Varie Il Ritorno degli Antichi

Neji20

got it memorized...?
e chi l'avrebbe mai detto? tipico:il cattivone di turno risparmia l'eroe per qualche motivo (vedi dragon ball), l'eroe si potenzia , scopre altri poteri e fa a fettine il cattivo.

quidi non importa se sei l'essere più forte dell'universo: prima o poi farai una cavolata che ti costerà la vita.
(la fiaschetta è una pozione o un elisìr?)
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Sviluppi incerti

Vincent e Barret attesero che Nova e i suoi uomini scomparissero dietro gli scogli prima di raggiungere effettivamente Hikaru.
Da lontano la ragazza sembrava praticamente condannata: oltre alle ferite infertele da Sephiroth e i tagli riportati nello scontro con la Paladina di Wutai, adesso aveva anche un proiettile al centro del petto. Per la precisione nel cuore, esattamente a metà fra gli atri e i ventricoli, in pieno nodo atrioventricolare. Niente che un po’ di magia non avrebbe potuto sistemare, ma a rischio di aritmia in qualunque istante. E naturalmente la magia era inesistente, dato che le Materie erano scomparse con il Lifestream qualche tempo prima.
Hikaru era all’oscuro del rischio che stava correndo, anche perché non poteva sapere dove era finito quel dannato proiettile; ciò che le venne spontaneo fu lasciarsi cadere a terra, appoggiando le spalle alla lama della Buster Sword e cercare di recuperare il fiato. Già prima faceva fatica a respirare, adesso… vedeva tutto come avvolto da una cappa nera. Sentiva le forze abbandonarla ogni secondo di più, ma non come in passato. Questa volta la stavano abbandonando sul serio, probabilmente per non tornare mai più.
Hikaru spostò involontariamente il piede destro e fece rotolare vicino a sé la bottiglietta che Nova le aveva lasciato. La ragazza guardò abbastanza a lungo quel contenitore di vetro, chiedendosi se potesse fidarsi o meno.. avrebbe chiesto volentieri aiuto alla voce, ma era sicura che non si sarebbe fatta sentire: primo, la voce si manifestava mai quando lei lo voleva; secondo era comunque troppo debole per poterla decifrare. Hikaru continuò a guardare la bottiglia per un tempo che le sembrò interminabile, quindi decise di dare fiducia alla Paladina sua rivale e berne il contenuto.
Allungò la mano destra e riuscì ad afferrarla; la portò con una lentezza quasi da moviola alla bocca e cercò di far scivolare il liquido in lei. Non le riuscì perché Barret gliela strappò di mano violentemente

_Ma che “$/&° fai?! Sei matta!_

Hikaru cercò di guardarlo, esprimendo tutto il suo disappunto nello sguardo visto che non riusciva a parlare.

_…non credo sia follia il motivo che la spinga a bere_ intervenne Vincent

_Ah no?! E se fosse un veleno??_

_Barret, ha appena ricevuto una pallottola nel petto. Sta morendo, non penso che possa rischiare qualcosa di peggio!_ il tono di Vincent sembrava perfettamente normale, come se stesse parlando di prendere un tè in un pomeriggio domenicale. Alle parole “sta morendo” Barret si convinse e aprì la bottiglia. Quindi si avvicinò a Hikaru, che non aveva già più la forza di stare con la testa sollevata verso l’alto. L’omone di Corel dovette mantenerle la testa sollevata, mentre versava il contenuto della bottiglia di Nova nella sua bocca.
Hikaru bevve anche senza accorgersi che lo stava facendo, perché ormai era quasi in coma. Quando la bottiglietta fu finita, Barret la lanciò nel mare e si aspettava di vedere un effetto immediato.
Invece, quando lasciò delicatamente la presa sotto le spalle di Hikaru, la ragazza cadde a peso morto contro la lama della Buster Sword dietro di lei. Vincent le appoggiò una mano sul petto e subito dopo esclamò

_Il suo cuore.. non batte più_

_ò#”£$!!!!_ esclamò Barret _ COSA VUOL DIRE ‘non batte più’?!?!? Ha bevuto quella *****, no?! Dovrebbe stare bene adesso!!!_

_Un attimo.. non è che non batte più._ corresse Vincent sentendo meglio _..sta fibrillando_

_E che @#£% vuol dire?!_ gridò Barret _Porc…. Va bene, non ho il tempo neanche di bestemmiare, DIMMI COSA DOBBIAMO FARE !!!_

Vincent rimase con la mano metallica sul petto di Hikaru e poi affermò

_Dobbiamo trovare un defibrillatore. Subito_

_E che ******* è un defibrillatore?!_

_E’ un.. serve una batteria. E anche un paio di cavi_ continuò Vincent _Chiama Cait Sith_

Barret corse verso la roccia loro precedente nascondiglio gridando come se qualcuno gli avesse introdotto del peperoncino nella cavità anale. Cinque secondi esatti dopo, Cait Sith perdeva l’equilibrio nel correre sulla sabbia e rotolava fino a Barret. L’omone non perse tempo in convenevoli, si caricò sulle spalle il gatto e trascinò il moguri meccanico fino a Vincent.
Appena arrivati, nonostante le lamentele del gatto automa che furono coperte dalle bestemmie di Barret, Vincent smontò il moguri fino a esporre la batteria principale e ottenne due cavi, uno per polo.

_Spero che sia sufficiente_ sancì l’ex-Turk, dopodiché appoggiò le estremità dei fili al petto di Hikaru

La prima scossa fu violenta, ma non ebbe successo. Vincent riprovò altre volte, sempre con lo stess risultato. Una leggera nebbiolina grigiastra si alzò dal corpo della ragazza, mentre sia Barret che Cait Sith, che aveva incredibilmente capito cosa stava succedendo, iniziavano a disperare.
Al ventiduesimo tentativo Hikaru sussultò in modo differente dagli altri, non passivo. La ragazza iniziò a tossire, cercando di recuperare tutto il respiro che gli mancava da ormai cinque minuti.
Quando la crisi di tosse fu quantomeno smorzata e Hikaru acquisì un colorito più tranquillizzante, Barret esclamò

_M@°£$ ladra schifosa p*$è%a!!! Ci hai fatto prendere uno spavento che metà basta, £$&£&, /%)&!!!_

