiltrato nell’esercito del Governatore Planetario_

Cloud si mise una mano nei capelli e si sedette per terra, esausto.

_Non ci posso credere… e che ce ne facciamo di un Cait Sith nell’Esercito…_

_Ha più senso di quanto sembri. Grazie a Cait Sith n° 755 possiamo sapere le intenzioni della forza militare più potente del Pianeta. Ma adesso cosa facciamo?_

_Cosa facciamo? Si cerca Hikaru, è ovvio!_ esclamò Cloud, stringendo l’elsa dell’Ultima Weapon _Però non ditemi che dobbiamo aspettare che arrivi un gatto meccanico… e Cid dov’è finito?!_

_Ah già.. Cid.. Era qua con noi prima, ma da quando è apparso Sephiroth non l’ho più visto.._ rispose Tifa

_Perfetto!! Un altro che scompare… ma non abbiamo tempo per lui, dobbiamo trovare sua nipote prima, a tutti i costi!_

_Cloud_

_Cosa c’è Aeris?! Non dirmi che non possiamo fare niente e cose simili perché potrei avere una crisi di nervi!_

_Innanzitutto calmati. Tu vuoi aiutare il Pianeta, e questo lo sappiamo. Tutti qui lo vorremmo, anche se non ci è concesso. Però dobbiamo mantenere la calma. E fare un piano_

_A cosa stai pensando?_ chiese Tifa,

_Ho pensato un po’, e anche se il Pianeta continua a darmi le stesse risposte.. che non possiamo condizionare il futuro eccetera.. io penso che qualcosa ancora possiamo fare. E dobbiamo farla, perché è giusto così. Dobbiamo cercare Hikaru, giusto? Ebbene, potremmo avere il compito più facile se potessimo usare dei supporti logistici avanzati. Insomma, se noi entrassimo –sotto mentite spoglie- nell’Esercito Planetario!_

_E’ una follia!_ protestò Cloud _Mi fa piacere sapere che hai deciso di fare anche tu qualcosa, ma l’Esercito è in guerra contro Wutai, se ci arruoliamo ci porteranno verso quel paese, con il risultato di allontanarci e perdere completamente l’obiettivo!_

_Dimentichi che Hikaru è stata portata via da Nova. Nova è Paladina di Wutai, quindi muovendo contro le forze di Wutai, ci sono alte probabilità di andarle incontro.. _

_Non è poi così stupido_ considerò Tifa _Inoltre c’è Cait Sith là dentro, così potremo avere accesso a tutti i movimenti dell’esercito. Se anche loro stanno cercando ancora Hikaru.. con le loro informazioni unite alle nostre sarà un gioco da ragazzi arrivare prima noi sul posto!_

_Ma.. bah, ci rinuncio! Fate come volete_ esclamò Cloud _Ricordatevi solo che abbiamo poco tempo, e che anche Sephiroth è sulle sue stesse tracce_

_Lo sappiamo, non ce lo scorderemo_ affermo sicura Aeris _Comunque, Cloud.. volevo sapere ancora quella cosa…_

Gli occhi della fioraia si posero su quelli lucenti di Mako del ragazzo, serrandoli in una morsa tale per cui non avrebbe potuto non rispondere. Non fu necessario neanche che ripetesse la domanda, perché lo spadaccino aveva già capito e rispose

_Vuoi sapere cosa faremo quando avremo trovato Hikaru. Che ti posso dire, dipende tutto da ciò che ci dirà lei._ fece una pausa, poi proseguì _Speriamo che voglia collaborare o.._

_..o?_ incalzò Aeris, seguita anche da Tifa. Cloud guardò le due ragazze con la massima innocenza possibile, lasciando trasparire anche quanto gli pesasse pronunciare le parole che stava per dire. Fece un lungo sospiro e infine finì la frase

_..se Hikaru è ancora soggiogata al volere di Sephiroth, dovremo fermarla. Anche e soprattutto con la forza_

_Intendi che… saremo costretti a… dovremo…_ balbettò Tifa

_Credo proprio di sì_ sentenziò Cloud, in tono grave _Dovremo ucciderla_

Un pesante silenzio scese dopo quelle parole. Dopo una decina di minuti, in cui nessuno aveva osato proseguire il discorso, Cloud si alzò e, sempre nel silenzio, si incamminò verso gli scavi archeologici. Aeris si mosse subito dopo, facendo un cenno a Tifa; la ragazza di Nibelheim prese Zack sulle spalle e seguì i suoi compagni.




…​

_Non ci hai messo poi tanto impegno... ti ho trovato subito, Paladina_

_S..Sephiroth.. cosa vuoi?!_

L'angelo monoala sorrise.

_Ancora dovrei ripeterlo? Vuoi ancora perdere tempo, o preferisci che ti trafigga subito?_

Nova si alzò in piedi, trascinando con sé l’irresponsiva Hikaru; estrasse l’arma e si mise in posizione d’attacco, anche se sapeva molto bene di non avere speranze. In condizioni normali avrebbe forse potuto contrastare efficacemente il figlio di Jenova, così come aveva fatto con Cloud, ma ormai erano passate troppe ore senza riposo e il corpo da difendere di Hikaru rendeva l’impresa molto più titanica di quello che già poteva essere.

_Ma dai, non farmi credere che vuoi attaccare sul serio?_ la sbeffeggiò Sephiroth. Poi, incurante della spada puntata contro di lui, il figlio di Jenova fece due passi in avanti, minaccioso.
Nova perse immediatamente qualsiasi proposito di combattere, riuscì a malapena a tenere in mano la spada e con l’altra mano scrollare Hikaru sulle sue spalle mentre la chiamava a bassa voce, quasi implorandola.

_Dai.. dai Hikaru.. svegliati! Siamo in pericolo, svegliati!!_

_Sempre più ridicolo_

Sephiroth fece un altro passo in avanti e sferrò un veloce fendente contro Nova; la Paladina riuscì a parare il colpo, ma perse la presa e la spada le volò letteralmente via dalla mano. Fu in quel momento che Hikaru disse finalmente la sua prima parola, anche se in un linguaggio incomprensibile.

_Tekhna.. afkani_

Nova fu tentata di voltarsi di scatto per capire cosa stesse dicendo, ma la presenza di Sephiroth a meno di cinquantatre centimetri la costrinse a mantenere gli occhi puntati su di lui. Dal canto suo il figlio di Jenova non aveva la minima idea di cosa gli stava per succedere, sebbene avesse sentito chiaramente le parole di Hikaru, e puntò la Masamune alla gola della Paladina.

_Adesso.. è giunto il momento di.._

_[/I]Tekhna.. Afkani![/I]_ ripetè Hikaru a voce più alta, quindi ripetè le stesse parole sempre più forte per altre tre volte. All’ultima Sephiroth venne avvolto da una colonna di luce, che divenne presto un fascio fluido di pura energia che lo stava immobilizzando, cosa che lo obbligò ad abbassare la lama e cercare di opporsi.

_Che.. cosa?!_ gridò, o almeno gli sembrò di gridare, prima di incrociare lo sguardo di Hikaru, divenuto fiammeggiante e dello stesso colore giallo intenso del potere da lei invocato. La ragazza, come posseduta, si era alzata sulle sue gambe e a dieci centimetri da Nova ora era in grado di stare in piedi perfettamente. Trasmettendo potenza in ogni suo movimento di labbra, proclamò la formula finale.

_Cetra Soyet Ropwest Thu: Ewiges Tekh Poùra Ke!!_

Una piccola sfera luminosa avvolse il cilindro in cui era stato intrappolato Sephiroth, quindi implose verso il centro. Nova venne abbagliata per qualche secondo, tanto che dovette portarsi entrambe le braccia a coprire gli occhi; Sephiroth non ebbe neppure il tempo di accorgersene, venne semplicemente travolto da una forza sovrumana e trascinato via come un sasso gettato in un fiume in piena.
Quando riaprì gli occhi Nova vide che il nemico era scomparso, come vaporizzato dall’implosione di luce. La Paladina si voltò subito verso Hikaru, che era in piedi, e vide che i suoi occhi erano tornati del colore naturale; la ragazza si guardava in giro disorientata, ma al contrario di quanto dasse a pensare ricordava tutto.

_Sei.. sei stata tu..?_ chiese Nova, come se già non sapesse la risposta

_Sì_ rispose Hikaru _Il Potere degli Antichi ha bandito Sephiroth, l’ha portato via, lontano da qui_

_Gli.. Antichi?_

_Sì, è il nome che noi diamo ai Cetra. Quelli che mi hanno chiesto di.. fare una cosa_

_…e di che cosa si tratta?_ chiese Nova, ora decisamente più incuriosita. Hikaru chiuse gli occhi e cercò di cacciare indietro le lacrime

_Ma io.. non posso farla_

Non sapeva il perchè, ma Hikaru si sarebbe aspettata in quel momento una reazione violenta, reazione tuttavia che non arrivava.

_..non posso sapere di che cosa si tratta?_ le chiese ancora la Paladina, con un tono così calmo da sorprendere perfino se stessa. Non era certo il momento per fare conversazione, dovevano andare in un luogo sicuro e subito; eppure.. non poteva fare a meno di parlare con Hikaru, finalmente a tu per tu. E dal canto suo la ragazza non aspettava altro che la possibilità, finalmente, di sfogarsi.

_..se te lo dicessi, mi obbligheresti a farlo. Come tutti gli altri.._

Nova incrociò le braccia, osservò ancora Hikaru e notò che era cambiata notevolmente dalla prima volta che l’aveva incontrata. Ora aveva qualcosa in sé di più solenne, come una maggiore percezione e conoscenza del mondo.

_Io non posso fare un granchè, lo sai; ed è stato meglio così. Se avessi potuto realmente fare qualcosa ti avrei ucciso un po’ di tempo fa_

_Forse sarebbe stato meglio così_

Nova guardò ancora Hikaru e vide che più seria di quanto avrebbe dovuto essere; forse aveva esagerato nel ricordare il –troppo recente- passato. Le diede un buffetto sulla spalla e cercò di correggere il tiro

_Ehi, rilassati! Non ho mai detto che ho intenzione di farlo…ma starai scherzando vero?! Non puoi desiderare essere morta prima!_

Hikaru si sedette, con un’aria di dolore che poco poteva superare.

_Lo desidereresti anche tu, se ti ritrovassi nella mia situazione.. in cui devi fare qualcosa ma sai che non puoi farlo_
Nova ora si stava stancando di avere risposte inondate di pessimismo senza una ragione, quindi decise di prendere la situazione di petto.

_Dico, ma si può sapere cosa devi fare?!_

Hikaru la guardò con aria molto triste e fece scivolare una lacrima lungo la guancia destra

_Io dovrei… devo.._

Infine si decise a rispondere

_…devo salvare il mondo_

Fine LI episodio​
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Una parentesi di pace

Ci fu silenzio dopo l’ultima frase pronunciata da Hikaru, un silenzio che tuttavia durò decisamente poco, molto meno di quanto lei stessa si fosse aspettata.
Nova si avvicinò a lei, che si era seduta su una piccola roccia, la guardò negli occhi e le disse con il tono più serio e allo stesso tempo tranquillizzante che poteva assumere

_Bene, di qualsiasi cosa si tratti hai decisamente bisogno di riposo_

Hikaru la guardò storto, di certo non si aspettava un commento del genere. Si sarebbe aspettata più un intervento del tipo “Devi farlo per forza”, “non puoi essere cosi incosciente da non salvare il mondo”, o cose simili. Invece quello che premeva alla Paladina di Wutai a quanto pareva era il fatto che –in effetti- non era nella migliore delle condizioni. Anzi. Il viaggio fino alla Terra Promessa aveva provato il suo fisico almeno tanto quanto Jenova e le pressioni di Sephiroth avevano fatto con il suo spirito. Hikaru era distrutta, era inutile negarlo.

_Io.._

_Ah no, non dire niente. Tanto non mi convincerai altrimenti; sei ridotta a uno straccio, mi domando come tu faccia ancora a portare quell’armatura… ti meriti un po’ di riposo_

Hikaru cercò di protestare

_N…no, non c’è tempo.. devo.._

_..fare cosa?_ la interruppe la Paladina _Salvare il mondo forse? Ma hai appena detto che non puoi farlo. E ti do pienamente ragione: nel tuo stato attuale non saresti in grado neanche di comprare dell’insalata al mercato. Devi riposare._

Hikaru non potè fare altro che arrendersi, anche perché si accorse di non avere energie per continuare il discorso. Nova prese quindi l’iniziativa e mise una mano in tasca; dovette faticare un po’ a trovarla, ma alla fine riuscì a estrarre una sfera gialla delle dimensioni poco più piccole della sua mano.
_Comunque, se mi dici che non hai tempo, a questo si può rimediare. Questa è una Materia Haste, l’ultima che mi sia rimasta; se non sbaglio è sufficientemente potente da permetterci di invocare la magia Stop_

_Stop?_

_Sì, questa materia è in grado di alterare lo scorrere del tempo. Normalmente la si usa per velocizzare le proprie azioni in battaglia, ma è possibile un uso più estremo. Sacrificando la Materia stessa possiamo rallentare gli eventi del resto del mondo in modo da avere tutto il tempo che ci serve per raggiungere un luogo sicuro e riposare almeno per un po’_

_..e cosa succederà quando l’effetto sarà esaurito?_

_Il tempo tornerà a scorrere normalmente, e saranno passati solo pochi minuti dal momento in cui abbiamo attivato lo Stop. Se diamo fondo a tutta la Materia potremo ricavarci una finestra di tempo non inferiore alle otto ore, al prezzo di pochi minuti per il resto dell’universo_

Hikaru non poteva credere alle proprie orecchie; poi ci riflettè su e comprese che le parole di Nova erano una promessa un po’ troppo azzardata.

_Non è possibile che tu abbia un’arma simile. Wutai avrebbe già cancellato l’Esercito del Gov… insomma i vostri nemici_ obiettò

_No, ciò che dici non è possibile. Se rallentiamo il tempo del mondo, non possiamo alterare nulla che faccia parte di quel mondo, perché è come se entrassimo in una dimensione parallela. Ciò che possiamo fare è ricavarci una finestra in cui agire indisturbate ma solo con gli oggetti che abbiamo indosso; non saremo in grado neppure di aprire una porta durante lo Stop.. mi sono spiegata ora?_

_…faccio fatica ancora a crederti… ma in fondo se mi vuoi usare per i tuoi scopi, non saresti molto diversa da tutti gli altri_ affermò Hikaru, sorprendendo la sua interlocutrice per aver espresso in modo così diretto la fonte di tutte le sue sofferenze; poi fece una pausa e guardò per terra tirando un lungo sospiro _..è un destino che non posso evitare, a quanto pare.. fai ciò che vuoi_

La Paladina non perse ulteriore tempo in discorsi, per quanto quelle parole avessero destato il suo interesse molto di più di quanto avesse fatto la frase “devo salvare il mondo”; Hikaru si stava aprendo, poco alla volta, con qualcuno e lei giurò sul suo sangue fra sé e sé che avrebbe assolto il suo compito di “qualcuno” nel migliore dei modi. Recuperò la sua spada da dove era volata dopo l’assalto di Sephiroth e vi innestò la Materia Haste.

_Bene, allora avvicinati.. attivo la Materia_

Hikaru ubbidì e Nova le strinse la spalla con la mano sinistra, mentre la destra attivava la materia. Un flash giallo esplose dalla spada, e Hikaru sentì il suo corpo subire un’accelerazione analoga a quella che provano gli astronauti durante la partenza del razzo. Il processo durò una ventina di secondi, dopodiché la Paladina esclamò soddisfatta

_Bene. Da questo momento in poi siamo in fase di Stop_

Hikaru si guardò in giro e non vide grandi differenze nel mondo circostante, le rocce erano rimaste rocce e la catena montuosa alle sue spalle era sempre tale e quale. Si accorse però che qualcosa era effettivamente successo quando vide un puntino bianco sospeso a mezzaria lontano da lei, nel cielo.
La Paladina seguì lo sguardo di Hikaru e sorrise, poi spiegò

_Quella che vedi è un’aquila, che sta volando. Tu la vedi immobile perché il suo tempo è molto più rallentato rispetto al nostro. Adesso ci credi?_

Hikaru rimase abbastanza senza parole, e arrivò perfino a mordersi la lingua per essere stata così malfidente. Il mondo le era stato potentemente avverso, ma lei non aveva mai perso innato spirito di bontà, nonostante quello stesso spirito l’avesse cacciata nella sua situazione attuale.

