Varie Il Ritorno degli Antichi

Doomrider

Guerriero della Luce
Fine di un sogno

Locke rimase abbracciato a Hikaru per un periodo indefinito, che venne interrotto solo quando le forze del Governatore Planetario –ormai riorganizzate- iniziarono a farsi sentire. Per fortuna la Torre Est era la più alta del palazzo e l’unico accesso plausibile erano le lunghe scalinate, ora bloccate dalle macerie. Naturalmente le guardie avrebbero potuto fare come Locke e raggiungere la sommità scalando la liscia parete con un rampino, ma quell’azione avrebbe richiesto un’abilità al di sopra della media. Nessuna guardia regolare ci sarebbe potuta riuscire, per cui il padre di Hikaru risolse la questione nella maniera più drastica possibile: se i suoi uomini non potevano salire, sarebbe stata sua figlia a scendere. Nonostante i vani tentativi della servitù e della moglie di dissuaderlo, diede ordine di abbattere la torre fin dalle fondamenta: ciò che rimaneva ancora integro sarebbe collassato e avrebbero potuto poi recuperare Hikaru –o ciò che ne restava- nelle macerie.
Il Governatore non pensava minimamente che quell’inferno fosse stato scatenato da sua figlia, piuttosto tendeva a dare la colpa a Ryevniz: nonostante fu trovato già morto dopo l’impatto le guardie lo decapitarono sul posto, come esecuzione sommaria – quanto inutile – per aver incendiato la Torre.
Per eseguire l’ordine nel minore tempo possibile, le guardie portarono un ariete e con esso cominciarono a colpire sempre più forte la base della torre; l’intera struttura, già messa a dura prova dalle esplosioni di Hikaru, tremò violentemente. Locke se ne accorse subito e fu costretto a lasciare l’abbraccio per trovare una soluzione. Nessuno si era accorto di lui, mentre Hikaru era ancora priva di sensi; tuttavia non poteva neanche tentare una discesa, perché le guardie l’avrebbero sicuramente notato e l’avrebbero abbattuto come una foglia secca che cade da un albero.
Nel frattempo però la torre tremava pericolosamente, lasciando intuire che non c’era molto tempo a disposizione.

_E che diavolo! Lasciatemi riflettere almeno.. razza di guardie vigliacche!_

C’era poco di cui riflettere: erano in trappola. Locke cercò di verificare la condizione delle scale, per vedere se fosse possibile in qualche modo aggirare le macerie. La risposta fu ovviamente negativa, ma spostandosi il ragazzo potè sentire i discorsi che stavano avvenendo molti metri più in basso. Il Governatore Planetario in persona stava supervisionando le operazioni delle guardie e incitava ad ogni colpo

_AVANTI!! MUOVETEVI!! Tirate giù questa dannata torre, ORA!! O userò voi come ariete!!_

Improvvisamente una voce nuova si fece sentire.

_Ma porca @#£$%, che diavolo sta succedendo qua?! Dico sei impazzito?!?_

_Papà? Cosa ci fai qua?!_

_Cosa ci faccio? Ti prendo a legnate, gran testa di c***o!!! Cosa fai, ti sei stufato di giocare al monarca assoluto e sfoghi le tue frustrazioni sul tuo palazzo adesso?!_

_Cid Highwind, stammi bene a sentire. Il fatto che tu sia mio padre ti consente di essere ancora libero e non ancora gettato nelle prigioni più profonde. Ma sappi che non avrò molta pazienza. Vattene prima che la perda del tutto._

_VATTENE?!? @#£$&, $&! E ANCHE $%”£ !! Io sono sempre tuo padre, mi devi rispetto! O quanto è vero che mi chiamo Cid, ti spacco il tuo stesso trono sulla schiena, hai capito?! E adesso vuoi spiegarmi perché stai abbattendo il tuo palazzo? La ***** nella tua testa ha raggiunto il punto di fusione?!_

Locke sentì anche una voce femminile aggiungersi ai due, mentre lottava contro le forti vibrazioni che scuotevano ancora la torre per rimanere in equilibrio.

_Oh, signor Highwind!! Meno male che è arrivato! Lo fermi la prego, suo figlio vuole abbattere la torre perché Hikaru è la sopra!_

_CLAIRE, aggiungi una sola parola e ti faccio condannare a morte per alto tradimento! SPARISCI!!_

Cid rimase incredulo, così tanto da farsi cadere la sigaretta che aveva perennemente in bocca.

_Cosa, COSA?! Tu stai abbattendo la torre su cui c’è Hikaru?! Ma dico, la ***** nella tua testa non solo ha raggiunto il punto di fusione, ma sta anche straripando!! Vuoi che tua figlia crepi?_

_Taci, padre rimbambito. Hikaru è mia figlia, e decido io della sua vita o della sua morte. Come più mi aggrada. Avanti, guardie, continuate!!_

_Ma che c… con questa le ho proprio sentite TUTTE!_ Cid impugnò la Venus Gospel, la sua fedele lancia che ora gli serviva più da bastone che da arma, e la puntò contro suo figlio.

_Ordina a quelle ***** di guardie di smettere, o giuro su tua madre Shera che ti ammazzo prima io!_

_Non.. non lo faresti mai_ commentò con un filo di voce il Governatore. Faceva la voce grossa, ma in fondo era un codardo.

_Stronzate! L’hai fatto tu il discorso per cui il genitore decide della vita o della morte dei figli. E io farò con te quello che stai facendo con mia nipote! Dì. Alle. Guardie. Di. Fermarsi. ADESSO!!!_

Cid puntò la Venus Gospel sempre più vicino alla gola di suo figlio, il quale non potè fare nulla se non ubbidire e far fermare il folle assalto.
Locke sentì tutto e ringraziò il nonno di Hikaru per avergli regalato ancora del tempo prezioso. Ora non aveva altre possibilità: l’unico modo per scendere da quella stramaledetta torre era sbloccare il passaggio delle macerie. Si sarebbero ficcati nella bocca del lupo, in mezzo alle guardie del Governatore, ma lì avrebbero potuto combattere. Locke si voltò verso la ragazza fonte di tutti i problemi: certo, sarebbe stato tutto più semplice se fossero comparse quelle simpatiche fiamme a loro difesa. Ma naturalmente queste cose succedevano solo nelle storie inventate, per cui il cacciatore di taglie si diede una mossa e iniziò a spostare i primi pezzi di pietra. Appena ebbe cominciato, potè sentire che anche dal basso avevano cominciato a liberare la strada: era sempre Cid, che dopo aver ridotto al silenzio suo figlio, stava facendo del suo meglio per liberare la nipote.
Siccome le scale salivano quasi a chiocciola il compito non fu facile, ma dopo una buona mezzora i due riuscirono a generare un piccolo pertugio buio. Cid puntò una torcia portatile, che faceva parte del suo equipaggiamento di base, in quel buco e vide la faccia di Locke, che invece stava cercando di intravedere qualcosa nel buio pesto in quello che per lui era un pozzo verticale.

_E tu chi ***** sei?!_ fu la comprensibile domanda dell’ex pilota

_Ehm.. sono Locke, un.. professionista_ rispose il ragazzo, abbagliato dalla luce

_Ah bene. Io sono Cid Highwind. Hikaru è lì con te?_

Il ragazzo si voltò, osservò la ragazza svenuta a qualche metro di distanza e rispose

_Sì, ma ha perso i sensi_

_Cosa?! Oh *****, e adesso come la tiriamo fuori da lì?! Senti, ragazzo. Dobbiamo far saltare per aria sta ***** e far scivolare lentamente Hikaru dall’alto_

_Sa, mi piacerebbe tanto.. ma credo che la strada che abbiamo liberato sia troppo stretta_

_Lo so, ragazzo, che ***** credi! Per quello che ho detto che dobbiamo farla saltare in aria! Adesso stai indietro!_ Locke sentì dei rumori sinistri, mentre Cid trafficava con qualcosa che aveva fra le mani.

_Cosa?_

_CORRI, allontanati e porta Hikaru nel posto più lontano dalle scale!_

Un rumore come di miccia accesa fece capire a Locke quale fosse il piano di Cid, per cui il ragazzo scattò via più veloce che potè e prese Hikaru sulle spalle. Arrivò fino al limite estremo del perimetro della Torre, a strapiombo sul vuoto.
La costruzione fu investita da una nuova serie di vibrazioni, mentre l’intera scalinata crollava per merito della dinamite posta da Cid. L’ex pilota non aveva perduto le sue capacità ingegneristiche, probabilmente era l’unico sul Pianeta a poter raggiungere un risultato simile: aveva calcolato quasi al millimetro la posizione della dinamite e la quantità di esplosivo da usare in modo da liberare il passaggio senza compromettere troppo la stabilità della torre. Quando si fu alzato il polverone, Locke si avvicinò al buco, ora diventata una voragine, e guardò sotto. Sebbene non vide nulla, Cid stava osservando il suo operato molto soddisfatto, accendendosi una sigaretta.

_Fatto_ gli sentì dire _Ehi. Voi due là sopra, state bene?_

_Sì, grazie. Adesso possiamo scendere!_

Locke estrasse dal mantello il rampino, lo stesso che gli aveva permesso di scalare la torre, e lo fissò il più saldamente possibile ad una grossa pietra sul bordo del baratro. La scala era scomparsa, ma le mura esterne erano rimaste quasi intatte.

_Sbrigatevi, che questa struttura del **** non reggerà per molto!_ sentì dire da Cid qualche decina di metri più in basso. L’ex pilota era sull’ultimo gradino rimasto integro dopo la sua esplosione controllata, ma era ancora in una posizione decisamente elevata: non sarebbe stato un problema, se Hikaru e Locke fossero arrivati lì poi sarebbero scesi comodamente lungo le scale.
Il ragazzo legò con l’ultimo pezzo di corda rimastogli Hikaru alle sue spalle, in modo che non cadesse, e iniziò la discesa. Era un compito molto più difficile di quello che aveva fatto precedentemente, non solo perché aveva una ragazza sulle spalle, ma anche perché mentre scendeva la Torre riprese a tremare violentemente. Locke sentì Cid sotto di lui lasciar cadere la propria lancia e imprecare, mentre esponeva la domanda a cui anche lui avrebbe voluto una risposta

_Che £)%$= sta succedendo?!_

Un’altra voce riecheggiò nella Torre, o meglio nella sua parte ancora integra.

_Mi dispiace papà. Hai avuto la tua occasione e l’hai sprecata. Adesso finirai come tua nipote! Guardie. ABBATTETE QUESTA TORRE!!_

_COSA?! Brutta ***** schifosa infame, se ti prendo ti faccio rimangiare quel dannatissimo momento in cui Shera ti ha tirato fuori e messo al mondo!! Tu non sei più mio figlio, sei solo un pezzo di schifosa materia organica anfibia comunemente detta *****!_

Mentre Cid si lasciava andare a queste esternazioni e altre per nulla carine, Locke cercò di accelerare il più possibile la discesa. La dinamite dell’ex pilota aveva minato sensibilmente l’integrità della struttura, e ad ogni colpo dal basso le mura stavano cedendo sempre di più. Il crollo era vicino.
Un ultimo colpo di ariete fece crollare la parte più alta della torre, che travolse Hikaru e Locke fece perdere la presa di quest’ultimo sulla corda. I due ragazzi caddero nel vuoto per due metri, prima di atterrare su qualcosa di stranamente morbido.

_Che *£$… levati da sopra, per tutte le Summon che mai possano devastare il Pianeta!_

Locke si spostò, dopo essersi ripreso dallo spavento della caduta e vide di essere precipitato proprio addosso a Cid. Hikaru invece era finita contro i duri scalini, allontanando la possibilità che riprendesse i sensi a breve.

_Ehm.. Piacere, sono Locke. Come vede ho portato giù Hikaru.._

_Bravo, bravo. Ma adesso non c’è tempo_ esclamò Cid, mentre un altro colpo tremendo faceva crollare un altro pezzo di torre _Dobbiamo scendere fino alla base, quel disgraziato di mio figlio vuole ammazzarci tutti!_

Locke rimase interdetto. Suo… figlio? Possibile che il vecchio che aveva davanti potesse veramente essere il padre del Governatore Planetario?

_Avanti, prendi mia nipote e muoviamo le chiappe. Non abbiamo più tempo!_ lo incitò Cid, dopodiché iniziò la discesa. Locke recuperò Hikaru e lo seguì; arrancarono il più velocemente possibile, nonostante ogni colpo di ariete devastasse sempre di più la torre.

_Avanti, avanti *****! Ancora due giri e ci siamo!!_ esclamò Cid

Tuttavia la Torre aveva raggiunto il limite massimo di resistenza ai colpi. L’ultimo, definitivo colpo alla base superò la resistenza e l’intera colonna di pietra collassò su se stessa.
Cid guardò verso l’alto, mentre le pareti si chiudevano su di lui, guardò Locke e sua nipote Hikaru e lanciò un’ultima bestemmia, prima che la torre gli crollasse addosso.
A qualche metro di distanza, nel centro del cortile interno, il Governatore osservò la distruzione di una parte del suo palazzo con un sorriso beffardo. L’intera servitù, seminascosta dietro le finestre delle altre ali del palazzo per non farsi vedere, ebbe un fremito di disperazione; anche le guardie lasciarono andare l’ariete e si guardarono smarrite, chiedendosi cosa avevano fatto e soprattutto perché. Claire, che era rimasta nel cortile dopo l’intervento di Cid, si lasciò scappare un “NO!”, per poi coprirsi la bocca con le mani.
Il Governatore la sentì, ma orgoglioso di aver raggiunto la sua vittoria personale non si adirò con lei.

_No? Oh SI invece!! Papà, questo è quello che ti meriti per esserti messo contro di me. E Hikaru ha finito di essere un problema. Ora posso occuparmi della guerra._

Quindi si voltò e si rivolse alle guardie, che si guardavano sempre più spaventate e inorridite dall’aver condannato a morte due innocenti.

_Quando la polvere si sarà abbassata, rimuovete le macerie e riparate il danno alle mura. Cercate fra le macerie i corpi di Hikaru e di mio padre, quindi dateli in pasto ai cani. E che tutti ricordino quello che è successo oggi:per chi disubbidisce questa sarà la punizione!!_

Detto questo se ne andò, ridendo sguaiatamente in direzione delle stalle.
Quando se ne fu andato Claire si avvicinò all’aiuola del giardino, prese qualcosa e camminò fino a dove prima c’era la Torre Est, tenendo in mano un piccolo fiore. Con una lacrima lo depose in mezzo alle macerie, dopodiché si tirò indietro e permise alle guardie di fare il loro dovere.

Fine VIII episodio​
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Un nuovo obiettivo

Lentamente una ragazza aprì gli occhi; di fronte a lei vide gli occhi castani di un ragazzo che la stava guardando preoccupata. Poco distante un uomo sulla sessantina, forse anche settantina, biondo come il ragazzo ma con gli occhi azzurri, la stava fissando.

