Varie Il Ritorno degli Antichi

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Ok, mi sono perso un paio di episodi. Ora che mi sono messo in pari commento:

1: Ikari ç__ç
2: Cid ç__ç
3: Shera ç__ç
4: Le scenette post (e pre) capitolo ç__ç

Cioè... Neanche una settimana di assenza e mi fai una carneficina!
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Questa parte della valle innevata e cai sith che evoca bahamut mi ricorda qualcosa...sbaglio o l'avevo scritta io in una delle tracce nella nostra fic solo che invece di evocare bahamut evoca Kidaja ?.... mmmmm....si è proprio cosi...e sono io che avevo tirato fuori il ritorno della shinra....eheheh non sono stupida... =>

???
La valle innevata è ciò che sta esattamente tra Icicle Inn e il Northern Crater, secondo la mappa di FF7.. E non ho mai detto che la shinra è tornata in quanto società energetica, ho solo fatto ricomparire Rufus e i Turks (e solo due su quattro)... quindi è una trama inedita :p

Ok, mi sono perso un paio di episodi. Ora che mi sono messo in pari commento:

1: Ikari ç__ç
2: Cid ç__ç
3: Shera ç__ç
4: Le scenette post (e pre) capitolo ç__ç

Cioè... Neanche una settimana di assenza e mi fai una carneficina!

Ehhh, una settimana di assenza può costare parecchio... e non ho ancora finito!! Non sai che si vive per anni ma si muore in un singolo istante? :D
E poi io non ho detto che è morta Shera, ho detto che LO Shera è precipitato. Ma cosa ho fatto di male per non essere capito?!
Hikaru (mostrando alto il suo cartello): Te lo dico io cos'hai fatto!! Hai circuito una giovane e tenera ragazza come me all'inizio della sua brillante carriera da eroina e l'hai costretta a subire più di Cloud e Red XIII nel laboratorio di Hojo!!
Locke: Però.. ti sei informata a quanto vedo..
Hikaru (dimenticandosi la protesta): Sì, ho iniziato a giocare a FF7.. ma solo così, perchè non avevo niente da fare..
Cid: We, vedi di non prendere Aeris nel party, perchè tanto alla fine m..
Hikaru (lo fulmina con lo sguardo): OSA spoilerare qualcosa della storia e ti massacro di legnate, pervertito e pure spammatore!!
Locke: ...però, decisa la ragazza...

Nota: editerò questa risposta quando avrò pronto il prossimo episodio, onde evitare doppi post :D
 

BahamutdiFF8__Girl

DON'T TOUCH MY CLOUD
???
La valle innevata è ciò che sta esattamente tra Icicle Inn e il Northern Crater, secondo la mappa di FF7.. E non ho mai detto che la shinra è tornata in quanto società energetica, ho solo fatto ricomparire Rufus e i Turks (e solo due su quattro)... quindi è una trama inedita :p



Ehhh, una settimana di assenza può costare parecchio... e non ho ancora finito!! Non sai che si vive per anni ma si muore in un singolo istante? :D
E poi io non ho detto che è morta Shera, ho detto che LO Shera è precipitato. Ma cosa ho fatto di male per non essere capito?!
Hikaru (mostrando alto il suo cartello): Te lo dico io cos'hai fatto!! Hai circuito una giovane e tenera ragazza come me all'inizio della sua brillante carriera da eroina e l'hai costretta a subire più di Cloud e Red XIII nel laboratorio di Hojo!!
Locke: Però.. ti sei informata a quanto vedo..
Hikaru (dimenticandosi la protesta): Sì, ho iniziato a giocare a FF7.. ma solo così, perchè non avevo niente da fare..
Cid: We, vedi di non prendere Aeris nel party, perchè tanto alla fine m..
Hikaru (lo fulmina con lo sguardo): OSA spoilerare qualcosa della storia e ti massacro di legnate, pervertito e pure spammatore!!
Locke: ...però, decisa la ragazza...

Nota: editerò questa risposta quando avrò pronto il prossimo episodio, onde evitare doppi post :D
si ma se ben ricordi in una delle ns tracce avevo messo proprio la valle innevata come ispirazione e stavo citando il ritorno della shinra :p....e proprio cai sith evoca kijata mentre qua evoca bahamut la cosa è mooolto simile :p....con questo non voglio dire sia brutta la trama anzi :p


PS: per quanto riguarda la cartina geografica di FF7 ce l'ho ben stampata nella testolina xD....oltre al fatto che la valle innevata è una delle zone che prefferisco :=)
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Ok, visto che mi avete evitato il doppiopost :)D) posso postare il nuovo ep per il prossimo ep. Il siparietto è quello là sopra, non sto a riscriverlo :D

La scacchiera del mondo

A una ventina di chilometri dal cottage di Rufus ShinRa, oltre il labirinto dei vortici che difendeva la Rupe di Gaea, all’esatto centro del Cratere Nord… un’oscura entità si materializzò fra fulmini di pura energia cosmica. Due altre entità, rimaste immateriali, sembravano conferire con lei.

Dunque.. La ragazza sta per arrivare qui

“Esattamente. Mi raccomando vacci piano però.. non è abituata a combattere”

Mh. Non mi interessa. Voi avete chiesto il mio intervento, io andrò fino in fondo.

“Ha ragione lui. Non dobbiamo interferire, capito?”

“Ma…”

”Niente ma. E’ il suo compito in fondo”

La figura oscura affilò la lama della sua spada, pronto a cominciare la missione che gli era stata assegnata. Prima di scomparire nei vortici ululanti, l’entità femminile che si era preoccupata chiese a quella maschile

”Pensi che la ragazza reggerà?”

“Non ne ho la più pallida idea. Probabilmente no”


…​


Hikaru si svegliò con una sgradevole sensazione di formicolio alle braccia. Senza volerlo si era girata nel sonno e la sua mano sinistra era finita esattamente sotto di lei, schiacciata dal suo stesso peso. L’intero braccio sinistro ora le faceva male, tanto che non riusciva a muoverlo fino alla spalla.
A parte questo insignificante dettaglio però il resto del suo corpo stava bene, soprattutto la sua mente era riposata e pronta ad affrontare un’altra giornata d’avventure. Il problema era come muoversi, visto che aveva un braccio solo funzionante; fece degli sforzi quasi sovrumani, ma alla fine con un po’ di abilità riuscì non solo ad alzarsi, ma anche a vestirsi e aprire pure la grande persiana della sua porta finestra.
Hikaru osservò di fuori e vide una distesa sconfinata di neve, che a tratti scintillava grazie ai raggi solari del mattino. Pensava fosse mattina presto, tanto che quando aprì la finestra e sentì la gelida brezza entrare in camera le pareva fosse ancora notte. In realtà il sole era alto nel cielo e quando la ragazza si sporse dalla finestra vide Reno e Rude che stavano spaccando il ghiaccio sulle scale d’uscita ormai da un bel pezzo: forse non era poi così tanto presto. Hikaru decise di uscire dalla camera e cercare Rufus Shinra; durante la sera precedente, mentre veniva messa al corrente dei fatti, così tanti pensieri si erano ammassati nel suo cervello da impedirle di capire esattamente tutto. La notte di riposo aveva concesso un po’ di tregua alla sua mente e le aveva dato modo di fare molto più ordine. Aveva ricostruito tutta la vicenda, ma c’erano ancora due o tre dettagli che le sfuggivano. Esattamente quei due o tre dettagli che avrebbe chiesto a Rufus appena l’avesse incontrato.
Hikaru uscì dalla stanza e si diresse verso il piano di sotto, sempre con la mano destra a sostenere il braccio sinistro.


_Allora? Siete riusciti a recuperare i piani dello Shera?_

_Signorsì, signor Governatore. I nostri tecnici li stanno analizzando e presto potremo avviare la produzione in serie di piccoli velivoli._

_Perfetto_ Il Governatore sorrise. Con quei piccoli motori volanti la guerra sarebbe presto volta a suo favore. Per il momento si era solo limitato ad ammassare tutte le forze di terra sulle coste, in particolare quelle orientali, e tentare dei piccoli viaggi in mare. Non era stupido però e sapeva bene che se si fosse messo a combattere sull’acqua il suo esercito sarebbe stato presto distrutto; la sua strategia prevedeva di superare l’ostacolo marino con una serie di rastrellamenti aerei, in modo da abbattere il grosso della marina dei Regni di Wutai. A quel punto sarebbe stato un gioco da ragazzi sbarcare sulle isole e sfondare l’insignificante resistenza di terra. Il Governatore si rivolse a un altro dei suoi tre generali d’armata, tutti in riunione al suo cospetto nella Sala della Ragione.

_Il programma di reclutamento di massa procede?_

_Sì signore. In tutto il continente non c’è più nessun giovane tra i diciassette e i vent’anni che non sia stato condotto nelle accademie militari per l’addestramento forzato. Ci sono state alcune sporadiche diserzioni, ma i colpevoli sono stati individuati e puniti con la morte_

_Ottimo. Nessun disertore potrà mai reggere alla Giustizia Planetaria! ..e invece di mia figlia Hikaru, si sa niente?_

_No signore_ rispose il terzo generale _Le nostre ultime informazioni dicono che si è salvata dal crollo ed era presente sullo Shera fino al suo inspiegabile precipitazione. Non sappiamo dove sia finita._

_Quella ragazza.._ il Governatore strinse i pugni, rompendo il bicchiere che aveva in mano _LA PRINCIPESSA dei disertori.. avrà la fine che merita!! Aprite il fuoco a vista su di lei, non abbiate pietà. Anche se è una persona che gli assomiglia vagamente, nel dubbio uccidetela!_

_Sì, signore_


…​

Hikaru scese le scale, arrivando al piano terra. Siccome non trovò nessuno decise di scendere al piano di sotto, da cui la sera prima erano comparsi Reno, Rude e Rufus. Si trovò di fronte un’unica porta, molto grande e di metallo; un maniglione rinforzato era l’unico modo plausibile per aprirla. Poco al di sopra di quel maniglione c’era una grande scritta, che però Hikaru non riusciva a decifrare: sembrava scritta con caratteri a lei sconosciuti.
Una voce dietro le sue spalle la fece sobbalzare non poco.