Hikaru alzò lo sguardo verso chi le parlava e sorrise; questa volta in effetti ci era andata fin troppo vicina. Vincent ritirò soddisfatto cavi e batteria e li rimise al loro posto, mentre Cait Sith saltellava felice intorno alla ragazza, felice del suo recupero in extremis.
Hikaru sentiva una forza agire in lei, la forza potente della pozione che aveva appena bevuto. Sotto l’azione sovrannaturale della bevanda fornita da Nova, le ferite interiori si stavano riparando lentamente; risolte quelle più gravi, iniziarono a dissolversi anche quelle più superficiali, che cicatrizzarono e si cancellarono quasi a vista d’occhio. Nel giro di dieci minuti Hikaru fu come nuova, dal punto di vista fisico e mentale; l’unica cosa che le rimase fu un leggero giramento di testa, ma ora aveva la forza di alzarsi.
Quando Hikaru si tirò in piedi, un piccolo oggetto metallico le cadde dal corpo: lo raccolse e lo guardò da vicino, accorgendosi che era il proiettile che per poco non le strappava la vita.
_…questo…_

Hikaru rimase a guardare l’oggetto per un po’ di tempo, indecisa se gettarlo via o tenerlo con sé. Alla fine optò per metterlo in tasca, anche perché non aveva ulteriore tempo per pensarci. Aveva un sacco di cose da fare.
La prima fu incrociare lo sguardo di Barret, che la stava guardando da almeno venti minuti a braccia conserte attendendo che si riprendesse del tutto. Vincent si era allontanato di diversi metri, per osservare ciò che stava accadendo a Junon, mentre Cait Sith era indaffarato nel cercare di rimettere in funzione il suo moguri.
Hikaru osservò Barret, incuriosita dal suo interesse continuo; lo guardò per qualche secondo poi gli sorrise, giusto quando lui le faceva la domanda che stava pensando da almeno tre quarti d’ora

_Come stai?_

_Bene.. grazie. Adesso bene. Ma c’è sempre quella cosa che devo fare_

Barret continuò, sempre a braccia incrociate

_Intendi dire andare alla Capitale Dimenticata? Non ti preoccupare, sappiamo noi dov’è_

Hikaru spalancò gli occhi

_Davvero?! Quindi.. potreste.._

Barret annuì

_Ti accompagneremo, stanne certa. Io e Vincent sicuramente, poi se quella disgrazia di gatto vuole…_

Hikaru ridacchiò, osservando da lontano Cait Sith che imprecava tutte le lingue del creato per cercare di riparare il danno creato da Vincent quando aveva strappato la batteria al suo moguri; ci pensò un secondo, poi le venne un improvviso pensiero. Guardò per terra e si adombrò

_No. Non posso chiedervi di venire con me… è troppo… pericoloso_

Barret le pose la mano sulla spalla e le disse

_Non ce lo devi chiedere infatti, abbiamo già deciso. Verremo con te, qualunque cosa tu dica_

_Grazie.. ma.. non so nemmeno io cosa ci aspetta… la paura è grande_ confessò la ragazza,sempre guardando verso il basso

_Non devi dire così_ esclamò Barret _In fondo, non si può scendere da un treno una volta che ci si è saliti sopra. Se non alla fine dell’ultimo binario!_

_Eh.. spero che non sia questo.._ affermò Hikaru, dopodiché si convinse delle parole di Barret e aggiunse _Comunque, non rimane molto tempo_

_Allora seguici_ concluse l’uomo davanti a lei. Con due bestemmie richiamò l’attenzione di Vincent e Cait Sith e li convinse ad abbandonare le loro attività e radunarsi intorno a Hikaru.

_Avanti capo! Dove si va?_ chiese Cait Sith, che si era arreso a lasciare il moguri a pezzi e proseguire con le sue gambe

_@à£%!!! Non l’hai ancora capito?!_ gli rispose Barret, prima che Hikaru potesse farlo _Alla Capitale Dimenticata, per Corel!!_

_AH! Sì,sì giusto… ma perché andiamo lì?_

Vincent interruppe il discorso

_Possiamo sfruttare questo passaggio nella roccia per arrivare fino a dove una volta c’era Midgar. Ma poi avremo un problema. Dobbiamo attraversare il mare per raggiungere Bone Village_

_Ci penseremo quando ci saremo arrivati! Adesso ANDIAMO!!_ esclamò Barret, con un gesto che ispirò notevole coraggio anche a Hikaru. Gli anni erano passati, ma l’inclinazione da leader dell’ex minatore era rimasta immutata.
Il neoformato gruppo si incamminò verso il passaggio nella roccia noto solo a Vincent; prima di abbandonare la spiaggia insanguinata di Junon di Sotto, Hikaru non potè fare a meno di guardare verso il paese, che ora era più un ammasso fumante di macerie. Un tranquillo agglomerato di pescatori era stato decimato dalle forze inarrestabili di Wutai; la cosa più agghiacciante era la scarsissima resistenza opposta dagli uomini del Governatore. Evidentemente Junon non era considerato un punto importante, per cui di fatto l’esercito terrestre aveva permesso che venisse distrutto dalla marcia di Wutai per una non meglio specificata “strategia di contenimento”.
Hikaru non se ne intendeva molto di strategie di guerra, ma quando vide il fumo salire dalle macerie di un paese distrutto non potè trattenere le lacrime. Vincent se ne accorse e le disse

_Coraggio. Ti dovrai abituare a queste scene_

La ragazza annuì, cercando di trattenere il più possibile il pianto.

_Lo so. La guerra… è guerra_ rispose, anche se le parole di quella frase, inizialmente pronunciata da Sephiroth, la ferivano come decine di coltelli nel petto. Fece un respiro profondo e seguì il resto del gruppo all’interno della roccia.
Si trattava di un cunicolo, non tanto grande ma che consentiva ugualmente il passaggio; solo Barret aveva qualche problema di tanto in tanto, ma con discreto sforzo riuscì a passare attraverso tutte le strettoie. Circa mezzora dopo il gruppo uscì al cielo aperto, proseguendo lungo la piana di Midgar. Cinque ore di cammino dopo, in piena prateria, Hikaru si fermò di colpo; Cait Sith, subito dietro di lei le piombò addosso, perché non si era accorto che si era fermata.

_EHI! Perché ti sei fermata?_ esclamò il gatto, facendo il suo solito casino.

Hikaru non rispose, guardava con occhi sbarrati in un punto apparentemente casuale.