_Hikaru, tutto bene?_ le disse il ragazzo. Prima che potesse rispondere l’uomo in piedi dietro sputò per terra la sua cicca, si accese una sigaretta e aggiunse

_Cazzo, nipote! Ti sei messa veramente nella ***** per bene, non c’è che dire! Devi aver preso da tuo nonno.. _

La ragazza dai capelli rossi si mise seduta, cercando di ricordare cosa fosse successo. Lei, Locke e Cid si trovavano vivi per miracolo, in quello che sembrava essere un cratere naturale che li aveva accolti e protetti dal crollo della Torre in cui si trovavano. Sopra di loro un impenetrabile cumulo di pietre, detriti e pezzi di metallo; la debole luce della torcia di Cid rischiarava

_Nonno? Come siamo finiti qui? Locke, allora non mi hai tradito!_

Locke guardò per terra imbarazzato, mentre Cid proseguì a fumare.

_Meglio che lasciamo perdere questo discorso_ commentò l’ex pilota

Hikaru guardò il nonno con aria interrogativa

_Mi ha raccontato tutto, ma forse è meglio che te lo racconti lui con calma. Piuttosto, penso che dobbiamo ringraziarti cara._

la ragazza scrutò il nonno con aria ancora più interrogativa

_Sì, è per merito tuo che siamo scampati al crollo.._ aggiunse Locke _Ma forse è meglio che…_

_Forza ragazzo_ lo incitò Cid _Racconta la verità. Se non ti ho ucciso io non lo farà neanche lei. Forse._

Hikaru rimaneva in attesa, seduta contro la pietra che le faceva da cuscino. Locke era abbastanza imbarazzato, non era mai capitato in una situazione del genere prima e non pensava gli potesse mai succedere. Cercò di farsi coraggio: in fondo l’aveva pugnalata alle spalle, ma era anche intervenuto per salvarle la vita.. forse non era stato così infame.
Le raccontò tutto d’un fiato, senza fermarsi; Hikaru ascoltò tutto con estremo interesse, ma Locke andava così veloce da non permetterle di mostrare i suoi pensieri ad ogni notizia. La cosa che la stupì di più comunque era di come aveva reagito con Ryevniz e l’esplosione devastante dei suoi poteri… oltre al fatto che Locke si potesse rivelare così infido, ma questo passò in secondo piano.
Alla fine del racconto Cid, che si era ampiamente stancato di sentire una storia che sapeva già, si sarebbe addormentato se solo non fosse preoccupato per la nipote: la questione del veleno non del tutto neutralizzato lo stava facendo pensare, e non poco. Hikaru dal canto suo non mostrava segni di intossicazione, semplicemente era seduta e stava ancora ascoltando il racconto interminabile di Locke; in effetti ora avrebbe dovuto essere nella terza fase del veleno, in cui non avrebbe dovuto avere volontà. Invece sembrava essere la solita Hikaru di tutti i giorni, anche se questo Cid non se lo riusciva a spiegare. Locke era arrivato al punto di spiegare che quando la torre era collassata, uno scudo di fiamme improvviso era scaturito da Hikaru e aveva avvolto lei, lui e Cid. Durante il crollo questo scudo li aveva protetti, ma contemporaneamente aveva scavato un cratere, lo stesso cratere in cui si trovavano in quel momento, esattamente come una meteora.
Quando il cacciatore di taglie – finalmente- ebbe finito, la ragazza si alzò in piedi e disse innocentemente

_Bene. Allora, adesso che facciamo?_

_Cosa?_ chiese Locke _D..dopo tutto quello che ti ho detto tutto ciò che hai da dire è “Adesso che facciamo”?!!_

Hikaru lo guardò negli occhi.

_Cosa vuoi che faccia, che ti perseguiti fino al resto dei tuoi giorni come farebbe mio padre? Ah no. Non se ne parla neanche_

_Brava nipote!_ esclamò Cid, quando sentì parlare Hikaru in un modo che fugò tutti i dubbi sul suo possibile soggiogamento mentale _Così si parla!_

_Grazie nonno_ rispose la ragazza _Ma.. come facciamo a uscire di qua adesso?_

_Davvero vuoi uscire da qui?_ chiese Cid _Io non lo farei. Sopra di qua ci sono le guardie di quel disgraziato di tuo padre_

Una fiammata improvvisa attraversò l’aria intorno a Hikaru. Sembrava essere la prima volta che la ragazza era riuscita a evocarla di sua spontanea volontà.

_Io non ho un padre_

_che cosa?_ chiese Locke, che stava diventando un po’ confuso _Ma scusa, il Governatore Skyfire.._

Una lancia di fiamme gli sfiorò la guancia, mentre Hikaru con un braccio proteso verso di lui confermava la sua affermazione. Una luce diversa ora sembrava brillare nei suoi occhi; sembrava molto più matura e potente di quanto lo era prima.

_Io non ho un padre_ ripetè _E non sono più Hikaru Skyfire. D’ora in poi io sarò Hikaru Highwind, come mio nonno!!_

_OTTIMO nipote! Adesso basta però o mi farai venire da piangere!_ Cid disse questa frase pieno di orgoglio, ma fece anche in modo che nessuno fosse sufficientemente vicino a lui da notare che stava piangendo sul serio. Con un rapido gesto della mano, che sembrò più un sistemarsi i capelli che un asciugarsi le lacrime, l’ex-pilota esclamò

_Adesso che abbiamo capito che qui dentro tutti hanno le palle…_ si fermò un secondo, perché incrociò lo sguardo contrariato di Hikaru; quindi si corresse _…ok, solo dal punto di vista morale, abbiamo tutti le palle, è ora di andare via da questa ***** di posto!_

_E come?_ chiese Locke _Hai detto che sopra di qui ci sono le guardie di suo pad..cioè del Governatore!_

Cid sorrise

_Ah, lascia fare a me. Il vecchio Cid ha tanti assi nella manica, e una domanda per sua nipote_
Hikaru lo guardò incuriosita, facendo gesto con l’indice della mano destra per chiedere “Ma sono proprio io?”. Cid si avvicinò a lei, la prese per un braccio e la avvicinò alla sua lancia.

_Sei pronta per diventare un guerriero?_

_Un.. guerriero?_ Hikaru lo chiese con tono disgustato. Passi avere dei poteri magici ma.. guerriero proprio non avrebbe mai voluto diventarlo. I guerrieri da sempre portavano la morte, le ferite e la sofferenza; lei non avrebbe mai dovuto diventare una cosa del genere. Mai

_Lo so che preferiresti evitare_ riprese Cid _Ma quel criminale di tuo pad.. W£%&, volevo dire di mio fig…”=£)(%R/!!!!!!!! Insomma quella ***** di uomo ha dichiarato guerra con l’altra metà del mondo, e tutto ciò porterà alla distruzione del Pianeta se non li fermiamo in tempo_

_per.. questo dovrei diventare… un .. guerriero?_ chiese Hikaru

_Boia mondo, nipote! Come c***o pretendi di contrastare delle forze armate fino ai denti senza prendere in mano almeno una fottutissima spada?! E poi non puoi farci un *****, sei stata scelta dagli Spiriti Guida, quindi è il tuo destino cara!_

Hikaru annuì, anche se in cuor suo l’idea di diventare un “guerriero” le faceva venire da vomitare.

_Oh. Allora dovete seguirmi. Usciti da qua, dovremo raggiungere il Cratere Nord_

_Cratere Nord?_ chiese Hikaru, ma Locke pose prima un’altra domanda

_”Dovremo”? Intendi dire che anch’io.._

_Certo che sì_ esclamò Hikaru, rispondendo per suo nonno _Mi hai quasi ammazzata, quindi adesso devi farti perdonare! Quindi seguici e non fare storie!_

Locke sospirò. In fondo gli era ancora andata bene.. e poi così aveva la scusa per monitorare le condizioni di Hikaru e in caso di bisogno somministrarle una nuova dose di antidoto. La sua coscienza in fondo non gli avrebbe permesso di lasciare la ragazza comunque.

_Cos’è il Cratere Nord, nonno?_ chiese poi Hikaru

_Oh, è un posto decisamente lontano da qui. E’ praticamente all’estremità più settentrionale del Pianeta. Là potremo trovare aiuto per il tuo addestramento_

_E tu come.. lo sai?_

_Lascia fare a me, e fidati del tuo vecchio nonno!_ ridacchiò Cid

_Scusate se vi rompo le uova nel paniere_ interruppe Locke _Ma se ho ben capito dobbiamo andare in n posto lontano. Come facciamo a raggiungerlo, visto che tra l’altro siamo in guerra e presumibilmente saremo ricercati?_

Cid imprecò una decina di volte, dopodiché si rivolse verso i due giovani ed affermò

_ò°£$%!!!! Ho detto che dovete fidarvi di me! Il vecchio Cid conosce un paio di trucchetti.. e presto saremo sulla cresta del vento!_
_Ehm.. non si dovrebbe dire.._ commentò Hikaru pensierosa _..”sulla cresta dell’onda”?_

Cid fece un sorriso a trentadue denti.

_No, hai capito benissimo cara. Sulla cresta del vento!_

Fine IX episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Addio a un amico

Era passata ormai una mezzora buona da quando Cid aveva introdotto la nuova missione del neoformato gruppo, eppure nessuno di loro si era ancora mosso.
Hikaru si stava riposando, Locke stava verificando l’integrità del suo equipaggiamento e Cid era in piedi, nella stessa posizione di mezzora prima, a fumare l’ennesima sigaretta. Nessuno si stava apparentemente curando dei rumori che provenivano da una decina di metri sopra di loro, causati dalle guardie che stavano rovistando il più possibile nelle macerie per recuperare i presunti corpi delle vittime del crollo.
Cid aspettò esattamente trentasette minuti di movimenti, dopodiché gettò a terra la sigaretta ed esclamò

_Va bene. Pronti a partire ragazzi!_

Locke stava giusto riponendo l’ultimo set di lame nel mantello, quindi si alzò e disse

_Bene. Dove si va? ..ehi, Hikaru?_

La ragazza era assopita e non aveva sentito nulla. Locke la scosse leggermente e la chiamò di nuovo

_Hikaru..? Dai, dobbiamo andare!_

Lei sbattè gli occhi, per abituarsi alla luce della torcia di Cid. Dopodichè sussurrò una mezza risposta

_..s..sssì.. padrone_

Cid si avvicinò con la Venus Gospel in mano ed esclamò

_Sbaglio o ti ha detto “Sì padrone”?!_

Locke rimase ancora una volta stupito. Non ci voleva proprio una cosa del genere.. che il veleno stesse ancora facendo effetto? Diede uno scossone un pochino più violento alla ragazza, per svegliarla sul serio

_Hikaru! Non dire scemenze!! Andiamo, come stai?_

_Eh..eh! Sto bene.. perché? C’è qualcosa che non va?_

Locke tirò un sospiro di sollievo. Non avrebbe più avuto antidoti da dare, perché nel crollo della torre disgraziatamente gli si ruppero due fiale su due che aveva ancora di scorta. Hikaru non poteva cadere sotto l’influsso del veleno, anzi. Doveva eliminarlo tutto da sola, o sarebbero stati guai.

_No, niente. Andiamo, tuo nonno ci chiama._

Hikaru si alzò in piedi, lentamente. Erano ancora una decina di ore che non mangiava, quindi era nelle stesse condizioni di quando camminava nella foresta.

_Senti.. nonno, non avresti qualcosa da mangiare? Mi.. sento debole_

Cid sputò la cicca che aveva in bocca e tirò un’imprecazione.

_No, boia di un mondo! Ho lasciato tutto a casa, però non è molto lontana da qui. Resisti e avrai da mangiare_

Locke frugò nelle sue tasche e cercò qualcosa. Era sicuro di avere ancora qualcosa di commestibile con sè, e infatti dopo un po’ di ricerca estrasse una mela, ammaccata e ridotta quasi in poltiglia.

_Ecco.. questo è tutto ciò che mi è rimasto.. non sarà un pasto da grand hotel, ma almeno ti farà reggere fino a casa di Cid_

Hikaru ringraziò il ragazzo, che per il momento le si era fatto vicino per sostenerla in caso di cali di pressione improvvisi, e mangiò il frutto. Non aveva per niente un buon sapore, né una consistenza che si poteva definire sana; ma per essere stato un frutto sopravvissuto al crollo di una torre non poteva chiedere di più.
Quando ebbe finito di mangiare, Cid levò la sua lancia e disse

_Andiamo adesso! Stiamo perdendo fin troppo tempo!_

Quindi fece strada. La fioca luce della torcia rischiarava il passo davanti a lui, quindi Locke e Hikaru dovettero seguirlo camminando quasi al buio. Per evitare imprevisti.. spiacevoli, Locke fece andare prima la ragazza e lui chiuse la fila, in modo da averla sempre sott’occhio. Cid li fece camminare per una ventina di minuti, superando strettoie dove le macerie consentivano il passaggio. Quindi si fermarono davanti a una parete di terra.

_E adesso che facciamo?_ chiese Locke

_Ci penso io!_ esclamò Hikaru

_Che diavolo dici nipote? Lascia a me che ho la dinamite!_ esclamò Cid

_no, non è necessaria la dinamite! Se lor gentiluomini mi lasciano spazio.._

Hikaru allargò le braccia, allontanando gentilmente i suoi compagni da lei per farsi lo spazio necessario. Quindi si concentrò, mentre una fiammata si accese intorno al suo braccio destro; la ragazza concentrò il fuoco nel palmo della sua mano, quindi stese il braccio davanti a sé.
Un flusso di fiamme incandescenti si abbattè sulla parete di terra, sviluppando una luce intensissima.

_@à£$ Hikaru! Che @à$% stai facendo?!_
_Sssst, nonno. Non ho ancora finito, un attimo di pazienza!_

Locke e Cid rimasero dietro le spalle di Hikaru, mentre quest’ultima finiva di fondere la terra con il fuoco; quando ebbe finito e tornò il buio, un corridoio sufficientemente largo per passare ora si trovava al posto della parete di terra.

_Lo dovrei avere fatto in salita, così se lo seguiamo dovremmo raggiungere la superficie_
Disse sorridendo la ragazza
Cid e Locke la guardavano con occhi sbarrati, increduli.

_Ma.. fino a cinque secondi fa.. eri… non ci posso credere.._

_merda secca, nipote! Mi hai fatto tornare in mente i vecchi tempi quando tuo nonno prendeva a calci in **** i mostri con la Materia!_

_Materia? Che cos’è?_ chiese Hikaru

_Niente. Una cosa del passato. Sembrava una buona idea usarla, ma poi abbiamo capito che stavamo facendo una stronzata inimmaginabile. Dimenticati che te ne ho parlato, è meglio_ rispose Cid, accendendosi una sigaretta _E adesso proseguiamo!_

Il gruppo ripartì di buona lena e nonostante il tunnel scavato da Hikaru fosse molto lungo e in salita, riuscirono a raggiungere la luce del giorno in sole due ore.