_Cerchi qualcosa?_

La ragazza cacciò un urletto, poi si voltò e vide Rufus ShinRa che la stava osservando con sguardo incuriosito, ma abbastanza serio.

_AH! Io.. io stavo cercando.. proprio voi.._

_Sì? E cosa volevi dirmi?_ le fece cenno con la mano di risalire le scale, per farla accomodare nella sala del camino. Poi ebbe un gesto di stizza ed esclamò:

_E dammi del tu, per Jenova!_

_Jenova? E chi è?_

_Oh… niente, niente, lascia perdere. Piuttosto dimmi, perché mi cercavi?_

_Ecco.. avevo delle domande da farv.. farti_ rispose la ragazza, cercando di nascondere il dolore costante al braccio e il fatto che non lo potesse muovere

_Spara_ Rufus la invitò a sedersi, dopodiché si sedette anche lui sulla poltroncina di fronte a lei.

_Ecco.. è un po’ imbarazzante ma.. perché mi volete aiutare?_ Hikaru arrossì leggermente, perché si vergognava di fare quella domanda. Le sembrava di offendere la buona fede e la generosità di chi le stava gratuitamente dando una mano.

_Questa è una domanda saggia_ rispose Rufus _Infatti in questo mondo nessuno fa niente per niente. Ma vedi.. per noi è diverso;è una lunga storia._

Hikaru lo guardò stranita, dopodiché l’ex Presidente ShinRa continuò

_E’ anche giusto che tu sappia con chi hai a che fare, visto che Reno e Rude ti accompagneranno al Cratere Nord_

_Mi accomp.. intende.. cioè, intendi dire che.._
_Esatto, ti scorteranno al Cratere Nord. Devi sapere che noi un tempo eravamo ciò che si possono definire “i cattivi”. Esisteva una società energetica che aveva il monopolio sul Pianeta, ed aveva quasi più potere del Governatore Planetario attuale. Naturalmente i mezzi.. come dire.. di “persuasione” erano simili a quelli di tuo padre_

Hikaru rabbrividì. Non poteva immaginarsi un’organizzazione ancora più criminale di quel criminale di suo padre.. e poi che quell’uomo così affabile, gentile e generoso davanti a lei fosse a capo di una cosa del genere.

_Ebbene, dopo una serie di combattimenti molto sanguinosi e dolorosi il Pianeta originale su cui dominava la ShinRa venne distrutto. Solo successivamente grazie alla forza congiunta di alcuni eroi, che hanno sacrificato la loro vita per fondare le colonne di un nuovo mondo, si è formato un nuovo pianeta. Questo pianeta, su cui sono state trasferite le anime di tutti gli abitanti presenti sul vecchio mondo prima che venisse distrutto_

Hikaru fu scossa da questo racconto, ma non faceva fatica a crederci. Qualcosa di simile le era stato raccontato a proposito del Luogo Sacro e degli Spiriti Guida che vegliavano sul mondo intero.

_La causa della fine del Pianeta è interamente da ascrivere alla ShinRa, per colpa della quale molti soffrirono. E molti morirono, ma peggiore fu la sorte di chi le si oppose_

La ragazza deglutì; aveva molto ben presente cosa poteva fare una mente perversa alla guida di un’organizzazione potente. Quanto dolore avrebbe potuto creare un singolo uomo…! Prima che Rufus proseguisse, una domanda le sorse spontanea

_Ma… perché ti definisci uno dei ‘cattivi’? Facevi parte della ShinRa?_

Rufus non rispose subito. Fece un paio di minuti di pausa, quindi rispose con tono freddo

_Ne ero il Presidente_

Hikaru impallidì di fronte a quella rivelazione, che le gelò il sangue nelle vene; possibile che quell’uomo così affabile, gentile e generoso davanti a lei fosse a capo di un abominio del genere?!
Ancora una volta però Rufus proseguì, con calma.

_Lo so cosa stai pensando. So bene che serve a poco dire che quello che facevamo lo facevamo sperando di fare del bene… anche perché in effetti pensavamo al nostro bene, quello di chi aveva i soldi. E ce ne infischiavamo della sorte del Pianeta, che stava lentamente morendo_

Un’emozione indescrivibile travolse la ragazza, al sentire queste parole. Sembrava che Rufus stesse quasi confessando i suoi crimini, ma non ne sembrava così tanto colpito come lo fu lei, semplicemente ascoltandolo.

_Quando ci siamo accorti dei danni che avevamo causato, fu troppo tardi. Cercammo di porre rimedio, ma gli eventi ci sfuggirono di mano e il Pianeta esplose in una Supernova. E c’è anche un’altra cosa che è bene che devi sapere. Tu sai che tuo padre è diventato potente e sta ripetendo gli stessi sbagli della ShinRa, tutto grazie a un’aeronave_

Hikaru annuì vistosamente, cosa che le slegò anche il blando legaccio che si era fatta ai capelli, permettendo loro di invadere tutto il divano su cui era seduta.

_Sì, era l’aeronave di mio nonno.. lo Shera!_

Rufus fece un’altra pausa, come di chi sa di stare per dare una terrificante notizia

_Shera è il nome successivo. Inizialmente la nave si chiamava Highwind, come tuo nonno. Ed è stata costruita per ordine e con i fondi della ShinRa_

Hikaru sbarrò gli occhi. Non voleva crederci, ma la sua anima le stava dicendo che doveva crederci: era tutto vero. Rufus continuò, ma dopo quella rivelazione ogni sua parola suonava come un colpo di cannone caricato a vetro sparato direttamente nel cuore della ragazza.

_La ShinRa fece costruire l’aeronave, che per remote ragioni a me sconosciute è stata trasportata anch’essa sul nuovo mondo. Questo mondo. Tuo padre è diventato il tiranno che minaccia di sovvertire irreversibilmente l’ordine del Pianeta a causa della ShinRa. Ancora una volta la ShinRa causerà la fine del Pianeta_

_NO!_ esclamò Hikaru, alzandosi in piedi di scatto. Una debole fiamma eterea le comparve intorno, come ormai non le capitava più da un paio di giorni _Questo Pianeta non finirà, né per mano di mio padre, né per mano della ShinRa, né per chiunque altro!! Non lo farà MAI fino a che sarò viva!_

Rufus sorrise

_Molto bene. Ed è proprio per questo che vogliamo aiutarti. Devo riscattare il mio nome e quello di mio padre, è una questione di orgoglio. La famiglia ShinRa non sarà più ricordata per aver causato la fine di due mondi, ma di aver lottato fino allo stremo perché questo non succedesse!_

Hikaru rimase in piedi, con la fiamma eterea intorno a lei viva fino a che una nuova fitta al braccio sinistro la colse di sorpresa. Le fiamme si interruppero di colpo, mentre la ragazza si strinse l’avambraccio chiudendo gli occhi e facendosi cadere sul divano sottostante.

_Aspetta un attimo.._ le disse Rufus _Il tuo braccio…_

Hikaru si morse il labbro, pensando che la frittata ormai era fatta: se n’era accorto. L’ex Presidente ShinRa si avvicinò a lei e le prese la mano sinistra, tirandola leggermente verso di lui.

_AHIA!_ gridò Hikaru, con una voce da sorprendere anche lei stessa. Due secondi dopo maledì il suo scarso autocontrollo: adesso Rufus non poteva più avere dubbi

_Ah.. l’avevo intuito.. ti fa tanto male il braccio, ecco perché hai quell’espressione_

Hikaru non se n’era accorta in effetti, ma dai suoi occhi brillanti le si poteva vedere lontano chilometri che stava male. Rufus le lasciò la mano sinistra, la prese per quella destra e le disse

_Vieni con me_

La ragazza fu costretta a seguire il biondo ex-presidente lungo le scale; arrivarono davanti alla porta metallica che non era stata capace di aprire. Rufus stese la mano sulla maniglia e la aprì senza fatica, mentre Hikaru si dava della stupida per non aver neanche provato a spingere: sarebbe stata aperta. Hikaru seguì Rufus all'interno della sala, dopodichè la porta si richiuse pesantemente dietro di loro.

Fine XVI episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
La Spada di Fuoco

Hikaru seguì l’ex Presidente della ShinRa lungo tutta la sala; man mano che si addentrava in quel guazzabuglio di macchinari, banconi e strumentazione sofisticata le veniva sempre più l’idea di trovarsi in un laboratorio di ricerca ultrasegreto. E come tutti i laboratori ultrasegreti, probabilmente nascondeva qualcosa di minaccioso.
Rufus si fermò davanti a una grossa griglia metallica e fece appoggiare Hikaru sulla grata; quindi si diresse verso il pannello dei comandi e le disse

_Non ti preoccupare. Sentirai un ronzio, ma non è niente di grave. Servirà per vedere le condizioni del tuo braccio._

La ragazza annuì. Del resto non poteva più far finta di niente: il suo braccio aveva un problema e forse sarebbe stato il caso di curarlo.
Rufus premette un tastino sulla console dei comandi e un grosso cilindro metallico comparve dall’alto; quel cilindro era connesso tramite un braccio meccanico alla console di Rufus, ma Hikaru non riusciva a vederlo. Le sembrò che quel coso davanti a lei stesse galleggiando in aria: partì il famoso ronzio, mentre il cilindro le passava davanti a tutto il corpo lentamente.
Dopo un paio di minuti l’oggetto si fermò e una vocina metallica diede il suo responso

Analisi soggetto completata. Livello energia Mako stimata: settecentoquindici unità. Rilevata frattura composita al metacarpo sinistro. Consigliata immobilizzazione dell’arto sinistro superiore.