_…scusa_ arrivò perfino a dire, trovando come risposta uno sguardo comprensivo da parte della Paladina. Nova aveva incrociato le braccia e sembrava stesse pensando a qualcosa, ma riuscì comunque a farsi capire da un semplice sguardo. Quindi esclamò

_Andiamo. Non possiamo comunque stare qui, anche se nessuno può trovarci.._

_E dove?_

_..beh.. sarebbe meglio che ti portassi a Wutai. Nel Palazzo dell’Ordine sarai al sicuro_

_..ne sei certa? Sono comunque la figlia del Governatore.. non è pericoloso?_

_Non penso proprio. La soglia del Palazzo dell’Ordine è invalicabile a tutti, perfino al Monarca Supremo; solo i membri dell’Ordine possono entrarvi. E in millecinquecento anni di storia, nessuno ha mai osato infrangere questa regola_

_Ma allora non capisco.. io non faccio parte dell’Ord.._

_Tu no_ interruppe Nova _Ma io.._

_Tu sei un membro dell’Ordine?! Ma come farai a fare entrare qualcuno che non ne fa parte se hai detto che.._

_E’ facile. Come hai detto tu, io sono un membro dell’Ordine, ma non solo_ rispose la ragazza dai capelli rossastri con un sorriso _Io lo comando_

Hikaru rimase quasi a bocca aperta, mentre Nova tagliava corto e si preparava per il viaggio. La ragazza, eroina per volere degli Antichi ma fragile di natura, rimase silenziosa a vedere cosa sarebbe successo. Wutai era lontano, specialmente dal posto dove si trovavano loro due; se era vero che durante lo Stop non si poteva influenzare il mondo, come avrebbero potuto raggiungerlo in poco tempo? Hikaru si trattenne la domanda, perché il suo istinto le diceva che avrebbe posto una questione inutile e anche imbarazzante per certi versi.
In effetti la risposta le venne data nel giro di un battito di ciglia: Nova aveva estratto una pergamena, dando fondo a tutto ciò che poteva ancora conservare la sua armatura, ed aveva cominciato a recitare una strana litania. Non erano parole di una lingua conosciuta, ma a Hikaru non sembravano neppure parole del linguaggio degli Antichi. Un istante dopo intorno a Nova si sviluppò una nube polverosa che avvolse anche lei; la nebbia avvolse completamente le due ragazze, e quando si diradò Hikaru potè vedere di avere cambiato luogo.
Di fronte a lei ora si stagliava un edificio enorme, slanciato verso l’alto come una cattedrale e con numerose altissime guglie, che adornavano l’apice di quella struttura e sembravano voler reggere addirittura la volta celeste da tanto erano proiettate verso l’alto. Un enorme rosone decorato troneggiava in centro alla facciata principale, circondato da una ventina di finestrelle più piccole, anch’esse decorate finemente e dai vetri colorati; guardando verso il basso Hikaru vide, proprio come in una cattedrale, un portone principale molto grande, al di sotto del rosone, e due porte laterali più piccole. Ogni porta era circondata da un’arcata intagliata nel marmo che si univano al centro e formavano una figura simile a un altare, su cui sembrava appoggiarsi il rosone.
Hikaru rimase estasiata nel vedere le decorazioni e i riflessi dei colori dell’arcobaleno nei molteplici vetri, tanto che si dimenticò quasi di avere il tempo contato.

_Ehi, Hikaru! Dobbiamo andare!_ la raggiunse una voce femminile

_Eh? Ah sì.. sì.. arrivo.._

_Bene, per fortuna hanno lasciato aperta la porta laterale. Non avremmo potuto aprirla senza interrompere lo Stop_

Velocemente Nova entrò e invitò Hikaru a seguirla. La ragazza si perse ancora un po’ nelle mille decorazioni e fini lavorazioni che poteva scorgere in ogni angolo: se l’esterno appariva maestoso, l’interno lo era almeno tre volte di più. Hikaru seguì la Paladina di Wutai lungo un grande corridoio, fecero due rampe di scale, altri corridioi fino a che si trovarono di fronte a una enorme porta. A vederla Nova tirò un sospiro di sollievo.

_Siamo arrivati.. meno male_ disse, destando ancora una volta la curiosità della sua compagna

_Sei preoccupata?_ chiese Hikaru, poi fece una pausa, dandosi della stupida per la domanda inutile e infine proseguì _..io non dovrei essere qui, non è vero?_

Nova incrociò il suo sguardo, lasciando però frapporre i suoi lunghi capelli fra di loro; l’istante fu sufficiente per far capire a Hikaru che aveva colto nel segno. Nova stava violando il principio più importante dei Paladini di Wutai, e lo stava facendo esattamente per lei.

_Siamo ancora in Stop_ si affrettò a dire _Ti ringrazio per ciò che stai facendo ma non è necessario… sul serio. Siamo ancora in Stop, posso uscire senza che nessuno mi veda e trovare posto in una locanda.. ci sarà pure una locanda a Wutai, no?!_

Nova le mise una mano davanti alla bocca

_No. Se tu uscissi di qua saresti in pericolo. Non ci sono molte ragazze dai capelli rossi in Wutai, le uniche sono io e le profughe scampate al massacro del Governatore. Ma quelle profughe sono state raggruppate in villaggi lontani dalla capitale, dove siamo noi adesso. La tua treccia attrarrebbe su di te come minimo l’attenzione dell’esercito… e a quel punto non so se riuscirei a proteggerti_

Hikaru voleva dire qualcosa, qualcosa del tipo “se è cosi pericoloso perché mi hai cacciato in bocca al lupo”; ma non riuscì a dire nulla perché quel pensiero le aveva riaperto la ferita spirituale che le aveva fatto male fino a quel momento. Non ci fu bisogno però che parlasse, perché Nova si spiegò meglio subito dopo

_Questa è la mia stanza. Al centro c’è un letto già preparato, con tanto di pigiama. Io adesso disabiliterò lo Stop per un istante, tu entra nella porta, togli l’armatura e vai a letto. Quando avrai fatto io riattiverò la Materia solo per te e farò in modo che nessuno ti disturbi_

_Ma.. tu non vieni con me?!_ chiese Hikaru, ora un pochino più spaventata

_Certo che entro, ma ho bisogno di stare nel tempo del mondo per proteggerti_


_No!_ esclamò Hikaru, con un moto di sincerità che le fu impossibile trattenere _Non voglio che tu mi lasci sola.. ho bisogno di.. qualcuno_

Nova le sorrise e le accarezzò la fronte, scivolando poi delicatamente lungo la lunga treccia rossa.

_Non ti preoccupare.. ricordati che per chi non sta nello Stop passeranno solo pochi minuti. Ci rivedremo dentro di fatto fra cinque minuti, ma almeno avrai riposato come si deve_

_..e tu? Anche tu sei a pezzi, anche se non lo dai a vedere.. hai bisogno di riposare!_

_Io.. non ti devi preoccupare per me. Io sono una Paladina di Wutai, devo rispettare l’impegno che ho preso. E ho promesso di difenderti a tutti i costi; se il prezzo da pagare è qualche ora di sonno.. beh, cosi sia_

_…._ Hikaru non sapeva che parole usare. Aveva molto bene in mente ciò che voleva dire, ma stava cercando il modo migliore per dirlo. La cosa più facile che trovò fu prenderla alla lontana, e chiedere nel frattempo la seconda domanda che le ardeva nel cuore già da un po’.

_Nova.. tu pensi che io debba salvare il mondo.. anche contro la mia volontà?_

La Paladina considerò seriamente la cosa, incrociò le braccia e poi rispose

_Tu non sei nell’Ordine dei Paladini. Non devi necessariamente fare qualcosa, se non vuoi farlo_

Hikaru non era sicura di aver capito bene, cioè aveva inteso perfettamente ma non riusciva a credere che le fosse stata appena data una risposta simile

_??Cosa vuoi dire?_

La Paladina sorrise

_Esattamente quello che ho detto. Se ti chiedono di fare qualcosa, tu sei assolutamente libera di fare ciò che ritieni giusto. Non importa che ti chiedano di salvare il mondo o di commettere un’atrocità, alla fine chi decide sei sempre e comunque tu_

Hikaru era sul punto di piangere. Il suo cuore fu colmo di gioia nel sentire che qualcuno, almeno una persona sulla faccia del Pianeta non l’avrebbe obbligata a fare qualcosa per i suoi piani.. forse. Ad ogni modo non si fece perdere l’occasione, e riuscì a trovare il modo di dire ciò che voleva

_..quindi, se io ti chiedo qualcosa, tu non puoi impedirmi di chiederlo giusto?_

_No, ovviamente no. Sei libera di fare ciò che vuoi_ ripetè Nova

_Ecco, e mi sembra che invece tu debba fare tutto ciò che è in tuo potere per adempiere alla tua promessa, che dovrebbe essere proteggere me, giusto?_ incalzò ancora Hikaru, convinta di aver trovato la chiave per risolvere il suo problema

_Esatto, è così_ rispose Nova, che cominciava ad essere un po’ confusa

_Ok, allora se io ti chiedo di entrare con me in fase di Stop e riposare e ti dico che è necessario che tu lo faccia per la mia protezione tu non puoi rifiutarti di farlo, corretto?_

_……s..sì, credo sia così_

_Bene_ concluse innocentemente Hikaru _Allora vieni con me, entriamo insieme e riposiamo. Ho bisogno di qualcuno.. ho bisogno di te_

Nova mise le braccia sui fianchi e si arrese

_Ehf.. mi hai fregato stavolta!_

_Beh, in fondo ci conviene dormire insieme_ sorrise Hikaru _Quando lo Stop sarà finito tu dovrai ancora proteggermi, dovrai essere in forze per farlo.. e io…_

_…tu farai quello che vorrai. Va bene, va bene. Ci penserai quando ci sveglieremo, ok?_

Quindi fecero come avevano detto. Nova disattivò la Materia il tempo necessario per far entrare Hikaru e se stessa. In Wutai era ormai sera, e quindi sarebbe stato esattamente come dormire di notte; si prepararono e dopo una successiva discussione di sole quattro frasi la Paladina obbligò Hikaru a occupare l’intero letto, mentre lei si sarebbe appoggiata alle lunghe lenzuola che scivolavano ad uno dei lati e avrebbe dormito in posizione di allerta, con la spada a fianco. “Non sappiamo quanto durerà lo Stop di preciso, non possiamo permettere di farci trovare impreparate” aveva detto, e questa singola frase fu sufficiente per convincere la sua compagna a entrare sotto le coperte. Appena Hikaru ebbe toccato il cuscino, non le sembrava vero: era tornata dopo settimane di violenze e peripezie a dormire in un letto vero. Aveva un turbinio di emozioni che le occupava il cuore, l’angoscia per la decisione che avrebbe di li a poco dovuto prendere si era mescolata con la gioia di avere trovato qualcuno che la potesse comprendere –forse-, la serenità di una meritata pausa fusa con la paura di essere portata nell’ennesima trappola, la sofferenza che forse da troppo tempo l’accompagnava con la pace che quelle calde coperte le fornivano.. Presto però tutte le emozioni negative cedettero il passo e la pace di un sonno ristoratore la conquistò del tutto.
L’Armatura degli Antichi, ricomposta nel lato del letto non occupato da Nova, brillava come di luce propria, ma si spense del tutto quando Hikaru chiuse gli occhi. Accanto a lei la Paladina voleva vegliare sulla sua compagna per un po’ prima di addormentarsi, ma la stanchezza ebbe il sopravvento e un minuto dopo si addormentò anche lei.

Fine LII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Audacia inutile

Quando Hikaru riaprì gli occhi, ciò che vide non le sembrò vero. Era in un comodo letto, in una stanza solo poco più piccola di quella dov’era abituata a stare nella sua infanzia, con meno sfarzo e un pochino più di rigore militare; ma tutto sommato non era molto diversa dalla prigione dorata in cui era stata cresciuta.. fino a che le condizioni gliel’avevano permesso.
Di fianco a lei, Nova dormiva ancora. Nonostante i suoi buoni propositi di guardia, il corpo pur sempre di ragazza della Paladina non aveva ancora recuperato gli enormi sforzi fatti i giorni precedenti.
Hikaru non poteva saperlo, ma la ragazza dai capelli rossastri di fianco a lei era riuscita a tenere testa a guerrieri del calibro di Cloud e Sephiroth, era sopravvissuta a degli scontri mortali con entrambi per essere poi ancora in grado di salvare la vita a lei, portandola al sicuro. Era inevitabile ora che il suo corpo le imponesse di recuperare energia; la stanchezza era così tanta che si era addormentata ancora con la Materia haste in mano. Ora la luce prodotta da quella sfera stava cominciando a scemare, segno che lo Stop non sarebbe durato ancora a lungo.
Hikaru si rigirò nelle coperte e si mise a guardare la sua armatura, l’Armatura degli Antichi, e la spada con l’elsa dorata che era divenuta la sua arma.
Dire che vedesse le cose in modo più roseo sarebbe stato azzardato, ma se non altro con la mente riposata vedeva le cose in maniera più nitida; ripensò al discorso che le aveva fatto l’Antico e notò che anche lui in realtà le aveva lasciato la libertà di agire, come aveva fatto anche Nova. Nonostante tutto sembrava dunque che la decisione spettasse a lei, e non dovesse necessariamente agire per forza. La “Volontà Planetaria” in questo caso non sembrava avere potere.. anche se probabilmente ciò a cui il Pianeta puntava era il ripristino del Lifestream. Ed era per quello che aveva giocato con i suoi sentimenti, facendole perdere tutto ciò che aveva, costringendola a uccidere suo padre e ad abbandonare il suo amato. Motivi più che sufficienti, si ripetè mentalmente, per lasciare andare tutto in malora.
Hikaru si girò nuovamente, stavolta ritornando a guardare Nova; già.. cosa ne sarebbe stato di lei se la Terra Promessa avrebbe esondato? Anche la Paladina stava rischiando molto per fare ciò che voleva, e Hikaru lo sapeva bene. Pur non considerando i rischi che si era già presa affrontando apertamente Cloud e Sephiroth, il semplice fatto di averla condotta nella sua stanza privata all’interno dell’Ordine l’aveva macchiata di un crimine da cui difficilmente avrebbe potuto essere scagionata. E aveva fatto tutto, a quanto pareva, per il semplice scopo di salvarle la vita.
Hikaru ripensò anche a come si erano conosciute, Nova all’inizio non era nient’altro che un nemico in più sulla sua lista.. interessata a prendere i suoi poteri ad ogni costo. In effetti c’era ancora la possibilità che le attenzioni della Paladina potessero essere mirate a un colpo a tradimento successivo. Hikaru ricacciò indietro quel pensiero, perché non riusciva a concepire una realtà come il tradimento. In quel momento la luce della Materia Haste si spense del tutto; Hikaru sentì come l’effetto di un grande rallentamento, come se fosse stata su un tram che di colpo si fermava. Lo Stop era finito.
Non ebbe tempo di realizzarlo sul serio, perché un paio di minuti dopo la porta della stanza venne scossa da potenti colpi, che a momenti non la mandavano in frantumi, e una voce maschile imperiosa si fece sentire.

_Nova! Nova, so che ci sei, apri questa porta!_

Hikaru si girò spaventata verso la Paladina e si appoggiò su un braccio, pronta ad alzarsi. Il sonno di Nova era però particolarmente profondo e non diede cenni di risposta.
I colpi sulla porta diventarono sempre più potenti, così come il nome gridato a squarciagola al dilà delle spesse ante dell’ingresso.
Gli occhi di Hikaru continuavano a cambiare direzione, prima la porta poi Nova, che sembrava quasi in coma data l’irresponsività; poi la ragazza tornava a guardare la porta e infine la Paladina.
Hikaru di per se non riusciva a pensare a nessun’azione possibile, e la cosa sarebbe potuta procedere all’infinito se la sua attenzione non fosse stata richiamata dal scintillio improvviso dell’Armatura degli Antichi.
Solo in quel momento, come in un lampo di rivelazione, la nipote di Cid capì che la sua natura era molto diversa da ciò che aveva sempre pensato. Ragazza qualunque nei suoi pensieri, eroina prescelta per gli Antichi, desiderosa di pace nel suo cuore, causa di guerre nel mondo, pacifista per indole, guerriera per forza. E solo in quel momento Hikaru riuscì per la prima volta non tanto a comprendere, ma almeno ad accettare la sua realtà così come le leggi dell’universo, o la Volontà del Pianeta, l’avevano concepita.
E come conclusione di questa conquista epocale, la reazione che riuscì naturale a Hikaru fu quella di scendere dal letto come punta da un insetto e scrollare violentemente Nova, chiamandola a bassa voce ma da vicino per riuscire a svegliarla. Ci dovette mettere tutta la sua buona volontà per avere successo, mentre la porta cominciava a dare segni di cedimento sotto le vigorose spinte degli uomini all’esterno della stanza.
Quando –finalmente- Nova si risvegliò, le sue prime reazioni fecero intuire a Hikaru che qualcosa non andava. La paladina si guardò intorno assolutamente spaesata, come se fosse ipnotizzata; non capì per un paio di minuti abbondanti cosa stesse succedendo, e solo alla fine riuscì a fare il punto della situazione. Hikaru nel frattempo, vedendola sveglia, gettò sul letto i vestiti da pigiama e indossò in fretta l’armatura; non era molto ma era tutto ciò che poteva fare in quel momento. Il resto era nelle mani di Nova.
Purtroppo per entrambe la Paladina non sembrava essere in uno dei suoi migliori risvegli, anzi per essere precisi si trattava del suo peggiore in assoluto. Nova sentiva la testa pesante, il corpo quasi più stanco di quando si era addormentata e la vista era appannata; era in palese stato confusionale, che durò il tempo necessario al suo antagonista per sfondare la porta.
L’anta di destra andò in mille pezzi, come un parete di marzapane sbriciolata da una palla di cannone, sotto i colpi potenti dei pugni dell’uomo in armatura, che potè così entrare.
La sua armatura era molto simile a quella di Nova, ma aveva un netto colore blu profondo e il suo elmo era dotato di due lunga corna che salivano, simmetriche, per dieci centimetri oltre la sua testa.
Dall’aspetto si poteva definire anch’egli un Paladino dell’Ordine, solo che invece della spada a due mani utilizzava una affilatissima katana, simile alla Masamune ma solo all’apparenza, e uno scudo a forma di cerchio che giaceva inutilizzato sul fianco del guerriero.

_AH! Quindi sono vere le notizie che ci sono giunte.. Comandante Nova, hai fatto entrare un’estranea nella sacra dimora dell’Ordine!_ esclamò, puntando con fare accusatorio il dito contro la Paladina, che era ancora a bordo del letto intontita.
Hikaru squadrò bene il nuovo arrivato e ne carpì in pieno le intenzioni ostili, poi guardò meravigliata l’altra ragazza nella stanza, che giaceva inerme ancora nella stessa posizione in cui si era addormentata; sembrava quasi che le parti si fossero invertite: Hikaru la guerriera e Nova la ragazza incapace di difendersi.