_Che succede?_ chiese Barret, fermatosi sette passi più avanti di Vincent, che invece si era fermato subito

La ragazza ancora non rispose ma guardò terrorizzata ciò che stava accadendo un centinaio di metri più in là. Già da un po’ di tempo teneva d’occhio quella posizione; aveva cominciato a vedere un’ombra, poi una figura nera e adesso non poteva più sbagliarsi: era proprio Sephiroth, in piedi con la Masamune estratta e con tanto di ala nera spiegata, nella stessa posa con cui l’aveva attesa al Cratere Nord.
Hikaru fu invasa dal terrore, pensando cosa spingesse quel dannato spirito a farsi trovare ancora sulla sua strada; cercò di chiedersi perchè, ma poi vide che ai piedi di Sephiroth c’era una ragazza. Aveva un’armatura azzurra e un mantello nero; sembrava essere stata una guerriera, come testimoniava la spada che era stata fatta volare via dall’Angelo monoala.
Hikaru non aveva dubbi nemmeno sull’identità di quella ragazza: non poteva essere altro che… ed era alla completa mercè di Sephiroth.

_NO!_ gridò, cercando di farsi sentire. Nonostante le sue grida, Sephiroth alzò la sua lama, pronto al colpo di grazia e colpì la ragazza sotto di lui.

_NOOOO!!!!!_ gridò Hikaru, atterrando sulle ginocchia.

_Ma che *£$%è le piglia?_ chiese Barret, cercando di vedere nella stessa direzione in cui puntava lo sguardo della ragazza

_Non so. Forse.. ciò che sta guardando non è reale_ commentò Vincent, che a un metro di distanza da Hikaru non vedeva niente di particolare, se non l’erba monotona e uguale a tutto il resto della prateria. Cait Sith non aveva ovviamente capito un granchè, ma questa volta poteva dire di essere in buona compagnia. Il gatto saltellò intorno a Hikaru fino a fermarsi davanti a lei, incrociare il suo sguardo perso nel vuoto e darle uno scossone alle spalle

_Hikaru? C’è qualcosa che non va? Ehi?? Vuoi forse un’altra previsione?_

_Ma.. co..come c’è qualcosa che non va?!? MA HAI VISTO COS’E’ SUCCESSO?!_ esclamò Hikaru, in lacrime

_….veramente no_ affermò Vincent, con Barret ad annuire vicino a lui

_L..là.. c’era Sephiroth… che…_ cercò di spiegare la ragazza _..ha… ha .._

_SEPHIROTH?! E dove?!_ gridò Barret, aggiungendo poi una bestemmia

_Ma.. era.. era.._ Hikaru si voltò di nuovo, guardando il punto dove l’aveva visto prima; ora non vide più nessuno, solo l’erba agitata dal vento della sera in arrivo.

_Forse hai camminato troppo_ commentò Vincent _In effetti dovremmo fermarci e riposare_

_Ma.. ma.. ma.. io.. io l’ho visto… giuro…!!!_ piagnucolò Hikaru, che stava sforzandosi di non passare per forza per una visionaria

_Va bene, direi che è il caso di fermarci_ confermò Barret, facendo finta di non ascoltare i vani tentativi della ragazza coi capelli rossi di rendersi credibile _Cait Sith, tira fuori la tenda_

_TENDA?!_ esclamò il gatto _E per chi mi hai preso?! Son mica un.._

Rumori assordanti di motori accesi spensero anche questo discorso; rumori che fecero alzare lo sguardo di tutti verso il cielo, che stava colorandosi delle sfumature del tramonto.
Cinque velivoli a punta, relativamente piccoli e maneggevoli, provenienti da est sorvolarono la pianura, passarono sopra le teste di Cait Sith, Barret, Vincent e Hikaru e si diressero verso ovest, in direzione di Junon.

_E quelli.. che £%(& sono?!_ gridò Barret

_Oh.. devono essere i velivoli del Governatore_ commentò Cait Sith, estasiato _Che belli… allora ce l’ha fatta!_

Hikaru afferrò per il bavero il gatto sotto di lei, con una foga inaspettata quanto violenta e gli gridò con tutta la voce che aveva in corpo

_BELLI?! QUEI COSI NON SONO ‘BELLI’!!!_ Fece due respiri profondi, per riprendersi dallo sforzo di aver urlato a squarciagola, poi continuò _Sono… l’inizio della fine.._

_Meglio non pensarci_ sancì Vincent, poi fece cenno con il braccio umano verso una casa diroccata a circa un chilometro da loro _Ho appena trovato il luogo dove possiamo dormire_

_Là dentro?! Ma farà un freddo cane!!_ esclamò Barret

_Preferisci un freddo cane o i mostri delle pianure?_ chiese Vincent _O preferisci forse gli uomini del Governatore?_

_Niente di tutto questo..direi_ affermò Hikaru, ancora tormentata dalle cose che aveva appena visto _..potremmo.. veramente dormire là…_

_Ok, allora è deciso!_ si agitò saltellando Cait Sith

Il gruppo si incamminò velocemente verso quell’edificio. A vederlo da vicino, sembrava messo ancora peggio rispetto a quello che sembrava da lontano; era una sorta di capanna rurale su due piani, di cui però quello superiore era parzialmente crollato. Un’altra buona parte dava l’impressione di essere in equilibrio precario, riducendo lo spazio vivibile sicuro a qualcosa come venti metri quadri.

_Ma qui dentro non ci staremo mai tutti!_ esclamò Cait Sith

_Esatto. Per questo tu stai fuori_ affermò Barret

_Ma.._ Hikaru si avvicinò alla soglia della “porta”, un’asse di legno appoggiata malamente sull’entrata, e la spostò delicatamente, guardando all’interno _..non so se ci può stare qualcuno qui dentro.._

Barret si fece avanti, superando Hikaru e sfasciando l’attaccatura alla buona con cui l’asse era stata legata allo stipite della porta precedente.

_Merda!_ esclamò, poi guardò dentro ed esclamò

_Beh dai, non è una Gran Suite ma ci dovresti stare comoda.. _

Hikaru lo guardò con aria incuriosita, mentre Barret entrò, sfondò un paio di assi di legno che bloccavano il passaggio e fece lo spazio necessario per far dormire una persona. Quindi si guardò in giro e individuò un paio di oggetti morbidi che potevano svolgere da materasso; riuscì a trovare dei sacchi pieni e li accatastò uno sopra l’altro. Quindi confermò

_Sì, direi che così funziona_
_Cosa c’è in quei sacchi?_ chiese Hikaru

_Boh.. polvere, farina, cemento.. può anche essere la ***** del diavolo, l’importante è che sia morbida! Così potrai dormire sul morbido.._ fu la risposta di Barret, che aveva trovato anche degli stracci di tende potenzialmente buone per fare delle coperte.

_Ma.. e voi dove dormite?_

Vincent era già in posizione, con le spalle al muro subito fuori dall’entrata.