_Siamo.. arrivati alla.._

_Sì. A quanto pare siamo a pochi passi dalla foresta che circonda il Luogo Sacro_ commentò Cid _Andiamo, casa mia non è lontana!_

I tre entrarono nella foresta, perché era la strada più veloce per raggiungere la capanna di Cid e perché non era prudente passeggiare allegramente alla luce del giorno in un luogo così vicino al Palazzo del Governatore. Fecero diversi metri, raggiungendo il fitto sottobosco; tutto d’un tratto Hikaru notò una cosa rosa spuntare da un cespuglio.
Le sembrava molto familiare, quindi si avvicinò, fermando gli altri due compagni e la osservò meglio; le sembrava.. qualcosa di noto, ma non capiva che cosa fosse.
Si accorse guardando meglio che quella cosa rosa aveva delle suddivisioni, come delle dita. E proseguiva con un pezzo cilindrico ricoperto di piume gialle che scompariva nel verde. Hikaru iniziò ad agitarsi: lo tastò, non poteva sbagliarsi. Era sicuramente la zampa di un chocobo, dai graffi e dal sangue sul piumaggio giallo si intuiva che era stato pesantemente ferito. Con il cuore in gola la ragazza si lanciò a testa bassa nel cespuglio, cercando di vedere attraverso le sterpaglie e le piante rampicanti in cui era stato scaraventato. Quando Hikaru ebbe la conferma di ciò che stava pensando, per poco il suo cuore non si fermò.
Si trattava proprio del suo chocobo Ikari, o meglio di ciò che ne rimaneva. Dopo aver perso il contatto con la padrona era incappato nella trappola a tagliola di Locke ed era caduto nel verde. A quel punto, fu stato un gioco da ragazzi per i mille predatori notturni del bosco saltare addosso a una preda indifesa e sbranarlo.
Del felice compagno di giochi di Hikaru ora era rimasto si e no metà del corpo, dilaniato e mezzo squartato, con pezzi di corpo sparsi qua e là nel sottobosco rampicante. Locke e Cid si fermarono due passi dietro a Hikaru, che era rimasta immobile e con gli occhi sbarrati. Cid si sporse poco più in là e per lo stupore gli cadde perfino la sigaretta

_Oh.. *****!_

Locke diede un’occhiata, dopodiché fece tre passi indietro e si chiuse nel mantello. Non aveva il coraggio di alzare gli occhi.
Hikaru sussurrò il nome del suo chocobo un paio di volte, ancora sotto shock, quindi lanciò un grido che fece sobbalzare non solo Locke, ma anche Cid e tutti gli animali presenti nel raggio di cinquecento metri.

_Ikari… IKARI!! IKARI!!!!!!!!!!!!!_

Le lacrime iniziarono a scorrere prepotenti dagli occhi di Hikaru, mentre l’aria intorno a lei si scaldò a temperature inimmaginabili. Improvvisamente la ragazza divenne una torcia, quindi un vero incendio: il fuoco bruciava con la stessa forza del suo dolore, Cid decise che era meglio non disturbarla.
Conosceva abbastanza bene sua nipote e sapeva che anche se il suo dolore era immenso, non avrebbe fatto sciocchezze. Anche se il responsabile della morte del suo amico più caro era a portata di mano.. ma soprattutto di fiammata. Il calore che sprigionò iniziò a bruciacchiare alcuni rametti intorno a lei, ma la ragazza non se ne curò.
Dopo aver gridato per dieci minuti abbondanti, Hikaru aveva finito le lacrime; decise di fermarsi e,singhiozzando, si preparò a dare l’estremo saluto al suo chocobo.
Mise entrambe le mani davanti a sé e lasciò che la totalità del suo fuoco invadesse le piume del suo amico, avvolgendolo in una pira funebre. Non si fermò fino a che Ikari non fu del tutto incenerito.
La cerimonia avvenne nel più completo silenzio, con Cid a osservare da lontano con le braccia incrociate e Locke a pochi passi da lui che non osava nemmeno quasi respirare.
L’ultima lacrima fu spesa quando il fuoco aveva cessato di divampare e Hikaru aveva richiamato il suo potere. Raccolse le ceneri per quanto potè e le lanciò in mezzo al verde; quindi staccò due rametti bruciacchiati e li mise per terra, a formare una specie di croce.

_Addio Ikari, amico mio_ sussurrò, quindi si girò verso suo nonno e Locke.

Cid non riuscì a scorgere una singola lacrima ancora sul volto di sua nipote, ma fu stupito di vedere che Hikaru aveva lo sguardo puntato verso di loro e non per terra come avrebbe pensato. Passò di fianco a Locke, che cercò di non darlo a vedere ma ebbe un fremito di terrore attraversargli il corpo, e si mise davanti a suo nonno. Se già prima Cid aveva l'impressione che negli occhi di Hikaru ci fosse una luce diversa, ora quell'impressione era una realtà inconfutabile. La fine di Ikari aveva tragicamente segnato la parola fine al passato relativametne felice di Hikaru, per aprire un futuro completamente diverso.

_Andiamo. Abbiamo perso fin troppo tempo qui_

Fine X episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Eterno incubo

_Pu****a schifosa, cosa ci fa tutta quella diavolo di gente fuori da casa mia?!_

_Ehr.. Cid, credo che gli uomini di tuo figlio abbiano.. fatto irruzione da te_

_Questo l’avevo capito, Locke! …Ma se pensano che mi lasci devastare la casa da quattro soldatini si sbagliano di grosso!!_

L’ex pilota stava per avanzare, quando Hikaru gli stese il braccio davanti, fermandolo. I tre erano appena usciti dalla foresta, in una zona ancora abbastanza lontana dalla casa di Cid da poter non essere visti. In compenso loro avevano potuto vedere che accanto alla casa loro meta era parcheggiata l’aeronave del Governatore e due soldati presidiavano l’ingresso. Un’altra era posizionata esattamente davanti alla nave, facendone buona guardia.

_Nonno, aspetta. Ti faccio notare che quei ‘quattro soldatini’ sono scesi tutti dall’aeronave e ci sono voluti dieci minuti buoni per farli scendere tutti._

_E con ciò?! Che Ifrit se li porti tutti all’inferno!! Gli strapperò le palle uno a uno se necessario!_

Fece per muoversi, ma Hikaru lo fermò alzando improvvisamente la voce.

_Ci manderanno te all’inferno se non ti fermi subito!_

Locke si voltò verso la ragazza; non si era ancora abituato.. ogni due per tre riusciva ancora a sorprenderlo, questa volta con un’uscita particolarmente carismatica.
Anche Cid sussultò alla frase di sua nipote: mai e poi mai si sarebbe aspettato una presa di posizione così netta. Riconsiderò la faccenda e si voltò verso Hikaru

_Senti, allora che c§£$ vuoi che faccia? Stare qui a lasciarmi devastare la casa?!_

Hikaru chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Poi li riaprì e con fare deciso esclamò

_Non ho detto questo. Però la strategia di mettersi in tre scarsamente armati contro venticinque soldati professionisti armati fino ai denti non è quella giusta._

_Sono d’accordo con Hikaru_ osò dire Locke _Ci sono dei modi più… adeguati per entrare in quella casa_

_@#£$, io non voglio entrare in casa. Io voglio che quelli escano, e subito anche!!_ esclamò Cid, con la sua proverbiale impazienza

_Invece dobbiamo entrare in casa_ commentò Hikaru _e capire cosa stanno facendo a casa tua. Non mi sembra che tu abbiano intenzione di distruggerla.._

_Credo di aver capito cosa vuoi dire_ spiegò Locke più esplicitamente _Se avessero voluto distruggerla l’avrebbero fatto dall’aeronave. Non sarebbero scesi in numero eccessivo per entrarvi. E’ come se.. stessero cercando qualcosa_

_E se quella cosa interessa a mio padre_ Hikaru strinse il pugno destro, che venne avvolto dalle fiamme _..devo sapere di cosa si tratta_

_per capire se ti sta ancora cercando?_ chiese Locke

_No. Per impedire che possa fare del male a qualcun altro!_ esclamò Hikaru, non accorgendosi di stare urlando, quindi tirò un pugno sul palmo della sua mano sinistra. Le fiamme che avvolgevano la destra scomparvero all’impatto.

_Va bene, va bene. Mi avete convinto._ esclamò Cid, mettendosi in piedi con la lancia appoggiata sulla spalla _Allora qual è il piano?_

Hikaru alzò innocentemente le spalle e allargò le braccia.

_Beh.. non lo so_

_Come sarebbe a dire “NON LO SO”?! Nipote, @#£$%!!!!!_

Hikaru guardò suo nonno con uno sguardo dolce, innocente ma al tempo stesso veritiero: non aveva pensato a come risolvere il problema. Locke invece aveva un altro tipo di mentalità, tanto che ora non stava più pensando a come entrare, bensì a come uscire.
Quando ebbe solo abbozzato un’ipotesi di fuga, si fece avanti

_Io avrei trovato una possibilità._

Hikaru e Cid lo osservarono, per la prima volta stava facendo vedere che c’era anche lui; il resto del tempo l’aveva trascorso prevalentemente in silenzio. Cid però respinse qualunque tentativo, passando i primi venti secondi di risposta in bestemmie

_…@à£$ e (/£($! Non vogliamo ‘possibilità’, grazie. Non vorrei ritrovarmi pugnalato alle spalle nel momento migliore!_

Locke trasalì, quindi guardò Hikaru. In fondo, mai far ricordare a qualche vittima gli sbagli del suo carnefice. La ragazza continuava a guardarlo con uno sguardo fermo, dolce come le veniva innato ma deciso.

_Invece a me interessa. Cos’hai pensato Locke?_

Il ragazzo si schiarì la voce, anche per superare qualsiasi residuo di imbarazzo. Dopodichè espose la sua idea

_Bene. La chiave sta nel non andare tutti insieme. Ora, se uno di noi cammina fino al lato posteriore della casa, dovrebbe arrivarci senza dare nell’occhio. A quel punto potrà introdursi in essa dalla porta sul retro e capire cosa stanno cerca…_

Cid lo interruppe sul più bello

_COSA?! Che razza di piano di ***** è?! Lo sa anche un bambino che possiamo entrare solo dal retro! Ma che *****, dimmelo prima che era questo il piano!!_

Hikaru stava per dire qualcosa, Locke stava per rispondere ma l’impazienza di Cid bruciò entrambi sul posto; l’ex pilota non disse altro, si mise a correre verso la sua casa nel modo più veloce possibile, fino a commettere l’irreparabile. Fortunatamente nessun soldato di quelli all’esterno si accorse del suo avvicinamento, ma Cid aveva raggiunto il muro posteriore della sua casa prima che Locke potesse spiegargli la sua idea di fuga. Hikaru si mise le mani sulla faccia, perché aveva paura di vedere le conseguenze.

_Oh no! ..e adesso?_

_Adesso.._ commentò Locke _Speriamo nella buona stella di tuo nonno. Vieni, è meglio stare coperti dalla boscaglia per il momento._

Nonostante le paure di sua nipote, Cid sapeva molto egregiamente il fatto suo in termini di azioni segrete. Si accucciò vicino alla finestra della sala principale, che ricordava di avere lasciato aperta; sperava di poter sentire il discorso dei –tanti- uomini che erano entrati in casa sua. In effetti sentì un miscuglio di frasi, parole, bestemmie e rumori di cose sparse, cassetti rovesciati e altre azioni veloci di chi sta cercando qualcosa.

_…Dove diamine li avrà messi quel dannato pilota?!_

Cid poi sentì dei passi, cadenzati e dall’incedere signorile. Man mano che avanzavano, si diffondeva sempre di più silenzio. Quindi sentì una voce imperiosa, probabilmente quella del comandante.

_Soldato Cuoio. Non pronunciare più un commento del genere o andrai dritto alla disciplinare! Che modi sono questi? Fai rapporto!_

_Signore, questo soldato la prega di scusarla, signore! Ma questo soldato non ha trovato nulla che possa somigliare al nostro obiettivo, sebbene abbia rigirato sottosopra il salotto, signore!_

_Merda. Filo di Lana! _

_Signore, Soldato Filo di Lana a rapporto Signore!!_

_Ma che ***, non ti sento!!! Urla come se ci li avessi davvero!!_

_SIGNORE, SOLDATO FILO DI LANA A RAPPORTO SIGNORE!!_

_Trovato niente in camera da letto?_

_SIGNORNO SIGNORE!_

_Ma dove li ha messi quei progetti quello schifoso verme?!_

Cid fece un notevole sforzo nel contenere l’ira che gli ribolliva nel sangue, però ci riuscì. Non era facile per lui resistere dallo spaccare la faccia a chi –dopo aver occupato casa sua- lo definiva VERME, ma ci riuscì quando ripensò alla scena di Hikaru di fronte al suo chocobo dilaniato. Se sua nipote era stata capace di non uccidere Locke dopo quello che aveva fatto al suo migliore amico lui avrebbe potuto resistere alla tentazione di massacrare di legnate quell’infame che lo definiva “verme”. E poi se l’avessero scoperto, avrebbero preso sicuramente anche Hikaru. Quantomeno doveva farlo per lei. L’ex pilota deglutì e attese lo sviluppo dei discorsi. Una domanda però se la fece a bassa voce

“Ma a che progetti si stanno riferendo?”

Fu la prima frase senza imprecazioni che diceva da mesi. Si stupì perfino lui di non aver pensato null’altro, forse la presenza di sua nipote lo stava cambiando… si fermò e ci pensò sul serio. In fondo non aveva mai potuto conoscerla sul serio: suo padre aveva concesso a Hikaru il privilegio di vedere il nonno per addirittura diciannove giorni all’anno, ovvero i quindici giorni che si prendeva lui di ferie “lontano da tutto e da tutti”, un modo come un altro per parcheggiarla da qualche parte insomma, e i restanti quattro erano le quattro principali festività di quel Pianeta: il primo giorno dell’anno, la Festa della Repubblica, dove tutti festeggiavano l’importanza della libertà, la Festa dell’Aria, dove tutti festeggiavano l’importanza dell’Aeronave, e la Festa del Governatore, che sanciva la completa insensatezza delle altre tre, visto che tutto era in mano ai capricci di un singolo uomo. Tutto il resto del tempo Hikaru era stata relegata in casa, privata anche della compagnia dei suoi coetanei: non c’era da meravigliarsi se dava segni di non reggere la vita da avventuriero. I momenti in cui c’era di che stupirsi al contrario erano tutte le volte- e si facevano sempre più frequenti- in cui Hikaru si comportava con fermezza, sicura delle proprie scelte e abbatteva da sola gli ostacoli naturali che la sua infanzia in una prigione dorata le avevano imposto.
Cid abbandonò i suoi pensieri e ritornò al mondo reale quando una voce nuova dall’interno della casa esplose in un grido di gioia

_COMANDANTE!! COMANDANTE!!! Li ho trovati!!_

Un gran trambusto devastò la casa, anche Cid si fece più vicino alla finestra per sentire le novità.