_Non rispondi, dunque?!_ esclamò il paladino, con un tono di voce che fece capire che la sua autorità era assoluta; in effetti si trattava del numero due dell’Ordine, scavalcato nella gerarchia solo da Nova. Prima che commettesse quel grave reato. E proprio lei ora era immobile, aveva cercato di aggrapparsi al letto per alzarsi ma le forze l’avevano abbandonata immediatamente, costringendola a rimanere nella sua posizione per diversi minuti. L’unica cosa che riuscì a fare efficacemente fu pronunciare delle parole, una sola in realtà ma ripetuta più volte

_R… Reynar.._

_Comprendo il tuo stato d’animo: avresti comunque poco da dire, essendo stata colta con le mani nel fatto_

Il Paladino abbassò lo sguardo, come se volesse nascondere il fatto di essere enormemente dispiaciuto; però continuò lo stesso a parlare, arrivando alla conclusione più ovvia che ci si sarebbe potuti aspettare.

_Dovrei ucciderti per questo, direttamente sul posto. Ma siccome sono stato tuo secondo in tante battaglie, ti lascio l’onore di una condanna per regolare processo_

_EHI!! Non puoi fare niente di tutto questo!_ esclamò Hikaru, fino ad allora tenuta estranea al discorso. Reynar staccò gli occhi da Nova per rivolgerli su di lei solo per un secondo, quindi rispose anche alle sue parole

_Estranea, non ti immischiare. Il tuo destino è ancora incerto, ma per Nova il destino è segnato_

Hikaru strinse gli occhi, rispondendo per la prima volta come una vera guerriera

_..non se IO ho qualcosa da dire in proposito!_

Non si diede quasi il tempo di finire la frase, perché aveva già materializzato la sua spada fiammeggiante e si era scagliata contro il suo avversario, con tutta la potenza degli Antichi.
Il suo colpo fu molto violento, ma la lama infuocata si scontrò contro la lunga katana di Reynar, che subito dopo con una mossa di alta classe estrasse e impugnò anche lo scudo.

_Non ti mettere contro di me, guerriera_ affermò Reynar sicuro di sé _Non peggiorare la tua posizione_

Hikaru osservò il suo avversario e comprese che non sarebbe stata una battaglia semplice.
Durante tutto questo, Nova ce la mise tutta per reagire, ma più si sforzava più si rendeva conto che il suo corpo era frenato da qualcosa. Era come se fosse sotto anestesia, eccetto per il fatto che il suo cervello era in grado di formulare il pensiero di fare azioni, le quali però non potevano essere compiute perché il suo corpo non rispondeva. L’unica cosa che le riusciva, anche se molto difficilmente, era parlare; nonostante questo parlava a scatti, quando la sua rabbia riusciva a sfondare l’apparente irresponsività del suo apparato motore. Alla fine ne uscì un messaggio di senso compiuto, che venne recepito nella sua interezza da tutti

_Re..ynar. A..scolta. Sono sta..ta..ta.. avv..elen..ata.. Hi.. Hi.. karu.. è.._

Nel frattempo Hikaru aveva già sferrato diversi nuovi attacchi, uno più devastante dell’altro; Reynar li parò tutti, un paio con lo scudo e la maggior parte con la spada, dato che la sua avversaria riusciva a eludere ogni volta la sua difesa. Nonostante il combattimento lo stava impegnando non poco, le uniche parole a cui rivolgeva la sua attenzione erano quelle di Nova

_Avvelenata? Mi dispiace, ma mi sembra una scusa poco plausibile!_

_Smettila di parlare, e concentrati!_ lo incalzò Hikaru, con un fare da guerriera che in effetti non aveva mai avuto. Tutto sommato le dava fastidio non essere considerata, sebbene ci stesse mettendo tutto il suo impegno nel difendere con le armi qualcun altro. Si fece parare altri due colpi, dopodiché decise di fare ricorso alle risorse estreme. Fece un salto indietro, allontanandosi dall’immediata portata di Reynar, quindi pose la sua spada in verticale davanti a sé e socchiuse gli occhi. Dalla sua bocca uscirono due parole incomprensibili, sussurate come se stesse parlando con la spada stessa; quindi Hikaru levò verso il cielo la sua arma e un fulmine proveniente dal nulla si schiantò sulla lama, che divenne scintillante.
Come già altre volte in passato, la spada di Hikaru era stata circondata da un’aura azzurrina; la ragazza riaprì gli occhi di colpo e lanciò la sua offensiva all’improvviso, sfruttando il Potere degli Antichi che aveva impresso nella spada per superare qualsiasi difesa imposta. Reynar capì che non si trattava di un attacco come gli altri e si mise in posizione di difesa totale, frapponendo lo scudo fra lui e la sua avversaria.
La lama scintillante di Hikaru si schiantò contro lo scudo, ma in pochissimi istanti riuscì anche a oltrepassarlo, sciogliendolo come se fosse stato di burro; la ragazza rimase stupita di non aver sfondato subito la difesa, così quando lo scudo di Reynar si spaccò in due, fu quest’ultimo che ebbe la meglio: con notevole gioco di polso fu in grado di afferrare l’avambraccio destro di Hikaru e farle cadere la spada. Con un calcio quindi la fece scivolare lontano, mentre con la spada costrinse la ragazza ad arrendersi.
Hikaru sbarrò gli occhi, non poteva spiegarsi come avesse fatto a ribaltare le sorti di una battaglia in cui tutto sommato si credeva in vantaggio e che si era conclusa in una delle peggiori situazioni in cui si fosse mai trovata. Senza dubbio, le battaglie che aveva combattuto senza volerlo si erano concluse in modo nettamente migliore; almeno non si era ritrovata disarmata e con una spada puntata nella gola.

_Sei forte straniera, lo devo ammettere_ le disse Reynar, con tono sincero _E’ stato un onore potermi battere contro di te, ma devi accettare la sconfitta_

_..come.. il Potere degli.. Antichi.. non può.. non posso aver.. fallito…_

_Il Potere degli Antichi? Ah, ecco cosa è riuscito a oltrepassare il mio scudo. Ti devo fare i miei complimenti, neppure un soffio di Bahamut avrebbe potuto romperlo, mentre tu ci sei riuscita_


Nova nel frattempo, che era passata in secondo piano, era riuscita finalmente ad alzarsi e anche a raggiungere la spada di Hikaru; la toccò e dovette ignorare la sensazione di fuoco rovente che le bruciava la mano per riuscire a impugnarla. Una cosa positiva però era successa: il dolore delle fiamme, l’”antifurto” speciale della spada di Hikaru, aveva contribuito a far scrollare di dosso alla Paladina l’effetto del potente sonnifero che l’aveva ridotta in quello stato.
Si diede della stupida e dell’avventata, per la sua brillante idea di interrompere lo stop e fuoriuscirne per accertarsi che tutto fosse in ordine; l’aveva fatto perché era lontana da troppo tempo da Wutai e non era assolutamente aggiornata sull’esito della guerra. Nel bel mezzo dello Stop la Paladina si era svegliata ed era andata a fare un giro di perlustrazione nella sala principale dell’Ordine: lì aveva soddisfatto il suo interesse per le notizie di guerra e non aveva saputo resistere alla tentazione di mettere sotto i denti qualcosa. Si era recata nella sala adibita a refettorio e aveva trovato due suoi sottoposti, che si erano offerti di prepararle qualcosa da mangiare; saggiamente Nova aveva rifiutato e mangiato al volo un panino preparato da lei, ma aveva comunque accettato un bicchiere d’acqua dal garzone di servizio esterno. Quindi era tornata velocemente nella sua stanza e riattivato lo Stop, crollando quasi immediatamente sotto l’effetto del sonnifero che era stato aggiunto all’acqua. Risultato: lei e Hikaru erano state scoperte e lei aveva perso di colpo tutti i suoi privilegi, diventando la peggiore delle criminali. Fu soltanto un caso che Reynar l’avesse scoperta, poteva trattarsi di chiunque: la fine sarebbe stata la stessa.
La situazione era particolarmente nera, visto l’epilogo della difesa opposta da Hikaru e dal fatto che lei non era assolutamente in grado di combattere; avrebbe potuto forse resistere contro dei soldati semplici, ma Reynar era il Paladino più forte di Wutai dopo di lei. Sapeva di non avere speranza, ma sapeva anche di non avere scelta, e cercò di mettersi in posizione d’attacco.
Reynar, ancora con la spada puntata su Hikaru, la vide con la coda dell’occhio e le disse

_Lascia perdere. Lo si vede lontano chilometri che non sei in grado di combattere, Nova. Sarai sottoposta a giudizio, ma i tuoi anni di fedeltà al Monarca forse mitigheranno la sua collera, e avrai una fine rapida e onorevole. Se mi attacchi perderai anche questo ultimo privilegio_

_Dei tuoi privilegi… non me ne faccio niente!_ esclamò lei, che stava riprendendosi sempre di più dal torpore artificiale, anche grazie al fuoco sprigionato dall’elsa della spada di Hikaru che le stava ormai ustionando le mani.

_Allora, sia come vuoi_ sentenziò Reynar _Ma vedi di non costringermi a ucciderti, dacchè non sarebbe una fine degna di un guerriero del tuo livello_

Hikaru volle protestare, ma si rese conto di essere nella posizione peggiore per farlo. Reynar la degnò ancora di trenta secondi di attenzione, sufficienti per colpirla tre volte con l’elsa della spada in punti critici; prima il bracciale destro, poi il sinistro e quindi il pettorale dell’Armatura degli Antichi si staccarono dal corpo della ragazza e caddero a terra, facendo un grande rumore e lasciando la ragazza terrorizzata completamente alla mercè del Paladino. L’armatura non era stata sorpassata, si era semplicemente sciolta e caduta, come se Hikaru l’avesse tolta spontaneamente; Reynar aveva sempre dedicato la sua vita alla guerra e ai suoi mestieri, per cui aveva imparato anche che a nemico inerme e vicino, privarlo dell’armatura era un gioco da ragazzi. E l’Armatura degli Antichi non faceva eccezione.

_Ora, mi dispiace ragazza, ma devo impedirti di interferire nel duello_ disse poi Reynar, e sferrò un pugno nello stomaco a Hikaru così potente che alla ragazza mancò il fiato per una decina di secondi. La nipote di Cid finì scaraventata sul letto, dove sbattè la testa contro le dure doghe oltre il cuscino e rimase stordita.

_Quindi Nova, vuoi veramente sfidarmi. La faremo finita in fretta, ti ritroverai presto in catene nelle Prigioni dell’Unione_

La Paladina osservò il suo ex-secondo e respirò profondamente. Cercò di recuperare ogni briciolo di energia che poteva in quei pochissimi istanti, ora che il torpore era quasi del tutto scomparso; alzò la mano, ormai con il guanto quasi incenerito, per colpire. Appena ebbe compiuto il gesto, si accorse che la battaglia era già finita, prima ancora di cominciare. Reynar con azione fulminea l’aveva già disarmata e le aveva sferrato un pugno poderoso in pancia, in modo analogo a quello che aveva messo fuori combattimento Hikaru.
La Paladina lanciò un grido e non potè fare altro che accasciarsi quasi senza forze sul braccio di Reynar; di certo fu il combattimento più breve di tutta la sua vita.

_Te l’avevo detto che avrei fatto in fretta_ sentì dire, poi si sentì colpire violentemente in testa e ritornò il buio.

Fine LIII episodio​
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Sviluppi latenti

Luogo: base militare aerea dell’Esercito Planetario, sulla rupe di Junon
Stanze private delle nuove reclute


_…spiegatemi come ***** mi avete fatto a convincere a venire in questa ***** di posto!!_

_E’ semplice, Cid_ rispose Tifa _Primo: Hikaru è tua nipote. Secondo: ci è servita la tua esperienza da pilota per farci arruolare fra i cadetti nell’aeronautica di questo esercito. Terzo: dopo che ti abbiamo spiegato

_Sì_ sbottò il pilota _Ma devo andare in giro vestito come uno spaventapasseri e cosa ancora peggiore mi hanno tolto le sigarette, quei gran figli di *”$)%!!_

_Abbassa la voce, o ci scopriranno_ consigliò Aeris _E poi quale razza di esercito avrebbe consentito a un soldato di fumare?!_

_ESERCITO!! Un branco di cretini con un capo ancora più insulso di quello della ShinRa che segue un’idiozia di scopo, tu li chiami esercito?!? E poi li hai visti gli sfigati che abitano in questa fottuta caserma?! Non sanno neanche usare la tavoletta del cesso, e li mettono a guidare dei caccia monoposto!!!_

_Dai, non dovrai sopportarlo per tanto_ affermò Tifa _Cait Sith ci ha detto che a breve verrà sferrato un attacco massiccio, per cui verremo chiamati all’azione_

Cloud era l’unico dei quattro a rimanere silenzioso, vestito anche lui come gli altri con la divisa da cadetto e seduto su una delle quattro brande nella stanza. Il ragazzo era come se fosse assente, perso nei suoi pensieri. E guardava il soffitto; Tifa gli si fece di fianco e gli chiese

_Che cos’hai Cloud?_

Lo spadaccino di Nibelheim voleva non rispondere, ma il tono di Tifa e la sua posizione rendevano impossibile eludere la domanda.

_…ripensavo a ciò che mi ha detto Nova.. quella guerriera è passata da nemica di Hikaru a sua quasi guardia del corpo.._

_Con ciò?!_ esclamò Cid _Non oserai dire che mia nipote ha tendenze!! Sulla gente di Wutai non ho mai approfondito, ma ti posso garantire che a Hikaru sono sempre piaciuti i maschi!!_

_Ma lascia perdere!_ gridò Tifa, minacciando il pilota di non continuare, pena un sonoro sganassone _Non è questo il punto!!_

_Lo credo anch’io_ affermò Aeris _Dicci, Cloud, cos’è che ti fa pensare questo?_

Lo spadaccino chiuse gli occhi, cercando il modo di non rispondere; visto che non poteva fare altrimenti fu costretto però a rivelare interamente il suo pensiero.

_Beh, sono state le parole che mi ha detto Nova quando l’ho affrontata. Mi ha parlato di Luce, quella stessa luce che ho seguito per sconfiggere Sephiroth.. ma all’epoca tutto potevo vedere, tranne che luce_


_Mmh, sì ti capisco_ commentò Tifa _Anche io all’inizio non me ne rendevo conto. Ma poi, da quando abbiamo affrontato Kadaj e fratelli.. e per tutte le altre battaglie.. l’ho capito_

Cloud le lanciò un’occhiata di traverso

_Che cosa?_

Tifa si sedette vicino a lui e guardò per terra incrociando le mani; quindi le strinse e aggiunse

_Non abbiamo agito per semplice iniziativa personale, o per le emozioni che provavamo allora. E perfino nelle battaglie combattute per amore, c’è sempre stato qualcosa d’altro. Quello che poi ci ha fatto vincere_

_Forse ho capito_ sorrise Aeris

_Io veramente non ancora.._ ribattè Cloud

_Io non ci ho capito proprio un *****!_ esclamò Cid

_Cloud, ti sei mai chiesto come abbiamo fatto a diventare Spiriti Guida?_ chiese poi Tifa _Voglio dire, abbiamo acquisito abilità quasi divine.. caratterizzate dalle nostre emozioni certo, e dai sentimenti che ci guidavano… ma.. la cosa che ci ha fatto diventare Spiriti Guida, e poi ritornare in carne e ossa è stata la Luce_

_Gli Antichi, Cloud_ proclamò Aeris, per tagliare corto _E’ stata la Luce degli Antichi che ha guidato i nostri passi fino a qua, e lo fa ancora. Eppure questo mondo ha già la sua portatrice di Luce.. e non siamo noi_

_Sì, questo lo so_ affermò Cloud _E’ Hikaru.. ed è per questo che noi non potremmo alterare più il futuro significativamente, perché la Luce degli Antichi ora ha scelto lei –e non noi- come messaggeri. Giusto?_

_@#£$% *****, andate piano che non ci sto capendo più una beata ma*£A%&!!!_ esclamò Cid, che non aveva effettivamente capito un granchè _Mi state dicendo che mia nipote è diventata più forte di voi e delle vostre diavolerie emotive?!_

_Non più forte_ corresse Aeris _Più significativa. Hikaru è nel suo tempo, ed ha ereditato la missione che un tempo fu di Cloud_

_Ma ******* *****, non ha senso!!! TU sei un fottuto Cetra, no?!? Allora dovresti avere il potere di mandarli tutti affanculo!_

_Non può farlo_ rispose Cloud _Aeris è una Cetra, e io sono un uomo. Ma ciò che serve ora.. e ci sono arrivato solo adesso.. è un punto di unione_

_Esatto!!!_ esclamò l’Antica _Bravo Cloud, hai capito tutto!!_

_à£$A%&_ sbottò Cid _Oh, fanculo è troppo difficile. Fate voi!_

_Cid, è semplicissimo_ rispose Cloud _La Terra Promessa deve manifestarsi, e per farlo è necessario un ponte d’unione: l’umanità deve ricongiungersi con i Cetra e dalla loro nuova alleanza avremo la felicità eterna_
_Già, ma l’essere umano è scostante.._ affermò Aeris _Solo una persona priva di odio immotivato, che tante volte compare nell’essere umano, può toccare con mano gli Antichi. Serve un’anima innocente, pura.. e che non sia ancora stata contaminata con l’odio umano_

_E’ QUI che interveniamo noi! Dobbiamo proteggere la messaggera dell’umanità e fare in modo che possa concludere questa alleanza, per tutti!_ dichiarò Cloud _E’ la stessa scelta che Nova ha fatto, perché aveva capito prima di me questa realtà_

_@#£$!!! HO CAPITO!!_ esclamò trionfante il pilota _Dunque, il nostro scopo è fare in modo che mia nipote raggiunga gli Antichi!_

_..senza essere contaminata prima, se già non è troppo tardi_ aggiunse Aeris

_Non diciamo stronzate!! Mia nipote è come suo nonno, è una ragazza in gamba! Basta solo trovarla e la faremo incontrare gli Antichi, quanto è vero che mi chiamo Cid Highwind!!_