_Di fuori. Barret è una roccia, Cait Sith non ha bisogno di dormire e io… beh, diciamo che posso farne a meno_

Barret finì di fare il letto provvisorio e uscì dalla casa, spingendo gentilmente Hikaru dentro.

_Bene, è pronto_

_Ma.. sei sicuro che.._

_Vai. Non ti voglio più sentire._ la spinse ancora più decisamente dentro, poi richiuse la “porta” riposizionando l’asse di legno al suo posto _Buonanotte_

_..buonanotte.._

Hikaru non potè fare nulla se non accettare, appoggiò la Buster Sword, che per tutto il tempo aveva portato con sé invece che farla scomparire, e si sdraiò sul letto improvvisato. Un’ondata di stanchezza la colpì improvvisamente, tanto che voleva dire un’altra parola ai suoi compagni di viaggio, ma si addormentò così velocemente che quella parola le rimase nei pensieri della sua mente.

“Grazie”

Fine XXIV episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
L'alba oscura

Il sole era appena sorto nella baia di Junon, ma Nova era già in sala comandi dell’ammiraglia. Vi aveva fatto ritorno dopo un veloce sopralluogo alle forze che si erano stanziate a terra, senza riuscire a smettere di pensare a Hikaru. Aveva dormito il giusto, le sue sei ore e quaranta canoniche, ma da quando si era svegliata continuava ad avere in testa quella ragazza.
La Paladina stava ora guardando il mare, in direzione ovest. Sentì un’improvvisa brezza gelida come provenire dal nulla, quindi percepì che una presenza le si era materializzata alle spalle.
Senza farsi attendere Nova estrasse la spada alla velocità della luce e parò il colpo che le stava per essere inferto, facendo scontrare la sua lama con un’altra molto lunga e affilata. Quindi osservò il suo aggressore, evidentemente non un rivale come gli altri: i suoi capelli argentei e l’abilità con cui la sua mano sinistra impugnava la sua katana confermavano il suo status quasi divino.

_I miei complimenti_ affermò Sephiroth, ritirando la Masamune dietro le sue spalle

_Chi sei?_ chiese Nova, per nulla intimorita nel trovarsi davanti all’entità più malvagia del Pianeta

_Uno che non può essere dimenticato_ fu la risposta, seria e sibillina allo stesso tempo

_E che di…_

Sephiroth sorrise, quindi fece un cenno con la mano libera e proseguì

_Io so che tu stai cercando Hikaru. Non è vero?_

_Com.. che ne sai tu?_ rispose Nova, indispettita

_Io so più cose di quanto tu possa immaginare_ ribattè Sephiroth _So che sei stata costretta a interrompere il duello perché ti è stato impedito di mostrare il tuo valore_

Nova rimase in silenzio, aprì solo leggermente di più gli occhi per la sorpresa. Evidentemente il guerriero davanti a lei ne sapeva, e anche tanto.

_E so anche che è stato meglio così. Saresti stata battuta_ concluse Sephiroth

_CHE COSA HAI DETTO?!_ esclamò a quel punto la Paladina, puntandogli la spada contro. Sephiroth di tutta risposta rise

_Non c’è bisogno di scaldarsi tanto.. l’hai visto anche te, Hikaru ha un potere nascosto enorme. Nelle sue condizioni di quasi-morente è stata in grado di tenerti testa. Se fosse stata nel pieno delle forze non avresti avuto possibilità, lo devi ammettere_

_Attento alle tue parole_ minacciò Nova, sebbene dovette riconoscere che non aveva tutti i torti _Non è mia usanza farmi insultare gratuitamente, di solito un prezzo simile lo si paga nel sangue!_

Sephiroth la guardò con i suoi occhi di ghiaccio, soddisfatto

_Molto bene. Vedo che allora meriti il mio aiuto_

Aprì la mano destra, in cui comparì una sfera nera; Nova la guardò incuriosita, mentre il figlio di Jenova spiegava il suo intento

_Questa.. è Materia. La Materia Oscura per esattezza. Tu sei l’unica rimasta al Pianeta che la sa usare. Se accetterai il mio aiuto, il suo potere ti aiuterà a vincere Hikaru. E non solo lei: nessuno potrà più resisterti_

_Grazie ma rifiuto_ affermò Nova _Diventare la più forte solo grazie a un aiuto esterno come quella materia non rientra nel mio stile_

_Molto bene_ ridacchiò Sephiroth, quindi strinse la sfera nella mano e la ruppe a metà. La prima semisfera scomparve nel nulla, quella rimasta la porse alla Paladina, che istintivamente allungò la mano e la afferrò.

_Questa è solo una metà. Non aumenterà i tuoi poteri, come avrebbe fatto la Materia intera. Ma ti sarà utile per contrastare i poteri sovrannaturali di Hikaru, quando ti si ripresenterà l’occasione_

_MA.. ho detto che non voglio aiuti esterni!_ gridò Nova, ma ormai la figura di Sephiroth stava diventando evanescente.
_Non devi considerarlo un aiuto esterno. La Materia Oscura funziona come tutte le altre: sta ciò che hai nel cuore che la fa attivare. E poi anche Hikaru ha un aiuto sovrannaturale: Meteor ti farà riequilibrare le cose_

Detto questo, scomparve, così come era venuto. Nova mise riluttante la semisfera nera in una tasca del mantello, imprecando contro chi le aveva fatto quell’indesiderato regalo. Tuttavia una parte di lei era abbastanza soddisfatta: la prossima volta non sarebbe importato se anche Hikaru avesse sfoderato qualsiasi potere sovrannaturale, sicuramente lei non avrebbe perso.
Era arrivata alla fine di questi pensieri, quando la porta della sala comandi si aprì; eppure non entrò nessuno. L’ufficiale aveva troppa paura per poter tentare un solo passo in avanti.
Nova si voltò di scatto, facendosi parzialmente avvolgere dal suo mantello

_Avanti, AVANTI per il Leviatano!!!_

L’ammiraglio avanzò timidamente un paio di passi, terrorizzato da ciò che doveva dire

_..e..ecc..co.._

Nova lo fulminò con lo sguardo

_Ecco COSA?! Raccogli le palle, se ce le hai ancora, e fai rapporto! Cos’è successo nella notte?_

L’ufficiale di Wutai deglutì, facendosi coraggio. In fondo la realtà era quella, nessuno l’avrebbe potuta cambiare
_Qu..questa notte abbi.. abbiamo subito un attacco a sorpresa.. e.._