_Soldato Cumulonembo! Cos’hai trovato?!_

“Certo che hanno dei nomi proprio di ***** ‘sti soldati…" pensò Cid, per poi strozzarsi in gola una bestemmia quando sentì la risposta

_I piani dello Shera, Comandante! Li abbiamo trovati! Erano in un comodino nascosto, ho fatto una fatica incredibile, ma alla fine… sono questi!_

L’urlo di gioia collettivo fece capire a Cid che erano proprio quelli l’oggetto del desiderio del Governatore. Non fece neanche troppa fatica a capire il perché: con quei progetti avrebbe potuto produrre aerovelivoli in massa, e avere quindi un’intera divisione aerea al suo comando. In cuor suo l’ex pilota imprecò anche perché era stato troppo ingenuo: altro che “in un comodino nascosto”, quei piani erano stati lasciati in bella vista nel secondo cassetto del suo comodino, ben visibile vicino al letto. Si maledì da solo almeno tre-quattrocento volte, dopodiché pensò all’unica soluzione proponibile per evitare il linciaggio di sua nipote: se suo figlio non doveva avere quei progetti, a quel punto non li avrebbe avuti nessuno.
Estrasse dal giubbotto che indossava un bel candelotto di dinamite, di quelli incontrollabili, e ne accese la miccia con la sigaretta. Poi sogghignò: in fondo avrebbe avuto la sua vendetta su chi lo chiamava “verme” e sua nipote non avrebbe potuto dirgli nulla. Bastava non rivelare a Hikaru che era stato lui a far saltare la sua stessa casa. La finestra del salotto era ancora mezza aperta, per cui per Cid fu un gioco da ragazzi far scivolare quella dinamite accesa nella casa; ora sarebbero stati trentacinque secondi e poi il botto. Cid sapeva che nella sua cantina erano stipate almeno una ventina di casse di armi, esplosivi, combustibile e altra roba infiammabile, per cui il botto di un singolo candelotto avrebbe provocato un’esplosione della miseria. L’ex pilota faceva il conto alla rovescia, proponendosi per quando fosse arrivato a meno quindici di correre lontano da quella casa come se avesse avuto l’estratto di una legione di peperoncini messicani nell’ultimo tratto dell’apparato digerente; arrivato a meno ventinove dovette però interrompersi per tirare giù una bestemmia così grande come poche volte nella sua vita aveva fatto. E tutto per un motivo: aveva visto sua nipote Hikaru sorpassare la sua linea visiva e avanzare verso l’ingresso. La ragazza aveva generato un diversivo con i suoi poteri, accendendo un piccolo fuoco a cento metri di distanza, e, approfittando della distrazione delle due guardie, si era introdotta nello stesso edificio che stava per diventare combustibile per fuochi artificiali della peggiore specie.
Cid tirò giù qualche divinità principale di diversi piani d’esistenza, quindi optò per la soluzione più folle di tutte: si alzò in piedi e saltò nella finestra, rompendo tutti i vetri e mandando allegramente nel paese dei balocchi l’effetto sorpresa.
Hikaru si accorse che qualcosa era successo perchè, oltre all’ovvio rumore, tutti i soldati presenti all’interno della casa si erano radunati in salotto. Non solo, anche le guardie esterne erano entrate e avevano raggiunto i compagni, non facendo caso a lei che si era rifugiata parzialmente dietro la porta. La ragazza poi entrò e raggiunse per ultima la sala, dove vide suo nonno in piedi con le mani alzate e un cilindro rosso nella mano destra.
Cid scorse da lontano sua nipote e gridò

_HIKARU!! Vai via da qua! Sta per saltare tutto in aria, via, via, VIAAAA!!!_
Hikaru rimase stupefatta

_C..cosa? Co..me sarebbe via?_

Suo nonno non si fece attendere

_VIA, HO DETTO VIA!!! @°£$%!!!!!! V I A!!!!! PER SHIVA VAI V…_

Ulteriori suoni furono fermati all’istante da una sgranata di colpi di mitragliatrice, che il soldato più vicino aveva fiondato contro l’ex pilota; Cid Highwind fu ridotto pressochè come uno scolapasta sotto gli occhi sbarrati e attoniti di sua nipote Hikaru. L’ex pilota cadde al suolo senza forze, ma prima di essere fucilato riuscì a prendere un rettangolino posto nel primo cassetto del suo mobile preferito. Quando fu convinto di averlo veramente in mano, Cid, sebbene essendo consapevole della sua prossima fine, sorrise con un’espressione di chi sa di stare completando una vita da opera d’arte.

_Ehe.. grandi pezzi di *****.. se devo andare all’inferno.. mi gusterò la vostra compagnia!!_

Hikaru voleva intervenire, ma prima che potesse farlo, la voce che aveva già sentito le risuonò nella mente

“HIKARU, ESCI DI QUA!”

Inconsciamente lei ubbidì e si mise a una distanza accettabile, ovvero a un passo dall’aeronave. La voce si fece di nuovo sentire, poco prima che Locke la raggiungesse. Cid in quel momento premette l’unico pulsante presente sul telecomando rettangolare che aveva tra le mani, mentre la miccia della dinamite ormai raggiungeva il limite estremo.

“PRESTO, SALI SULLA NAVE!”

Non sapendo cosa fare, Hikaru strattonò il ragazzo appena giunto vicino a lei e lo trascinò sull’aeronave; quando furono saliti, il portone si chiuse da solo e la nave si levò verso il cielo.
Hikaru ebbe solo il tempo di correre come una disperata fino al primo oblò di quella nave, vicino a una stalla di chocobo, e guardare in giù.
Diversi metri più in basso Cid era stato circondato dai soldati, con tutte le armi puntate addosso; il comandante si fece largo fra le sue truppe e intimò

_Io sono il comandante di questo gruppo! Dichiarate le vostre intenzioni e le vostre generalità_

Cid gli fece un sorriso a trentadue denti ed esclamò

_Benissimo. Io sono Cid Highwind, proprietario di questa ***** di casa. E non vedo perché i miei progetti debbano finire in mano vostra!!_

_Nostra? Oh, no. Finiranno al Governatore. Ci servono per la guerra!_

_Ah sì? Quindi volete generare una flotta di aeronavi per avere la meglio sulle isole, è così?_

_Esatto. Per essere vecchio te ne intendi, eh!_

_Eh caro mio.. ne ho viste tante prima che tu nascessi. Ad ogni modo, potete scordarvi ogni possibilità di vittoria!_

_Come osi? Il nostro Glorioso Governatore e la sua dinastia, gli Skyfire domineranno questo Pianeta per sempre!!_

_Aha.. ceeeeeeeeerto.._ un fulmine d’orgoglio gli attraversò l’anima, ripensando a ciò che Hikaru aveva detto: lei non sarebbe più stata una Skyfire, ma un’Highwind. E comunque fosse andata, la dinastia Skyfire si sarebbe spenta con quella disgrazia di suo figlio: questa era una delle più grandi soddisfazioni che Cid poteva dire di essersi portato nella tomba. Nello stesso tempo, Cid si accorse che la miccia della sua dinamite era ormai giunta al candelotto rosso, quindi esclamò:

_Beh.. non mi rimane il tempo per dirti ciò che penso, ma non fa differenza. Baciami il ****, “Comandante”… e benvenuto all’Inferno!!!_

Una prima immediata esplosione seguì queste parole, seguita poi da una serie di esplosioni successive; dopo un po’ si incendiarono anche i fuochi artificiali che Shera aveva conservato per le occasioni importanti. Il cielo si riempì di luci del colore dell’arcobaleno, mentre Hikaru cadde in ginocchio, osservando ciò che stava succedendo dall’oblò dell’aeronave che portava il nome di sua nonna.
Lanciò un grido di puro dolore, questa volta senza fuoco o fiamme che la attraversavano. Questo diede modo a Locke di avvicinarsi a lei e porle una mano sulla spalla; prima le mise la destra, poi appoggiò anche la sinistra. Hikaru si diede completamente alle lacrime, via via più disperate. E man mano che passava il tempo, la ragazza sfogò anche tutte quelle represse, fino a diventare un fiume in piena. Non gliene importava niente di dove stesse andando, quale fosse la sua missione –semmai ne avesse avuta una-, chi le fosse intorno. La fine di suo nonno aveva seppellito qualsiasi sua possibilità razionale di plasmare il suo futuro. Ora non vedeva altre possibilità, solo la fine. Il fuoco non si manifestò proprio per questa ragione: fino a che aveva avuto il modo per vedere al di là del caos, aveva resistito. Oltre, era troppo. Semplicemente troppo.

Fine XI episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
In volo

Hikaru rimase nella stessa posizione, immobile e con gli occhi sbarrati, per praticamente un’ora. Forse due, o tre. Il tempo aveva ormai poco senso per lei. I suoi occhi erano sempre puntati verso l’oblò, nella stessa posizione in cui aveva visto i fuochi artificiali di giorno annunciare la morte di suo nonno. Ora il sole non c’era neanche più, solo il cupo grigiore delle nuvole in una giornata di tempo coperto. Hikaru strinse a sé l’unico contatto umano di cui disponeva, cioè le braccia di Locke, senza occuparsi di ciò che il suo compagno le avrebbe potuto dire.
Si sentiva morire, mai come aveva fatto fino a quel momento: non poteva più contare su suo nonno, suo padre non aveva più significato per lei, il suo chocobo era morto, l’unico contatto umano –per così dire- affidabile era Locke.
Già, Locke, lo stesso che l’aveva pugnalata alle spalle e l’aveva avvelenata approfittando della sua buona fede.
C’era di che morire, eccome.
E anche pensando a quello che avrebbe dovuto essere il suo futuro, non aveva in effetti nulla a cui appoggiarsi, se non una vana promessa da parte di qualcuno di cui aveva scordato l’identità e una frase. Una delle ultime frasi che suo nonno Cid le aveva rivolto: “Presto saremo sulla cresta del vento”.
Ora lei e Locke erano a bordo dell’aeronave; non sapevano dove stavano andando, ma la realtà dei fatti era questa. Sulla cresta del vento, primi fra le nuvole. Hikaru cercava ancora di piangere, ma ormai le lacrime erano arrivate alla fine; non aveva più liquidi disperdibili in corpo e anche la sua glicemia stava sfiorando i minimi storici di vivibilità. Lei naturalmente non se ne rendeva conto, ma tutto ciò stava peggiorando sensibilmente, come la stanchezza, le sue emozioni.
Locke invece era sempre abbracciato da un tempo indeterminato a Hikaru per la seconda volta nel giro di un giorno.. e capiva benissimo la sofferenza della ragazza. Ogni momento in più passato sua compagnia a conoscerla meglio rendevano sempre più pesante reggere al terribile passato: il ragazzo sapeva bene di aver giocato un ruolo cruciale nelle disgrazie di Hikaru.
Non si era mai pentito delle sue azioni passate, dato il suo lavoro, ma probabilmente stava arrivando la prima volta.
Tuttavia il ragazzo era sufficientemente esterno dagli eventi da accorgersi che il fisico di Hikaru stava iniziando ad arrivare al limite estremo. Se ne accorse quando il suo abbraccio fu troppo debole per toccarlo sul serio e la ragazza stava per cadere a peso morto sotto di lui. Locke la abbracciò a sua volta, impedendole di cadere. Senza dire nulla accompagnò gentilmente i suoi gesti con tranquille carezze e riuscì a far sedere Hikaru senza quasi che se ne accorgesse. Quindi la fece appoggiare sulla parete e le sussurrò

_Meglio che riposi per un po’. Vado a vedere se c’è qualcosa da mangiare, torno subito_

La ragazza voleva alzare il braccio per trattenere Locke, ma non ne aveva la forza. L’avrebbe voluto stringere ancora, quantomeno per convincere il suo subconscio che esisteva ancora qualcuno di vivo a cui poter voler bene. Il ragazzo capì in qualche modo che Hikaru voleva tenerlo con sè, ma si sforzò di non assecondare i suoi voleri e uscì dalla cabina.
Percorse il lungo corridoio fino ad arrivare alla sala principale; Locke se ne accorse perché vi era un enorme tavolo, con morbida moquette come pavimento, due bandiere in fondo alla stanza e un enorme stemma con scritto “Shera” tra di esse.
Il ragazzo camminava cautamente, perché non sapeva se erano soli a bordo; non era mai salito sull’unica aeronave volante di quel Pianeta, ma presumibilmente una nave che vola avrebbe dovuto aver bisogno quantomeno di un pilota. E c’era anche la questione della rotta: chissà dove diamine stavano andando. Nella scala delle priorità, individuare la sala comandi era sicuramente ai primi posti; ma prima Locke doveva occuparsi di Hikaru. Era fondamentale trovarle qualcosa da mangiare, così da poterle dare l’energia per superare quei momenti per lei così tragici.
Non solo, anche lui non mangiava da un po’ di ore e sebbene avesse più resistenza di Hikaru la fame stava cominciando ad essere un problema anche per lui. Cercò in tutte le porte che vide lungo il corridoio man mano che avanzava, fino a che non trovò una specie di cambusa.
Era la porta più brutta di aspetto, che mal si conciliava con l’arredamento moderno degli interni dello Shera; eppure come spesso succede, la cosa migliore stava nella stanza peggiore. Locke spinse la porta, che si aprì con uno scricchiolio veramente sinistro, e fu subito investito da una zaffata di ammoniaca. Si guardò in giro nel semibuio di quella sala, cercando una luce, ma non ne trovò: era sufficiente però quella che entrava dal corridoio per mostrare un’enorme quantità di cibo. C’era veramente di tutto, come in una cantina; appesi al soffitto vi erano molti salami, insaccati e quant’altro. Proprio dai salami in fase di preparazione proveniva quell’odore di ammoniaca che aveva investito Locke, il quale capì di avere vinto alla lotteria. O di esserci andato molto vicino comunque. Ora l’unica cosa che gli serviva era una cucina, o un qualsiasi modo per cucinare tutto il bendidio che aveva trovato in quel ripostiglio-cantina. Ritornò nel corridoio e cercò una porta, ragionevolmente non molto lontana dal magazzino, che gli potesse dare ciò che stava cercando. Improvvisamente una fiammata fuoriuscì dalla sala dove aveva lasciato Hikaru per spegnersi quasi all’istante.

_Ma che diav.. HIKARU!!_

Locke corse indietro, preoccupato. Non era ancora sicuro di essere l’unico, con la ragazza, a bordo della nave; e date le condizioni di Hikaru, la minima sorpresa avrebbe potuto costare caro.
Arrivò sulla soglia della porta giusto in tempo per vedere la ragazza con gli occhi chiusi, in una posizione completamente rilassata. Solo quando si fu accertato che Hikaru respirava ancora e il suo cuore stava battendo Locke riuscì a placare il moto di paura che l’aveva colto.
Osservò da vicino Hikaru e capì che la ragazza era semplicemente svenuta: la fiammata che aveva visto era l’ultimo sfogo dei suoi poteri prima che perdesse completamente le forze.

_Beh.. almeno adesso riposerai un po’_ commentò ad alta voce

La sistemò meglio, in modo da non farle assumere posizioni forzate. Quindi uscì dalla stanza e si affrettò ad esplorare il resto della nave.
Oltre al magazzino Locke individuò una possibile cucina, la sala delle riunioni, diverse cabine per l’equipaggio e solo all’ultimo la sala comandi. Il cacciatore di taglie aprì quest’ultima porta con particolare cautela: si aspettava di trovarsi davanti al pilota; finalmente molte domande avrebbero potuto trovare risposta. Invece a porta aperta, il ragazzo rimase con la bocca spalancata e gli occhi increduli. Ci rimase anche un po’ male, per dirla tutta.
Al timone non c’era assolutamente nessuno, dimostrando così che sullo Shera c’erano solo lui e Hikaru, ma nello stesso tempo la nave proseguiva il suo volo stazionario; i comandi sembravano muoversi da soli, come manovrati da un fantasma. Locke deglutì; i fantasmi non esistevano, ma allora chi stava pilotando la nave? Si avvicinò al primo pannello disponibile, vicino al grosso radar che troneggiava in centro alla stanza, e vide una scritta lampeggiante in rosso.