_SETTECENTOQUINDICI UNITA’?!_ gridò Rufus, facendo spaventare –e non poco- Hikaru, quindi si riprese anche lui dallo stupore e continuò _…non è possibile, dev’essere andato fuori scala. Comunque ha confermato ciò che pensavo_

Il biondo Presidente guardò la ragazza, che non stava capendo assolutamente niente.

_Ragazza mia, ti sei rotta la mano sinistra. Per questo ti fa così male e non riesci a muoverla_

“Lo sapevo” pensò Hikaru “Mai che ne combini una giusta..”

_Ora, una volta avrei potuto farti guarire velocemente tramite una vasca al Mako, ma visto che quella forma di energia non è più disponibile.. l’unica cosa che posso fare è fasciarti il braccio_ concluse Rufus.
Hikaru annuì e si avvicinò, mentre il Presidente apriva un armadietto, ne tirò fuori un set di garze e le avvolse intorno alla mano della ragazza. Quando le strinse Hikaru fece una smorfia di dolore intenso, ma Rufus le disse

_Coraggio.. un attimo solo.. e ho finito!_

Diede un ultimo strattone alla garza, trascinandosi dietro anche mano e braccio della ragazza, che non riuscì a trattenere un piccolo grido.

_Bene. Mi raccomando di non togliere quella fasciatura prima di una ventina di giorni! Per il resto.. beh, dovrai usare in tutto quello che fai solo la mano destra!_
Hikaru voleva rispondere “Grazie lo sapevo già”, ma le sembrava abbastanza scortese. E soprattutto era messa in soggezione da quello strano ambiente meccanico e da quella frase misteriosa. “Livello energia Mako: settecentoquindici unità”. Sarà stata una cosa buona? O cattiva? Non ebbe tempo però di chiedere delucidazioni a Rufus, perché il Presidente si allontanò da lei per recuperare un oggetto.
Lei lo seguì con lo sguardo e vide che si era avvicinato a una teca al centro della stanza; dalla posizione sembrava contenesse qualcosa di prezioso. In effetti Rufus dovette disattivare una decina di allarmi prima di poter togliere delicatamente la teca di vetro oscurato e rivelare l’oggetto così prezioso. Aveva una forma di semisfera, come uno scudo; era rosso fuoco, come i suoi capelli, e dava l’impressione di essere forgiato di un metallo particolare.
Rufus lo prese e lo mostrò a Hikaru

_Questo.. è uno scudo di puro Mithril. L’ultimo e unico oggetto forgiato di quel materiale semi-divino presente al Pianeta. Sarà bene che lo indossi_

Hikaru volle dire qualcosa, ma non ci riuscì: la fasciatura stretta della mano le stava procurando non pochi dolori, che le avevano quasi tolto il fiato. Rufus ne approfittò per sollevare lo scudo e incastrarlo perfettamente sull’avambraccio immobile della ragazza.

_Guarda.. sembra fatto apposta per te. Ti servirà per proteggere la tua mano fino a che sarà guarita.. e proteggerà anche la tua intera persona. Basta che lo sollevi davanti a te e nulla potrà oltrepassarlo_ Rufus fece una piccola pausa _Nulla che sia stato forgiato dall’uomo, quantomeno_

_G..grazie.._ esclamò Hikaru, con un filo di voce. Era tutto quello che riuscì a dire, dopo che l’uomo che l’aveva chiamata, le aveva dato ospitalità, si era rivelato come l’autore principale della distruzione di un pianeta e successivamente le aveva fornito uno scudo e una provvisoria soluzione al suo problema al braccio.

_Adesso, se ho risposto a tutte le tue domande e non hai più nulla da chiedermi_ aggiunse poi Rufus _Ti consiglio di tornare su e riposarti. Domani tu, Reno e Rude dovrete andare al Cratere. So che non è la cosa migliore da fare, specialmente con un braccio rotto.. però credo non si possa evitare. Non c’è più tempo da perdere_

Hikaru annuì, per la quattordicesima volta nel giro di mezzora, e uscì dalla sala-laboratorio. La porta metallica risuonò violentemente, dando la possibilità a Rufus di poter continuare la sua opera da solo. Fece stampare il responso della griglia metallica che aveva analizzato Hikaru e si mise a leggerla nel dettaglio. La cosa che più non riusciva a spiegarsi era quel dannatissimo numero: settecentoquindici unità erano veramente eccessive, ma dal resto dei parametri non sembrava che la macchina avesse qualche problema.
Rufus impiegò circa un paio d’ore buone nel pensare a tutte le possibili ragioni di tale risultato, fino a che l’arrivo di una persona dall’esterno non lo fece distrarre.

_Salve capo. Novità? ..a parte quelle che so da Cait Sith, è chiaro!_

_No Reeve_ rispose Rufus _Però, c’è una cosa che continuo a non capire. Guarda qui. E’ un’analisi della ragazza_

_Intendi dire Hikaru?_
Reeve lesse il foglio su cui Rufus si era dannato l’anima per ore, quando arrivò al responso sull’energia Mako ebbe la stessa reazione del suo ex-capo

_COSA?! Settecentoquindici unità??! Ma.. ma non è possibile!_

_Cosa vuoi che ti dica! Diavolo, tutti gli altri parametri sono in regola e la diagnosi l’ha fatta corretta. La macchina funziona, Reeve_

_Non.. non è possibile! Solo i SOLDIER avevano più di cinquecento unità Mako! E comunque non superavano i seicento!_

Rufus lo corresse

_Non è esatto. Ci fu un SOLDIER che aveva più di settecento unità Mako…_

Reeve guardò il Presidente ShinRa con sguardo incredulo, mentre finiva la frase

_..Sephiroth_

_Andiamo, Presidente!_ esclamò Reeve _Non è possibile che una ragazza che non ha mai visto Jenova e non è stata esposta al Mako abbia un livello di energia dieci punti superiore a quello di Sephiroth! Non è neanche un guerriero!!_

Rufus allargò le braccia

_Non so cosa dirti.. ci sarà un motivo per cui tutti in questo mondo si affidano a Hikaru… speriamo bene_

Reeve voleva puntualizzare che gli unici ad affidarsi a Hikaru erano solo lui, il Presidente, i Turks, Cid e –forse- Nanaki.. ma non osò contraddire Rufus, in fondo era un discorso campato abbastanza per aria. L’unico dato oggettivo erano quelle settecentoquindici unità di energia Mako, che sarebbero potute risultare solo da un’esposizione all’energia trattata largamente superiore a quella tollerabile dall’organismo umano. E poi era impossibile che Hikaru fosse stata irradiata, non c’erano più reattori Mako né un Lifestream a cui attingere. Tutto questo non aveva senso.
Eppure c’era una cosa che accomunava Hikaru con i SOLDIER, almeno con quelli più famosi; la stessa cosa che le capitò subito dopo essere salita dal laboratorio ed avere aperto la porta che dava sulla sconfinata distesa innevata.
Questa cosa era la voce, quella voce che si presentò alla ragazza quando meno se la aspettava

Dove stai andando, Hikaru?

“Io.. non lo so. A fare un giro, suppongo”

Un giro a vuoto, in una distesa ghiacciata da sola e con un braccio rotto?

”Cosa c’è di male, scusa?”

..niente. Se hai deciso per il suicidio, non sarò certo io a fermarti.

“Suicidio? Non ti sembra di esagerare?! E’ pieno giorno!”

Mai sentito parlare di tempeste di ghiaccio? Colgono all’improvviso e non lasciano altro che una pianura desolata. Non è un caso che non ci sia nulla qui se non un immenso tavolato.


“Gh..ghiaccio?”

HIKARU, DIAMINE! Siamo al polo più settentrionale del Pianeta, CERTO che c’è il ghiaccio!


“Fo..forse è meglio tornare dentro allora..”

Hikaru era riuscita a farsi terrorizzare alla voce un secondo in ritardo. I passi che aveva fatto erano stati sufficienti per allontanarsi di circa duecento metri dal cottage di Rufus, uno spazio apparentemente trascurabile. Quando però un forte vento iniziò a spirare alle spalle di Hikaru, travolgendole i capelli e ricoprendo la ragazza, quei duecento metri diventarono dei chilometri. Improvvisamente il tempo mutò, di punto in bianco: si fece buio notte, come se il sole si fosse spento all’improvviso, fulminato come una lampadina. Oltre al vento, che incrementava di velocità ogni secondo che passava, ora Hikaru iniziava a sentire anche le prime gocce di pioggia gelata batterle sulla schiena. Pioggia che diventò grandine nel giro di qualche secondo.
Così, nel pieno del giorno, e a quelli che sembravano pochi metri dal rifugio Hikaru si ritrovò coinvolta in una tempesta di ghiaccio particolarmente violenta. Se ci fosse stato Rufus, la ragazza avrebbe potuto avere la conferma che quelle tempeste non lasciavano scampo, tanto da chiamarle “Livellatrici”. E lei ci era capitata esattamente in mezzo.
Non sapeva cosa fare, il ghiaccio stava aumentando di intensità fino a cominciare a graffiarla sulle gambe e in tutte le parti scoperte del corpo. Non era solo grandine, perché i piccoli pezzi di ghiaccio erano continuamente sollevati dal forte vento e rimescolati a mezz’aria, come in un grande frullatore.
Istintivamente Hikaru si rannicchiò, alzando il braccio sinistro che portava lo scudo per difendersi il più possibile da quello spaventoso tritacarne naturale. Adesso avrebbe avuto bisogno di un consiglio.. sperò che la voce si facesse nuovamente sentire, ma per i primi cinque minuti buoni non sentì nulla. Arrivò perfino a implorarla, chiamandola semplicemente “voce”, ma non ebbe risposta.
Nel frattempo lo scudo di Mithril stava comprovando la solidità promessa da Rufus, difendendo almeno la testa di Hikaru dai potenti blocchi di ghiaccio che le avrebbero altrimenti fatto perdere i sensi,come minimo. La ragazza decise di non darsi per vinta e pensò a tutte le opzioni che aveva: la prima era quella di rimanere ferma, trovando una posizione che avrebbe potuto ripararla il più possibile sotto lo scudo di Mithril; tuttavia non le sembrava una scelta molto intelligente, perché era in grado di ripararsi praticamente quasi solo la testa e parte del busto. Il resto del corpo sarebbe stato disintegrato comunque.
La seconda possibilità era di farsi strada fino al cottage di Rufus, usando lo scudo come modo per aprirsi un passaggio piuttosto che per ripararsi. Però anche quella non era molto valida come opzione, perché aveva perso l’orientamento e se si fosse allontanata anziché avvicinarsi sarebbe stata perduta al 100%.
La terza possibilità, che le venne in mente non seppe neanche lei come, era quella di dare finalmente ascolto alla voce. E’ vero che in quel momento non le stava parlando, ma forse perché le aveva già detto ciò di cui aveva bisogno. Doveva farlo. Lasciare da parte i suoi pensieri razionali, la sua mente, le sue pianificazioni strategiche e permettere al cuore di manifestarsi. Sotto la pioggia di grandine, ghiaccio e polvere che stava devastando l’area, Hikaru chiuse gli occhi e il potere che risiedeva nella sua anima non tardò a manifestarsi.
Una potente fiammata comparve intorno al suo corpo, avvolgendolo come un fiammifero; il calore di quel fuoco inizialmente fu sufficiente solo a fare luce intorno a lei, ma con il passare dei secondi e l’incrementare della sua concentrazione, l’energia compressa raggiunse il suo punto critico.
Hikaru si alzò in piedi, incurante dell’inferno meteorologico intorno a lei, e strinse il pugno destro. Il fuoco intorno a lei ora brillava ardentemente, illuminando tutto a dieci metri di distanza; il calore sprigionato ora era sufficiente per far vaporizzare qualsiasi pezzo di ghiaccio e la fiamma era talmente veemente da interrompere anche il vento. Hikaru era ancora una volta protetta da una campana di vetro, ma ora era la sua campana. Niente avrebbe potuto superarla.
Quando la ragazza si rese conto di ciò che era stata in grado di fare, risentì nuovamente la voce.