_..speriamo solo di fare in tempo_ concluse Tifa

…​

Il pesante strascico di una catena fece risvegliare Nova di colpo. La Paladina si riscosse, in modo più veloce di quanto avesse fatto nel suo precedente risveglio, e sentì subito un fitto dolore alla testa. La seconda cosa che sentì fu la mano destra che reclamava la sua parte, a causa dell’ustione provocata dal fuoco di Hikaru e che aveva ormai del tutto carbonizzato il guanto che indossava.
Si guardò intorno e non le ci volle molto per farle capire che era stata buttata in cella, probabilmente in attesa di giudizio. Le pareti erano fredde e umide, e quando la ragazza volle muoversi, si rese conto che le sue braccia erano entrambe vincolate da due pesanti catene che la immobilizzavano nei pressi del muro. Anche le sue gambe erano incatenate, per cui tutto ciò che poteva fare era muoversi in uno stretto semicerchio all’interno della cella, senza neanche poter riuscire ad avvicinarsi alle sbarre che davano sul corridoio, come nella più classica delle prigioni.
Conosceva abbastanza bene le Prigioni nei sotterranei dell’Ordine dei Paladini, abbastanza da poter riconoscere di non avere praticamente possibilità di fuga. La buona notizia era che a quanto pareva l’effetto del sedativo a cui era stata sottoposta era praticamente finito, la cattiva… era che c’erano più notizie cattive.
La prima era, naturalmente che era stata fatta prigioniera; la seconda era che aveva perso, altrettanto naturalmente, di vista Hikaru. La terza era che non era sola in quella cella: si rese conto che un altro individuo si trovava nel suo stesso spazio. Fuori dal suo semicerchio di portata un altro prigioniero era stato appena portato di peso, con quattro catene su ognuno degli arti; fu proprio il colpo delle sedici catene scaraventate a terra che l’avevano fatta riprendere. Nova concentrò la sua vista su questa nuova presenza, per riuscire a scrutare qualche dettaglio nonostante la potente penombra che dominava nelle prigioni. Il prigioniero sembrava una figura esile, completamente ricoperto in un mantello nero: aveva due monconi di catena, come spezzata, su entrambe le braccia, due catene molto più solide sui polsi, due all’altezza della coscia e due sulle caviglie.
A guardare meglio le catene su polsi e caviglie non sembravano esattamente dei vincoli per impedire il movimento, ma avevano la natura di qualcos’altro: la loro superficie levigata e quasi scintillante fece intuire a Nova che si doveva trattare più di qualcosa stile mezzo di tortura che una normale catena. Cercò di avvicinarsi il più possibile, tirando tutte le catene al massimo della loro lunghezza; naturalmente strapparle dal muro era un’impresa impossibile, ma almeno riuscì ad arrivare, estendendosi con la punta delle dita, fino ad un lembo del mantello nero che ricopriva il prigioniero.
Nova lo tirò verso di sè, in un tentativo di testare la responsività del soggetto; non riuscì a fare presa esattamente dove voleva, ma comunque i suoi sforzi furono sufficienti per scoprire almeno l’ultima parte della schiena del prigioniero. Il mantello si ripiegò, e l’ultima estremità di una lunga treccia uscì fuori dalla copertura e scivolò lungo i fianchi del fagotto umano.
L’ex Paladina trattenne il respiro per un secondo, dopodiché si lasciò scappare un grido

_Hikaru!_

Diede tre strattoni potenti con entrambe le braccia, un moto istintivo per raggiungere la ragazza che aveva personalmente giurato di proteggere ma che lei stessa aveva condannato a quella fine. Le catene risposero alla sua azione violenta facendole diversi solchi dolorosi sui polsi, ma Nova non era minimamente interessata al dolore; la sua unica intenzione era quella di raggiungere Hikaru e comprendere il suo stato. L’apprensione raggiunse il limite estremo quando Nova notò che i vestiti scoperti della ragazza e la parte interna del mantello in cui era stata ricoperta erano intrisi di sangue.
Di rispondere ai richiami vocali ovviamente neanche se ne parlava, per cui l’ex Paladina non potè che temere il peggio. Iniziò a chiamare Hikaru a gran voce e in continuazione; l’eco della sua voce riecheggiava nelle buie e umide prigioni dell’Ordine dei Paladini, tanto da raggiungere quasi un effetto di cacofonia. Alla fine, con la forza della disperazione Nova riuscì a strappare via una catena dal muro, quella che legava il suo braccio destro; con l’arto finalmente libero la ragazza di Wutai riuscì ad afferrare l’estremità di una delle catene liscie con cui era stata legata Hikaru e a tirarla verso di sé.
Fece una fatica indescrivibile, anche perché il corpo della ragazza sembrava particolarmente inerme; la invadente penombra ebbe anche un effetto positivo, perché nascose, seppur in modo parziale, la striscia di sangue che Hikaru stava lasciando man mano che veniva trascinata dalla posizione dove era stata –letteralmente- fatta cadere per terra.
Nova se ne accorse solo quando ebbe tirato a sé praticamente tutta la ragazza, liberandole la testa e facendola appoggiare sul suo petto. Con suo enorme sollievo trovò che respirava ancora; tuttavia, com’era facile indovinare, le duplici catene che legavano i polsi di Hikaru avevano avuto lo scopo di tortura più che di vincolo, e avevano aperto ferite anche abbastanza profonde. Erano proprio quelle ferite che stavano sanguinando. Il volto, sebbene contratto in una morsa di sofferenza, sembrava essere rimasto in attaccato: da tutti i segni che potè ritrovare sul corpo della ragazza Nova intuì che doveva avere perso i sensi a causa del dolore provocato da quei morsetti intorno a mani e piedi. Quello che non riuscì a spiegarsi erano le cause: nessun Paladino di Wutai avrebbe mai usato strumenti come la tortura, per qualsivoglia ragione e in qualsiasi causa. Al contrario uno dei doveri imposti dal Codice d’Onore era quello di opporsi a tutti i costi contro forme di violenza gratuite, a costo di dover mettere in discussione l’operato perfino del Monarca Supremo.
Nova strinse e sollevò la mano destra di Hikaru; il polso grondava sangue, in modo abbastanza vistoso, cosa che la obbligò a lasciare immediatamente la presa e metterlo in posizione orizzontale. Riprovò con la mano sinistra e vide un taglio di medie dimensioni era presente, ma per fortuna non perdeva sangue: probabilmente l’aveva già fatto prima, ma in qualche modo la ferita si era richiusa.
Con un po’ di tempo l’ex Paladina analizzò anche le caviglie di Hikaru, per concludere che la ferita più importante era solo quella al braccio destro sebbene anche la caviglia sinistra sanguinava.
Stava per tentare una fasciatura d’emergenza, quando il suono di alcuni passi la costrinsero a interrompere il lavoro; dopo un po’, nella penombra del corridoio comparve Reynar con un vistoso mazzo di chiavi. Osservò la cella attigua, vuota, a quella di Nova e poi aprì la porta dove si trovavano le due prigioniere. L’ex Paladina lasciò Hikaru e si strinse il più possibile contro il muro, per nascondere la semilibertà del braccio destro. Reynar, ora effettivo Comandante dei Paladini, entrò e fece per prendere Hikaru in braccio

_Ah. Le informazioni che mi sono arrivate sono vere dunque. Hanno sbagliato ad assegnare le celle. La straniera deve andare nella cella a fianco, non in questa_

_Reynar.. fermati!_ esclamò Nova _C’è qualcosa che non va!_

_Che cosa significa?_ chiese il Paladino incuriosito

_Guarda: sta sanguinando! E indossa delle catene addizionali rispetto a quelle dei normali prigionieri.. qualcuno la sta torturando!_ esclamò Nova
Il Comandante si fece avanti e si inginocchiò ad esaminare il corpo privo di sensi di Hikaru.

_Uhm.. queste in effetti non sono ferite che poteva infliggersi da sola.. qualcuno gliele ha fatte_ rivolse il suo sguardo verso Nova, con fare accusatorio _E potresti essere stata anche tu_

_Io?! Ti ricordo che sono una Paladina dell’Ordine, non potrei mai fare una cosa del genere!!_

_Tu eri una Paladina, adesso sei stata destituita; e se hai infranto la prima regola del Codice, avresti potuto tranquillamente infrangere anche le altre_
Fece una pausa, durante la quale fece una fasciatura veloce ma stabile sul polso sanguinante di Hikaru utilizzando un pezzo della stoffa del mantello che ricopriva la ragazza; poi si accertò nuovamente della condizione delle altre tre lesioni alle estremità degli arti e sistemò anche il taglio sulla caviglia.
Infine si voltò verso di Nova, la guardò negli occhi e rimase qualche istante immobile, come se stesse cercando di leggerle nel pensiero.

_..però su una cosa hai ragione_ ammise _..non saresti mai in grado di fare una cosa del genere_

Nova fece un sospiro di sollievo; poi però si accorse che doveva sfruttare l’occasione, e azzardò

_Qualcun altro sta facendo questo, sta sfruttando l’Ordine dei Paladini per compiere qualcosa di pesante.. e probabilmente è lo stesso che mi ha narcotizzato, e che ti ha dato l’allarme!_

Reynar mise una mano davanti, facendo cenno a Nova di fermarsi

_Tu vuoi molto bene a questa ragazza, si vede_ aggiunse _Vuoi probabilmente più bene a lei che a te stessa.. ma non riuscirai per questo a seminare zizzania all’interno dell’Ordine. Voi due rimarrete qui in attesa del regolare giudizio del Monarca, e non ci sono modi per evitare questo_

_E’ pericoloso!!_ esclamò Nova, mostrando nella foga anche il braccio destro palesemente libero _Se hanno preso Hikaru e l’hanno torturata mentre io ero KO, lo rifaranno!! Rischia di non sopravvivere al tempo del processo!_

_Un attimo. Come hai fatto a liberarti?_ interruppe Reynar, oscurandosi in volto. Nova guardò il suo braccio destro liberamente gesticolante e desiderò per un momento di non averlo. Tentò una difesa, dicendo la prima fesseria che le passò per la mente

_Io.._

_Tu hai appena distrutto qualsiasi altra possibilità di convincermi. Non che l’avresti mai fatto comunque. Ora la ragazza finisce di là, e tu rimani qua. Da sola_ affermò Reynar, prendendo di peso Hikaru e uscendo dalla cella. Chiuse la serratura con tre vigorose mandate e scomparì dalla vista di Nova.

_Comunque non temere_si fece ancora sentire, dall’altra parte del muro _La tua amica verrà trattata con riguardo.. le cambierò la cella, la trasferisco in quella per i prigionieri malati; lì avrà almeno un letto e delle coperte. Starà benissimo… fino al processo_

Nova sentì Reynar chiaramente appoggiare il corpo di Hikaru su una superficie, probabilmente morbida, uscire dalla cella e dare le consuete tre mandate. Quindi sentì i suoi passi e la pesante porta d’ingresso al corridoio aprirsi; il tonfo della grande anta che si richiudeva fu seguito dal silenzio totale, un silenzio che non lasciava presagire nulla di buono.

Fine LIV episodio​
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Preparativi di guerra

Nella penombra delle prigioni dell’Ordine dei Paladini di Wutai, una prigioniera lottava contro il tempo. Una delle due catene che la immobilizzavano era già ceduta un paio d’ore prima, ma la seconda stava mettendo a dura prova la pazienza e l’energia della ragazza. Sembrava essere fusa interamente con la roccia della parete, tanto che le sembrava fosse più facile strappare un pezzo di muro con la catena annessa che liberare il polso dal vincolo che la legava.
Nova stava facendo tutto con relativa calma, per non fare troppo rumore che avrebbe potuto attirare l’attenzione delle guardie; nonostante questo il suo non era un lavoro silenzioso e il seppur debole strascichio le impedì di sentire cosa accadde tre celle più in là. Vi erano solo due prigioniere in quelle prigioni, quindi qualsiasi altro evento poteva riguardare solo l’altra ragazza, dai capelli rossi come il fuoco.
Una impercettibile litania si aggiunse come dal nulla al rumore prodotto da Nova e dalla sua catena, e subito dopo un flash luminoso si propagò in tutte le celle; la Paladina si fermò dal suo febbrile lavoro e alzò la testa, chiedendosi preoccupata cosa fosse stato. Solo in quel momento riuscì a percepire una nuova litania, un sussurro ripetitivo che aveva ricominciato a provenire dalla cella di Hikaru. Un minuto dopo il portone di ingresso al corridoio si aprì, e due soldati passarono davanti alle sbarre di Nova; la ragazza li vide e si accorse subito che non possedevano insegne dell’Ordine. Sembravano in tutto e per tutto dei soldati semplici, che non avrebbero potuto essere lì; eppure anche i loro discorsi tradivano una sorta di inettitudine che non poteva certo appartenere a un Paladino di Wutai.

_Dove si trova? Ma sei sicuro che abbiamo fatto bene a tornare qua?_

_Taci, già che abbiamo sbagliato.. se il Professore sa che abbiamo sbagliato cella in cui portare l’esemplare.._

_Non dirlo neanche per scherzo! Userebbe noi come cavie.._

_Brrr.. non farmici neanche pensare! Ma dove diamine l’abbiamo messa?!_

Uno dei due, il più alto, tornò sui propri passi e si fermò davanti alla cella di Nova. La ragazza nascose il braccio destro, libero, e la pietra con cui stava cercando di infrangere la catena sul braccio sinistro; non disse nulla, perché non voleva rischiare di aiutare in qualsiasi modo i due soldati. Il ragazzo, dal fisico magro e probabilmente troppo debole per essere un vero guerriero, si avvicinò e cercò di scrutare la prigioniera all’interno

_Ehi, forse.. è qui_

Nova si ritrasse il più possibile al buio, per ostacolare il più possibile gli intenti dei suoi carcerieri.
A guardarli bene non sembravano neanche soldati. Dal loro atteggiamento e dalle loro parole sembrava che non avessero mai visto un’arma in vita loro, figurarsi un campo di battaglia. Nova considerò l’ipotesi di attirarli nella cella e minacciarli con la forza per essere liberata; anche con un braccio vincolato e disarmata lei era più che sufficiente per metterli fuori combattimento. Le sue teorie furono confermate quando il secondo “soldato” si avvicinò al primo e per sbaglio inciampò, facendo cadere il grosso mazzo di chiavi a terra.

_Raccoglile subito!_ esclamò il suo compagno _Non dobbiamo farci scoprire.. o siamo condannati!_

_E’.. pericoloso stare qua_ ribattè il secondo, che tremava visibilmente _E’ lei l’esemplare?_

_..prendiamola e portiamola via_ tagliò corto il primo _L’esperimento sta per cominciare!_

Nova comprese che i suoi sfigatissimi carcerieri non avevano la minima istruzione militare, né un briciolo di buonsenso. Aprire una cella a caso senza aver riconosciuto il prigioniero che vi si trovava era una follia, forse perfino una ragazza sprovveduta come Hikaru all’inizio del suo viaggio non l’avrebbe mai fatto. E in tutto questo la Paladina si rese conto che la litania che era cominciata prima dell’arrivo dei due soldati non si era mai interrotta ed ora stava anche iniziando a crescere di intensità. Solo in quel momento Nova riconobbe chiaramente la voce di Hikaru, che sembrava stesse pregando; involontariamente la Paladina si mosse, facendo trascinare le catene sul pavimento.

Eliwar Ketarna Ra. Eliwar Ketarna Ra. Eliwar Ketarna Ra

_Ma.. si muove? E’ cosciente?!_ esclamò spaventatissimo il soldato con le chiavi davanti alla sua cella

_Non è possibile. E comunque non è in condizione di nuocere_ rispose il compare, cercando più di convincere se stesso che l’altro dicendo quelle parole

Eliwar Ketarna Ra. Eliwar Ketarna Ra. Eliwar Ketarna Ra

_Ma.. la senti? Co.. cos’è questa.. voce?_

Eliwar Ketarna Ra. Eliwar Ketarna Ra. Eliwar Ketarna Ra

_E lo chiedi a me?! Siamo nelle prigioni più impenetrabili di Wutai, potrebbe essere qualsiasi cosa.. anche un most.._

Eliwar Ketarna Ra. Eliwar Ketarna Ra. EWIGES TEKH RA!!

La litania si fermò con un grido; nel medesimo istante una vampata di puro fuoco esplose dalla cella di Hikaru e sfondò le sbarre. Una piccola esplosione fece arrivare alcuni pezzi di metallo a poca distanza dal terrorizzatissimo portatore delle chiavi, che per il forte tremore delle mani se le fece ancora scappare per terra. I due soldati si guardarono con occhi sbarrati e il più alto esclamò ciò che entrambi stavano già pensando

_I fantasmi!! Scappiamo!!_

Non fecero in tempo a raggiungere il portone perché una nuova fiammata invase l’intero corridoio, facendoli sbattere uno contro l’altro e cadere. Sbatterono contro la porta semi aperta della cella attigua a quella di Nova e vi finirono dentro, un istante prima che il grosso della fiamma passasse e incenerisse ogni cosa sul suo passaggio.
Dopo quella manifestazione di potenza, l’ex Paladina sentì dei passi provenire dalla parte opposta del corridoio; passi relativamente calmi e che erano accompagnati dal cigolio di frammenti di catene. Un minuto dopo Nova spalancò gli occhi nel vedere Hikaru in piedi, che stava passando in rassegna tutte le celle per trovare dei prigionieri. La ragazza indossava ancora i suoi vestiti rossi che aveva sotto l’armatura degli Antichi prima che fosse stata fatta prigioniera, mentre il mantello che prima l’avvolgeva era stato incenerito dalla potente fiammata da lei invocata. Ora stava guardando alla cella davanti a quella di Nova, dando le spalle alla Paladina.
Hikaru aveva ancora la fasciatura sul braccio destro e i quattro monconi di catena da tortura a penzolare lungo le sue braccia e gambe, ma sembrava stare bene ed avere tutte le forze per poter combattere. Nova cercò di raggiungere il più possibile l’entrata della sua cella, mostrandosi alla luce quanto le era consentito dalla catena che ancora non era riuscita a spezzare.