PILOTA AUTOMATICO ATTIVATO A DISTANZA. ROTTA STABILITA.

_Ma pensa te che razza di…_ commentò a se stesso, non accorgendosi di stare parlando ancora ad alta voce. Fece un giro veloce di tutta la stanza, passando in rassegna i vari schermi dei controlli della nave: su tutti compariva la stessa scritta. Evidentemente qualcuno aveva messo in moto il mezzo al posto loro; se fossero arrivati nei pressi del Cratere Nord Locke non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Aveva l’idea di provare a manipolare i comandi per capire la reale destinazione, ma decise di aspettare che Hikaru si fosse svegliata: almeno se avesse combinato qualche casino, l’avrebbe fatto alla luce del sole. Il ragazzo uscì dalla sala comandi e ritornò al magazzino di cibo; prese tutto ciò che non richiedeva preparazione per essere mangiato e lo portò nella stanza dove c’era Hikaru.
Lei era ancora svenuta, respirava impercettibilmente e aveva un battito cardiaco flebile.
Locke pensò che fosse una ottima idea metterla in un letto, visto che l’aveva trovato, ma prima di tutto doveva farle mangiare qualcosa. Il fisico di una persona non abituata a stress sottoposta a dei carichi emotivi come quelli che aveva avuto Hikaru rischiava di collassare, in modo irreversibile.
Naturalmente prima di farla mangiare avrebbe dovuto svegliarla.
Locke provò dapprima con le maniere dolci, chiamandola e toccandole leggermente le spalle; quando vide che era uno sforzo inutile la prese in braccio e la portò in una delle cabine, sdraiandola sul letto. Quindi alzò il cuscino in modo che avesse la testa sollevata e tentò il tutto per tutto.
Uscì dalla stanza, raggiunse uno dei bagni e tornò indietro poco dopo con un grande secchio pieno di acqua gelata.

_Ora, questo sveglierebbe anche un morto! HIKARU, SVEGLIA!!!_

Una bordata d’acqua congelata venne scaricata sulla ragazza, lanciata il più violentemente possibile da Locke. Un secondo dopo, come punta da un set di vespe, Hikaru aprì gli occhi di colpo e gridò

_AH! Cosa c’è?!_

Quindi tossì, perché buona parte di quell’acqua le era andata di traverso. Locke attese che il traumatico risveglio avvenisse, quindi si rivolse alla ragazza con un tono stranamente dolce

_Hikaru.. come va?_

_A…a…adesso ho freddo…_ sussurò con una punta di voce Hikaru

_Scusa ma non c’era altro modo.. avevi perso i sensi, devi mangiare qualcosa_ Locke le porse le varie cibarie, tra cui un paio di frutti e del cibo in scatola. Hikaru volse lo sguardo a lato, puntato per terra.

_Non.. ho fame, grazie_

_Non dire sciocchezze! Non abbiamo mangiato da questa mattina, adesso ho trovato un sacco di cibo!_

_..continuo a non avere fame. Siamo sull’aeronave?_

_Sì, sullo Shera_ Locke cercò di evitare ogni riferimento possibile a Cid, cosa che Hikaru sembrò notare e, in un modo impercettibile, apprezzare _Hanno impostato il pilota automatico. Non so però dove stiamo andando_

_Non “hanno” impostato il pilota automatico. E’ stato.. mio nonno_ sussurrò ancora Hikaru _A..aveva un telecomando in mano.. prima che mi dicesse…_

La ragazza iniziò a singhiozzare, ma Locke intervenne prontamente facendo cadere il cibo che aveva in mano e abbracciandola.

_Coraggio_ le disse _Ricordati che tutto ciò che ha fatto, l’ha fatto per te. Non puoi cedere ora, non devi_

Hikaru rimase in silenzio, fermando i singhiozzi. Locke proseguì

_Non devi cedere, o la sua fine.. la sorte di Ikari.. sarebbero tutte state invano. Hai capito? Non puoi permettere una cosa simile!_

la ragazza alzò gli occhi, lucidi pieni di lacrime, e incrociò quelli di Locke.

_..ma.. ma io.. sono rimasta da sola… come faccio?_

_Non sei da sola. Hai ancora il tuo potere_ le disse Locke,cercando di convincere anche se stesso. Nonostante tutto non voleva tirarsi troppo in mezzo, anzi preferiva convincere la ragazza del fatto che in effetti era da sola. Lui non avrebbe combattuto la sua guerra, non senza un adeguato compenso; eppure non poteva fare a meno in quel momento di rincuorare sinceramente Hikaru _E hai i tuoi ricordi. Tuo nonno ti ha detto cosa avresti dovuto fare_

_Intendi.. che dovrei diventare un guerriero?_

_Se questo è il tuo destino.. sì. Devi fermare la guerra che la follia di tuo padre ha scatenato_

_Locke.. tu mi aiuterai, non è vero? Non posso farcela da sola! Non.. non pos…_
Hikaru ebbe un nuovo mancamento, prontamente sventato per la seconda volta da Locke, che la prese e la fece sdraiare nuovamente. Quindi riprese il cibo per terra e si fece molto più convincente, al limite della cattiveria

_Non potrai neanche finire la frase se non ti rimetti in forze! Mangia, avanti, e non dire che non hai fame o giuro su Ramuh che te lo infilo in gola con un imbuto!!_

Hikaru annuì, un pochino intimorita dal tono di Locke. Prese uno dei frutti che il ragazzo gli porgeva e iniziò a mangiarlo; dopo quello ne mangiò altri due, quindi completò il pasto con un po’ di tonno e pesce in scatola. Appena lo stomaco le fu pieno Hikaru si rilassò sul letto, con gli occhi semichiusi e senza quasi più energie.

_Adesso puoi dormire_ le disse Locke, soddisfatto di averla fatta mangiare _Non ti preoccupare per il volo, quando arriveremo al Cratere Nord ti farò sapere! Ah, non te l’ho detto… siamo soli su questa nave, quindi possiamo affermare che ormai è nostra!_

Detto questo spense la luce e socchiuse la porta. Prima che fu uscito sentì un filo di voce provenire da Hikaru che gli diceva

_..grazie.._

Quindi la ragazza si abbandonò fra le braccia di morfeo.

Fine XII episodio

Hikaru: ehi.. Ehi.. EHI!!!!
Locke: ? Che c'è?
Hikaru: Non voglio te, voglio l'autore!! AUTOREEEE!!!!!!
Doom (arrivando con una birra in mano): Eh, che è? Chi mi chiama?
Hikaru: SONO IO!
Doom: O porc.. e che ci fai qua?! Non dovresti dormire?
Hikaru: NO! Sentimi bene, ho delle cosette da dirti..
Doom: Ma porcaccia la.. ha capito come si fa a uscire dalla fic.. ommamma, e mo' chi la regge questa? No eh, non si ricomincierà come in Last Final Strife eh!
Locke: Cioè con i siparietti più divertenti che la fic vera e propria?
Doom: (molto contrariato) ...esattamente quello
Hikaru: NO! Fammi parlare!! Cos'è sta storia,io sono la protagonista, per quale ragione non faccio altro che piangere, svenire e dormire?! Che è, ti pare forse che io sia CandyCandy?!?
Doom: No, beh.. ma.. però..
Hikaru: NIENTE MA! Quando mi avevi chiesto di fare una parte, io pensavo mi avresti fatto fare cose importanti, mandarmi dei fiori, portato a fare shopping, consegnato un Nobel, fatta diventare la Principessa della Luna,...
Locke: Hikaru, guarda che quella è Sailor Moon
Hikaru: NON MI INTERESSA!! Se sapevo che finiva così, me ne stavo con le mie amiche in Rayearth! Almeno con loro avevo una parte di rilievo!!
Doom: ..mmm...tra le tue amiche figura per caso una certa Nova?
Hikaru (impallidendo): ..co..sa? ..nn..nno..
Doom: Come no, è scritto qua! (sfoglia le recensioni dell'anime). Allora... beh, (cambia discorso) ..ma ..ma tu conosci Aeris?
Hikaru: Oh si! Una ragazza molto simpatica, l'ho vista anni fa. L'ultima volta che l'ho vista mi parlava del fatto che l'avevano scritturata per un gioco.. chissà cosa ha fatto alla fine, se ha trovato l'amore, ha salvato il pianeta, è diventata mamma!
Locke: ..Hikaru, tu non hai mai giocato a FF7, vero?
Hikaru: ..io.. io no....
Locke: Bene. NON farlo.
Hikaru: ? Perchè?
Doom: ZITTO TU, o spoileri la storia!! E tu, Hikaru, lascia perdere. Piuttosto guarda: sto preparandoti un episodio futuro in cui farai faville. Sei contenta?
Hikaru (con una luce che brilla negli occhi): OH SI!!!
Doom (ghigno malefico): Molto bene.. allora aspetta e vedrai...
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Io non volevo fare un siparietto, io ho s...
Hikaru: EEEEEHI!!! Ma sei ancora qui, autore delle mie calzette?!
Doom: Oh no, è ancora qua..
Hikaru: SI sono ancora qua. E pretendo che tu rispetti gli accordi e mi dia un capitolo in cui faccio una figura decente, o entro in sciopero!! (mostra un cartello che tiene in mano)
Locke: aspetta aspetta.. cos'è che ci hai scritto sopra..?
Hikaru: Lo slogan del mio sciopero! "Hikaru for President"
Locke: ...non mi sembra molto originale..
Cid (compare con un altro cartello e un'accetta in mano) : AHA, eccoti qua, autore delle mie é*£$%!!! Ti taglio le palle, come hai osato farmi crepare?!
Doom: Cid? Eh we.. era dovere di trama
Locke: ..e poi eri vecchio. Facevi schifo insomma, doveva liberare spazio
Hikaru (guarda il cartello scritto da Cid): ..ma cos'hai scritto tu?
Cid (sorseggiando con un'altra mano del tè): Lo slogan del mio partito. E' appena fondato, e uno dei suoi obiettivi principali sarà uccidere l'autore
Hikaru (legge): ....ma non ha senso.. c'è scritto... A.L.E.C.C.A.D.U.R.A.K.I.H.
Locke: guarda che lo stai leggendo al contrario
Hikaru: Ah ops.. (legge meglio)
Cid (soddisfatto fuma una sigaretta): Naturalmente il nome del partito serve per acquisire il maggior numero di fan possibile
Hikaru: COOSA?! RAZZA DI NONNO DEGENERE!
Cid: Io non sono tuo nonno, cara. Solo nelle fantasie malate dell'autore. E in fondo sei proprio un gran pezzo di f...
Hikaru: DICO!! Non si scrivono queste cose!!
Cid: Ahe oh!Che vuoi, se sei figa sei figa.. e poi lo dice anche il proverbio.. rossa de cavei...
Hikaru: (diventata dello stesso colore dei suoi capelli per la rabbia, carica Cid per spaccargli entrambi i cartelli in faccia): Brutto pervertito, se ti prendo ti..
Locke (imbarazzato assiste all'inseguimento): Autore?
Doom (rimasto senza parole): .....
Locke: lo mandi il prossimo episodio?
Doom: ..forse è meglio..

Alla ricerca della Via

Hikaru si svegliò dopo un lungo sonno; la ragazza aprì gli occhi e si accorse che nella cabina dove si trovava era calato il buio. Si alzò facilmente dal letto dove Locke l’aveva lasciata e diede un’occhiata fuori dall’oblò: lo Shera stava attraversando tranquillamente i cieli del Pianeta, mantenendo una rotta stabile. La nave volava sopra le nuvole, così che Hikaru potè vedere lo spettacolo del cielo stellato come raramente si poteva vedere da terra: non una nuvola, né un’imperfezione turbava l’immagine del firmamento, con il chiarore nitido delle stelle a riempire e decorare il manto nero della notte.
La ragazza rimase in contemplazione di quello spettacolo, malinconica. Non poteva non ricordarsi le tragiche scomparse che l’avevano colpita, ma ora che aveva riposato e mangiato le vedeva in un’altra ottica; la tristezza però rimaneva, una tristezza che andava a nozze con la contemplazione.
Hikaru osservò a lungo le stelle, quei puntini luminosi che nonostante tutto continuavano a brillare di luce, anche se disperse nella notte più buia. Ripensò a quel poco di astrofisica che suo nonno aveva avuto modo di insegnarle, soprattutto alla lezione sulle distanze: ogni singola luce, anche se sembrava essere vicina alle altre, distava milioni di anni luce dalla stella più vicina. Era un dato di fatto, anche per le stelle: disperse, da sole nel vuoto cosmico. In fondo lei non era molto diversa sotto quest’aspetto da una stella: anche lei era sola, attorno vedeva solo il nulla.
Eppure le stelle continuavano a brillare, spargendo la loro luce per centinaia di chilometri fino a rendersi visibili anche a pianeti lontanissimi e che probabilmente non avrebbero mai raggiunto.
Fu in quel momento, nel silenzio della serenità della sera, disturbato solo dal tenue e costante rumore dei motori dello Shera, che Hikaru sentì nuovamente la voce.

Hikaru.. il tuo cuore ti guida bene. Le stelle sono parte della risposta che cerchi.

Era la stessa voce che le pareva di aver sentito già un paio di volte, ma questa volta sembrava che le stesse parlando sul serio. Riuscì anche a intuire che era una voce maschile che le stava parlando, esattamente la stessa che le aveva parlato quella ormai famosa notte al Luogo Sacro. Per rispondere non usò la voce, per paura che se avesse parlato la voce sarebbe scomparsa come fino ad allora era stato. La ragazza si limitò a pensare alla domanda che voleva farle.

“Ho.. una domanda..”

Lo so. Ne hai tante di domande nel tuo cuore, ma solo una è quella fondamentale

“Chi sei?”

No, non è questa la domanda giusta. La domanda vera è chi sei TU!

Hikaru rimase interdetta. Aveva ragione, le bastava pensare per entrare in contatto con quella strana voce, che Nanaki avrebbe più propriamente definito il suo Spirito Guida.

“Io?! Ma.. ma io sono.. Hikaru, nipote di Cid Highwind e…”

E..?

Hikaru sobbalzò. In effetti non riusciva a trovare nulla da mettere dopo quella ‘e’.. perché non sapeva effettivamente cosa aggiungere.

“Io….. io.. non lo so…”

Visto? Devi trovare la risposta a questa domanda prima di poter fare altro. Solo allora i miei poteri saranno tuoi, sul serio. A quel punto tornerò e mi potrai vedere con i tuoi veri occhi!