Molto ben fatto, Hikaru.

La ragazza sorrise, più per il fatto di aver risentito la voce che per essersi resa conto di aver evocato il suo potere per la prima volta da sola. Improvvisamente, dalla fiamma intorno a lei si staccò un tizzone ardente, che le si parò davanti, a mezzaria.

Allunga la mano e afferra ciò che c’è in quella fiamma.

Hikaru ubbidì, stese la mano destra nel fuoco ed impugnò qualcosa. Le fiamme si disposero secondo una forma ben precisa, presto la ragazza si accorse di stare impugnando una vera e propria spada di fuoco. La sua lama era molto grande, circa il triplo di una spada normale; l’intera arma era alta grossomodo come lei. Nonostante la solennità del momento Hikaru si accorse che se quella spada fosse stata di metallo vero non l’avrebbe mai potuta sollevare neanche di un centimetro. Invece quella spada infuocata era in grado di manovrarla perfettamente, anche con una mano sola.

Questa è la Buster Sword.

Le disse la voce

La Spada dell’Onore.

Hikaru la impugnò ancora con più vigore.

E’ tua, ora. Fanne buon uso!


Detto questo la voce scomparve e la tempesta con lei. Hikaru si ritrovò da sola,nuovamente nella pianura ghiacciata su cui era ricomparso il sole. Sembrava quasi che avesse sognato, eppure non era un sogno.
Hikaru guardò davanti a sè: la sua mano, tremante per l'emozione, stava stringendo sul serio una spada.
Anzi, la spada: prima di lei Angeal Hewley, Zack Fair e Cloud Strife. Ora quella spada era sua. E giurò su se stessa che l’avrebbe onorata.

Fine XVII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Un nemico dopo l'altro

Hikaru aveva appena realizzato di avere tra le mani, anzi nella mano la spada fiammeggiante che assomigliava così tanto alla Buster Sword, quando sentì una voce femminile alle sue spalle.

_Ma guarda.. una ragazza con la sua nuova spada.. quanto sei patetica!_

Si voltò di scatto, ma non vide nessuno. Pensò fosse stata la sua immaginazione, ma subito dopo risentì quella voce.

_Dove stai guardando?! Bah, inutile.. tanto non mi puoi vedere_

Hikaru si voltò nuovamente, guardando a trecentosessanta gradi intorno a lei. Ma non vide nulla.

_Chi.. diamine sei?!_ gridò all’aria, brandendo la spada fiammeggiante _Fatti vedere!_

Nuovamente alle sue spalle, la voce rispose

_Perchè, cosa vorresti fare?! Combattermi forse?_

Hikaru strinse i denti, dopodiché si fece forza ed esclamò

_Se necessario.. sì! Rivelati, una volta per tutte!_

_Sono qui Hikaru. Guarda in alto e mi vedrai._

Hikaru alzò lo sguardo e vide l’immagine evanescente della donna che le stava parlando. Sembrava mobile ed eterea, come un riflesso sull’acqua; i contorni di quella figura erano fumosi, a testimonianza del fatto che chiunque essa fosse stava comunicando con Hikaru da una lunga distanza. Nonostante fosse evanescente, la ragazza potè notare alcuni dettagli di quella figura: aveva dei capelli lunghi, rossi, simili ai suoi, che le scendevano dolcemente sulle spalline dell’armatura; il resto del corpo era protetto da un’armatura leggera azzurra, mentre dallo sguardo si poteva intuire che era un guerriero esperto. Sembrava almeno una decina di anni più vecchia di Hikaru, eppure quando parlava la sua voce sembrava cristallina e bianca, quantomeno da minorenne.
La ragazza però si era già stancata di quella presenza che le incuteva sufficiente timore, per cui passò ad una strategia più aggressiva

_Come sai il mio nome?_ le chiese, puntandole contro la spada di fuoco _Sei un’amica o una nemica?_

La figura eterea sorrise con un ghigno beffardo

_Io sono Nova, Paladina dei Regni Uniti di Wutai. La mia spada è al servizio del Monarca Supremo, che ha appena ricevuto la dichiarazione di Guerra da parte del Governatore Planetario. Per questo non credo che potremo mai essere amiche_

_Cosa?! Quindi mi stai dichiarando guerra?_

_Siete VOI che ci avete dichiarato guerra_

Hikaru abbassò la lama, per permetterle di litigare meglio.

_Ma che razza di discorso.. e poi cosa vuoi da me?_

Nova sorrise, al di là dello specchio magico che le permetteva di comunicare a distanza.

_Niente. Assolutamente niente_

_NIENTE?! Ma allora che c…_

_NIENTE DI NIENTE!_ tuonò la guerriera. Il moto di energia che provocò fu sufficiente per scatenare una piccola tempesta di vento che scompigliò i capelli di Hikaru

_Ma insomma!_ esclamò la ragazza, tirandosi via i capelli che le coprivano gli occhi e mossa dal desiderio di avere l’ultima parola tipica delle giovani adolescenti _Cosa mi hai contattata a fare se non vuoi niente da me?!_

_Contattata? Ah no ti sbagli. Io non ti sto ‘contattando’. Io ti sto ‘controllando’, semmai_ rispose Nova

_Controllando?!_

_Sì, l’ordine del Monarca Supremo è quello di controllare le azioni della figlia del Governatore Planetario.. chissà perché poi.. sei solo una mocciosa che non sa fare altro che ripetere le parole dette dagli altri_

_Ripetere le.._ Hikaru si fermò. Si rese conto di stare ripetendo in effetti tutto ciò che Nova le stava dicendo; ebbe anche un moto di rabbia, e rialzò la spada. L’istinto le fece anche dire una frase che non si sarebbe mai aspettata di poter pronunciare

_Attenta Nova. Non sottovalutarmi o te ne pentirai!_

_Cosa fai adesso? Minacci?! Ah ah.. ah ah ah!!_

Ridendo a squarciagola l’immagine trasmessa della Paladina di Wutai scomparve, lasciando Hikaru sola con la sua spada. Solo il crepitare delle fiamme ora rompeva il silenzio.
La ragazza sospirò, conscia di aver appena conosciuto una nuova nemica, e aprì il palmo della mano destra. La spada di fuoco scomparve, esattamente come era comparsa.
Hikaru non si preoccupò di come fare a riaverla, sentiva nel suo cuore di poterla richiamare quando ne avesse avuto bisogno anche se non sapeva bene come. La totalità dei suoi pensieri ora era focalizzata su quella Paladina, che sembrava avere dei poteri innaturali particolarmente potenti e le aveva appena dichiarato guerra aperta.
Si incamminò verso il cottage di Rufus, perché si rese conto che il sole stava anche tramontando.
Accettò di buon grado di cenare con i Turks, Rufus e Reeve, ma non raccontò a nessuno di ciò che le era successo; per contro loro non le fecero tante domande, anche perché avevano passato la giornata a cercare di capire invano se le settecentoquindici unità di energia Mako che lo strumento aveva registrato in Hikaru fossero state reali o meno.
Finito di mangiare la ragazza si congedò subito e si ritirò nella sua stanza; Rufus e Reeve la lasciarono andare, pensando che volesse riposarsi in vista della giornata futura.
In effetti c’era anche quello, la giornata “di riposo” si era trasformata in una serie di colpi di scena tutt’altro che noiosa. Ma Hikaru sentiva nel profondo del suo cuore un altro bisogno, molto più importante. Scappò di corsa sulle scale, si chiuse dentro in camera, spense la luce e si buttò sul letto, senza curarsi di dove faceva cadere il peso del corpo. Naturalmente l’aveva sbilanciato tutto sul polso sinistro, ma lo scudo di Mithril attutì il colpo sul materasso e la ragazza non ebbe danni; potè quindi lasciarsi andare nell’occupazione che il suo cuore le richiedeva con così tanta insistenza.
Strinse a sé il cuscino più forte che potè e lasciò finalmente scorrere le lacrime.
Pianse con tutta l’energia di cui era capace, sfogando tutta la tensione repressa fino a quel momento.
Pianse tanto, pianse a lungo, fino a che il buio l’avvolse.