_Hikaru!_ la chiamò

La ragazza dagli occhi rossi si voltò, facendo scivolare la treccia dietro le sue spalle. Nonostante tutte le peripezie e gli eventi quasi apocalittici che l’avevano travolta, la treccia di Hikaru era ancora al suo posto, come sempre, solo un pochino arruffata. Appena vide Nova, la figlia del Governatore Planetario sorrise, felice di aver trovato proprio chi stava cercando.

_Sei qua!_

_Ma.. ma Hikaru, cos’è successo?! Come hai fatto a.. a.._

La ragazza si inchinò a terra, prese il mazzo di chiavi e trovò quella per aprire la porta della cella; poi guardò Nova negli occhi e aggiunse con un sorriso

_Diciamo che mi sono stancata di fare la brava ragazza_

Recitò una brevissima formula sottovoce, quindi fece partire una fiamma improvvisa dalle mani e fuse la catena di Nova, esattamente come aveva fatto cinque minuti prima con le sue. L’azione rincuorò la Paladina, che aveva paura di cosa Hikaru avrebbe potuto pensare dopo che l’aveva convinta a raggiungere l’Ordine dei Paladini; però necessitava una risposta diretta, quindi non fece molti convenevoli

_..se mi stai liberando è perché pensi che.. io non ti abbia voluto.. portare.. in una trappola, vero?_

_Sinceramente non lo so_ rispose Hikaru _Però so che mi hai portato in salvo, lontano da Sephiroth. E contrariamente a Cloud e compagnia non mi hai obbligato a fare una cosa che non volevo_

_Te l’ho già detto_ sorrise Nova _Non fai parte dell’Ordine dei Paladini, e non devi fare una cosa se non la vuoi fare. Sono io che.. ho sbagliato_

Hikaru si inginocchiò, in modo da poter vedere il viso di Nova a pari altezza, dato che la ragazza di Wutai era ancora seduta a terra.

_Tu non hai sbagliato_

_Ti ho portato in trappola.. ho complicato la tua situazione più di prima!E ho infranto il Codice dei Paladini, ho disonorato il mio nome e la mia carica. Non dovresti liberarmi._

_Hai fatto ciò che ti sembrava giusto fare. Hai cercato di difendere chi era senza difesa, proteggere chi era minacciato, aiutare chi aveva bisogno. Non è questo ciò che mi hai detto che deve fare un Paladino di Wutai?_

_..sì ma.._

_E allora dimentica l’Ordine e le sue regole_ concluse Hikaru _Ho notato che l’altra catena è già rotta… ti stavi liberando anche da sola, è così? E c’è qualcosa che mi dice che in un’altra situazione non l’avresti fatto_

_Cosa?_

Hikaru le mise una mano sulla spalla

_Sono strasicura che una Paladina di Wutai non potrebbe mai infrangere due volte il codice. Potrebbe avere errato una volta, per perseguire un ideale corretto; ma mai sfiderebbe l’autorità del proprio stesso Ordine tentando la fuga. Se stavi cercando di fuggire, era solo ancora una volta per aiutare me._

_E tu come fai a…_

Hikaru sorrise, come ormai era parecchio che non faceva più. Sembrava essere tornata la ragazza felice e spensierata della sua infanzia, ma era molto differente; ora la sua gioia era completa, sincera. Non derivava da una tranquillità artificiale, maturata al di sotto di una campana di vetro, ma dall’esatto opposto. In un mondo pieno di oscurità, dolore e odio, Hikaru aveva finalmente trovato dell’amore, qualcuno che realmente viveva con degli ideali giusti, pronto a morire per qualcun altro se ci fosse stato bisogno. Aveva trovato la luce.

_Potrei dirti che sono stati gli Antichi a suggerirmelo_ rispose _ma non è proprio così. Diciamo che lo so e basta_

Nova annuì, decidendo che per il momento non era più necessario dire nulla. Si alzò in piedi, aiutata da Hikaru. Dopodichè chiese

_Adesso cosa facciamo?_

_Direi che possiamo uscire da qua innanzitutto_ affermò Hikaru, con un tono ottimista che raramente aveva avuto _E poi.. vedremo_

Il portone sbattè con violenza, spalancandosi di colpo. Un forte vento gelido entrò dall’esterno, mentre una voce maschile possente ma stridula si impose

_NON VEDRETE UN BEL NIENTE!! L’Esperimento non è ancora cominciato!!!_

Nova e Hikaru corsero fuori dalla cella, per vedere chi aveva parlato.

_Esperimento?! Non siamo cavie di nessuno!_ esclamò Nova, pronta a vendere cara la pelle

_Venite, venite pure avanti se volete. L’Esperimento comincerà presto!!_

Hikaru si mise una mano davanti agli occhi, per resistere al forte vento che proveniva dall’esterno e poter osservare al di là del portone: un profondissimo nero oscuro le attendeva.

…​

_Le forze sono schierate. Siamo in attesa di ordini_

Il giovane comandante guardò il proprio Generale, il capo supremo delle forze dell’Esercito del Governatore dopo la morte di quest’ultimo.

_Molto bene. Attenderemo le prime luci del prossimo giorno, quindi sferreremo l’attacco finale. Come si comportano le nuove reclute?_

_Molto bene signore. A quanto pare due di esse sanno già pilotare alla perfezione i nostri caccia_

_Perfetto. Aggiungete le reclute all’avanguardia principale_

_Cosa?! Signore, sono appena entrati.. non dispongono dell’addestramento nec.._

_Ubbidisci comandante, questi sono gli ordini. I nuovi arrivati staranno in prima linea all’attacco di Wutai. E ora VAI!!_

Il comandante si irrigidì nel saluto militare ed uscì frettolosamente dalla stanza, prima di attirare le ire complete del suo Generale. Quest’ultimo, un uomo sulla cinquantina d’anni abbondanti, si voltò a guardare il mare che fluiva sotto la grande finestra del centro di comando di Junon e aggiunse a bassa voce, parlando fra se e se

_sì.. i nuovi arrivati in prima linea… hanno troppa esperienza con le armi per essere dei novellini. Sospetto siano delle spie, e per questo verranno trattati come meritano. Vediamo se quei vigliacchi di Wutai hanno il coraggio di attaccare i propri compagni.. e ad ogni modo.. verranno spazzati via!!_

Una sonora risata riecheggiò poi fra le porte della guarnigione di Junon.
Fine LV episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
L'avvento della Luce

Nova e Hikaru stavano ancora guardando la voragine oscura oltre il portone, quando un fascio di pura energia uscì improvviso verso di loro. A velocità impossibile da vedere e quindi da evitare, la lancia oscura si diresse verso le ragazze e trafisse Hikaru al petto.
Nova si accorse di quanto era capitato solo quando vide la sua amica, ancora in piedi, mettere una mano sul buco neoformato e chiedere con un filo di voce

_Che cosa.. è successo?_

La Paladina voleva aiutare, ma dovette fare un salto in avanti e quindi sulla destra per evitare altri fasci oscuri, che attraversarono il corridoio come fulmini orizzontali. Hikaru fu colpita altre tre volte dalla raffica di attacchi, che le aprirono ferite profonde su una gamba e sulla spalla sinistra. Il terzo colpo la trafisse a qualche centimetro dal primo attacco, ovvero esattamente all’altezza del cuore. La ragazza cadde sulle ginocchia, già vinta prima di aver cominciato a combattere.
Fu un bene che si inginocchiasse, perché da inchinata potè evitare almeno la nuova sfuriata di fasci mortali, che le sfiorarono le punte dei capelli; non che la situazione fosse rosea, al contrario aveva assunto subito dei connotati tragici.

_Cosa… succede?_ chiese ancora Hikaru, con un filo di voce, come se le evidenze sul suo corpo e il sangue che le macchiava i guanti che portava sulle mani non fossero sufficientemente eloquenti

_Come cosa succede?!_ esclamò Nova, che non poteva fare un passo al di là della soglia della cella dove si era riparata a causa dei frequenti attacchi mortali dall’ignoto _Ti stanno uccidendo, ecco cosa succede!!_ gridò poi con una certa carica di disperazione nella voce.

_Mi stanno.._ ripetè Hikaru _..uccidendo?_

Sempre inginocchiata la ragazza chiuse gli occhi, come se volesse concentrarsi. Nova vide che le mancava il fiato, cosa del tutto fisiologica dopo l’abbondante quantità di sangue persa. Nonostante questo una decina di secondi dopo Hikaru iniziò a recitare una serie di suoni incomprensibili, che diventarono presto una serie di parole che Nova non riusciva a capire. La nuova litania sembrava essere più una preghiera disperata che un’azione magica, tanto che quando si concluse Hikaru si appoggiò con entrambe le mani al pavimento e abbassò la testa. I fasci oscuri continuavano ad essere proiettati nel corridoio, mentre la ragazza rimase immobile per un paio di minuti; la Paladina di Wutai temette il peggio: forse le forze rimaste a Hikaru non erano state sufficienti per farle compiere la magia che l’avrebbe salvata. Se così fosse stato, lei non avrebbe comunque avuto scampo.
Nova cercò di allungare il più possibile le mani verso il corpo inerme dell’amica, ma la distanza era troppa e dovette ritrarre il braccio quasi immediatamente per non essere mutilata da un ennesimo fascio nero. Lentamente, mentre gli attacchi oscuri continuavano a superare a velocità quasi istantanea il corpo immobile di Hikaru, una tenue aura luminosa lo avvolse.
Nova non riuscì a distinguere quella luce, troppo flebile in un’atmosfera umida e semioscura come quella dove si trovavano, fino a che il potere degli Antichi non si concentrò al punto critico. In quell’istante una potente luce apparve, come originata dai contorni del corpo di Hikaru ed esplose a trecentosessanta gradi; le ferite della ragazza scomparvero immediatamente e molti dei proiettili oscuri che arrivavano in quel momento vennero vaporizzati.
Davanti agli occhi increduli di Nova, la figlia del Governatore Planetario si rialzò in piedi completamente guarita e si volse nella direzione dove era provenuto l’attacco; Hikaru aveva un’espressione molto severa sul volto e le mani serrate in pugni mostravano la sua intenzione inarrestabile. Da lei partì una sottile linea luminosa, guidata da un punto di luce delle dimensioni di un fagiolo che avanzò fino al portone e venne inghiottito nell’oscurità.
Quindi Hikaru aprì gli occhi di colpo e una enorme esplosione scoppiò al di là del portone, disintegrando la fonte dei raggi mortali e rischiarando l’area al di là delle prigioni a giorno. L’oscurità venne rimossa completamente, sebbene nessun elemento architettonico fosse stato alterato, mura e soffitto comprese; Nova si rialzò e potè avvicinarsi a Hikaru da dietro, così da guardare al di là del portone. Non sembrava esserci nulla, solo una sala dei sotterranei come tante altre, piena solo di aria. Timidamente la Paladina osservò la sua compagna, che aveva assunto un’aria quasi furiosa; l’istinto da guerriera le impose un’estrema diplomazia quando Nova cercò di rivolgere una domanda a Hikaru, che dava l’impressione di poter e voler incenerire vivo qualsiasi cosa che non le fosse di gradimento.

_Hika.. va tutto bene?_

Hikaru non rispose, si limitò ad avanzare con passi decisi verso l’uscita e attraversare finalmente la soglia della porta. Nova non potè fare altro che seguirla; passando oltre la cella dove si erano auto-carcerati i due “soldati” pensò bene di sottrarre a uno di loro la spada, giusto per non essere disarmata. All’iniziò pensò di prendere anche l’arma dell’altro soldato, per Hikaru, ma la ragazza era già avanzata di molto prima che Nova potesse chiederglielo, quindi l’ex Paladina fu costretta a correre e inseguirla fino a che il suo obiettivo non si fermò nell’esatto centro della sala. Guardandosi intorno, Nova vide che c’era un solo modo per fuggire da quel posto: una porticina sulla destra che conduceva alle scale per l’uscita.
Hikaru si fermò di colpo, tanto che la Paladina le andò addosso, complice anche il suo istinto di guardarsi intorno.
Quando si rese conto di essere sbattuta contro Hikaru, Nova fece un passo indietro fulmineo: non aveva mai visto la figlia del Governatore in quel modo, anche se in effetti stava iniziando a capire che si era fatta un’idea sbagliata e poteva dirla di conoscerla solo per preconcetti che lei stessa si era costruita.

_JENOVA VIENI FUORI!!!_ esclamò, con una insolita decisione

_Jenova? Sei completamente fuori strada.. _ rispose una voce maschile, la stessa che aveva tuonato prima della pioggia di attacchi mortali.
Sulla scia di quelle parole apparve un giovane dai capelli e occhi castani, preceduto solo da un paio di scintillii improvvisi; aveva lo sguardo verso il basso, ma subito alzò la testa e cercò gli occhi di Hikaru, per trafiggerli come solo lui era capace.

_Hikaru.. non mi riconosci?_ sussurrò, con un tono molto triste
La ragazza rimase senza parole e senza fiato. Rimase come pietrificata per diversi secondi, incredula nel vedere l’unica persona che non si aspettava di poter rivedere mai; Nova guardò sia lei che il nuovo arrivato più volte, senza capire fino in fondo l’evento. Una cosa che però le fu evidente era l’influenza potente che il ragazzo sembrava esercitare su Hikaru; dalle poche azioni che lei fece fu infatti evidente che quella presenza era in grado di controllare la nipote di Cid in modo inscindibile.

_Non ci credo.. non puoi essere tu.._ riuscì a dire Hikaru quando si riprese dallo shock

_Perché non ci puoi credere?_ sorrise il ragazzo, in un modo tale che riuscì quasi a convincere anche Nova _Sono proprio io.._

_No.. no, non ci credo.._ sussurrò Hikaru, sul punto di inginocchiarsi per l’emozione. Alla fine riuscì anche a pronunciare il nome che la sua mente –e il suo cuore- avevano paura di nominare, per non rompere il sogno _Locke.._

_Sì, sono proprio io_

Il ragazzo fece un passo in avanti, avvicinandosi alla sua preda per avvolgerla in un abbraccio.

_Vieni con me.. lasciati abbracciare e portare nell’oscurità.._

Gli occhi di Hikaru tremanti incrociarono quelli di Locke; aveva una brutta sensazione d’istinto, ma la ragazza si sentiva trascinata verso di lui come un sassolino sulla spiaggia viene trascinato da una tempesta tropicale.

_O..oscurità?_

_Sì.. vieni con me.. e ti farò conoscere la vera pace.._

_Io.._

_EHI, un attimo!!! Tu sei quello che poco fa stava per ucciderci!!_ gridò Nova, interrompendo il momento topico e incrinando in modo irreversibile l’illusione.
Hikaru ebbe un fremito improvviso, un tremore che la risvegliò dal torpore ipnotico in cui era stata ingabbiata; diede una leggera spinta con le mani, quindi si svincolò decisamente dalla presa di Locke

_Nova ha ragione! Non puoi essere il vero Locke.. Non sei tu!_

_Sì che sono io invece_ ribattè la figura contrariata

_E allora perché hai cercato di ucciderci prima? E parlavi di un esperimento come se non bastasse!_ incalzò Nova, che poteva mettere entrambe le mani sul fuoco per dimostrare che si trattava di un inganno bello e buono. Hikaru voleva ascoltare la ragione della Paladina, ma il suo cuore innamorato non voleva arrendersi. Si voltò ancora verso il ragazzo e chiese

_Se sei tu.. perché vuoi ucciderci?_

_Io.. non voglio uccidervi_ esclamò Locke, mentre una nube nera, come comparsa dal nulla lo avvolgeva _Io voglio solo che TU…_

_C..che.. io?_ balbettò Hikaru, puntandosi addosso il dito della mano destra

_Che TU…_ ripetè Locke, mentre cambiava nuovamente aspetto, avvolgendosi in una sfera nera come la notte _Io sono la Mano del Pianeta, e voglio che TU…_

Seguì una nuova pausa, quindi dalla sfera partì improvvisamente un nuovo fascio oscuro analogo ai precedenti, diretto al cuore di Hikaru, proprio mentre l’entità finiva la frase

_…MUOIA!!!_

Questa volta la nipote di Cid fu preparata. Alzò di riflesso il braccio sinistro, su cui si materializzò dal nulla lo Scudo degli Antichi; il raggio mortale lo colpì in pieno, annullandosi nei sette colori dell’arcobaleno insieme alla magia istantanea difensiva.