_Cosa?! No, non andare via!_ esclamò Hikaru, mettendo una mano davanti a sé come per fermare una persona che la stava lasciando. Si accorse di avere parlato e si cacciò le mani sulla bocca, pensando un “Accidenti!”. Rimase in silenzio per i successivi sette minuti, ma ormai aveva fatto la stronzata, per dirla come suo nonno avrebbe fatto: la voce non si fece più sentire.
Trascorso quel lasso di tempo, la ragazza gridò ulteriormente

_Oh no! Se n’è andata!_

Seguì un forte trambusto, come di qualcosa che viene rovesciato in una sala non molto lontana dalla sua cabina. Hikaru se ne accorse e decise di andare a vedere cos’era successo; non era molto spaventata, non troppo almeno. La ragazza corse nel corridoio e raggiunse la sala comandi, dove vide una figura avvolta in un mantello per terra; a fianco la sedia del comandante era rovesciata a terra e la posizione di quella figura umana era tale da far pensare che era stata la caduta da quella sedia a fare quel gran casino.
Hikaru si fermò sulla porta, giusto in tempo per vedere Locke che si tirava su a fatica da terra dopo che era caduto dalla sedia dove si era addormentato.

_ahi, ahi.. che botta.. ma che.. chi ha urlato.. HIKARU!!_ esclamò, quindi appena si fu tirato in piedi iniziò a correre verso il corridoio preoccupato. Si fermò due metri dopo, quando si accorse che la causa del suo risveglio improvviso lo stava osservando divertita sulla porta. Locke cercò di ricomporsi nel modo più dignitoso che la situazione gli consentiva, oltre a sperare che Hikaru non l’avesse sentito preoccuparsi così vistosamente per lei.

_Ciao_ gli disse la ragazza con un sorriso
_Oh, Hikaru!_ esclamò Locke, riuscendo a tornare in una forma presentabile _Sono felice che tu stia bene.._ fece una pausa _E che ti sia tornato il sorriso.._

Hikaru lo guardò con sguardo interrogativo.

_Beh.._ continuò Locke imbarazzato _..che c’è di male.. sei molto più carina quando sorridi!_

Non se ne era accorto, ma era diventato dello stesso colore dei capelli della ragazza, rosso acceso.
Hikaru sorrise ancora di più e ringraziò del complimento con uno sguardo particolarmente dolce.

_Che si fa? Dove stiamo andando?_

_Oh.. certo_ Locke ritornò nel mondo reale, dopo che si stava seriamente perdendo in quegli occhi cremisi troppo… troppo irresistibili per potervisi opporre. _Ma.. in realtà non so dirti molto. Qualcuno ha abilitato il pilota automatico a distanza e ci sta conducendo da qualche parte…_

Hikaru si avvicinò ai comandi, che le sembrarono subito abbastanza familiari. In fondo era la nipote di Cid Highwind, anche se non aveva mai visto direttamente un’aeronave, il pilotaggio di qualsivoglia mezzo ce l’aveva nel sangue. Fece un giro rapido di tutti gli schermi, come aveva fatto anche Locke la prima volta, poi si fermò davanti ad uno in particolare; premette un paio di tasti apparentemente a caso e poi esclamò

_Guarda qui! C’è scritto: “Provenienza Midgar II. Destinazione Cratere Nord. Luogo di atterraggio previsto: nove chilometri da Icicle Inn”. Ecco dove stiamo andando!_

_Cosa?! Tu sei capace di usare.. di far andare questa roba?_ chiese Locke incredulo

_Io.. veramente no, ma è abbastanza facile! Vedi, quella leva controlla la velocità, quello indica il livello di carburante e questo.. beh, immagino sia il controllo degli scarichi_ spiegò Hikaru con naturalezza sconvolgente

_Ma come diavolo fai se questa è l’unica aeronave del pianeta? Ti hanno già fatto salire?_

La ragazza scosse la testa

_No. E’ sempre stata conservata nell’hangar di mio padre. Nessuno a parte lui poteva salirci, pena la morte. E il divieto naturalmente si estendeva anche a mia madre e al resto della famiglia. Però non è così difficile, vedi, ci sono i simbolini!_

Locke si sentì abbastanza ignorante, come un novello casalingo maschio di fronte a una nuovissima lavatrice programmabile dalle settecento funzionalità. Hikaru invece si trovava perfettamente a suo agio in mezzo a tutte quelle cose, nuove per lei, ma spiegate “in modo così chiaro” da dei simboli che per Locke potevano essere di tutto, da rune a scarabocchi. Ma di certo non istruzioni per far funzionare quegli apparecchi.

_Ok. Ora sappiamo almeno dove stiamo andando_ commentò Hikaru, poi continuò _Ma tu sai dov’è questa Icicle Inn?_

_Ahh.. ehrrr.. credo sia nel continente più a nord_ rispose Locke, mettendosi una mano sul mento per riflettere _Sì, dovrebbe essere l’ultima città prima del ghiaccio polare.._

_Beh, sì questo c’era anche scritto… infatti atterreremo al Cratere Nord, a 9 km da Icicle Inn_ continuò Hikaru _Ma intendevo dire se sai chi ci abita! Non ho mai sentito parlare di questa città, che il dominio di mio padre non si sia esteso fino a lì?_

_Non credo sai. Il Governatore Planetario si chiama così apposta perché la sua influenza copre praticamente il 90% delle terre emerse. Dubito che avremo vita facile anche lì_

Hikaru annuì, ma in cuor suo sperava che non fosse necessario vedere altri scontri. O meglio, da una parte sperava di acquisire il potere che le serviva per distruggere l’impero di suo padre e restituire la pace al mondo, dall’altra non voleva neanche sentire parlare di guerre, combattimenti o morte. Eppure era ben cosciente ormai che per acquisire quel potere sarebbe stato necessario versare del sangue.. ma non voleva né poteva considerarsi un “guerriero”. Non riusciva ad accettare di diventare una dispensatrice di sofferenza e morte, perché questo significava secondo lei essere un guerriero. Proprio mentre pensava a questa contraddizione che segnava la sua volontà, la ragazza sentì ancora una volta la voce.

Solve et coagula

”Cosa?” rispose Hikaru, stando molto attenta a non parlare

Solve et coagula. Concentra e disperdi le tue energie, a seconda della situazione

”Ma.. che senso ha? Cosa c’entra con cosa voglio?”

Pensa molto bene a quella che tu definisci la tua ‘contraddizione’. Non sono questi i tuoi veri obiettivi, sono solo le tue paure. Questo è il momento di disperdere le tue energie e dissipare i pensieri, perché non ti porteranno a nulla. Quando arriverà il momento, dovrai concentrarle tutte e sfruttarle: così la strada ti apparirà certa e sicura

“Ho capito ma..”

Locke vide che Hikaru si era persa, stava fissando nel vuoto. Cercò di attirare la sua attenzione e la chiamò

_Hikaru!_

La ragazza rispose ad alta voce, e ancora una volta interruppe il contatto con il suo spirito guida. Si lanciò uno schiaffo sulla bocca, maledicendo la sua impulsività e chiedendosi quando avrebbe potuto risentire la voce. Da quando si era trovata praticamente orfana però la stava sentendo più frequentemente e questo le sollevò il morale. Forse l’universo non voleva che rimanesse completamente sola.
Aveva appena finito di pensare questa frase che uno scossone violento fece tremare tutta la nave; per poco Hikaru non finiva con la faccia per terra, se non ci fosse stato il solito Locke a sorreggerla con l’usuale prontezza di riflessi. Dopo quello scossone la nave ne subì un altro, a poca distanza dal primo; il secondo però fu motivato da una piccola esplosione di qualcosa all’esterno, come un fuoco d’artificio.
Uno dei pannelli di controllo iniziò ad emettere un suono, come di sirena, molto potente. Hikaru si avvicinò di corsa a quel pannello, formato da tre schermi, e lesse ad alta voce
_EMERGENZA. Attacco in corso. Attivare le armi?_ fece una pausa per rendersi conto di cosa aveva appena letto,dopodiché si voltò verso Locke spaventata ed esclamò

_Ci stanno attaccando!! Oddio, cosa facciamo adesso? _

_Attaccando?_ gridò il ragazzo _Ma non è possibile! Non ci sono altre navi al mondo che possano volare…_

_Invece a quanto pare sì!!_ esclamò Hikaru, sempre più agitata _Il radar mostra una presenza dietro di noi che ci sta prendendo di mir.._

Un’altra esplosione fece vacillare lo Shera; subito dopo si sentì il rumore di qualcosa che perdeva potenza, e la nave si inclinò pericolosamente verso destra.

_Ci hanno colpito!!_ gridò Hikaru, osservando impotente ciò che gli schermi segnalavano _Il motore di destra ha perso gli stabilizzatori!!_

_E’ una cosa grave?_

_Non lo so… di sicuro non ci abbatteranno per questo, ma ora siamo molto più lenti_

_fammi capire.._ disse Locke con una calma apparentemente faraonica _Quindi questo puntino sul radar siamo noi… e questi altri punti sono i nostri nemici? Sono più di uno allora!_

_Ma dove stai guardando?! Il radar è qui!_ indicò Hikaru _Quello è la mappa degli scarichi della nave, non c’entra niente!_

_Occ.. beh lo sapevo, stavo giusto.._ rispose Locke un po’ imbarazzato. Un nuovo scossone fece tremare la nave, mentre nei vetri davanti a loro i due ragazzi poterono vedere che cosa stava esplodendo: sembravano dei raggi luminosi, che a un certo punto, probabilmente dopo una certa distanza detonavano. Un ruggito disumano li colse alla sprovvista.
Dal radar, faticosamente individuato da Locke dopo che Hikaru gli aveva quasi dovuto puntare la testa con le mani per farglielo trovare, si vedeva ora il punto del loro aggressore che li aveva quasi raggiunti e li stava superando giusto in quel momento. Hikaru guardò verso l’alto, aspettandosi di veder comparire il nemico; la ragazza si aspettava un ordigno metallico, una nave o qualsiasi altra cosa. Invece, sorprendendo lei e dando ragione a Locke sul fatto che lesisteva solo un’aeronave artificiale in grado di volare, era una creatura vivente. Una spaventosa creatura vivente.
Era grande, molto grande; delle scaglie blu notte apparentemente impenetrabili ricoprivano interamente il suo corpo, sotto le grandi ali da drago spuntavano due zampe che culminavano con artigli letali. La testa della creatura era anch’essa ricoperta di scaglie, ma vicino agli occhi aveva anche due lunghe corna; come tutti i draghi che si rispettino, anche questo aveva un’enorme coda, il cui solo movimento era in grado di generare dei vortici d’aria e perfino piccoli tornadi.
La terrificante creatura ruggì di rabbia draconica, quindi superò del tutto lo Shera e gli si parò davanti; il pilota automatico dell’aeronave individuò l’ostacolo sulla rotta ed entrò in standby: i motori si spensero, così come il coraggio e le speranze residue di Locke e Hikaru di poter evitare quel drago immenso. Il tempo si fermò, con lo Shera e la creatura immobili a mezz’aria, come la quiete che precedeva la più terribile delle tempeste. Hikaru trattenne il fiato, Locke osservò molto bene il drago e dopo interminabili istanti esclamò

_Ma.. io ti conosco!_

Una frase che colpì Hikaru come un fulmine a ciel sereno; rimasta senza voce con gli occhi sbarrati, la ragazza si voltò verso il compagno e gli chiese

_Lo.. conosci?_

Locke annuì, serio. Il drago ruggì un’altra volta, facendo tremare lo Shera come fosse stato un budino.

_E chi.. o meglio cos’è?!_

Locke deglutì, perché non riusciva nemmeno lui a credere a ciò che stava per dire.

_..Ne avevo sentito parlare, ma pensavo fosse una leggenda… lui.. è..è Bahamut!_

Fine XIII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Trasporto ad alti livelli

Hikaru stava continuando a guardare in direzioni diverse, indecisa se fissare il drago o se dare un’occhiata a Locke.

_Bahamut… e chi sarebbe, scusa?_

Locke balbettava, per l’emozione di avere visto una leggenda prendere vita davanti a suoi occhi e.. per un altro motivo

_Bahamut.. il… il principe dei draghi.. il sovrano incontrastato delle creature alate.. il distruttore di città… Bahamut!!_

Hikaru comprese tutto ciò che doveva da queste tre definizioni, anche se l’ultima le aveva destato qualche preoccupazione.

_Ma… questo Bahamut… è… è gentile vero? Cioè.. non è cattivo… VERO?!_ gridò la ragazza, in preda a un non so che di terrore.

Locke stava per rispondere, ma proprio in quel momento l’enorme creatura una volta soggetta al potere di una materia rossa fece quello che l’aveva spinta a fermare lo Shera. Non voleva distruggere l’aeronave, aveva solo bisogno di fermarla. Aveva un altro obiettivo e l’avrebbe preso senza possibilità di scampo.
Quando il drago si mosse contro il vetro che costituiva la paratia dello Shera, Hikaru e Locke non ebbero nemmeno il tempo di urlare: Bahamut sfondò ogni tipo di barriera, entrò con le zampe nel ponte dell’aeronave, afferrò Hikaru e la strattonò via dal pavimento. La ragazza cacciò un urlo, comprensibilmente, ma non perse i sensi: al contrario rimase con gli occhi sbarrati a osservare l’enorme bestia che da vicino sembrava ancora più sconfinata.
Locke voleva anche intervenire, ma Bahamut non gli diede modo di farlo: subito dopo aver afferrato la sua preda aprì la bocca e si alzò in volo diversi metri sopra lo Shera. Quindi diresse contro la nave il suo celeberrimo Mega Flare e la fece precipitare. Nel giro di pochi istanti l’aeronave cadde al di là della coltre nuvolosa, perdendosi chissà dove molti metri più in basso. Hikaru se ne accorse, ovviamente, ma non riuscì a spendere neanche un pensiero per Locke: era molto più preoccupata della sua sorte. Bahamut, dopo aver lanciato il suo colpo, iniziò a volare, tenendola serrata nella stretta dei suoi artigli anteriori; la ragazza poteva solo pregare con tutta la sua anima che il drago non cambiasse idea sul più bello e la facesse precipitare nel vuoto. In fondo se avesse voluto mangiarla o peggio l’avrebbe potuto già fare, quindi il pericolo peggiore ora era quello di cadere nel vuoto. Man mano che volavano, con Hikaru con gli occhi chiusi per il forte vento che le si abbatteva contro, le venne sempre più la convinzione che Bahamut non volesse farle male, ma la stava trasportando da qualche parte.
Certo, sarebbe stato meglio avvertirla prima di portarla a destra e a sinistra come un pacchetto regalo, ma in fondo neanche lei sapeva dove andare, quindi col passare dei minuti si tranquillizzò. Anche perché si rese conto che anche volendo non avrebbe potuto fare nulla: se Bahamut voleva mangiarla, o farla cadere, o cos’altro lei avrebbe potuto solo subire. Non pensava che i suoi poteri, per quanto straordinari, le sarebbero mai bastati contro un drago della stazza di Bahamut.
Ancora una volta la voce le si manifestò. Questa volta però sembrava in un modo diverso, era molto più concreta, come se un amico le stesse rivolgendo la parola

Hikaru! Cosa diamine stai facendo adesso?

_…_

La ragazza stava per rispondere ad alta voce, ma si ricordò sul più bello che non doveva farlo. Si morse la lingua fra i denti e rispose mentalmente

“..cosa vuoi che faccia? Mi faccio trasportare…”

Ti fai trasportare? E chi ti dice che Bahamut abbia buone intenzioni? Se ti facesse precipitare?