La mattina seguente Hikaru fu svegliata da qualcuno che bussava alla sua porta. La ragazza aprì gli occhi e si accorse di essersi addormentata: era nella stessa posizione della sera precedente, quando si era gettata sul letto a peso morto per lasciarsi andare al pianto più disperato. Ora le sembrava di stare nettamente meglio, come se si fosse tolta un peso dall’anima.
Qualcuno alla porta tuttavia continuava a bussare insistentemente, quindi Hikaru cercò di sistemarsi alla meglio i capelli che ormai le fluivano senza controllo lungo le spalle e si alzò. Si avvicinò alla porta, afferrò e la maniglia e fece per aprire.. proprio quando dall’altra parte Cait Sith aveva deciso di spingere a oltranza.
Il risultato fu catastrofico: Hikaru si tirò indietro istintivamente, il gatto perse l’equilibrio, cadde dal moguri meccanico che aveva ripreso a cavalcare e rotolò in mezzo alla stanza, andando a sbattere prima contro il letto e poi sfondando la finestra. Per poco non cadeva anche dal balcone.
La ragazza si mise la mano mobile sulla faccia, osando quasi chiedere

_…c..come va? Tutto bene?_

Cait Sith si rialzò, come se niente fosse successo e si tolse la polvere dalle spalle.

_Oh, diamine! Beh. Si, certo! Sono un automa in fondo, non mi è successo niente di male!_

_Eh.. vorrei dire lo stesso della finestra.._ commentò Hikaru _Adesso come lo spieghiamo a Rufus?_

Cait Sith si raccolse la coroncina e ritornò faticosamente in sella al suo moguri, che era rimasto sulla soglia della porta

_Massì, non ti preoccupare. Il Presidente è gentile e comprensivo, basta dirgli che non sono sta…_

_Cos’è successo?! CAIT SITH, hai fatto qualche altro casino?!_ tuonò la voce di Rufus da sotto

_Oh-oh.. mi sa che è troppo tardi.._ sussurrò Hikaru, prima che Cait Sith la prendesse sotto braccio e la trascinasse giù dalle scale, uscendo fuori dalla porta

_Capo, allora noi andiamo! E non si preoccupi per il casino là sopra, non è successo niente di grave.. lo sistemo quando torno!_ gridò l’automa.

_E..ehi, aspetta un attimo.. io non sono pronta per partire…_ si lamentò Hikaru. Per sua fortuna Rufus fece ciò che doveva in un tempo record: salì le scale, constatò l’entità dei danni e si presentò alle spalle di Cait Sith nel giro di quaranta secondi netti.

_DOVE STAI ANDANDO, razza di gatto spaccatutto?!?_ tuonò, facendo quasi cadere Cait Sith nuovamente dal moguri per la sorpresa _Per Jenova, giuro che se Reeve non ti sistema un giorno o l’altro ti scaravento nel termociclatore!! FILA DI SOPRA E SISTEMA TUTTO!!_

poi fece una pausa, prese un lungo respiro e si rivolse a Hikaru con tutto un altro tono

_Buongiorno. Spero che questa disgrazia meccanica non ti abbia spaventato troppo.. ne combina una all’ora di queste cose.._

Hikaru si schermò, come per dire che non era solo colpa del gatto

_Oh no.. non mi ha spaventata, è che.._

_Capisco._ la fermò Rufus _Ma che fai qui di fuori? Vuoi già andare al Cratere Nord? Dobbiamo fare colazione prima!_

_No.. è che.._ Hikaru cercò di spiegarsi,ma si arrese molto presto. Rientrò in casa al seguito di Rufus, mentre Cait Sith fu obbligato a tornare al piano di sopra per raccogliere i vetri e riparare al danno commesso. La ragazza venne fatta entrare nella piccola cucina del cottage, dove Reno e Rude avevano imbastito una colazione che sembrava più un pranzo di nozze.

_Ma.. tutta questa roba.. è per me?_ chiese Hikaru imbarazzata

_Certamente. Molte di queste cose ti serviranno più avanti, le sistemiamo in un pratico zainetto e ce le portiamo dietro!_ affermò Reno, soddisfatto del proprio lavoro, mentre Rude, con un elegante cappello bianco alla chef, serviva la colazione alla ragazza.

_G…grazie.._ rispose Hikaru, sempre più imbarazzata _ma.. non dovevate disturbarvi così tanto per.._

_E’ il nostro lavoro_ affermò Rude

Mangiarono tutti insieme, Hikaru, i due Turks e Rufus. I preparativi non durarono tanto, a parte quando Reno dovette aiutare Hikaru a rifarsi la treccia, dacchè con una mano sola era un compito particolarmente difficile.

_Per fortuna che ho i capelli lunghi!_ esclamò il Turk alla fine, esausto _..posso suggerire di accorciarli un po’?_

Hikaru sorrise e gli rispose

_Quando sarà finita questa storia, probabilmente li accorcerò… di un paio di centimetri, massimo_

Quando tutto fu pronto la ragazza salutò Rufus, il quale ricambiò con un sorriso, uscì dalla porta e trovò Rude e Cait Sith pronti alla partenza.

_Viene.. anche lui?_ chiese Hikaru, indicando il gatto meccanico

_Sì_ rispose Rufus _Servirà per metterci in comunicazione. Andate ora, o rischiate la tempesta di ghiaccio!_

Il gruppo non perse altro tempo e si mise in marcia. Camminarono di buona lena tra i ghiacci, nella pianura sconfinata; dopo una mezzora di cammino iniziava a intravedersi un profilo nero all’orizzonte.

_Che cos’è quello?_ chiese Hikaru un po’ spaventata _E’ una tempesta di ghiaccio?_

_No. Non proprio_ sorrise Reno _Quello è il Cratere Nord_

_Cosa?!_

_L’alone nero che vedi sono le tempeste perenni dei vortici che ne costituiscono il perimetro esterno_ spiegò Cait Sith _Il Cratere Nord si è formato tanto tempo fa, quando un alieno di nome Jenova precipitò sul Pianeta.._

_Je..nova?_ ripetè Hikaru, senza rendersi conto che stava prendendo il vizio di ripetere ciò che le veniva detto. Ora che ci faceva caso, anche suo nonno e Rufus usavano spesso quel nome.. praticamente sempre come imprecazione. E in ogni caso non le suonava per niente simpatico un nome del genere: anzi la inquietava, e parecchio anche.
_Da quel momento tutta l’area intorno al cratere è stata avvolta da vortici di vento. Quando poi il Pianeta si è riformato dopo la Supernova e la sconfitta definitiva di Jenova, questi vortici sono stati potenziati dagli Spiriti Guida. Nessuno può più accedere al Cratere Nord, a meno che non abbia il consenso degli Spiriti_ continuò a spiegare Reno

_Fatemi capire.. e chi dovrebbe superare quei vortici.. quella persona sarei io?_ chiese Hikaru, quasi avendo paura della risposta

_Esattamente_ intervenne Rude. Lo conosceva da pochi giorni eppure già la ragazza aveva capito che il pelato era di poche parole. Quella era la prima che gli sentì dire dopo un’ora di silenzio costante.
Avanzarono ancora per svariati chilometri, rigorosamente in silenzio. L’alone nero diventò sempre più nitido, fino a mostrarsi come una vera e propria cupola tempestosa alta svariate centinaia di metri. Hikaru non poteva smettere di tenere gli occhi puntati contro quelle minacciose nuvole tempestose, che non permettevano nemmeno di vedere attraverso di esse.

_Non credo che potremo passare anche noi attraverso quei vortici_ commentò Reno, quando furono quasi arrivati

_C..come? Non vorrete mica lasciarmi entrare da sola, spero!_ esclamò Hikaru, ora seriamente preoccupata

_Io e Rude non possiamo entrare_ ribadì Reno _ma forse Cait Sith sì. E’ pesante, dovrebbe stare al suolo senza essere trascinato via nel vento_

_E.. cosa vi fa pensare che io.._ voleva continuare la frase, ma una voce possente nella sua mente la interruppe. Sembrava diversa da quella che sentiva di solito; era sempre una voce maschile, ma questa volta non era sola.

Hikaru. Estrai la tua spada e preparati

La ragazza ubbidì, si concentrò e in pochi istanti lo spadone fiammeggiante di Zack Fair fu nella sua mano destra. Reno e Rude osservarono in silenzio, comprendendo che stava succedendo qualcosa di importante.
Hikaru si avvicinò al limite estremo del vortice, fino a un passo dall’area proibita. Un fulmine lasciò i vortici e si abbattè molto vicino a lei, ma non si fece spaventare. Brandì la Buster Sword infuocata e la pose davanti a sé. Sembrava che il fuoco magico riuscisse a penetrare nella spessa coltre nebbiosa dei vortici, tagliandoli come un coltello taglia un budino. Fu allora che la voce di Cloud si fece sentire nuovamente

Avanza con la tua spada, entra nei vortici e affronta l’inaffrontabile!

...Dovrai avere molto coraggio per sopravvivere..


affermò una seconda voce, femminile, che si sovrappose a quella di Cloud.

Hikaru deglutì. Cercò di non avere paura, anche se le sembrava praticamente impossibile, e fece un primo passo in mezzo ai vortici. Al primo ne seguì un secondo, poi un terzo. La spada fiammeggiante le faceva strada, deviando i forti venti e gli scrosci d’acqua e ghiaccio che infuriavano dappertutto. Fece una decina di passi, quindi scomparve del tutto dalla vista di Reno, Rude e Cait Sith. Il Turk coi capelli rossi si voltò verso il gatto meccanico, che era rimasto fermo in tutto questo e sbraitò

_CAIT SITH!! Cosa fai lì, SEGUILA!! Prima che sia troppo tardi..!!_

L’automa si ridestò, come se si fosse appena risvegliato. Corse goffamente nella direzione presa da Hikaru, cercando di infiltrarsi nello squarcio generato dalla ragazza. Arrivò fino al limite estremo e si addentrò di un paio di passi.