_tu non sei Locke!_ esclamò Hikaru, facendo materializzare

_Oh sì che lo sono.._ rispose la voce maschile da dentro la sfera nera _Mi dispiace che tu non abbia voluto accettarlo.. sarebbe stato meglio che l’avessi fatto.. ma ora.. dovete MORIRE!!_

Non ci fu più spazio per le parole. Hikaru e Nova iniziarono a combattere, dando fondo a tutta la loro agilità e abilità nello schivare: dovettero evitare una pioggia di raggi neri, emanati da quello strano globo non tanto grande ma che sparava attacchi come una luce stroboscopica da discoteca.
Una pioggia all’apparenza devastante, ma in fondo non così tanto; Nova riuscì a prendere il tempo al suo nemico e dopo poche serie di attacchi già sapeva cosa doveva fare per non essere colpita. Anche Hikaru impiegò poco tempo per sviluppare una difesa quasi perfetta, ma il problema divenne presto come attaccare. La fonte dei fasci di luce nera era una nube, dall’aspetto incorporeo e comunque impossibile da danneggiare con un’arma tradizionale. La figlia del Governatore Planetario provò un’offensiva veloce, facendo improvvisamente materializzare la spada degli Antichi e muovendo due rapidi fendenti in avanti.
La lama fiammeggiante attraversò e divise in due la nuvola grigiastra, ma subito dopo il suo passaggio il fumo si richiuse e ritornò ad attaccare con i fasci mortali; uno dei primi della nuova serie colpì Nova e le aprì una piccola ferita sulla spalla, ma l’ex Paladina non sembrò farci caso e attaccò a sua volta, utilizzando la spada precedentemente sottratta ai due “soldati” nelle prigioni.
Anche la sua offensiva si ridusse in un nulla di fatto, visto che non solo la sua arma, ma anche lei stessa attraversò la nube con il suo corpo senza ottenere un vero e proprio risultato. Nova si fermò quasi subito dopo aver attraversato il bersaglio e si diede della stupida: se non riusciva Hikaru a colpire, con le sue armi mistiche, cosa avrebbe potuto sperare di fare lei con un’arma ordinaria?!
Però in fondo era valsa la pena di tentare, rispose il suo istinto da guerriera, tacitando in un colpo solo la sua coscienza –che stava diventando un po’ troppo pacifista a dire il vero.
Nova schivò altri due fasci mortali e si rese conto che la sua amica, a pochi metri da lei, non era più concentrata sulla fonte degli attacchi; Hikaru li schivava ancora in modo egregio, ma la sua attenzione sembrava essere rivolta a qualcosa d’altro. Tra un salto e l’altro infatti guardava verso le pareti della stanza, gli angoli, ogni anfratto nascosto, ogni angolo buio. Dopo aver evitato altri attacchi, sempre molto frequenti, Nova si scosse e comprese che in quelle strane azioni c’era un senso: Hikaru stava semplicemente cercando il punto che avrebbe potuto offrire riparo al nuovo obiettivo della ragazza. La nipote di Cid ora infatti puntava a trovare la fonte di tutto, che poi era anche il proprietario della voce che aveva parlato pochi minuti prima di “esperimento”.
E la cosa le riuscì una decina di schivate dopo; Hikaru individuò un piccolo scintillio nell’angolo più lontano alla sua destra. Vi ci si abbattè con tutta la velocità che riuscì a imprimere nelle gambe, facendo ricomparire la spada degli Antichi fra le sue mani un secondo prima di poterla finalmente puntare contro la sagoma invisibile del suo vero nemico.

_Ti ho trovato!_ gridò, rivolgendosi a ciò che sembrava essere solo aria

La nube fermò improvvisamente i suoi attacchi, fino ad allora perfettamente regolari e cadenzati. Un istante dopo riprese, con una frequenza minore, ma i fasci mortali sembravano essere rivolti a caso, nessuno contro le ragazze. Era come se un joystick fosse caduto dalle mani dell’autore di quegli attacchi, facendogli perdere il controllo sulla sua creatura.
Nova si avvicinò cautamente, mentre Hikaru non si muoveva di un centimetro e teneva la lama della sua arma ben salda e puntata contro l’aria.

_Jenova.. vieni allo scoperto! E’ inutile rimanere invisibile.. fatti vedere, o lo farò io per te!!_ esclamò con tono autoritario la nipote di Cid
La nube cessò completamente gli attacchi, mentre l’aria di fronte a Hikaru iniziò a incresparsi; ciò che prima era un angolo apparentemente vuoto venne piano piano riempito, come se una nuvola di alta quota fosse scesa improvvisa e materializzata in quel punto.
Pochi istanti dopo la forma vagamente femminile dell’alieno nominato da Hikaru si presentò davanti alle due ragazze; i lunghi capelli bianchi di Jenova vagavano nell’aria come tentacoli, ma nessuno di essi osava avvicinarsi troppo a Hikaru e alla sua lama fiammeggiante.

_Bene_ affermò sempre con tono autoritario la ragazza

Un impulso, come un’onda mentale si propagò da Jenova verso Nova e Hikaru, ed entrambe poterono decifrare il suo messaggio.

Non potete vincere, voi siete MIE!!
_Finiscila_ commentò Hikaru _E’ stata tutta opera tua, fin dall’inizio. Non è vero? Gli esperimenti, la tortura a cui mi hanno sottoposto_

Alzò il braccio sinistro, indicando i monconi di catena che ancora non si era tolta di dosso

_..hai approfittato dele regole dei Paladini per condurci in prigione, sei diventata uno scienziato autorevole, ingannando tutti i guerrieri di Wutai, e hai usato i tuoi poteri per fare ciò che intendevi su di me. E ancora volevi ucciderci!_

Come.. hai fatto a scoprire ogni cosa?! Io SONO la Madre, i miei piani non possono essere stati svelati così come se niente fosse..

_L’ho già detto prima_ affermò Hikaru, decisa come mai nella sua vita _Mi sono stufata di fare la brava ragazza.. gli Antichi mi hanno offerto la Luce, e io ho iniziato a usarla. Questa Luce sta crescendo ogni momento che passa, non POSSO essere battuta. Né dai tuoi inganni, né da te, né da nessun altro!_

Vedremo se non puoi essere battuta.. Mio figlio è diventato molto più potente di quando l’hai lasciato

_La tua esistenza è arrivata al termine. DEFINITIVO_ esclamò Hikaru, con foga tale da indurre un fremito perfino in Nova _E non abbastanza breve è stata_

Non sai ciò che dici. Il mio potere è immenso!

Una potente raffica di vento investì Hikaru e Nova, costringendole a chiudere gli occhi e ripararsi; l’alieno ne approfittò per spostarsi e avvicinarsi allo stretto pertugio.
Un potente fascio di luce concentrato sfiorò la punta dei suoi capelli, tentacoli che cercavano di raggiungere per primi l’uscita, e provocò un piccolo cratere sullo stipite della porta; Jenova si voltò lentamente, spaventata se mai avesse potuto provare dei sentimenti, e vide Hikaru con la mano sinistra ancora luminescente dopo aver scagliato quell’attacco micidiale.

_Se sei così potente.. perché fuggire?_

La risposta fu un ruggito indecifrabile, quindi Jenova si mise in posizione d’attacco: la figura femminile allargò le braccia e i suoi tentacoli bianchi si aprirono a ventaglio, pronti per avvolgere le sue prede in un abbraccio mortale. Nova strinse la spada più che potè e lanciò uno sguardo a Hikaru

_Dobbiamo farlo.. per forza, vero?_

La sua amica rispose allo sguardo guardandola direttamente negli occhi; poi recitò due formule arcane e venne interamente rivestita della scintillante Armatura degli Antichi. Evocò un potere più grande sulla spada che impugnava, che divenne simile alla buster Sword ma con una lama scintillante e soprattutto fiammeggiante. Quindi Hikaru rispose che le era appena stata posta, mettendosi in posizione d’attacco.

_Dobbiamo farlo. Non per forza, ma per amore_

Fine LVI episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
La minaccia della Luce

Nova respirava profondamente, concentrata sul momento dell’attacco; non aveva bisogno di guardarsi intorno, i suoi sensi avevano perfettamente il controllo della situazione, come sempre prima di una battaglia.
Jenova era ancora lì, immobile, davanti all’ingresso con i suoi numerosi capelli-tentacoli a muoversi disordinatamente; anche Hikaru era ferma, a pochi passi dietro le spalle di Nova. Aveva la spada degli Antichi puntata in orizzontale verso l’alieno, con le fiamme che brillavano oblique lungo tutto l’asse della spada. Uno strano silenzio pervadeva l’aria, un silenzio innaturale.
Non era la solita calma pre-combattimento, a cui Nova era più che abituata, ma una sensazione molto diversa. Quella situazione di stallo iniziava a farle venire il nervoso, tanto che pensò più di una volta di rompere lei il ghiaccio e lanciarsi all’assalto; tuttavia il suo istinto le diceva di non muoversi, di attendere le prime mosse e agire di conseguenza. All’istinto si era anche aggiunta in breve tempo una buona dose di pensiero razionale: l’ex Paladina non aveva armature né difese, era armata solo con una spada mezza arrugginita e di qualità scadente. Da sola non avrebbe potuto niente contro Jenova, quella non era la sua battaglia: certo, naturalmente non poteva esimersi dal combattere, ma il vero duello era fra l’alieno tentacoloso e la ragazza dietro le sue spalle.
Hikaru non disse nulla, non emise neppure il minimo suono; sembrava quasi che non stesse neanche respirando. Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, scagliò il suo assalto; vibrò due potenti colpi di spada in avanti, permettendo alle fiamme di estendersi fino a formare un vero e proprio velo bruciante. Quindi vi saltò in mezzo e affondò l’attacco vero e proprio; se l’azione era stata veloce, Jenova fu altrettanto rapida nell’opporre resistenza. La lama di Hikaru si scontrò con due grossi tentacoli, che erano fuoriusciti dalla massa brulicante di capelli, simili a serpenti; il primo venne incenerito al contatto, il secondo riuscì ad avviluppare metà della spada e attorcigliarsi su di essa come una liana. Con un fruscio sinistro, altri capelli si legarono insieme, come una treccia, e raggiunsero Hikaru ai lati, per intrappolarla.
La ragazza li vide arrivare e cercò di allontanarsi muovendo la spada, ma non riuscì a vincere la presa del tentacolo principale; d’istinto alzò lo scudo un istante prima che il nodoso fascio organico che arrivava da sinistra potesse colpirle il volto. Seguì un flash luminoso, che incenerì sul colpo l’estremità del tentacolo che aveva toccato lo scudo.
Hikaru si voltò di scatto verso la sua destra, dove le punte dei suoi capelli vennero sfiorate dalla propaggine di Jenova, che cadde a terra senza possibilità di potersi muovere

_Grazie_ sussurrò

Nova rialzò la sua spada, che aveva appena bagnato del liquido viscoso e verdastro linfa di Jenova, e la incitò

_Avanti. Abbiamo appena cominciato_

Hikaru annuì e tornò a puntare gli occhi verso il tentacolo principale di Jenova, che aveva serrato in una presa di ferro la sua spada. La ragazza strinse la presa sull’elsa dell’arma, come se volesse infondergli più potere; socchiuse gli occhi e pronunciò una serie parole, molto rapidamente, a bassa voce. Una decina di secondi dopo il suo braccio destro venne avvolto da fiamme blu molto intense, che si estesero sulla spada e quindi lungo il tentacolo verso Jenova come se ci fosse stata della benzina su ogni superficie. Il fuoco arrivò fino all’alieno e lo avvolsero in un’aura fiammeggiante.
Nova sgranò gli occhi e osò pensare che la battaglia era già finita, ma dopo qualche minuto di rogo una luce malvagia brillò negli occhi di Jenova, da cui partì una potente onda d’urto.
Il tentacolo si slegò dalla spada di Hikaru giusto un istante prima, in modo che la ragazza potesse ricevere in pieno il colpo senza poter difendersi; in effetti quando la nipote di Cid alzò lo scudo in modo da poter parare l’attacco si era trovava già con il corpo schiantato contro il muro, stordita.
Nova ebbe conseguenze più lievi, dato che subì il colpo di lato e riuscì a sfruttare una piccola pietra come punto d’appoggio; ci piantò la lama della spada e riuscì a non essere ulteriormente spostata indietro dal formidabile vento scatenato dal nulla.
Jenova fluttuò in avanti, minacciosa; uno solo dei suoi tentacoli era più che sufficiente per dare del filo da torcere a un SOLDIER di prima classe, figurarsi a un paio di ragazze. Le facoltà senzienti dell’alieno non si aspettavano che un soggetto umano di sesso femminile avrebbe mai potuto ridurre in cenere alcune sue propaggini, ma ora avevano registrato l’informazione ed avevano preparato le necessarie contromisure. Non era abituata a fare calcoli, ma i dati sensoriali che recepiva dai suoi pseudo-occhi confermavano che il pericolo maggiore era stato reso quasi inoffensivo, schiantato contro il muro e apparentemente non responsivo in tempi brevi. L’altro era ancora agibile e in potenziale movimento, ma aveva un grado di minaccia nettamente inferiore. Conclusione finale: colpire a morte la minaccia più grande, fino a che si trovava in stato inoffensivo.
Senza preoccuparsi di altro Jenova avanzò galleggiando a mezzaria, lasciando Nova sulla sua sinistra fino ad arrivare a portata per raggiungere il suo bersaglio. Quindi Hikaru venne completamente avvolta dai tentacoli, che la circondarono completamente e formarono un impenetrabile blocco organico multistrato. Le prime estremità che entrarono in contatto con l’armatura degli Antichi si carbonizzarono, ma tutte le altre sfruttarono i resti bruciati come superficie di appoggio e in pochi minuti Hikaru si trasformò in una sorta di bozzolo, senza buchi per l’aria né possibilità di raggiungere l’esterno.
Jenova sentì due impulsi brucianti provenire da dietro: era Nova che cercava di fare la sua parte,tranciando di netto due tentacoli. Nonostante questo l’offensiva della ragazza era ben poca cosa in confronto all’obiettivo dell’alieno, obiettivo che era prossimo dall’essere raggiunto e che necessitava di massima concentrazione.
Jenova era ormai al corrente della necessità per gli abitanti del Pianeta di accedere all’aria per sopravvivere; stringendo la morsa dei suoi tentacoli la ragazza con l’Armatura Luminosa a rigor di logica sarebbe dovuta cedere, quantomeno per la mancanza d’aria. Un colpo come di frusta e il bozzolo che avvolgeva Hikaru dimezzò il proprio volume, fino al punto che era quasi possibile riconoscere la sagoma della ragazza al di sotto dei tentacoli. Una preparazione che sembrava richiedere molto tempo in realtà durò pochi minuti, il tempo materiale necessario alle lunghe propaggini di assecondare la volontà della fonte centrale che li muoveva.
Allo stesso modo la reazione di Hikaru fu maestosa come se fosse stata preparata per anni, ma si manifestò in tre secondi e venticinque millesimi netti. Dapprima cominciò con un debole fruscio, quindi, assieme a un grido spaventoso di potenza, si manifestò una folgorante esplosione di luce, che polverizzò l’intero bozzolo creato da Jenova e le incenerì i tentacoli fino quasi all’attaccatura del corpo. Nova alzò di scatto la spada davanti agli occhi per non essere accecata; quando socchiuse le palpebre vide Hikaru in piedi con le braccia distese al centro di una sfolgorante sfera luminosa. La sua armatura non sembrava neanche più materiale ed era così brillante da poter essere a malapena guardata; quando la ragazza riavvicinò le mani e fece un passo in avanti, i contorni dello scudo e delle bardature la seguirono fluidamente. Sembrava che fosse interamente ricoperta di luce allo stato semisolido, luce abbinata a una immane aura di fuoco che aveva surriscaldato l’aria della stanza, rendendola quasi irrespirabile.
Jenova fluttò leggermente indietro, completamente accecata dalla folgore che ora avvolgeva la sua ex-vittima. L’esplosione del potere degli Antichi aveva anche prodotto un fragore imponente, come un tuono che era risuonato in tutto il Palazzo dell’Ordine; naturalmente l’inaspettato frastuono aveva richiamato l’attenzione di tutti i Paladini presenti, almeno dieci sui quindici effettivi e anche delle guardie di stanza fuori dal Palazzo.
Rumori di armi estratte e pronte a dare battaglia riecheggiarono lungo le scale, attirando l’attenzione di Jenova più di tutti gli altri. L’alieno indietreggiò sempre più velocemente dalla fornace ardente che era diventata Hikaru; arrivò perfino a darle le spalle, con la totalità della sua attenzione ai Paladini di Wutai che stavano arrivando.

_Ma.. che cosa fa?!_ esclamò Nova, voltandosi verso Hikaru

_Jenova ha paura_ rispose la ragazza, con una voce carica della potenza che si stava manifestando al suo esterno

_E ci credo! Chi non avrebbe paura avendoti come nemico adesso.._

_Non di me_ affermò Hikaru, che sembrava ormai quasi leggere nel pensiero dell’alieno _Jenova ha paura dei soldati che stanno arrivando dai piani superiori_

_Non vorrà.. affrontarli spero!_ esclamò l’ex Paladina _Sono abbastanza bravi, in duelli normali sono molto difficili da sconfiggere ma.. se si mette a combatterli lei non hanno speranza!_

Hikaru non rispose, ma si limitò a chiudere gli occhi all’improvviso e respirare profondamente, come se avesse avuto un fulmineo giramento di testa.

_Hikaru, devi fermarla!_ incalzò Nova, che non aveva notato quel dettaglio _O sarà un massacro!_

_E..eh?_ la ragazza socchiuse gli occhi, sempre respirando profondamente. Sentiva una forza molto più grande della sua che proveniva da dentro e che faceva grande pressione per uscire. Hikaru strinse i denti e impugnò più salda la sua arma. Doveva resistere.

Jenova nel frattempo arrivò all’imboccatura delle scale, che salivano a chiocciola verso il livello del suolo, e puntò i suoi pseudo occhi verso l’alto. I Paladini stavano scendendo in fretta dai piani più alti del Palazzo, ma avrebbero impiegato ancora almeno cinque minuti prima di poterla vedere. Tempo più che sufficiente per permettere all’alieno di raggiungere il livello del suolo: una volta raggiunta la porta di uscita, avrebbe potuto usare le sue abilità mimetiche e dileguarsi senza problemi. Ma non poteva assolutamente permettere di manifestarsi in quella forma a nessuno, per evitare altri possibili impedimenti; in quel seminterrato non poteva fare nulla, perché la Luce degli Antichi avrebbe rivelato immediatamente la sua vera natura a chiunque.

_Hikaru!! Hikaru, non possiamo lasciarla andare così!!_ continuava a gridare Nova, ma visto che non sembrava avere risposta, la Paladina decise di intervenire da sola.
Corse verso le scale, che Jenova aveva cominciato a risalire fluttuando come sempre a mezzaria e con un affondo degno di Sephiroth trafisse parte del corpo dell’alieno su un fianco e la scaraventò contro il muro più vicino. Jenova arrancò trascinandosi verso il basso, recuperando una posizione stabile. Si voltò verso la responsabile dell’attacco, fulminandola con uno sguardo pieno d’odio, e cercò l’affondo con un tentacolo appena fuoriuscito dalla sua pelle liscia.

_GWAHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!_

Prima che la propaggine di Jenova potesse anche solo sfiorare il braccio di Nova, l’urlo sofferente di Hikaru irruppe nella stanza. L’inarrestabile ondata di pura luce che ne derivò fu sufficiente per ferire gravemente l’alieno, procurandogli profondi tagli nel corpo dalle apparenze femminili; un secondo grido, più simile a un lamento estremo che a un urlo di battaglia, precedette un fascio laser di dimensioni e intensità mai viste sul Pianeta. La Luce compressa originò dalla sagoma di Hikaru, ora una sfocata figura all’interno della bolla fiammeggiante in cui era avvolta, e trapassò interamente l’entità di Jenova. Quando ebbe sfondato le due estremità dell’alieno, il fascio luminoso si ingrandì e atomizzò la sua vittima senza darle neanche il tempo di urlare. Hikaru cadde in ginocchio, visibilmente provata.
Nova non potè fare altro che ringraziare gli dei per la fine definitiva del nemico principale, ma tornò presto a preoccuparsi, per i passi dei Paladini che dopo l’ultimo flash si erano fatti più veloci.
La fine di Jenova era sinonimo di salvezza per quei guerrieri, ma ora la ragazza di Wutai capì che quegli stessi guerrieri avrebbero rappresentato comunque una grande minaccia. Specialmente perché ora i Paladini, che cercavano la causa di tutto quel casino, avrebbero trovato solo due ragazze: e nessuna delle due poteva essere come Jenova.
Nova decise tornare verso Hikaru, la cui aura fiammeggiante era rimasta invariata, ma che non dava l’aria di essere per niente in forma; al contrario anche era prostrata in ginocchio, nel tentativo estremo di contenere una forza troppo grande per poter essere vincolata.
L’ex Paladina si rese conto delle condizioni della sua amica solo quando si accorse di poter attraversare indenne l’aura fiammeggiante; corse verso Hikaru e fece passare il braccio destro della ragazza dietro al suo collo, così da poterla sorreggere.

_Ehi, va tutto bene?!_ esclamò preoccupata. La tensione venne aumentata quando percepì i forti, profondi respiri che rappresentavano l’ultima valida strategia di difesa che Hikaru potesse opporre al potere sovrastante che cercava di invaderla. Respiri profondi, forti, ma che davano l’impressione di poter interrompersi in qualsiasi istante.

_EHI!! No eh! Non mi puoi fare questo!! Hai appena distrutto Jenova, non puoi… non puoi.. hai capito no?! Dai, coraggio..!!_

Più di così non sapeva cosa dire, anche perché non sapeva cosa stava accadendo di preciso. Sembravano parole buttate al vento, ma in realtà sortirono un qualche effetto; una nuova ondata di luce esplose da Hikaru e subito dopo l’Armatura degli Antichi smise di brillare, facendo ritornare la normale penombra tipica dello spazio antistante le celle della prigione.

_Va meglio ora?_ chiese Nova, che comprese che il momento difficile era superato

_S..sì_ annuì Hikaru, ancora con un po’ di fiatone _..ma non durerà a lungo_

_Cosa intendi dire?_

_La Luce.. gli Antichi.. stanno tornando. E non so quanto ancora riuscirò a contenere la loro potenza_

_..non capisco. Non l’hai invocata tu la luce degli Antichi, con le litanie in quella lingua strana?_

_Non è proprio così_ cercò di spiegare Hikaru _Devi sapere che…_

_FERMI TUTTI!!_

Una voce maschile abbastanza autoritaria interruppe il discorso; il Paladino aveva finalmente raggiunto la fine delle scale e ora poteva puntare la sua spada verso le fuggiasche.

_Oh no, Reynar. Non complicare le cose, che già sono incasinate a sufficienza!_ esclamò Nova appena lo vide

_Chi complica le cose siete voi_ affermò sicuro il nuovo comandante dei Paladini _Dovevate stare nelle vostre celle e attendere il processo. Tentare di fuggire renderà più complicato rendere mite la vostra pena_

_Ma non lo capisci che qui c’è in gioco qualcosa di più importante delle stupide regole di questo posto?!_

_Come, come?! Non posso credere alle mie orecchie.. la mia ex-comandante che pronuncia simili parole.. e cosa starebbe succedendo di così mortale?!_

_La Luce.. sta arrivando.._ rispose Hikaru _Il mondo sta per finire_

Reynar spalancò gli occhi; sembrava che avesse a che fare con due visionarie. Eppure liberarsi dalle celle dell’Unione di Wutai non era opera da poco, solo qualcuno con abilità o poteri nascosti non indifferenti avrebbe potuto uscire. Il giovane paladino cercò di mettere un po’ di senso logico negli eventi a cui aveva testimoniato, ma più cercava di mettere ordine più si rendeva conto che era una storia completamente insensata. Ammesso e non concesso che avrebbero potuto liberarsi da sole, quelle due avrebbero dovuto scappare il più in fretta possibile.. e invece erano là sotto da un bel pezzo; erano in una zona dove non c’erano armi, eppure Nova aveva una spada e Hikaru era bardata con un’armatura completa, la stessa perdipiù che aveva indossato prima della cattura e che i Paladini avevano messo sotto chiave dalla parte opposta della città. Altre voci provenienti dalle scale si fecero sentire

_Comandante, ha bisogno di aiuto?_

_No.._ rispose Reynar, che stava ancora riflettendo sul da farsi _Tornate pure alle vostre occupazioni, qui ci penso io_

Fece un passo in avanti nella stanza, rimettendo la spada nel fodero. Guardò Nova e poi puntò gli occhi su Hikaru, che lo guardava nell’unico modo in cui era capace di guardare, ovvero con gli occhi da bambina.

_Adesso venite con me e mi spiegate PER FILO E PER SEGNO cosa sta succedendo. Ci sono tante cose che devo capire, prima di risbattervi in cella_

_..come vuoi_ rispose Hikaru _..ma facciamo in fretta, perché non c’è più tanto tempo!_

Fine LVII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Discorsi di futuro

_Che @#£$&A vuol dire “siamo in prima linea”?!_

_Proprio quello che ho detto, Cid_ rispose Aeris _Ci hanno messo in prima linea; guideremo l’assalto alla capitale dei Regni Uniti di Wutai tra tre ore esatte_

_…Ma roba da matti, non sanno neanche chi siamo e ci mandano allo sbaraglio?!_ esclamò Tifa, scandalizzata

_In fondo me lo aspettavo_ commentò Cloud _Ci vogliono usare per combattere una guerra che non è la nostra_

_Secondo ciò che mi ha detto Cait Sith_ continuò Aeris _Cid e Cloud saranno assegnati all’assalto aereo, perché sono stati ritenuti molto capaci di pilotare_

_E porco @à”, vorrei anche ben vedere! “Molto capaci”, tsè, sapevo far volare dei ferri da stiro prima ancora che questi deficienti sapessero fare degli aeroplanini di carta!_ borbottò il pilota
_E noi?_ chiese Tifa, ignorando i discorsi e le bestemmie di Cid

_Cait Sith sostiene che io e te saremo assegnate alla fanteria da sbarco_

_COSA?! Ma non se ne parla proprio!_ esclamò Cloud _Passi per Tifa, che se la cava in corpo a corpo abbastanza egregiamente.. ma Aeris, te sei troppo.. per combattere!_

_troppo.. cosa?_ sorrise lei _Ti ricordo che sono una Cetra. Il Pianeta è mio alleato, e anche se non sono abile a uccidere, in difesa me la cavo parecchio bene.. mi limiterò a proteggere me stessa e quante più vite sarà possibile_

_Ma.._ cercò di protestare ancora Cloud, ma Tifa gli mise una mano davanti e affermò

_Ok, ok, ok. Ma mi raccomando. Parlo per tutti, Cid compreso. Questa non è la nostra guerra, quindi non fatevi prendere troppo la mano. Il nostro obiettivo è cercare e trovare Hikaru; stare in prima fila ci consentirà di agire più liberamente._

_Già, belle parole del cazzo_ interruppe Cid, accendendosi una sigaretta e sdraiandosi sul letto _E chi ci dice che mia nipote si trova nella capitale di Wutai?! Stiamo perdendo un sacco di tempo per niente_

_Non credo_ rispose Aeris _Agire bene in una battaglia così importante ci farà arrivare ai gradi alti dell’esercito, dove potremo accedere a tutte le informazioni più facilmente. O almeno cosi pensa Reeve e il suo automa_

_Reeve… i suoi dannati gatti sparsi per il mondo non hanno ancora trovato niente su Hikaru?!_ esclamò Cloud con un moto d’ira _Anche i Turks la dovrebbero stare cercando, possibile che nessuno l’abbia ancora trovata?!_

Qualcosa colpì la porta della camera, facendo calare improvvisamente il silenzio fra i presenti.

“Ci hanno sentito?” sussurrò a bassa voce Tifa

_Se l’hanno fatto, tanto meglio_ rispose Cid, impugnando la Venus Gospel che era riuscito a trafugare dal deposito armi e portare in camera _Mi sono rotto il ***** di questo esercito_

_Ssst, ascoltate_ disse Aeris, facendo cenno verso il muro.

Si sentì un altro rumore più leggero, metallico; quindi due passi più pesanti e finalmente qualcuno bussò alla porta. Cloud guardò tutti con fare circospetto e impugnò la maniglia. Quando ricevette il tacito assenso di tutti, aprì di colpo l’anta e l’oggetto dall’altra parte cadde in mezzo alla stanza, scomponendosi in una parte molto grossa che si fermò quasi subito, e una molto più piccola che rotolò fin quasi ai piedi del letto di Aeris. Si sentì subito una voce metallica lamentarsi

_Ahi, ahi che botta.._

_Cait Sith?!_ esclamarono quasi all’unisono i presenti

_Ci avrei scommesso le palle che eri tu!! E avrei stravinto, @#£*_ affermò poi Cid

Il gatto di Reeve si ricompose, dopo essere caduto come sempre dal moguri meccanico quando faceva i suoi ingressi.

_Chiudi quella porta lì, per favore, va là_ affermò Tifa, dopo aver tirato un sospiro di sollievo

Cloud ubbidì e si misero tutti intorno all’automa.

_Allora? Cosa ci devi dire? Sarai mica venuto qua per augurarci la buona notte eh?!_ intimò Cid, puntandogli contro la Venus Gospel

_Anche perché ormai è giorno.. è l’alba_ aggiunse Cloud, incrociando le braccia

Cait Sith prese ancora un pochino di tempo, poi risalì in groppa al suo moguri meccanico e quindi finalmente si decise a parlare

_Ah.. salve, salve a tutti! Che dire.. non vi vedo tutti insieme da un po’ e.. sono un po’ confuso.._

_CONFUSO?!_ interruppe subito Cid, lasciandosi poi sfuggire la solita bestemmia

_Sì.. un attimo.. ah ecco, dovevo dirvi tre cose! La prima è che i Turks hanno trovato… _

Cloud rischiò di cadere dalla sedia dove si era seduto; per non lanciarsi per terra si aggrappò al braccio di Tifa.

_Hanno trovato.. CHI?! Avanti, parla!!!_

_Ma insomma! Lasciatelo parlare, no!?_ esclamò Aeris

_Sì, stavo dicendo che i Turks hanno trovato.. Barret e Vincent!_

Per poco Cid non gli saltò addosso, se solo la fioraia che aveva di fianco non l’avesse fermato con un pugno preventivo nelle parti basse

_BARR… AHIA!!!!_

_Sì, si trovano nelle prigioni di Wutai.. sembra che la comandante dei Paladini, di nome Nova.._

_Sì sì la conosciamo_ tagliò corto Cloud _Dunque stai dicendo che Barret e Vincent si trovano nelle prigioni?_

_Sì, esatto_

_Ma poi non c’era un Cait Sith con Barret e Vincent quando sono scomparsi?_ chiese Aeris, che aveva buona memoria e soprattutto non aveva perso l’abilità di parlare col Pianeta

_Sì ma il commando di Wutai appena ha scoperto che era un banale automa l’ha fatto a pezzi_ rispose Cait Sith, triste per la sorte del suo clone

_Va bene, abbiamo capito. Benissimo, almeno il nostro attacco non sarà inutile. Andremo e libereremo Barret e Vincent_ commentò Tifa, assecondando Cloud nel finire il discorso _Cos’è la seconda cosa, Cait Sith?_

_..oh beh, d’accordo. La seconda cosa è che i Turks hanno trovato Hikaru_

Nulla potè più fermare Cid a quelle parole. Il pilota rovesciò letteralmente Aeris per terra e si scatenò contro il gatto parlante

_CHE COSA?! E CE LO DICI COSI?!?_

_E come volete che ve lo dica?_ cercò di difendersi Cait _Rude non è molto convinto dell’informazione, ma Reno è strasicuro che Hikaru si trovi all’interno del Palazzo dell’Ordine dei Paladini. Dice che lo ha sentito dire per sbaglio da un uomo al mercato; aveva i capelli molto lunghi ed erano bianchi. Per il resto non ha potuto sapere di più, perché quella figura, sebbene molto alta, era completamente rivestita di nero. Però ha notato anche una lunga spada che compariva da sotto il mantello_

_Capelli bianchi.. spada lunga.. molto alto.. _ rimuginò un po’ Cloud, poi si tirò una poderosa manata sulla fronte ed esclamò _E’ SEPHIROTH!!_

_Non dire stronzate, ragazzo_ gridò Cid, imponendogli calma _Sephiroth non ha nessun interesse a rivelare al MERCATO dove si trova la ragazza più importante del Pianeta! E seconda cosa come diavolo avrebbe fatto Sephiroth a trovare mia nipote. Terza cosa, se anche l’avesse trovata avrebbe risolto la faccenda una volta e per tutte: e non ci sarebbe più o l’uno o l’altra, quindi non può essere stato lui a farsi scappare questa informazione!_

_Sarà, ma siamo sicuri che sia affidabile?_ considerò Tifa

Aeris chiuse gli occhi, come per concentrarsi. Cait Sith non rispose subito, permettendo così alla Cetra di contattare il Pianeta e ricevere la risposta più dettagliata che riusciva. Non era facile decifrare i messaggi del Lifestream, molto spesso erano solo vaghe intuizioni che le venivano suggerite nella mente, ma questa volta la fioraia andò quasi a colpo sicuro.

_Sì. Sì, lo è._ affermò sicura, riaprendo gli occhi _E non abbiamo molto tempo_

_Tanto per cambiare.. òà£$%_ bestemmiò Cid _E per quale fottuto motivo anche stavolta abbiamo la morsa sulle palle?!_

_La Terra Promessa. Sta arrivando, e con essa l’intero potere dei Cetra_ affermò Aeris, con un’insolita espressione preoccupata

_Beh? E non è una cosa buona?_ chiese Cloud, incuriosito _Meglio no, se Hikaru acquisisce i poteri degli Antichi, non ci sarà più pericolo_

Aeris si voltò verso il biondo spadaccino, fulminandolo quasi negli occhi blu mako

_Hikaru non è in grado di contenere il Potere degli Antichi. Nessuno può farlo. Quando arriverà, il mio popolo porterà distruzione, non salvezza_

_Opporca *****ccia_ esclamò Cid, finendo di fumare la sua sigaretta _Stavolta dobbiamo contrastare anche la tua ***** di stirpe ultraterrena?! Non ce la faremo mai.._

_Calma, non disperiamo_ cercò di riflettere Tifa _Ci sarà pure qualcosa che.. possiamo.. si può fare, no?!_

Aeris riflettè ancora un attimo, mentre Cait Sith si sbracciava con la sua trombetta chiedendo invano la parola. Quindi affermò

_Non lo so. Devo assolutamente incontrare Hikaru. Forse insieme possiamo fare qualcosa_

_No no no, scusate un attimo_ interruppe Cid _Per quale motivo ci vuole proprio mia nipote per rischiare le palle?! Non può farlo una qualsiasi altra persona.. chessò, Cloud!_

_EHI!_

_Su biondino.. non sarà la prima volta che rischi il ****. E poi è a te che piace fare l’eroe, no?_

Cloud tirò un’occhiataccia al pilota, ma non ebbe tempo di dire nulla perché Aeris rispose per tutti

_Non si può Cid. Serve Hikaru. Primo perché questo è il suo tempo, non il nostro. Secondo perché lei era l’unica umana che poteva controllare il flusso di energia dalla Terra Promessa.. prima che Sephiroth le instillasse l’ombra dell’odio_

_AH! SEMPRE LUI C’E’ DI MEZZO!!!_ gridò Cloud, facendo sobbalzare Tifa per la cattiveria con cui si era espresso _Ma non gli è bastato aver fatto tutti i danni che ha fatto?! Sempre a far casino!_

_Non c’è molto che possa dire, visto che non ho ancora incontrato Hikaru._ rispose Aeris chiudendo i discorsi _Forse però c’è ancora speranza. Se Sephiroth non è riuscito del tutto a renderla schiava del suo odio, forse posso aiutarla a reggere l’impatto con la Terra Promessa_

_Va bene, ne ho sentite abbastanza_ tagliò corto Cid, impugnando la Venus Gospel e indossando la tenuta da pilota _Andiamo a combattere sta ***** di guerra: prima andiamo prima troveremo mia nipote!_

Gli altri tre annuirono e la riunione finì lì. Solo Cait Sith cercava invano di sbracciarsi mentre tutti gli altri si equipaggiavano per la battaglia.

_Ehi.. scusate.. c’è ancora la terza cosa che dovevo dir.._

Si fermò quando ricevette in faccia un cuscino, scaraventato lontano da Tifa che stava rifacendo i letti. Quando riuscì finalmente a riavere un briciolo di attenzione da parte di tutti, notò che erano già pronti per andare in combattimento.