“…se mi facesse precipitare immagino che cadrei nel vuoto e mi schianterei al suolo..”

Una buona prospettiva. Così ti affidi alla buona sorte per evitare una brutta fine, è così?

“Ma cosa posso fare d’altro? Non vorrai che combatta contro una bestia simile?! E poi come faccio a uscire da questa morsa, me lo spieghi?”

Ricordi cosa ti avevo detto? Solve et coagula. Concentra e disperdi. Ora è il momento di concentrare

“Concentrare?! E che posso fare intrappolata in artigli tali che solo se mi giro rischio di morire dissanguata?!”

Hikaru… la tua mente continua a fare troppo da padrona. Devi lasciare che sia il cuore a dirti cosa fare, perché è lui che comanda.

“Ma..”

Niente MA!! Il tuo cuore impone di essere preso in considerazione ed è proprio questo che devi fare! Il tuo cuore comanda di già, devi solo lasciarlo libero di agire

“Cosa.. vuol dire?”

Se il tuo cuore non comandasse adesso tu non potresti sentirmi!! Ma è anche bloccato in quello che vuole esprimere.. perché c’è qualcosa che lo ferma

“Quel qualcosa… è la paura?”

Paura, calcoli, ragionamenti, raziocinio. Tutto questo impedisce al tuo cuore di fare ciò che vorrebbe. Ora per esempio la tua ragione vorrebbe lasciarti inerme fra le braccia di Bahamut, con i rischi e i vantaggi che questo comporta.

Hikaru rimase silente. In effetti questo era vero. Ciò che la stupì fu quello che sentì dopo

Il tuo cuore invece sta dicendo un’altra cosa. Placa il pensiero razionale e concentrati.

La ragazza ubbidì, chiuse gli occhi e cercò di non pensare. Cercò di azzerare la sua paura, il dolore per il forte vento che la colpiva e ogni altra forma di disturbo sensoriale. In un attimo le parve di scorgere una fiammata comparire davanti ai suoi occhi, sebbene chiusi, quindi sentì nuovamente la voce.

Ci sei quasi. Concentrati di più

Hikaru ebbe un fremito di stizza. Cosa diamine pretendeva quella voce? Lei stava facendo del suo meglio, ma per tutte le Summon, era pur sempre una ragazza di diciassette anni tenuta sospesa nel vuoto dalle possenti braccia di Bahamut!
Comunque Hikaru ci volle riprovare; cacciò indietro i pensieri di rabbia e ritornò a concentrarsi sui battiti del suo cuore, sui suoi respiri e su tutte le sensazioni interne del suo corpo. Impiegò almeno una decina di minuti a sbarazzarsi di tutti i pensieri che le affollavano la mente: con sua notevole sorpresa impiegò di più a cancellare il pensiero di cadere nel vuoto piuttosto che rendere insignificante la sensazione provocata dal forte vento che le sferzava il corpo. Ma alla fine ci riuscì, ottenendo di stare in una condizione di buio e tranquillità quasi totale.
Fu allora che vide nuovamente quella fiammata, ma questa volta non scomparve subito: il tizzone ardente rimase acceso, crescendo di intensità fino a bruciare come un falò davanti ai suoi occhi chiusi. Pensava di sentire nuovamente la voce in quel momento, ma in realtà non fu così. Rimase a vedere quel fuoco per un po’ di tempo.
Improvvisamente le comparve nella mente un’idea, come comparsa dal nulla: una strategia di fuga, un possibile tentativo da fare per svincolarsi dalla morsa di Bahamut e raggiungere una posizione migliore. Senza riflettere molto, Hikaru decise di applicarla subito e aprì gli occhi.
Incurante del vento, dell’equilibrio e delle possibili reazioni di Bahamut si fece scivolare fra gli artigli del drago in modo da raggiungere con le braccia una delle possenti zampe del drago. Con un colpo di reni improvviso la ragazza sfuggì dalla morsa artigliata e si aggrappò con tutta la sua forza alle prime scaglie della zampa sinistra di Bahamut. Fece leva con tutti i muscoli utili del corpo, per raggiungere la sommità del drago, che continuava a volare come se niente fosse. Hikaru riuscì ad arrampicarsi per buona parte della zampa e raggiunse l’attacco al corpo: continuò a salire, fino ad arrivare a un passo dal dorso di Bahamut.
La ragazza era allo stremo della resistenza, ma sorrise: ancora una scaglia e ce l’aveva fatta. Tuttavia destino volle che nell’ultimo passo appoggiò male il piede sinistro, con il risultato netto di perdere l’equilibrio. Cercò di aggrapparsi con la mano destra, ma la forza nel suo braccio non era sufficiente per reggere l’intero corpo, per cui fu costretta a lasciare la presa e cadere nel vuoto.

_NOOOOOOO..:!!!!_

Precipitò nell’aria per almeno due minuti buoni, con le mani posti verso il basso, come gesto istintivo per attutire la caduta. Quando ormai si stava dando per spacciata, le sue braccia colpirono un corpo solido, e Hikaru si ritrovò nuovamente trasportata da Bahamut, questa volta sul suo dorso.
Nonostante il drago fosse tornato indietro a riprenderla, l’impatto fra le sue scaglie e le mani di Hikaru le provocarono un forte trauma ai polsi. La ragazza sentì un dolore acuto provenire da entrambi, ma dopo qualche minuto il dolore persisteva in modo particolare su quello sinistro; quando si fu ripresa dallo spavento e dalla caduta nel vuoto, cercò di muovere le mani. La destra era perfettamente funzionante, ma la sinistra… quando cercò di muoverla Hikaru ebbe un dolore lancinante e cacciò un urlo. Riprese fiato, con calma, e riprovò: ebbe lo stesso esito.
Provò altre volte, più piano, ma non c’era niente da fare: la sua mano sinistra era completamente immobile. Persisteva però il fastidioso dolore di base a entrambi i polsi.

_Ma porca miseria! Con tutti i momenti che c’erano proprio adesso dovevo rompermi qualcosa!_
esclamò

Vide Bahamut che voltò la testa verso di lei, ruggì qualche cosa –che lei ovviamente non capì- e tornò a volare.

Voleva dirti di stare più attenta

Le suggerì la voce. Hikaru non ci stava capendo più niente

“Ma come?! Mi hai detto di muovermi, di spostarmi da lì perché non dovevo.. e adesso mi dici che Bahamut si preoccupa per me?!? Ma allora potevo stare dov’ero!!!”

No. Io ho detto che il tuo cuore voleva fare altro. Era la tua anima a volersi spostare da lì. Nessuno ha mai detto che Bahamut ti avrebbe fatto male

Hikaru tacque, anche perché aveva delle fitte violente al polso sinistro. Voleva mandare a quel paese la voce, ma in fondo sapeva che stava dicendo la verità. Il suo cuore –ora un pochino più libero dalle briglie della mente- glielo stava confermando.
Che poteva dire ora? L’unica persona che doveva ringraziare per aver rischiato la vita era lei stessa, visto che la voce sembrava solo farle sentire meglio ciò che le diceva il cuore. Si guardò ancora l’avambraccio sinistro, preoccupata.

“Ahia… penso sia proprio rotto..”

Non forzare movimenti. Lascialo in una posizione il più ferma possibile

“Grazie.. ma come faccio? Fa male!”

Cerca di non pensarci, ma nello stesso tempo non fargli prendere altri colpi. E adesso alza lo sguardo e vedi davanti a te: Bahamut è quasi arrivato

Hikaru assecondò il volere della voce, in effetti accorgendosi di stare diminuendo di quota. Il drago ora puntava decisamente verso il basso, inclinandosi di quarantacinque gradi rispetto al suolo; Bahamut attraversò la bianca coltre delle nuvole, sotto la quale Hikaru vide uno sconfinato panorama innevato. Le nubi formavano una spessa coltre impenetrabile, tanto che ora non vedeva più le stelle; la terra sotto di lei era pianeggiante, le sembrava una bianca tavola che si perdeva a vista d’occhio, fin oltre l’orizzonte. Bahamut si avvicinò a terra e quando pose le sue zampe posteriori al suolo Hikaru dovette reggersi alla scaglia più vicina a lei con il braccio destro. Per paura di cadere fece l’errore di tentare anche l’appoggio con il braccio sinistro; in cambio ricevette un impulso doloroso molto forte, che le partì dalla mano e le risalì tutto il braccio come una scossa elettrica.

_AH!!_ gridò; lo shock del dolore le fece perdere forza nel braccio buono, e così Hikaru non riuscì a rimanere in piedi ma cadde andando a sbattere contro le scaglie del collo del drago. Quando Bahamut voltò la testa per vedere la ragazza sul suo dorso, vide una Hikaru dolorante e quasi senza fiato mezza aggrappata a lui. Il drago emise un quieto ruggito, fece uno sforzo con le zampe anteriori e prelevò delicatamente la ragazza sul suo collo, afferrandola per la vita.
Quindi la depositò al suolo; Hikaru capì di essere stata scaricata dal suo trasportatore quando sentì il freddo della neve raffreddargli le gambe.
Si tenne l’avambraccio sinistro con la mano destra e cercò di mantenere gli occhi aperti; quindi si alzò in piedi, anche se un po’ a fatica. Fu allora che una voce metallica la accolse

_Oh, benvenuta!! Non ti avevo visto scendere.._

Hikaru aprì meglio gli occhi, sbattè le palpebre due o tre volte perché non riusciva a credere a chi le stava parlando. Era un gatto, presumibilmente metallico, grande circa la metà di lei con una tromba in mano, una sfera rossa brillante nell’altra e una coroncina dorata in testa. Siccome non le sembrava vero pose la domanda che stava pensando come gli era venuta, senza addolcirla diplomaticamente

_E tu.. chi saresti?_

Prima di rispondere il gatto ripose la sfera rossa che aveva in mano in tasca e congedò Bahamut, il quale ruggì un saluto e riprese il volo, puntando in verticale netta contro le nuvole. In una frazione di secondo il drago era scomparso. Il gatto, soddisfatto dell’operato della propria Summon, si girò verso Hikaru, si levò la coroncina in segno di saluto e rispose

_Sono Cait Sith. Molto piacere!_

Fine XIV episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Sai, ho notato che Cait è sempre il coprimario che compare per primo quando cominciano i casini.

Uh.. non ci avevo fatto caso, però in effetti.. non posso neanche darti torto.. guarda il prossimo titolo e capirai :D


Il ritorno della Shinra

Cait Sith fece quattro giri completi intorno a Hikaru, sventolando la sua trombetta come se fosse una bandiera. La ragazza rimase immobile, per la questione del braccio e perché a seguire con lo sguardo quel gatto le girava troppo la testa. Al termine del quarto, proprio quando Cait Sith stava cominciando il quinto giro, finalmente ebbe modo di fermarlo.

_Ehi.. ma si può sapere cosa stai facendo?_ gli chiese

Cait Sith la guardò, poi agitò ancora la trombetta al vento e le disse

_Un attimo, un attimo! Non ho ancora finito!_

Fece il giro altre tre volte, quindi si fermò davanti alla ragazza ed esclamò

_Sì, non ci sono dubbi. Tu sei proprio Hikaru, la nipote di Cid!_ fece una breve pausa, poi abbassò la trombetta e aggiunse _Mi dispiace per ciò che gli è successo.._

_Cosa?! E tu come fai a saperlo?!_ esclamò la ragazza, o meglio disse con un tono appena superiore alla media: il dolore al braccio non le stava dando tregua.

_Io so tante cose. Ero in comunicazione diretta con tuo nonno da quando ha lasciato la sua casa per raggiungere quella del Governatore. Non ti devi preoccupare di raccontarmi tutto ciò che hai passato, so già tutto_

_Cos.. quindi sai anche che.._ il volto di Hikaru si adombrò ulteriormente _..Bahamut ha fatto precipitare l’aeronave e Locke.._

_So anche questo_ spiegò Cait Sith _Ma devi sapere che non è stato un caso. Sono stato io a evocare Bahamut_

_CHE COSA?!_ gridò la ragazza, questa volta riuscendo a superare anche il dolore al polso per farsi sentire _VUOI DIRE CHE.. è colpa tua…!_

_Sì, in pieno. Avevo ordinato a Bahamut di prelevarti e portarti qui_ confermò il gatto

_Ma.. ma razza di gatto incosciente!! Per colpa tua lo Shera è precipitato e Locke…_ la ragazza si fermò, pensando alla sorte del suo compagno.

_Non dire altro. Devo darti delle spiegazioni, molte di più di quelle che pensi_ la interruppe Cait Sith _Ma non posso dartele qui. Vieni con me!_

_Dove mi vuoi portare?_ chiese Hikaru, che stava cominciando seriamente ad aver paura di fidarsi del primo che incontrava. In fondo aveva cambiato leader del suo percorso almeno sette volte nelle ultime dodici ore, per un motivo o per l’altro. Adesso anche questo nuovo personaggio voleva portarla da qualche parte… sarebbe mai finita quell’odissea?!

_Non tanto lontano_ rispose Cait Sith, indicando con la trombetta un cottage a circa trecento metri di distanza, immerso nella neve _E’ pericoloso stare fuori di notte!_

Solo in quel momento Hikaru percepì il gelido vento della tundra che spirava senza tregua dal momento in cui Bahamut era atterrato; si accorse anche di stare tremando e di avere le gambe e le braccia completamente intirizzite. Un’impalpabile strato di brina biancastra le aveva ricoperto i vestiti e le spalle, mentre un lieve senso di torpore stava cominciando ad appannarle la vista: era ufficiale, si stava ibernando.
Sempre tremando decise di seguire Cait Sith lungo la piana ghiacciata che conduceva al cottage; l’aria che respirava sembrava essere molto più frizzantina e leggera di quella a cui era abituata. Anche i suoi polmoni se ne accorsero, come naturalmente fece il suo sistema cardiocircolatorio: dopo soli trenta passi circa aveva già il fiatone. Cait Sith trotterellava rapidamente verso il cottage, ma lei non ce la faceva ad accelerare: era già fin troppo che riusciva a camminare. Comunque, mettendoci dieci minuti buoni in più del gatto, riuscì ad arrivare alla porta del cottage.
Cait Sith la aspettava davanti alla porta; sembrava pensieroso.

_…e..eccomi.. sono arrivata…_

_Bene, ma.._ le disse Cait Sith _..io non ho le chiavi! Come si entra?_

_Co..sa?_ Hikaru non ce la faceva più. Di tutti gli incontri che aveva fatto fino ad adesso, questo era quello che le stava maggiormente mandando il cervello in sovraccarico

_Eh dai, io non ho le chiavi.. bussa!_

_io dovrei bussare?_ esclamò la ragazza, tenendosi sempre il polso con la mano. _Ma.. dico!_

_Dai, dai! Bussa!!_

Hikaru fece un lungo respiro, anche se sperava di recuperare più ossigeno di quanto realmente i suoi polmoni le consentirono. Quindi lasciò andare il polso e bussò alla porta con la mano desetra.

_Ehi? C’è.. qualcuno?_

Non ci fu apparente risposta. Dopo svariati tentativi e un quarto d’ora di silenzio, la porta si dischiuse lentamente; la luce e il tepore di un caminetto acceso accolsero Hikaru, che rimase quasi stregata da quella sensazione accogliente.