_E..?!?_ intimò Nova, mettendo mano alla spada

_..Attaccavano dall’alto.. non avevamo difese… qu.. quindi la nostra testa di ponte è sta..ta infranta… e le.. nostre forze…_ la voce gli precipitò in un abisso, da tanto che si era abbassata _..sono state… disintegrate_

_CHE COSA?!?_ gridò Nova, facendo tremare le porte di tutte le cabine della nave e riuscendo a farsi sentire perfino dalle imbarcazioni adiacenti.
Delle voci concitate provenienti dal corriodio interruppero la furia omicida della Paladina, voci che chiedevano un suo intervento immediato

_Comandante! Comandante!! Ci attaccano navi volanti, mai viste prima!_

Nova decise di risparmiare il povero ammiraglio, che era caduto in ginocchio tremante, estrasse la sua spada e uscì di corsa dalla porta, spingendo l’ufficiale contro il muro. La Paladina raggiunse il ponte principale e vide il cielo sopra la costa completamente pieno di punti neri, che man mano che si avvicinavano facevano intuire che non erano dei semplici “puntini”.

_Che diavolo.. sono quei cosi?!_ esclamò, strappando di mano il binocolo dal marinaio terrorizzato che aveva lanciato l’allarme. Grazie all’ingrandimento, potè vedre che si trattava di piccoli velivoli, presumibilmente monoposto, ma con una grande potenza di fuoco. La maggior parte di loro stava finendo il lavoro intrapreso durante la notte, eliminando i rimasugli delle forze di Wutai a terra, mentre un gruppo abbastanza nutrito stava procedendo minacciosamente verso la flotta al largo.
Nova ne contò ventisette, che quando furono a portata di tiro spararono il loro carico letale di missili e altri esplosivi; la corazzata Fyrna I, una delle navi più resistenti e affidabili a disposizione della flotta di Nova, venne letteralmente coperta dalla pioggia di esplosivi. Nel giro di qualche minuto, la nave si spaccò in due e quindi esplose, senza dare il tempo a nessun marinaio di salvarsi.

_Per il Grande Sole_ commentò la Paladina, rimasta a bocca aperta da quella dimostrazione di forza inaspettata; notò che tutti i velivoli che avevano partecipato all’attacco erano indietreggiati, tornando verso riva. Quasi contemporaneamente un altro gruppo di caccia aveva lasciato la linea della costa e puntava contro un’altra nave.
Il bersaglio prescelto questa volta furono due, gli incrociatori più vicini all’ammiraglia. Anche qui, prima che qualcuno potesse fare qualcosa, le due imbarcazioni colarono a picco una più velocemente dell’altra. L’esplosione del secondo incrociatore sollevò un’ondata d’acqua che arrivò fino a Nova e le infradiciò il mantello.

_Comandante!!_ implorò l’ufficiale di guardia, seguito da tutto l’equipaggio dell’ammiraglia, che si era stretto tremante e smarrito intorno alla loro Lady _..cosa.. facciamo?_

Nova li guardò tutti, uno per uno, poi strinse nelle mani il binocolo ed affermò, con il solito carisma

_Cosa fate? Riprendete i vostri posti e fate spostare la flotta, sciocchi! O volete aspettare un altro stormo di caccia?!_
_Ma.. ma.. dove.. dobbiamo andare?_ chiese uno dei marinai

_Insomma!! Siete dei soldati, non dei bambini!! Siete uomini arruolati nella gloriosa Marina dei Regni Uniti di Wutai, vedete di comportarvi di conseguenza!!_ esclamò Nova, anche se lei stessa capì di non risultare molto convincente. In effetti non sapeva nemmeno lei cosa fare esattamente, quegli attacchi aerei erano un’assoluta novità per i campi di battaglia.
Mentre parlava e cercava nel frattempo di trovare una soluzione il più velocemente possibile, altre due ondate di caccia affondarono una corazzata e una piccola nave di supporto, sempre senza che potesse essere opposta resistenza.

_Va bene._ esclamò poi ad alta voce la Paladina _Date ordine a tutte le navi di seguirci!_

_Dove.._ osò chiedere ancora uno dei marinai

_AL LARGO, prendete questa dannata nave, fatele puntare la prua a OVEST e andiamo AL LARGO!!!!_ gridò Nova. I suoi uomini ubbidirono il più velocemente possibile.
Mentre la flotta si preparava a ritirarsi, la Paladina osservò l’ennesimo gruppo di caccia alzarsi in volo dalla rupe di Junon e puntare verso il loro bersaglio. Man mano che si avvicinavano Nova capì anche quale fosse questo bersaglio; corse verso la poppa della nave, con la spada estratta.
Quando i primi missili iniziarono a colpire l’ammiraglia, devastando buona parte della corazzatura esterna e delle cabine, Nova estrasse la piccola mezza sfera nera che le era appena stata data da Sephiroth e cercò di evocarne il potere.
Sotto lo sguardo terrorizzato dei suoi uomini, quando la semisfera nelle sue mani iniziò a pulsare di luce nera un forte vento investì tutta la nave. Si formò uno spesso strato di nuvole, a diversi metri sopra di Nova, quindi da uno squarcio in quella coltre innaturale fuoriuscì una grossa roccia; una vera e propria meteora, sebbene di piccola taglia, attraversò il cielo, distruggendo sette caccia che trovò sulla sua traiettoria e si schiantò in mare. I restanti velivoli persero il controllo quando furono investiti dall’onda alzata dalla meteora e vennero abbattuti.
L’onda anomala fece anche sussultare tutte le imbarcazioni di Wutai, permettendo però loro di raggiungere una zona sufficientemente al largo per non essere più attaccate dai velivoli del Governatore. Nova osservò la semisfera nella sua mano smettere di pulsare, quindi la rimise nella tasca del mantello; si girò verso i suoi uomini e ordinò

_Allora, cosa state guardando?! Rimettetevi ai vostri posti, rotta verso Wutai!!_

Gli uomini ubbidirono senza dire nulla e la flotta fece ritorno alla capitale dei Regni Uniti.