_HIKARU! EHI, ASPETTAMI!!_

Al terzo passo un fulmine più potente degli altri si abbattè sull’automa, disintegrandolo completamente e scaraventando ciò che rimase del moguri meccanico sottostante fuori dai vortici. Quindi i venti ricoprirono lo squarcio generato dal passaggio della Buster Sword, lasciando i Turks senza parole a parte un "PORC.." che rimase strozzato in gola a Reno.
Ora Hikaru era da sola. Ancora una volta.

Fine XVIII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
E Reeve che fine ha fatto? u.u

Era al primo piano, con Cait Sith, a sistemare il danno alla finestra :D

Una battaglia inaffrontabile

Una spessa coltre di ghiaccio, pioggia, polvere e nebbia. Vento, impossibile da superare anche con tutta la migliore attrezzatura del mondo. Tornadi, piccole tempeste e fulmini micidiali.
Hikaru stava attraversando tutto questo, abbastanza spaventata ma risoluta; sfidava la furia degli elementi con la spada fiammeggiante nella sua mano destra ad aprirle la strada e lo scudo di Mithril a proteggere il suo fianco sinistro. La ragazza non si accorse neppure della tragica fine di Cait Sith diversi metri alle sue spalle, perché la tempesta elementale negava ai suoi sensi il permesso di poter essere consapevole del mondo intorno a lei.
Andava avanti lungo la stessa direzione che aveva intrapreso, ovvero in linea retta, inconsapevole che presto avrebbe affrontato una sfida mortale.
Hikaru raggiunse il proprio destino nel giro di un paio d’ore: da un discreto periodo di tempo il percorso le era diventato più agevole, come se la tempesta fosse calata d’intensità. Man mano che proseguiva, la spada fiammeggiante trovava sempre meno ostacoli, fino a che la ragazza non fece il primo passo fuori dalla barriera elementale. Si ritrovò così sulla soglia del vero e proprio cratere, una vastissima area circolare di cui faceva fatica a vedere l’altra sponda, che scendeva a strapiombo diversi metri più in basso. Una strana luce innaturale illuminava la zona, che era delimitata verso l’alto dalla cupola dei vortici tempestosi. Hikaru si guardò intorno e fece un respiro profondo: tutti volevano condurla in quel luogo e lei finalmente ci era arrivata.
Non sapeva cosa fare però, perché si aspettava che la voce che già tante volte le aveva parlato si manifestasse; e come tutte le volte in cui lei la aspettava la voce non si fece sentire.
Hikaru decise quindi di iniziare a scendere ed esplorare il Cratere: se c’era qualcosa da trovare, non l’avrebbe certo recuperata stando ferma. Aprì il palmo della mano, facendo scomparire la spada di fuoco per avere più libertà nei movimenti, quindi iniziò a camminare verso il centro, fino a che ebbe spazio dove mettere i piedi. Il Cratere scendeva molto rapidamente ed era molto scosceso, per cui non le fu facile, ma con un po’ di impegno le riuscì di raggiungere una profondità considerevole passando rasente la parete.
Solo in quel momento, osservando quanta strada le mancasse per arrivare, notò che al centro, nel punto più in basso, una figura dalle apparenze umane la stava aspettando. Era immobile, non sembrava essere né buona né cattiva. Aveva dei lunghi capelli argentei che le scivolavano dietro le spalle, così lunghi da far chiedere a Hikaru se fosse un maschio o una femmina. Si avvicinò ancora di più, scendendo di una decina di metri, e lo riguardò meglio: era vestito completamente di nero, ma l’abito sembrava essere più resistente di un normale indumento. Indossava dei pantaloni in pelle e un lungo impermeabile con dei bottoni vistosi che gli coprivano il corpo; le spalle erano protette da due spalline metalliche simili a quelle di un’armatura. Aveva il petto sostanzialmente nudo, se non per due bretelle nere che si incrociavano all’altezza dei pettorali. Hikaru non poteva sbagliarsi, era sicuramente un uomo. Anzi, di più, era un guerriero: la lunghissima lama della spada che impugnava nella mano sinistra non lasciava dubbi.
Mentre faceva gli ultimi metri che la separavano da quella strana e sempre più inquietante figura, Hikaru si chiese per quale motivo non le stava dicendo nulla. Sembrava che non la stesse neppure guardando. La ragazza arrivò a un metro di dislivello fra lei e il centro del Cratere, quindi quando fece l’ultimo passo scivolò e cadde in malo modo per terra.

_Ahia!_ esclamò, rialzandosi e toccandosi la schiena, dolorante.

Ora poteva vedere benissimo il guerriero dinanzi a lei. Era molto alto, almeno due metri. Di fronte a lui Hikaru sembrava ancora più piccola di quello che era, nonostante non si reputasse bassa: ma a confronto di quel colosso il suo dignitoso metro e ottanta centimetri non erano nulla.
Siccome il guerriero non parlava, fu lei a cercare di rompere il ghiaccio

_Ehm.. buongiorno..sono Hikaru, piacere!_

La maestosa figura dai capelli argentei non rispose con le parole, si limitò a sorridere malvagiamente e puntare la sua spada contro la ragazza.

_Eh..ehi.. non facciamo scherzi.._ balbettò lei, facendo un passo indietro. Prima che potesse fare altro, la lunga e affilatissima lama della Masamune le arrivò a un centimetro dalla testa, tagliandole un paio di capelli e facendola rimanere con gli occhi sbarrati. Fu solo allora che Hikaru sentì le prime parole del suo avversario

_Mh. E tu saresti la ragazza che stavo aspettando? Patetico_

Sephiroth impugnò la sua spada con entrambe le mani, quindi aggiunse

_Non mi hai visto neanche arrivare la prima volta. Attenta, questa volta ti farò male!_

Uno scatto fulmineo e Hikaru ebbe un dolore lancinante al braccio destro. Sephiroth le era ricomparso dietro le spalle, colpendola sulla spalla e procurandole un taglio abbastanza vistoso.
La ragazza cacciò un urlo e si voltò, socchiudendo gli occhi in una smorfia di dolore

_Ma.. perché?_ chiese

Sephiroth non le rispose alla domanda, ma le disse ugualmente una frase preziosa

_Dove sono i tuoi poteri? Ti conviene usarli tutti da subito, se vuoi sopravvivere_

Quindi si lanciò in un terzo assalto. Questa volta Hikaru fu pronta di riflessi e alzò il braccio sinistro, contrapponendo lo scudo di Mithril alla Masamune che altrimenti l’avrebbe tagliata a metà. L’urto fu comunque terrificante e la scaraventò indietro di parecchi metri. Hikaru andò a sbattere contro la parete che delimitava il fondo del cratere, mentre dei fasci luminosi cominciavano a uscire dalla roccia. Non si riusciva ancora a spiegare perchè, ma evidentemente doveva combattere.
Chiuse gli occhi, strinse i denti per superare il dolore dei colpi ricevuti e si concentrò. La Buster Sword le apparve nella mano, come al solito, bruciando di fiamme vive. La ragazza si ricompose, ponendosi istintivamente in una posizione da guerriero e si preparò al nuovo attacco.
Sephiroth da lontano le sorrise beffardamente

_Oh, vedo che hai deciso di combattere finalmente. Avanti dunque, fatti sotto!_

Il figlio di Jenova spiccò un veloce salto verso l’alto, lanciandosi su Hikaru come un falco sulla preda. Diede un singolo fendente di spada all’aria, da cui partirono una decina di onde biancastre taglienti come il diamante. La ragazza non perse tempo e cercò di schivare tutte le onde, parandone alcune con lo scudo e ricevendone comunque un paio di striscio sul volto e un altro paio sulle gambe. Le ferite iniziarono presto a sanguinare, ma ora non aveva tempo di occuparsene. Con azione istintiva Hikaru provò a contrattaccare, approfittando della discesa di Sephiroth per colpirlo con la spada fiammeggiante.
Il suo colpo venne parato dalla Masamune e lei fu respinta indietro, cadendo nuovamente per terra.

_Questo non è combattere_ affermò freddamente Sephiroth _Il tuo cuore non vuole farlo, non è vero?_

Hikaru si tirò su lentamente, dolorante. In effetti non solo non aveva avuto un addestramento come si deve, ma la vera realtà era quella mostrata dall’ex eroe ShinRa.

_Ti stai chiedendo perchè, non è vero?_ le chiese nuovamente Sephiroth, prima di farle precipitare nuovamente una pioggia di lame d’aria addosso, procurandole tagli su tutto il corpo _Ti stai chiedendo cos’hai fatto di male per ricevere questo? Ti stai chiedendo che senso ha tutto questo?_

Ad ogni domanda seguivano colpi velocissimi e molto taglienti; Hikaru non riusciva a contrapporsi in modo efficace a quei colpi, nonostante lo scudo di Mithril le proteggesse le parti vitali. Nel giro di cinque minuti i suoi vestiti furono resi praticamente un colabrodo dai molteplici tagli procurati dalla Masamune.

_Non c’è un perchè. Il combattimento non ha uno scopo. La guerra non necessita significati. La guerra va solo affrontata, o combatti o muori!_ sancì Sephiroth, che nonostante tutto continuava a colpirla senza pietà.

_Ma.. ma io.. non voglio.._ sussurrò lei, come una foglia tremante durante un uragano.

Sephiroth non aveva intenzione di darle il colpo di grazia, non subito almeno; Hikaru se ne accorse, perché i colpi che le venivano inferti non erano quasi mai diretti contro parti vitali. Sembrava che provasse piacere nel vederla soffrire e nient’altro.