_Avanti, è aperto_ disse una voce maschile, non troppo giovane.

Hikaru guardò Cait Sith di fianco a lei, ma notò che era immobile. Probabilmente l’avevano disattivato. Avanzò timidamente nel piccolo corridoio che costituiva l’entrata del cottage e chiuse la porta.
Il calore che regnava in quella casa si contrappose immediatamente alla sensazione di gelo che si stava abituando a sentire; inizialmente le parve di soffocare, sentiva i suoni ovattati e le girava un po’ la testa, ma poi capì che tutto era funzione del suo principio di congelamento. Rimase ferma sulla soglia dell’apertura che dall’ingresso dava nella sala principale; gli interni erano quelli di una normale casa di montagna, con un caminetto acceso, un divano, due poltroncine, una scrivania e un televisore maxischermo con ricevitore satellitare. Sul pavimento era stesa della morbida moquette, che lei stava allegramente allagando con la condensa del ghiaccio sui suoi vestiti che ritornava liquida e naturalmente gocciolava dalla sua gonna.
Hikaru cercava con lo sguardo la persona che le aveva dato il permesso di entrare, ma non vedeva nessuno: l’unica cosa che sentiva era il crepitare del caminetto. Subito dopo un omone pelato vestito elegantemente e con gli occhiali da sole le si presentò sulla sinistra, all’improvviso. La ragazza si era persa nell’osservare l’interno di quella casetta e nel crogiolarsi nel caldo che le stava facendo tornare le forze, sebbene l’aria continuava ad essere fine e leggera, così quando vide quella figura imponente alla sua sinistra non potè fare a meno di spaventarsi e cacciare un –seppure lieve- grido.

_? Dunque sei tu la ragazza che stavamo aspettando_ rispose l’omone pelato

_Io.._ Hikaru era abbastanza confusa _..io non lo so.._

_Il tuo nome è Hikaru, vero?_

_beh… s..sì…ma.._

Una nuova figura comparve dal fondo del corridoio alla sinistra della ragazza; Hikaru capì che probabilmente dovevano esserci delle scale in quel punto, che conducevano in una sala più in basso. Questa nuova figura era sempre un uomo, con i capelli rossi lunghi raccolti in una coda simile alla sua, ma non intrecciata, e gli occhiali da sole; fece un paio di passi verso di lei, ma dal portamento e dal tono con cui le si rivolse sembrava essere decisamente meno minaccioso.

_Ahhh.. eccola finalmente! Ciao Hikaru!_ le disse, prendendo gentilmente la sua mano destra e facendole un cortese quanto inaspettato baciamano _Piacere di conoscerti, io sono Reno_

Quindi fece cenno all’omone pelato immobile al suo fianco e spiegò
_Lui è il mio collega, Rude. Scusalo, non è molto abituato a trattare con le signorine.._

_No, eh?_ commentò Hikaru, inconscia dell’aver appena fatto dell’umorismo simile a quello di suo nonno

Reno scoppiò in una risata fragorosa.

_No, in effetti Rude non è un uomo di molte parole_ tirò una pacca sulle spalle al collega, che per poco non gli fece cadere gli occhiali _Però ce la caviamo sempre, vero o no?_

Rude si ricompose dopo il colpo brusco, risistemò i suoi occhiali al centro del volto e affermò

_…è il nostro lavoro_

_Ma cosa stai facendo lì!_ esclamò Reno _Avanti, vieni, accomodati! Siediti vicino al fuoco, mettiti a tuo agio! Il Presidente e Reeve arriveranno a momenti_

_G..grazie_ rispose timidamente Hikaru, dopodiché accettò la proposta di Reno e raggiunse il divano. Reno e Rude la accompagnarono ma, mentre il primo si sedette su una poltrona, Rude rimase in piedi, assumendo un’aria professionale.

_Allora, Hikaru.. cosa racconti?_ chiese Reno, per rompere il ghiaccio. Si morse la lingua subito dopo _Oh scusa.. sai, è che non si parla molto qui.. è da un bel po’ di tempo che non vediamo facce nuove.._

Hikaru in effetti aveva una domanda, ma non aveva il coraggio di farla. Si sedette sul divano, sempre con il polso sinistro che le faceva male, ma apparentemente il caldo aveva smorzato un po’ il suo dolore; dalla velocità nel sedersi prese dentro anche la sua lunga treccia di capelli rossi, che rimase incastrata dietro la schiena. Appena si dovette voltare la ragazza diede uno strattone al sistema, che le costò la perdita di più capelli di quanto ne fossero necessari. D’altra parte il motivo per cui voltarsi ne valeva interamente la pena: Rufus Shinra aveva fatto ingresso nella sala. Nonostante il passare degli anni sembrava essere rimasto lo stesso ragazzo che aveva sostituito il Presidente ShinRa ai tempi di Meteor; vestiva lo stesso completo con cui si era presentato a Cloud e AVALANCHE molti anni prima, bianco brillante con bottoni dorati. Reno e perfino Rude assunsero un’espressione di stupore, evidentemente era la prima volta che rivedevano il loro presidente con quella uniforme dopo parecchio tempo.

_Buonasera_ esordì Rufus _Ho l’onore di parlare con Hikaru Skyfire, non è vero?_

_Esatto_ rispose la ragazza, alzandosi in piedi _In realtà il mio nome però è Hikaru Highwind. Mio padre.. è.. lasciamo perdere._

_Prego, prego, state seduta. Qui siete mia ospite, non sia mai a dire che Rufus Shinra non sa trattare bene gli ospiti!! Quindi avete deciso di prendere il nome di vostro nonno?_ chiese Rufus, sedendosi sull’altra poltrona disponibile.
Hikaru rimase un po’ stordita nel sentirsi dare del “voi”; tempo due frasi e già quella formula le stava stretta come un cappio al collo.

_S..sì.. ma vi prego, datemi del tu!Ho solo diciassette anni.._

Rufus rise
_Ah ah ah!Ma certo, come vol.. come vuoi Hikaru. Fai anche tu lo stesso!_

_Ma Presidente.._ interruppe Reno _In fondo lei merita che gli diamo del le…_

_Stop Reno!_ Rufus alzò il braccio _Abbiamo sentito abbastanza ruffianate da parte tua oggi. Hikaru può chiamarmi come meglio crede. E non dimenticare che è la figlia del Governatore Planetario e quindi merita il nostro rispetto!_

A Hikaru venne un conato di vomito. Per il solo fatto che lei fosse figlia del governatore planetario meritava rispetto.. quando invece se su quel Pianeta ci fosse mai stato un individuo che NON meritava rispetto quello era suo padre… in quel momento ebbe una nuova fitta di dolore al polso sinistro, che non passò inosservata.

_Hai qualche problema?_ le chiese Rufus

_No.. no, va tutto bene_ sussurrò lei, stringendo i denti. E poi maledicendosi per ciò che aveva appena detto. Cosa le costava dire la verità?! Magari avrebbero fatto qualcosa per lei.. invece no, non aveva detto nulla.. probabilmente il suo cuore stava già cominciando a comandare più della ragione. Ebbe infatti la forza di porre una domanda ulteriore

_Io.. non vorrei sembrare scortese ma non so dove sono, né perché mi trovo qui..il gatto meccanico.. Cait Sith.. mi aveva detto che mi avrebbe dato spiegazioni…ma.._

_Certo, certo_ annuì Rufus _Siamo qui per questo. E per fornirti un alloggio. In fondo non hai un posto in cui passare la notte, giusto?_

Prima che la ragazza potesse rispondere il Presidente di Reno e Rude continuò

_Sarò lapidario,anche perché mi interessa che tu sappia tutto quanto prima. Quando tuo nonno è morto, prima che esplodesse aveva in mano un telecomando, forse l’hai notato. E quando ha premuto il tasto non era per farsi esplodere, ma per programmare l’aeronave a trasportarti alla Northern Cave_

Reno interruppe Rufus, visto lo sguardo interrogativo di Hikaru

_Si riferisce al Cratere Nord. Northern Cave è il suo nome... di tanto tempo fa_

_Solo che_ proseguì Rufus _Cid non aveva previsto una cosa. Cait Sith si era introdotto da tempo nelle fila militari di tuo padre e aveva scoperto che i sistemi dello Shera sono stati modificati. Dopo un viaggio superiore alle tre ore con il pilota automatico inserito, la nave sarebbe esplosa. Il Governatore pensava fosse un ottimo deterrente per evitare insubordinazioni, essendo lo Shera l’unica aeronave disponibile. Quindi siamo dovuti intervenire direttamente, evocando Bahamut per portarti qui. Siamo a qualche chilometro dal Cratere Nord, non ti ci vorrà molto per raggiungerlo_

Hikaru ascoltò molto interessata tutto, per quanto potesse essere interessata dato il dolore continuo e sempre più esacerbante del suo polso sinistro.

_Per contro c’è una cosa che devi sapere. L’esercito di tuo padre stava cercando i piani dello Shera per creare in serie aeronavi in grado di distruggere l’esercito nemico dei Regni Uniti di Wutai. Il sacrificio di Cid sembrava aver reso tutto inutile, ma purtroppo l’esercito governativo ha trovato lo scafo dello Shera precipitato_

Hikaru sobbalzò; forse lo spionaggio di Cait Sith poteva tornare utile anche a lei.. senza preoccuparsi di interrompere la ragazza esclamò

_L’hanno trovato? E hanno trovato qualcuno? Qualche umano intendo..eh?_

Rufus scosse la testa

_No. Se ti stai riferendo al tuo compagno di viaggio.. non l’hanno trovato. Probabilmente è riuscito a salvarsi e fuggire_

Hikaru tirò un sospiro di sollievo. Sebbene non avesse la sicurezza che Locke si era salvato, il fatto che non avessero trovato il suo corpo le dava ancora speranze. Tutto ciò di cui aveva bisogno.

_Purtroppo dallo scafo dello Shera i tecnici del Governatore hanno acquisito dati sufficienti per produrre dei velivoli. La guerra comincerà a breve, e sarà devastante_

Un brivido corse lungo la schiena di Hikaru

_NO!!_ esclamò, poi aggiunse _Io.. io devo raggiungere.. il Cratere Nord! Come posso fare? Puoi darmi una mano, Rufus?_

Rufus alzò le mani, come per invitare alla calma. In effetti era quello che aveva intenzione di fare

_Calma. Ti aiuteremo, certo. Ma per ora non puoi andare al Cratere Nord: fuori ci sono trentasette gradi sotto lo zero. Ti abbiamo preparato una stanza di sopra. Troverai un letto e avrai tutto il necessario per rimetterti in sesto. Tra un paio di giorni potrai partire_

_Un paio di giorni?!_ gridò Hikaru _Ma io devo andare adesso!_

_Calma, calma Hikaru. Lo so che vorresti andarci prima di subito e non nego che per la sorte del Pianeta potrebbero fare la differenza quarantotto ore piuttosto che ventiquattro. Però il Cratere Nord non è da prendere alla leggera, non raggiungeresti nessun risultato se morissi nel tentativo._

_Ma.._ tentò di ribattere la ragazza

_No, niente da fare. Reno e Rude ti mostreranno la camera. Sali e riposati, non partirai da qua prima della seconda alba da adesso_ commentò Rufus, quindi fece cenno ai Turks di condurre Hikaru al suo letto

_Madamoiselle.._ le si rivolse Reno, raggiungendola da sinistra e allungando la sua mano verso quella di Hikaru. La ragazza fece uno scatto felino e strinse quella del Turk con la destra

_Molto bene_ commentò Reno, facendole un po’ il verso _Vogliate dunque seguirmi_

Hikaru lo seguì nel corridoio da cui l’aveva visto spuntare e venne portata davanti a una porta di legno.

_Ecco. Qui c’è la tua camera, con bagno incorporato. L’armadio è pieno di tutto ciò che hai bisogno e c’è anche un piccolo frigo pieno di cibo_

Reno poi le fece l’occhiolino

_Chiaramente.. se ci fai compagnia a mangiare però è meglio!_

Hikaru ringraziò ed entrò; il Turk chiuse la porta dietro di lei, consentendole di girare la chiave sulla serratura e chiudersi dentro.
La camera non era molto spaziosa, era fatta quasi apposta per contenere il letto, un armadio non molto grande, una miniscrivania e una sedia. Una grande porta finestra si apriva vicino al capezzale del letto, ma era sbarrata da una spessa persiana chiusa. La ragazza entrò nella porta del bagno, subito a lato rispetto a quella d’entrata, si guardò allo specchio e decise che non aveva tempo di fare altro. Era veramente conciata, sembrava che le fosse passata sopra una mandria di bisonti infuriati. Colse però l’occasione di un vero bagno per espletare tutte le sue funzioni fisiologiche, tra cui una doccia lampo per riportare la sua temperatura corporea a un livello significativo. Non fu facile con una mano sola, ma impegnandosi un po’ riuscì nei suoi intenti in neanche troppo tempo. Uscì dal bagno in reggiseno e mutande, quindi si cacciò sotto le coperte senza neanche darsi il tempo di cercare un pigiama e spense la luce. La riaccese subito dopo, per cercare un legaccio con cui fermarsi almeno temporaneamente i lunghi capelli che, non intrecciati, rischiavano quasi di soffocarla nel sonno. Già che c’era decise di aprire un cassetto a caso ed estrarre almeno dei pantaloncini leggeri tipo fusò da usare come pigiama, li indossò e si ricacciò sotto le coperte. Rispense la luce e chiuse gli occhi. Non fece in tempo a far toccare le palpebre che il sonno la conquistò.

Fine XV episodio

Cid (sbavando, con il cartello del suo club in mano): aaahhh.. sii... Hikaru in mutand..
Hikaru: EHI!! (prende il cartello e lo schianta contro Cid) PERVERTITO!!
Locke: ..ma come.. sono già uscito di scena io? ç_ç
Reno: Giusto, fai largo, inutile comparsa da FF6. Adesso ci sono i Turks!
Locke: ..I TURKS?! E chissenefrega, io ero bello da cacciatore di taglie..
Rude: ..ma non hai gli occhiali da sole
Reno: Già, e poi non sei alle dipendenze del Presidente!
Hikaru: Ma.. Presidente di che poi? Non esiste una società qua!
Reno: non importa. Il Presidente è il Presidente
Hikaru: ...ma non ha senso! Perchè lo considerate ancora Presidente se non è più..
Rude: E' il nostro lavoro.
Cid (recuperando dal suo cartello sfasciatogli sulla testa): ..ma dico Hikaru.. devi effere più gentile con i mafchieffi.. o non fe lo dar..
Hikaru: GRRRR!!!! (sfascia quello che resta del cartello contro Cid)
Locke: Cid, ti conviene stare zitto..
Cid: mmfghmmm
 

BahamutdiFF8__Girl

DON'T TOUCH MY CLOUD
Questa parte della valle innevata e cai sith che evoca bahamut mi ricorda qualcosa...sbaglio o l'avevo scritta io in una delle tracce nella nostra fic solo che invece di evocare bahamut evoca Kidaja ?.... mmmmm....si è proprio cosi...e sono io che avevo tirato fuori il ritorno della shinra....eheheh non sono stupida... =>
 
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