Fine XXV episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Scintille d'amore

Hikaru si svegliò all'improvviso, come se le avessero tirato addosso un secchio d’acqua congelata; si rigirò nello straccio di tenda che costituiva le sue coperte, fino a cadere dal ‘materasso’ di sacchi appositamente consolidati per lei da Barret.
Si accorse solo in quel momento di stare respirando affannosamente, come dopo una corsa, mentre piccole gocce di sudore le contornavano la fronte. Si alzò in piedi, mentre si rendeva conto anche di avere una opprimente sensazione di paura che le attanagliava l’anima.
Era completamente buio, nonostante la stanza avesse molti spifferi e non si poteva certo definire un riparo perfetto; c’era anche una interessante brezza fresca che circolava, ma niente di eccessivo.
Hikaru si mise seduta, perché non riusciva a capire cosa la stesse agitando così tanto; non le sembrava di aver fatto un incubo, né di avere urlato. E in fondo se anche l’avesse fatto, Barret e Vincent se ne sarebbero accorti subito e sarebbero entrati quantomeno per capire cosa stava succedendo. Invece nessuno era entrato e lei si ritrovava sempre al buio, respirando faticosamente e ora stava cominciando anche a tremare.
Hikaru fece un lungo respiro profondo e cercò di fare il punto della situazione; si mise una mano sulla fronte, per cercare di capire se fosse febbre, e la trovò umida e appiccicosa. Aveva qualche brivido, ma questo non spiegava comunque la sensazione di terrore immotivato che stava provando.
Improvvisamente trovò insopportabile di stare in quell’ambiente chiuso, anche se l’aria era libera di circolare anche più del necessario. Si alzò e con tutta la forza che aveva in corpo spinse contro l’asse che faceva da porta, rimessa in sesto da Barret la sera precedente.
Con sua notevole sorpresa l’uomo di Corel aveva fatto un ottimo lavoro nel ripararla: ora non si apriva neanche più, nonostante i grandi sforzi della ragazza per spostarla in malo modo, anche a costo di scardinarla nuovamente.
Mentre continuava a fare tentativi di apertura, iniziò anche a girarle la testa; si accorse di aver cominciato a sudare freddo, come poche volte le era successo nella sua vita. Diede un ultimo strattone e poi staccò le mani, prendendo fiato; decise quindi di tentare i metodi estremi. Fece un notevole sforzo mentale, chiuse gli occhi e invocò il suo potere; purtroppo per lei, e per la prima volta da quando ci aveva provato, non riuscì ad evocare un bel niente: solo una piccola scintilla che le scaturì dalla mano ma si spense subito dopo.
Le venne una incontenibile voglia di urlare, ma prima tentò il tutto per tutto; aprì il palmo della mano, cercando di evocare la Buster Sword allo stesso modo con cui aveva tentato con i suoi poteri. Questo tentativo fu addirittura peggiore del precedente, perché la scintilla che apparve nelle sue mani scoppiettò prima di spegnersi e la spinse, facendola cadere all’indietro sui sacchi-materasso.

_..p..perché… c..cosa c’è… che non funziona più?!_ disse con un filo di voce, voce rotta dalla intensa paura che stava provando.
Ciò che il meccanismo perverso dell’attacco di panico non le faceva vedere era che non c’era niente che non funzionasse: i suoi poteri erano rimasti quelli di prima, ma con la mente invasa dal terrore non era in grado di richiamarli, e l’arma non era persa per sempre, come pensava in quel momento; semplicemente la Buster Sword non era mai scomparsa: era appoggiata al muro vicino a lei, solo che non poteva vederla per il buio pesto… e naturalmente perché ormai era in attacco di panico conclamato.
Non si può dire che Hikaru stesse vivendo un bel quarto d’ora, dacchè come un fulmine a ciel sereno l’aria le iniziò a mancare quasi del tutto; tremava molto più che vistosamente, non riusciva a pensare ad altro che la paura tanto che non riusciva nemmeno a piangere e quando sussurrò la frase che stava pensando fu ancora peggio

_..c’è.. di che morire…_

Non l’avesse mai detto. Il verbo “morire” iniziò a riecheggiarle nelle orecchie, mentre sentiva le estremità degli arti irrigidirsi; le sue mani si strinsero a pugno in una morsa serratissima, così come i suoi piedi. Il tutto naturalmente peggiorava la situazione iniziale, che diventò nel giro di due minuti un inferno sensoriale; arrivata al picco dell’attacco iniziò a urlare, sebbene senza rendersene conto.
Quasi immediatamente l’asse che Hikaru aveva cercato con così tanta fatica di spostare venne fatto tremare, poi, siccome incastrato, venne mandato in mille pezzi da un pugno di Barret.
L’ex leader di AVALANCHE entrò nella pseudostanzetta, seguito da Vincent e Cait Sith.

_Che succede?!_ esclamò _Hikaru! Ehi!! Che diavolo ti sta succedendo?!_

_..a vederlo così…_ intervenne Cait Sith _…non deve stare bene in questo momento.._

_Gatto di @à£$, questo l’avevamo capito!!_ gridò Barret, poi continuò a chiamare la ragazza. Quando le toccò le mani le trovò particolarmente fredde, per non dire ghiacciate.

_E’ un attacco di panico_ sancì Vincent, guardandola meglio _Se non ricordo male, anche Cloud ne soffriva_

_andiamo bene_ commentò Barret _Già ha la sua spada, poi vede Sephiroth dappertutto.. adesso ci mettiamo anche gli attacchi di panico…!! @#£$!!!_

Hikaru non aveva ancora smesso di urlare nel frattempo, tanto che la voce cominciava già ad avere qualche difficoltà ad uscire; in compenso adesso le lacrime riuscivano a scorrere, portando via con sé un po’ di carica nervosa.

_E cosa si deve fare in questi casi?_ chiese Cait Sith, mostrando che anche lui ogni tanto era in grado di formulare domande sensate

_Direi.. aspettare, credo_ affermò Vincent _E’ normale che abbia questo tipo di reazioni.. se pensi a tutto ciò che ha passato, è molto difficile scaricare la tensione accumulata_

_Bravo, bravo, sei un ottimo psicologo… del mio *£è$!Veramente eh, ottima diagnosi_ continuò Barret _Ma non vorrai dirmi di sedermi qua e aspettare chissà quando fino a che abbia smesso di soffrire da sola!!_

_Scusate, ma… non potremmo darle da bere?_ chiese Cait Sith

_Ricordo che Tifa mi parlava di queste cose.._ commentò Barret _Quando succedevano a Cloud in effetti lei gli faceva bere un po’ d’acqua.. ma questo prima che avvenisse tutto il casino!_

_Adesso come fai a farle bere qualcosa? E’ completamente contratta, è già tanto che non ti muoia soffocata nel tentativo_ affermò Vincent _Però forse c’è una cosa che possiamo fare_

L’ex Turk si avvicinò alla ragazza, ora rannicchiata in posizione fetale, le prese le mani e tirò dolcemente le sue braccia verso di se. Poi commentò le sue azioni con una frase esplicativa

_Dacchè la tensione ha generato tutto questo.. facciamo in modo che si scarichi nel minor tempo possibile_

Già trenta secondi dopo che Vincent le aveva preso le braccia Hikaru aveva smesso di urlare; tuttavia ci vollero dieci minuti buoni prima che le componenti somatiche della ragazza scaricassero la tensione ansiogena, riportandola in uno stato quantomeno accettabile.