_Voglia?! Credi che tutto dipenda dalla tua volontà?!_

Sephiroth saltò nuovamente in aria, atterrando a mezzo metro dalla ragazza, quindi le disse

_Il dolore ti farà capire meglio_

Hikaru strinse la spada fiammeggiante con più forza, cercando di opporsi al suo avversario. E fece bene, perché Sephiroth le si era avvicinato per lanciarle un attacco di spada diretto: la Masamune si scontrò ancora contro la Buster Sword, ma la veemenza del figlio di Jenova gli consentì di sfondare le deboli difese di Hikaru. La spada fiammeggiante volò via e la ragazza fu costretta a inginocchiarsi, perché la lunga lama di Sephiroth le aveva procurato un vistoso e profondo taglio nell’addome.
La ragazza tossì sputando sangue, esattamente ai piedi del guerriero più spietato dell’universo.

_Sei solo una bambina. Come puoi pretendere di vincere se non hai la volontà di controllare i tuoi poteri?_

Hikaru non poteva muoversi: faceva fatica a respirare e il dolore delle ferite stava diventando insopportabile. L’unica cosa che poteva fare adesso era usare la mano destra per sostenere il braccio sinistro, che portava lo scudo, come estremo tentativo di difesa. Il prossimo attacco non sarebbe arrivato tanto tardi.

_Non rispondi?_ la incalzò Sephiroth, che aveva sul volto un’espressione quasi divertita _Cosa stai pensando adesso? Ah, non ti disturbare, te lo dico io: ti stai chiedendo che fine ha fatto la voce che sentivi_

Hikaru aprì gli occhi di soprassalto. Come poteva sapere cosa stava pensando con così tanta precisione? Forse quel guerriero era in grado di leggerla nel pensiero? Cercò di rispondere qualcosa, ma al posto della voce le uscì un rantolo, che si concluse con altri colpi di tosse e sangue.

_La voce.. il tuo Spirito Guida ti ha aiutato già fin troppo_ sancì nuovamente Sephiroth, affondando colpi nello spirito di Hikaru quasi più gravi di quelli inferti dalla Masamune al suo corpo _Sempre per te non può essere fatto. Non andrai da nessuna parte se gli altri dovranno combattere sempre per te. Chi si affida agli altri è uno sciocco_

Lei non riusciva a credere a ciò che le stava venendo detto, eppure tutto sembrava dare ragione al malvagio figlio di Jenova, che ne approfittò per colpirla nuovamente con la Masamune, facendole altri tagli su braccia e gambe. In questo modo ogni ferita fisica veniva accompagnata da una spirutale, molto più grande.

_E tu, affidandoti agli altri, hai provocato più danni di quanti ne ha fatti tuo padre!_ esclamò Sephiroth poi, facendole ghiacciare il sangue nelle vene. O meglio quel poco sangue che ancora le scorreva nelle vene. _E questo perché sei debole. Eri troppo debole per accettare il tuo destino, e allora hai chiesto alle persone che avevi più care di aiutarti._

Hikaru non rispose nulla, a quelle rivelazioni non aveva neanche più la forza di reggere lo scudo. Cadde a terra del tutto, abbandonando ogni proposito di rialzarsi. Sentì la fredda lama della Masamune appoggiarsi sulla sua fronte, procurandole l’ennesimo taglio e facendole sentire il sapore del suo stesso sangue.

_ Tutte le persone.. tutte le cose a cui tenevi di più si sono disintegrate. Il tuo chocobo è morto, tuo nonno Cid ha sacrificato stupidamente la sua vita… invano, e per colpa tua! Hai avuto pietà perfino di un cacciatore di taglie che era venuto con lo scopo esplicito di ucciderti e non ha esitato a pugnalarti alle spalle! Non hai avuto nessun problema ad accettare l’aiuto di chi ha distrutto il Pianeta già una volta!!_

Sephiroth non si fermava, continuava a montare accusa su accusa, mentre Hikaru sentiva scendere dagli occhi del liquido, anche se non era sicura che fossero lacrime e non sangue, ennesimo altro sangue. Non era più sicura di niente. Di certo non si aspettava una passeggiata al Cratere Nord, ma neanche di essere messa di fronte alle sue debolezze in quel modo così… drastico e inesorabile. Sentì altri colpi di spada devastarle il corpo, ma non se ne curava più ormai. Lo squarcio che aveva aperto Sephiroth nel suo cuore era molto più grande di qualsiasi altra ferita.

_E non ti sei preoccupata minimamente di cosa stavi andando incontro, seguendo la “voce”! Non c’è più neanche lei adesso, sei rimasta completamente da sola. Tutti i tuoi ‘alleati’, ammesso che tu ne abbia avuti mai alcuni, sono stati spazzati via. E ora ti mostri come sei realmente. Debole, incapace di tutto._

Sephiroth obbligò Hikaru a guardarlo negli occhi, alzandole il volto con la lama della sua spada. Quindi estrasse la sua famigerata singola ala nera e concluse il suo discorso, che non poteva portare a una fine differente.

_Sei troppo debole e insensata per vivere_

Senza aggiungere altro, Sephiroth affondò il colpo. La Masamune trafisse Hikaru all’altezza più o meno del cuore e la alzò al cielo, come aveva fatto con Cloud molti anni prima durante gli eventi del Geostigma. Il contraccolpo fece cadere lo scudo legato al braccio della ragazza, che non potè fare altro che afferrare con l’unica mano buona la lama che la stava uccidendo e guardare il suo assassino. Nei suoi occhi rossi continuava a non esservi rancore, né rabbia, né volontà di vendetta, né depressione. Solo dolcezza e dolore, il dolore di chi è stato troppo buono ma nonostante questo non avrebbe modificato nessuna delle sue scelte. Uno sguardo che avrebbe fatto scappare una lacrima anche al più spietato dei cattivi. Ma non a Sephiroth.

_Non ti è rimasto più niente ora. Sei stata privata di tutto, dagli amici, dalla famiglia, dai conoscenti, dalla voce, dalle emozioni, dalle armi e tra poco.. anche della vita_

Sephiroth diede un colpo verso l’alto, lanciando in aria Hikaru per poi colpirla con il suo attacco migliore. Devastò il corpo della ragazza per sette volte, ma all’ottavo colpo, quello definitivo…

FERMATI, SEPHIROTH!

Una parete di roccia improvvisamente si innalzò dal terreno e si frappose fra la ragazza e l’angelo monoala.
La Masamune sfondò la roccia, ma Hikaru fu risparmiata dal colpo di grazia, e cadde a terra, sebbene in uno stato quasi vegetativo. Una voce femminile, la stessa che le aveva parlato prima del Cratere Nord, si era fatta sentire, materializzandosi poi nella figura evanescente di una ragazza con i capelli molto lunghi, castani. Hikaru non aveva più energie, né sangue per resistere. Guardò la ragazza evanescente, pronunciò qualcosa di indecifrabile e perse i sensi.
Fine XIX episodio
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Solo il fatto che sia ancora viva è un gran bel traguardo, considerato che il suo avversario era nientepopodimeno che il Magnifico.
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Le fiamme dell'onore

Sephiroth si voltò verso la nuova presenza, con espressione a metà tra lo scocciato e il divertito

_Tifa… a cosa devo questa tua interferenza?_

_Non posso permettere che la ragazza muoia_ affermò la ex barista

_Ve l’avevo detto. Mi avete chiesto esplicitamente di battermi con Hikaru, e io andrò fino in fondo_

_..e invece non andrai da nessuna parte. Hai già fatto abbastanza_

Una nuova entità evanescente comparve fra i due, trasformando Hikaru da vittima a inconscia spettatrice del processo che avrebbe deciso il suo destino. Aveva i capelli neri, spinosi e gli occhi azzurri, e si pronunciò nel discorso.

_Tifa, lascia che Sephiroth prosegua. Ha esagerato un pochino forse, ma era necessario. Hikaru doveva essere addestrata_

_Addestramento?_ sorrise Sephiroth _Io non ho mai detto di volerla “addestrare”, né ho fatto tutto questo per i vostri patetici motivi. Mi hanno chiesto di battermi con lei, ma ho accettato per un motivo ben preciso_

_Cos.. non erano questi gli accordi!_ esclamò Zack, resosi conto solo in quel momento che Sephiroth sarebbe andato avanti sul serio fino ad uccidere Hikaru.

_Ah no? E’ un vero peccato._ commentò il figlio di Jenova _Chiedi conto a Strife di questo, non a me. E adesso… via dalla mia preda!!_

_Mai!_ esclamò Zack _Anche a costo di scatenare un conflitto, non permetterò che tu la uccida!_

_Fermo Zack!_ intervenne una nuova entità. La figura evanescente di Aeris apparve anche lei, trasformando il Cratere Nord in un luogo molto affollato e fermando il SOLDIER _Non puoi combattere contro Sephiroth! Siamo le Colonne di questo Pianeta, se scoppiasse un conflitto tra di noi tutto scomparirebbe!_

_Ma.. se lo faccio proseguire… Hikaru morirà!_ esclamò Zack

_Su questo non posso darti torto, ma vedila così_ ridacchiò Sephiroth _Quella ragazza ha perso tutto, darle la morte è un gesto di pietà. O di mia soddisfazione personale, ma questi sono punti di vista. In fondo non ha più nulla che la tenga in questo mondo_

_Ne siete così sicuri?_ chiese Aeris, sorridendo a tutti e indicando con lo sguardo la ragazza.

Hikaru si era clamorosamente rialzata in piedi ed era immobile davanti a loro. Delle fiamme spaventose la circondavano, tanto che con le ferite sanguinanti e i vestiti a brandelli il suo aspetto era più di una creatura infernale che di una ragazza. Sembrava avere gli occhi aperti, ma erano più spiritati di una persona normale. E ciò che fece più clamore di tutto, non solo era in piedi e sembrava avere energia da vendere dopo tutto ciò che le avevano fatto, ma ora impugnava la Buster Sword con entrambe le mani. Le fiamme si estendevano dalla sua aura anche alla spada, ma che non sembrava più costituita di fuoco: era a tutti gli effetti la spada di Zack, con tanto di due slot per la materia e l’impugnatura metallica.