_..oh.. volevo dirvi che.. il generale ha anticipato la partenza.. vi aspetta nella sala principale dello Shera praticamente… tra cinque minuti!_

_Perfetto!_ esclamò Cid, sputando il secondo mozzicone di sigaretta che aveva fumato durante i preparativi _Muoviamo il ****!!_


...​

_…per cui voi mi state dicendo che il nostro vero nemico non è l’Esercito del Governatore Planetario ma.. un guerriero di nome Sephiroth?_

_Esatto Reynar. Ma a dire il vero la questione è più complicata_ affermò Hikaru, al termine del suo lungo racconto. Il Paladino scostò una delle lunghe tende che coprivano la finestra della sua stanza e guardò il Palazzo Confederato, di cui lui aveva sempre potuto godere una vista privilegiata.

_Complicata?_ aggiunse _Già è molto difficile credere a tutto quello che hai detto fino ad adesso.._

_Ciò che sai finora è tutto quello che sa anche Nova_ rispose Hikaru _Ma c’è un’altra cosa che non vi ho detto. Non l’ho mai detta a nessuno, quindi credo che non ci sia nessuno al di fuori di me che lo sa…_

_Forse Sephiroth_ intervenne l’ex comandante Paladini _Visto che ha sempre saputo più di tutti, forse lo sa anche lui_

Hikaru fece un grande sospiro, poi si decise a rivelare finalmente il punto fondamentale a non solo una, ma due persone, entrambe sufficientemente carismatiche e autorevoli da poter arrivare a costringerla a fare ciò che lei non aveva ancora deciso se fare o meno.

_La Terra Promessa.. sta arrivando. La Luce continua a crescere esponenzialmente dentro di me ogni minuto che passa. E’ la stessa luce che ha disintegrato Jenova.. solo che.._

Sia Reynar che Nova rimasero in silenzio. Si poteva dire che stessero pendendo dalle sue labbra, nel vero senso della parola; dalla loro grande attenzione Hikaru poteva capire che quasi sicuramente l’ avrebbero creduta, non che in effetti sarebbe cambiato qualcosa. Se non altro poteva essere certa di non essere cacciata in galera di nuovo; quindi fece un altro grande sospiro e concluse:

_..vi sembrerà impossibile, ma io non ho il controllo sulla Luce_

_Che c..?_ Nova si morse la lingua. Non c’era bisogno di invitare a nuove spiegazioni, sarebbero arrivate comunque.

_La Luce della Terra Promessa è il Potere degli Antichi. Io sono in grado di evocarne e utilizzarne solo una piccola parte, ma l'enorme potenza nella sua pienezza è troppa per essere contenuta_

_Tu controlli la luce con quelle litanie che Nova dice di averti sentito pronunciare?_ chiese Reynar

_Sì, ma non le ho mai imparate né saprei ripeterne una adesso. Mi vengono spontanee, quando l’istinto mi porta a farlo. Una volta si manifestava con le fiamme, adesso utilizzo la luce. Il problema grave è che la Luce continua a crescere, e presto uscirà definitivamente dal mio controllo._

_Vuoi dire che.._

_Voglio dire che quando non riuscirò più a trattenerla la Luce distruggerà tutto ciò che trova sul suo cammino. Questo mondo farà la fine di Jenova_ concluse Hikaru _A meno che.._ e qui arrivò la parte veramente difficile da dire _..a meno che.. non provi a fermarla_

_Ne saresti in grado?! Hai detto tu stessa che non puoi controllarla!_ esclamò Reynar

_Controllarla nel senso di contenerla, no. Ma plasmarla forse è possibile; probabilmente richiederà uno sforzo a cui non reggerò, ma potrei fare il tentativo di ricostituire il ponte originale che era rappresentato dal mio cuore. Così il Pianeta troverà la Terra Promessa e la sua Luce verrà incanalata nel Lifestream, dove si fonderà e nascerà la nuova terra di gloria e felicità eterna._

_Aspetta, non ho ben capito.. quindi tu potresti in effetti cercare di opporti a questa energia che dovrebbe essere nata per il nostro bene e ora è la nostra più grande minaccia?!_

Hikaru annuì a Reynar, confermandogli come avesse esattamente capito il succo della faccenda.

_Bisogna considerare_ intervenne Nova, prima che il suo ex-secondo potesse continuare a dire alcunchè _che questa ipotesi di opposizione provocherebbe effetti devastanti su Hikaru. Oltretutto non è sicura di farcela, quindi..._

Reynar guardò la ragazza che stava parlando come se avesse visto una pazza

_Quindi cosa?! Ma siamo matti?!? Vogliamo radere al suolo il Pianeta perchè 'non è sicura di farcela'?!? Non importa se funzionerà o no, bisogna tentarci a tutti i costi!! Ne va della sorte di tutti!!_

Hikaru rimase in silenzio, colpita esattamente dove il suo orgoglio si aspettava. Stava per rispondere scatenando l'odio che provava per il Pianeta, spietato esecutore ai suoi danni, quando Nova intervenì violentemente

_BISOGNA TENTARCI A TUTTI I COSTI?! Ah sì, perchè sarai tu a rimetterci la vita in caso le cose andassero male, non è vero?!_

Hikaru osservò con stupore l'ex paladina, che era così rabbiosa da essere diventata rossa come i suoi capelli; con un tono autoritario e carismatico degno del suo rango, Nova finì il discorso

_Non spetta a noi decidere cosa deve fare questa ragazza. Ciò che possiamo fare è decidere per noi stessi, e sappi che sarò disposta a morire prima di vedere questo Pianeta condannato. Immagino che anche tu farai lo stesso, spero almeno; ad ogni modo sei libero di fare ciò che credi. Ma sappi due cose: primo, non obbligherai Hikaru a fare qualcosa se lei non vuole farlo. E secondo.._

Fece una pausa, durante la quale vide un luccichio negli occhi della ragazza che stava proteggendo; un luccichio che, avrebbe potuto scommetterci le sue palle -semmai le avesse avute-, erano lacrime. Poi tornò a puntare lo sguardo verso Reynar e concluse definitivamente la minaccia

_...se decidi di ostacolare me o lei, mi avrai come nemica giurata fino a quando avrò respiro. Sono stata chiara?!_

_Chiarissima_ rispose Reynar con tono anonimo _Beh, non credo di avere molta scelta_ aggiunse, poi si diresse verso la porta della stanza ed impugnò la spada, facendo sussultare entrambe le ragazze. Si avvicinò minaccioso a Nova, dopodichè sorprese tutti inginocchiandosi di fronte a lei.

_Sono con te, comandante!_

_Benissimo, sono felice di questa decisione_ rispose Nova, con un sospiro di sollievo; poi lo fece rialzare ed entrambi i Paladini si voltarono verso una sempre più imbarazzata Hikaru. Guardarono verso la ragazza, che era rimasta immobile e senza parole, quindi affermarono insieme

_Noi.. siamo pronti!_

Fine LVIII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Tempo scaduto

Ci furono un paio di minuti di silenzio, durante i quali Nova e Reynar attesero che la ragazza davanti a loro dicesse qualcosa. Hikaru era stranamente immobile, con indosso la scintillante armatura degli Antichi; sembrava stesse pensando a qualcosa d'altro, ma a guardarla meglio Nova capì che c'era qualcosa che non andava.

_Hey, va tutto bene?_ chiese la Paladina

Hikaru non rispose, confermando come in effetti non ci fosse niente che stava andando bene.
La ragazza aveva gli occhi semiaperti, ma lo sguardo era perso nel vuoto; non rispondeva nulla e respirava profondamente, come quando aveva sconfitto Jenova.

_Guarda la sua armatura..._ fece notare Reynar _Sta brillando_

Nova guardò meglio e notò in effetti che la corazza che rivestiva Hikaru stava in effetti brillando flebilmente, a intervalli regolari.

_Pensi che.. sia colpa della Luce?_

_Potrebbe darsi, visto che ci ha detto che stava crescendo in lei e doveva cercare di controllarla._

_Questo spiegherebbe perchè è caduta in trance_ commentò Nova, muovendo vistosamente una mano a un millimetro dagli occhi di Hikaru senza ricevere risposte _Il problema è.. cosa facciamo adesso?_

Reynar considerò la cosa, con le braccia incrociate. Guardò la sua comandante e rispose

_Bisognerà interrompere la trance.. anche con la forza se necessario_

_Interrompere?! Ma se sta cercando di contrastare la forza che le irrompe dentro e noi la svegliamo non.. avrà brutte conseguenze?_

_E' un rischio. Però non mi sembra che stia troppo bene adesso. Anzi, sta peggiorando_

Nova riguardò Hikaru, che ebbe proprio in quel momento una distorsione dell'equilibrio e per poco non collassava sotto il peso della sua stessa armatura. Proprio quella corazza luminescente ormai a tratti era l'unica espressione di ciò che stava succedendo nell'anima della ragazza, ma rimaneva oscuro a tutto il resto del Pianeta.
Due secondi dopo Hikaru manifestò non un mancamento, ma un vero e proprio crollo improvviso, che la fece cadere come un sacco di patate a terra, per una volta senza avere nessuno che la potesse sorreggere per tempo.
La reazione dei due Paladini davanti a lei non fu molto differente; entrambi si avventarono sul corpo apparentemente senza forze di Hikaru per prestare soccorso. Mentre Nova cercava di verificare le condizioni fondamentali della ragazza, come il respiro e il battito cardiaco, Reynar estrasse una sfera traslucida di Materia verde e senza aspettare un secondo l'attivò.
La luce magica partì subito, una nebbiolina mistica avvolse Hikaru e venne rapidamente assorbita nel suo petto; non ebbe però gli effetti sperati. Al contrario appena la materia fu attivata la ragazza al suolo ebbe quattro sussulti innaturali molto potenti, riuscì anche a cacciare tre urli e iniziò a sprigionare un preoccupante fumo grigiastro da sotto l'armatura

_REYNAR! Che diavolo hai fatto?!_ gridò Nova

_Io.. io.. era.. l'unica materia che avevo.. il Restore.. non te lo ricordi più, me l'hai regalata tu per.._

_DISATTIVALA SUBITOO!!!!!!_

I riflessi di Reynar percepirono il comando di Nova molto prima che lui potesse rendersene conto; la luce verde si spense e quasi contemporaneamente il fumo grigiastro smise di formarsi. Anche Hikaru si fermò, lasciandosi sdraiare sul braccio di Nova che la sorreggeva.

_Evidentemente la Materia le fa peggio_ affermò la Comandante de Paladini, giusto un istante prima che Hikaru si svegliasse. Fu improvviso, come era caduta in trance e crollata fisicamente, così riaprì gli occhi di colpo e guardò il viso di Nova, a un centimetro dai suoi occhi.

_Abbiamo un problema_ affermò con voce normale, come se non fosse mai caduta in trance

_Solo uno?!?_ rispose Nova _Sei appena croll…_

_No, non è quello. Ne abbiamo uno molto più grande_

_E sarebbe?_ chiese Reynar, dopo aver rimesso via la Materia Restore

_Stanno arrivando_

_Chi?_

_L’Esercito Planetario. Stanno per attaccare questa città_

_Ma non avevi detto che tuo pa..cioè il Governatore era morto? Chi combatte ancora?_ chiese Nova

_..mio padre non era solo purtroppo ad avere deliri di onnipotenza. Dopo la sua morte e con la mia scomparsa, uno dei suoi generali deve aver preso il comando.. e ora sta per sferrare l’attacco definitivo_

_Non è possibile_ affermò Reynar _il Monarca Supremo ha firmato una tregua formale con l’emissario dell’Esercito non più di due giorni fa. La guerra non è finita, ma siamo in periodo di non aggressione. Non oserà tanto!_

_Lo farà invece._ rispose Hikaru iniziando ad agitarsi _Presto, non abbiamo tanto tempo! Bisogna avvertire tutti di preparare una difesa, o le morti innocenti saranno migliaia!!_

_Il Monarca non mi crederà mai_ si difese Reynar _Anche se gli dico che ci stanno attaccando, non accetterà di riprendere le armi tanto facilmente!_

_Se non a te, forse crederà a me_ concluse Nova

_Non ne sono sicuro. Il Monarca è al corrente delle tue azioni, ed essere passata al fianco di Hikaru ti ha già fatto decadere nel rango dei traditori. Se ti vede potrebbe emettere una condanna a morte senza processo_ spiegò il suo secondo _Naturalmente questo vale anche per me d’ora in poi, ma io ho il vantaggio che il Monarca ancora non lo sa_

_Smettetela di parlare!! Dobbiamo avvertire tutti!!!_ gridò Hikaru, con le lacrime agli occhi _Dobbiamo farlo subito, o sarà troppo tardi!! Se non troveranno resistenza.. sfonderanno non solo gli edifici militari e politici, ne andranno di mezzo tutti!!! Anche i civili, TUTTI, capite?!?_

_Ma… va bene. Quanto tempo abbiamo?_ si arrese Reynar

Prima che Hikaru potesse rispondere, un lampo illuminò l’Armatura degli Antichi e la ragazza cacciò un grido; un istante dopo la figura di Sephiroth, sempre identica con gli stessi abiti e la Masamune perennemente nella mano sinistra, comparve dal nulla e rispose alla domanda del Paladino
_La mia discepola ha ragione. Ma non ci sono modi per fermare il destino. Sarà un bagno di sangue_

_La tua COSA?!_ esclamò Hikaru, mettendo mano alla spada istintivamente

_Molto bene, sì. Non mi ero sbagliato. Sei cresciuta proprio bene, ragazza. La Madre aveva visto giusto nel testare il tuo potere, anche se purtroppo ha perso_

_Cosa vuoi Sephiroth?!_ gridò Nova, aggiungendosi a Hikaru nell’estrarre le armi _Hai detto tu stesso che Jenova è stata sconfitta. Il tuo potere è stato vinto, vattene!_

_Io ho detto che la Madre ha perso, non che è stata sconfitta_ puntualizzò Sephiroth _Perché IO sono l’unica eredità di Jenova, tutto ciò che ha fatto l’ha fatto per me_

_..o meglio, sei stato tu a farglielo fare. La controllavi fin dall’inizio_ precisò Hikaru, che dava l’impressione di saperla lunga in merito, grazie alla saggezza degli Antichi che permeava nel suo corpo

_Sì, questo è un altro possibile punto di vista_ ribattè l’ex eroe ShinRa, facendo sfoggio ancora una volta della sua singola ala nera _Ma vedi, come ti ho già detto tanto tempo fa e continuo a ripetere.. la guerra è.._

_Sì, sì lo so. “La guerra è guerra”_ completò Hikaru, ora decisamente scocciata da quei discorsi semifilosofici che stavano avendo come unico effetto quello di far perdere ulteriore tempo per salvare vite innocenti. Sephiroth rispose con un sorriso

_Ah, vedi. Alla fine i miei insegnamenti ti sono serviti e sei diventata potente_

_Attenta_ intervenì Reynar da dietro le spalle di Hikaru e rivolgendosi proprio a lei _Non fare il suo gioco _

_Che cosa?_ chiese Hikaru, voltandosi stupita

_Da ciò che mi hai detto costui è molto potente, e la sua arma migliore è l’inganno_ spiegò il Paladino _Ti sta provocando, è evidente_

_Non sei diventato mio secondo per niente_ ammise Nova con una punta d’orgoglio, ma con una evidente rabbia per non aver decifrato la situazione come aveva invece fatto Reynar. Probabilmente lei si stava facendo trasportare troppo dalle emozioni e non riusciva a leggere gli eventi come avrebbe dovuto, secondo i suoi insegnamenti marziali, ovvero con la massima imparzialità. Se non fosse stato per il Paladino di qualche anno più grande di lei ma inferiore tatticamente –almeno qualche tempo prima -, anche Nova sarebbe finita nella trappola di Sephiroth

_Io non provoco. Io dico semplicemente la verità_ affermò l’angelo monoala puntando contro Hikaru la lunga Masamune _Tu sei diventata molto più potente di quando ti ho incontrata la prima volta. E adesso stai per decidere di intervenire di persona_

_La cosa non ti riguarda_ minacciò Hikaru, rispondendo alla Masamune con la propria spada fiammeggiante

_Hai abbastanza torto in questo_ rispose Sephiroth _Ma se questo è ciò che desideri, non interverrò. Mi limiterò solo ad osservare ciò che farai… da lontano_

_No. Tu finisci la tua esistenza subito _ esclamò Hikaru, pronta ad attaccare

_Ohoh.. cosa vuoi fare, vuoi batterti con me? Non credo che tu ne abbia il tempo…_ sogghignò l’eroe ShinRa _Guarda_

I presenti seguirono con lo sguardo la direzione indicata dalla Masamune, che era puntata verso la finestra. All’orizzonte, al di là delle sei torri del Palazzo Confederato, un immenso sciame di punti neri si avvicinava rapidamente; era come se miliardi e miliardi di mosche avessero deciso di unirsi e convergere verso la capitale di Wutai, solo che non erano esattamente insetti.

_NO!!_ gridò Hikaru _Stanno arrivando!!_

_Cosa.. sono quelli?_ chiese Reynar

_Non voglio perdermi neanche un secondo di questo spettacolo_ continuò Sephiroth, ignorando la domanda _Vi aspetto là, in prima linea!_

Con riflessi degni di un vero figlio di Jenova si gettò contro la vetrata, mandandola in mille pezzi, e si dileguò rapido nell’aria.

_Cosa facciamo?_ esclamò Nova con una punta di apprensione

_Non c’è tempo di radunare tutte le difese_ fece notare Reynar

Hikaru si voltò di scatto, con una leggera aura luminosa che rendeva i suoi contorni traslucidi

_Non perdere altro tempo. Andate e organizzatele. Intanto io penserò al resto!_

_Al.. resto?_ chiese Nova

Hikaru non rispose con parole. Si avvicinò alla finestra squarciata da Sephiroth e saltò nel vuoto, per andare incontro alla guerra.
Fine LIX episodio
 
Top