_Va meglio adesso?_ fu la prima cosa che le chiese Vincent

Hikaru si limitò ad annuire con la testa, anche perché per colpa del buio aveva solo intuito dal suono delle parole che si trattava di qualcuno a lei conosciuto. E comunque non avrebbe avuto la voce per dire chissà cosa. Solo Cait Sith, che poteva vedere al buio la vide, e confermò che aveva risposto affermativamente. L’automa ne approfittò anche per farle bere diversi sorsi d’acqua, da una bottiglietta fornita da Vincent.

_Mah… forse è la ***** che c’è in questi sacchi.._ esclamò Barret, cercando di ricostruire il letto devastato dal panico di Hikaru; poi si rivolse alla ragazza, che era seduta sul freddo pavimento poco distante _..e comunque, non fare più così. Se ti senti che c’è qualcosa che non sta funzionando.. CHIAMACI, subito!!_

_Già!_ disse Cait Sith, saltellandole allegramente da una parte all’altra nonostante il buio _Ti avremmo dato dell’acqua.. o fatto una previsione, così ti sarebbe passato subito tutto! Anzi facciamo così, adesso sto io qua con te, così se c’è qualcosa te lo risolviamo subito!_

_mancano ancora diverse ore all’alba_ commentò Vincent _Meglio tornare a dormire_

La faccenda si risolse quindi così, con il letto nuovamente rifatto, Vincent che uscì nuovamente sulla porta, Barret che tornò nella sua posizione precedente e Cait Sith che rimase a fianco di Hikaru. La ragazza esitò qualche minuto prima di tornare a sdraiarsi, ma poi lo fece senza problemi. Adesso era anche più stanca di prima, perché gli attacchi di panico consumavano parecchia energia, ma almeno aveva consolidato diverse sicurezze: stava respirando meravigliosamente bene, non era malata e poteva dire di aver trovato finalmente qualcuno di cui potersi fidare sul serio.
Si riaddormentò più lentamente dei suoi compagni di viaggio, ma ciò che contava era che alla fine ci riuscì.
La mattina seguente Hikaru si svegliò riposata, come se niente fosse successo; la luce del sole filtrava abbondantemente negli squarci fra le pareti e anche dalla porta, visto che l’asse di legno non c’era più. Di Cait Sith non c’era più traccia, nonostante le avesse detto che sarebbe stato con lei..
La ragazza si alzò e vide in bella vista di fianco a lei la Buster Sword, che aveva così disperatamente cercato di invocare solo qualche ora prima, scintillare riflettendo i raggi solari.
La prese e la trovò particolarmente leggera, anche se non capiva perché; con una vampata la fece sparire, per poi farla ricomparire qualche istante dopo quando sentì un rumore sospetto e una voce familiare che veniva dall’esterno. Era la voce di Barret

_E tu chi sei?_

_Il mio nome non è importante. Sto cercando una ragazza alta più o meno come me, con i capelli rossi lunghi, una treccia e occhi rossi_ rispose un’altra voce, che suonò stranamente familiare anch’essa.
_Perdonaci, ma.._ aggiunse Vincent _Il tuo aspetto e le armi che porti seminascoste nel mantello fanno pensare che tu sia un cacciatore di taglie. Non è un gran periodo per cercare spudoratamente delle ragazze coi capelli rossi.. Anche se sapessimo dove si trova, come potremmo rivelarlo al primo che passa?_

_Beh, è molto semplice_ rispose quella voce _E’ vero, sono un cacciatore di taglie. E non sto cercando una ragazza coi capelli rossi a caso. Io sto cercando Hikaru_

La ragazza, nascosta nella casa, fu scossa da un brivido. Un altro che voleva la sua testa, evidentemente ingolosito dalla terrificante taglia che suo padre le aveva imposto; ormai conosceva quel tipo di gente: senza scrupoli, puntati solo al loro obiettivo. Quell’uomo che sentiva parlare non avrebbe avuto nessun problema a eliminare sia Vincent che Barret in un colpo solo pur di arrivare a Hikaru.
La ragazza serrò i pugni, stringendo la Buster Sword: questa volta non poteva permettere che altri pagassero per lei. Non l’avrebbe più permesso, a costo di dare la sua vita. Si fece coraggio ed uscì improvvisamente dalla porta, interrompendo tutti i discorsi con una fiammata fulminea. Barret la vide per primo, si tirò una pacca sulla faccia ed esclamò

_Ma no, @#£$!!!! Stai dentro, per Ramuh…!!_

_Oh-oh. Questo facilita molto la risposta, immagino…_ affermò soddisfatto il cacciatore di taglie

Vincent mise la mano nel mantello, impugnando di nascosto la sua pistola.

_Bene, credo che il tempo di parlare sia finito_

_A quanto pare.._ commentò il suo avversario, ma non finì la frase che Hikaru gli era già saltato addosso, affondando due colpi di spada contro di lui. Il cacciatore di taglie fece due salti indietro, che gli consentirono di schivare a malapena l’enorme lama della Buster Sword, quindi si levò il cappuccio che gli oscurava il volto ed esclamò

_Ehi, EHI! Calma Hikaru!! Sono io, sono… Locke!_

La ragazza si fermò all’ultimo istante prima di sferrare un nuovo attacco; guardò la persona che aveva davanti e.. in effetti era proprio lui. Lasciò perdere la Buster Sword, che le cadde di mano come un mazzo di fiori, e approfittò delle difese abbassate del cacciatore di taglie per stringerlo in un grande abbraccio.