_Che cosa?! Non.. è possibile.._ esclamò Sephiroth, sorpreso come Zack e Tifa _..aveva.. perso tutto.._

Senza dire una parola, Hikaru si avventò contro l’angelo monoala e fece schiantare la Buster Sword contro la Masamune. Sephiroth non si aspettava un attacco così potente e fu costretto a fare due passi indietro per non essere avvolto dalle fiamme.

_E’ qui che ti sbagli. Perdendo tutto, Hikaru ha trovato ciò che la guiderà alla vittoria._ esclamò Aeris, facendo intuire che sapeva qualcosa in più rispetto agli altri _Ora ha uno scopo, e non si farà fermare da nessuno fino a che non l’avrà raggiunto_

Sephiroth si voltò prima verso la fioraia, poi verso Hikaru, trasformata in vera torcia umana.

_E’ bene che noi lasciamo il campo ora._ concluse poi Aeris _Sephiroth.. non so quanto ti convenga lottare ancora. Buona fortuna comunque. Ne avrai bisogno_

_CHE COSA?!_ gridò Sephiroth, mentre Aeris e gli altri Spiriti Guida scomparivano. L’angelo non fece in tempo a dire altro, perché Hikaru gli saltò subito addosso. Saltando dall’alto la ragazza agitò la Buster Sword con movimenti circolari, generando un’onda di fuoco spaventosa, quindi fece esplodere il colpo.
Delle grandi meteore comparvero dal fuoco, come generate dal nulla, e si schiantarono contro Sephiroth; mentre la pioggia lo colpiva, Hikaru si lanciò contro di lui insieme alle rocce infuocate. Riuscì a oltrepassare le sue difese e lo avvolse completamente nelle fiamme, mentre restituiva colpo su colpo tutto ciò che era stata costretta a subire solo qualche minuto prima. Finalmente la ragazza parlò, trasmettendo con le parole tutto il suo potere al colpo finale

_In nome degli Antichi, Sephiroth.. Torna da dove sei venuto!!!_

Senza che potesse fare nulla, l’angelo monoala fu colpito in pieno dalla lama incandescente della Buster Sword, fino a dissolversi nel fuoco. L’ultima cosa che potè dire fu

_M..aledetta… tornerò..!!_

Hikaru rimase ferma, leggermente tremante, nell’ultima posizione del suo attacco. Il fuoco intorno a lei continuava a divampare, fino a diventare un vero e proprio incendio. Le fiamme raggiunsero livelli inimmaginabili e invasero presto l’intero Cratere Nord. La ragazza non se ne potè accorgere, dato che quello stesso potere che l’aveva riportata in vita e le aveva permesso di sconfiggere Sephiroth ora le era ampiamente sfuggito di mano. Tutto ciò che era contenuto nel suo cuore si riversò fuori, con la veemenza di una tempesta solare, ma il peggio doveva ancora venire.
Quando il tremendo calore generato dall’inferno raggiunse la barriera fredda dei vortici, il contatto fra le due entità opposte provocò una catastrofe.
La terra venne scossa da un violentissimo terremoto, che aprì uno squarcio nella roccia. I Turks al di fuori della cupola di vortici poterono solo vedere una grande luce, prima di essere scaraventati a terra. L’intero Pianeta ne subì le conseguenze, con maremoti e terremoti in tutte le aree, dal Palazzo del Governatore Planetario alla Reggia di Consiglio dei Regni di Wutai.
Il Cratere Nord venne tagliato grossomodo dapprima a metà, poi fu spezzettato in numerose faglie, che si estesero per decine di chilometri lungo tutto il continente Nord. All’interno della cupola, la pioggia di ghiaccio si mischiò col fuoco e tutta l’area divenne un immenso uragano elementale. Hikaru galleggiava in quell’oceano di fiamme liquide come un pezzo di legno gettato in un mare in tempesta, completamente priva di forze. Sebbene fosse stata lei a generare tutto quel caos, non aveva né la forza né l’abilità necessaria per controllarne i risultati: era alla mercè del destino.
Anche questa volta, il fato le fu clemente, ma non troppo. Un grande squarcio si aprì anche fra le sue gambe, esattamente sotto i suoi piedi. La furia di fuoco e ghiaccio la trascinò verso il basso, e Hikaru, con la Buster Sword sempre tra le mani, scomparve nel flusso di plasma da lei stessa creata.



Nella tranquilla mattina di Junon di Sotto, una finestra si aprì. Il sole era sorto da pochi minuti e come tutte le mattine la signora che abitava in quella casa cominciava la sua vita casalinga. Aprì prima la finestra di camera sua, poi scese al piano di sotto e aprì anche quelle del salotto e della cucina. Quindi sbloccò la porta e uscì sulla veranda.
Il paesino di pescatori era quello di sempre: ormai erano passati tre giorni da quando un forte terremoto aveva colpito Junon, con l’annessa onda anomala che per poco non aveva distrutto la vita di quella tranquilla comunità di pescatori. Adesso la vita era tornata lentamente a quella di tutti giorni. I pescatori stavano prendendo il largo, per sfruttare le prime ore della mattina, quando l’acqua era calda e si pescava meglio. Le casalinghe loro mogli aprivano le case e cominciavano a fare i quotidiani mestieri. Anche Priscilla si adeguava al compito, sebbene suo marito fosse stato disperso in mare diversi anni prima; lei tuttavia non aveva ancora perso le speranze e tutte le mattine, prima di fare qualsiasi cosa, andava sulla spiaggia a salutare il suo delfino. In fondo al suo cuore nutriva ancora la speranza di rivedere suo marito, su una zattera, ritornare da lei.
Quella mattina il suo delfino non era però arrivato. Priscilla guardò l’orizzonte, chiedendosi come mai quel ritardo.. in trentasette anni non aveva mai mancato l’appuntamento. La donna prese il fischietto che portava al collo e richiamò Mr. Delfino.
Non ebbe risposte, almeno per una buona decina di minuti. Quando stava perdendo le speranze e se ne stava per andare, senti un “WIII” provenire dal mare. Priscilla si voltò e vide Mr. Delfino che si avvicinava lentamente, da lontano.
Naturalmente gli anni erano passati anche per lui, non faceva più i salti spettacolari di quando era giovane, però anche ammettendo la vecchiaia Priscilla notò che stava avanzando lentamente.
Man mano che si avvicinava, la donna vide che il delfino aveva in bocca qualcosa.. sembrava quasi una corda. E alla corda c’era qualcuno: sembrava a tutti gli effetti un essere umano. Priscilla entrò nell’acqua fino alle ginocchia, aspettando che il suo amico le portasse quella persona.
Quando il delfino le si fu avvicinato a sufficienza, Priscilla notò che quello che teneva in bocca non era una corda, ma una treccia. La treccia di capelli della persona che aveva trovato chissà dove al largo e che stava traendo a riva. La donna si avvicinò il più possibile fino ad arrivare con l’acqua al di sopra dello stomaco, quindi osservò la ragazza salvata dal delfino.
Onestamente a un primo sguardo Priscilla non pensava che quella ragazza fosse ancora viva: aveva brandelli di vestiti zuppi di acqua e sangue, più di settanta ferite da taglio su tutto il corpo e un piccolo squarcio nel petto. Tuttavia non stava sanguinando, probabilmente il sale era riuscito a cicatrizzare le ferite, quantomeno a fermare la perdita di sangue. Priscilla prese la ragazza per le spalle e la trascinò a riva. Quando la pose sulla fresca sabbia della spiaggia, si accorse che, seppur flebilmente, stava ancora respirando.
Appena ebbe questa conferma, non perse un secondo: la portò in casa, cercò di asciugarla il più possibile e la fece stendere sul letto. Prese un panno asciutto e glielo passò sul viso, cercando di fare più attenzione possibile per non riaprire i numerosi tagli che le coprivano il volto.
Le provò anche la temperatura e quando vide che era sui trentaquattro gradi, la coprì immediatamente con la più calda delle sue coperte. Per fortuna Priscilla aveva avuto una formazione abbondante in tecniche mediche, sapeva che quella bassa temperatura era un principio di ipotermia e avrebbe dovuto contrastarla subito. Un’altra cosa che era importante fare era reidratare la ragazza, che dava l’impressione di aver perso fin troppo sangue. A guardarla così era un miracolo che stesse ancora respirando. Non avendo però una flebo in casa l’unica cosa che potè fare fu imbevere una spugna d’acqua e appoggiarla sulle sue labbra.
Priscilla aveva notato i suoi lunghi capelli rossi e proprio per questo non poteva portarla alla piccola clinica di Junon di Sotto. Sapeva che l’editto del Governatore contro le ragazze con i capelli rossi prevedeva la loro eliminazione fisica diretta, una legge razziale fatta e finita. Priscilla detestava quel genere di cose, soprattutto perché più guardava la ragazza nel suo letto più provava per lei un senso di tenerezza quasi materno.
Chiuse la porta a chiave, per evitare di essere scoperta, e proseguì a prendersi cura di quella poverina che era dispersa in mare. Probabilmente era stata colpa del maremoto di tre giorni prima, lei doveva essere su una nave in fuga a causa del colore dei suoi capelli ed era stata sorpresa dall’onda anomala. Priscilla le accarezzò dolcemente la fronte, poi prese con sé una bottiglia di alcol e un panno pulito e cominciò a pulirle le ferite.
Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta. Priscilla si alzò e andò a vedere dalla finestra del piano superiore. Potè vedere una signora con i capelli castani tendente al rosso, una sua cara amica che aveva conosciuto anni prima a Midgar, che era venuta a trovarla. Dietro di lei un omone sulla settantina, con un mitra al posto del braccio e corporatura molto robusta.
Priscilla lasciò momentaneamente Hikaru da sola, sul letto, e scese ad aprire ai suoi amici. Se qualcuno avesse scoperto che lei stava proteggendo una ragazza dai capelli rossi, probabilmente sarebbe stata condannata a morte. Ma Priscilla aprì lo stesso la porta, perché sapeva che si poteva fidare. Marlene e Barret salutarono la loro amica ed entrarono.

Fine XX episodio​
 
Top