_Locke!! Sei vivo, allora!! Non ti sei schiantato!_

Locke era imbarazzato, così come Vincent e Barret che erano rimasti abbastanza senza parole. La cosa che più stupì tutti fu il repentino cambio di Hikaru, che da guerriera era tornata al suo comportamento innato nel giro di mezzo microsecondo.
Chi lo sa, sembrava che forse le cose stessero iniziando a girare per il verso giusto.. Hikaru aveva trovato sia dei compagni validi che non fossero stati ancora eliminati, aveva ritrovato i suoi poteri e ora era in grado di riabbracciare anche il suo –ormai amico- Locke.
Anche il ragazzo fu felice di trovare la figlia del Governatore in buona salute e più forte di prima; anche l’abbraccio con cui lo stava stringendo era diventato più vigoroso, per non parlare della lama delle dimensioni improponibili che ora era dietro la sua schiena e che quando era caduta a terra aveva fatto un rumore non indifferente. Dopo quattro minuti di stretta, Locke le disse

_..ehm.. bene, sono felice di vedere che anche tu… stai bene.. e sei anche diventata una guerriera, a quanto pare…ma, che ne dici di farci respirare entrambi adesso?_

Hikaru lo assecondò, staccandosi da lui per poi guardarlo negli occhi. Locke vide che non era cambiato niente nel suo sguardo, anche se ora aveva in mano uno spadone non indifferente e sembrava aver acquisito pieno controllo dei suoi poteri. I due si erano staccati, ma non del tutto: c’era qualcosa che li faceva ancora tenersi per le braccia, in una sorta di abbraccio a distanza.

_Racconta, racconta! Come hai fatto a salvarti dopo… Bahamut?_ gli chiese Hikaru con gli occhi luccicanti.

_Ah.. beh, prima che la nave si schiantasse al suolo ho trovato una comoda sala con una serie di zainetti. Ne ho presi su quattro a caso, li ho aperti tutti e ho trovato dei paracadute. Me li sono legati tutti alla vita e mi sono gettato nel vuoto… poi ho dovuto evitare accuratamente i soldati e gli ingegneri del Governatore che cercavano qualcosa nel relitto della nave e mi sono dileguato nelle campagne_

Fece poi una pausa, quindi fu il suo turno di chiedere, mentre stringeva un po’ più forte le braccia di Hikaru

_..ma tu invece? Sei diventata… più… solida…_

_Io.. se ti raccontassi tutto ciò che mi è successo.. non basterebbe un libro per contenerlo!_ tagliò corto Hikaru _Me la sono vista brutta più di una volta, ma per fortuna adesso.. sono qui, e ti ho ritrovato!_

Locke la guardò negli occhi

_Non ho mai smesso di cercarti. Sono andato fino al Cratere Nord e poi, quando mi hanno detto che ti avevano perso in mezzo ai vortici.. ho iniziato a girare per il mondo, cercandoti_

_Davvero?_ chiese Hikaru, ormai persa negli occhi blu del ragazza davanti a lei

_Davvero_ confermò Locke, in uno dei pochi momenti nella sua vita in cui era più sincero. Socchiuse gli occhi e si avvicinò a Hikaru; anche la ragazza fece la stessa cosa, fino quasi al punto in cui le loro labbra si toccarono.
Un secondo e mezzo prima che potessero effettivamente baciarsi, un fastidiosissimo Cait Sith sbucò da sotto i paramenti di Locke e si intromise fra i due agitando la trombetta

_EHI!! Bello questo mantello! E’ pieno di tante cose utili!! Dove l’hai comprato?_

Locke guardò contrariatissimo il gatto meccanico, mentre Hikaru si staccò di colpo dal ragazzo e raccolse la Buster Sword, abbastanza imbarazzata.
Barret e Vincent osservarono tutta la scena da lontano, l’uno con le braccia incrociate, l’altro nella sua posa infallibile.

_Beh.. per una volta.._ commentò Barret _Anche quella ragazza fa un bell’incontro_

_Speriamo non sia l’ultimo_ affermò Vincent _Ma credo proprio che lo sarà_

Quando l’imbarazzo fu sufficientemente scemato, Hikaru potè smettere di guardare la lama della spada e se la ripose dietro la schiena; quindi si avvicinò a Barret e Vincent e fece in modo di fare le presentazioni del caso.

_Quindi sei il suo “migliore amico”, è così? Potevi dircelo prima_ scherzò Barret quando strinse la mano a Locke

_”Migl..” Ehi! Non scherziamo! Io e Hikaru siamo solo… amici_ rispose imbarazzato il ragazzo, senza rendersi conto che stava diventando del colore degli occhi della sua “amica”

_Va bene. Ora siamo pronti per andare alla Capitale Dimenticata_ sancì Vincent _La costa non è molto lontana_

Locke aggiustò la sua attrezzatura nel mantello e poi disse

_Sono pronto, partiamo quando volete. Ma.. la costa hai detto?_

_Sì_ rispose Vincent _La Capitale Dimenticata è nel continente Nord_

Locke strinse i denti, trattenendo a stento un’imprecazione
.
_Azz.. Tutti i continenti sono sotto embargo da parte dei Regni di Wutai. Non ci sarà facile attraversare il mare_

Hikaru guardò tutti e sorrise, piena di entusiasmo

_E quando mai una cosa qui è facile? Andiamo, il mare ci aspetta!_

La ragazza corse davanti a tutti, strinse il pugno destro e fece comparire un’improvvisa fiamma, che si levò fino al cielo. Il sole sembrò rispondere, aumentando quasi di colpo la luce emessa e spazzando via ogni traccia di nuvola. Un fascio di luce più potente degli altri discese su Hikaru, che fu avvolta nell’abbraccio solare; la Buster Sword sulle sue spalle risplendeva dei sette colori dell’arcobaleno, quindi la ragazza esclamò

_In nome degli Antichi, andiamo a riprenderci ciò che è nostro!_

Fine XXVI episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Fuoco e paglia

Locke osservò Hikaru, la “sua” Hikaru risplendere nella luce del sole. Non poteva avere dubbi, di certo era accaduto qualcosa durante la sua assenza, qualcosa che aveva trasformato la ragazza; per certi versi non poteva neanche dire di riconoscerla, se non fosse per lo sguardo dolce e l’atteggiamento innocente che l’aveva sempre contraddistinta e che non era cambiato di una virgola.
Eppure la forte aura di potenza, l’irrobustimento del suo fisico e la spada dietro le sue spalle mostravano il cambiamento: quella che stava davanti a lui, Barret, Vincent e Cait Sith non era più una bambina cresciuta in una prigione dorata; adesso aveva tutto l’aspetto nobile e fiero di una condottiera, sebbene lei stessa non l’avrebbe mai riconosciuto pubblicamente.
La ragazza aveva ancora la Buster Sword scintillante sulle sue spalle quando esclamò

_Beh, cosa state aspettando? La Capitale Dimenticata è ancora lontana!_
Locke ebbe un attimo di esitazione, poi fu il primo a muoversi e raggiunse la ragazza

_Giusto, andiamo_

Vincent e Barret si guardavano ancora perplessi su quello che a loro sembrava l’ennesimo repentino cambio di comportamento in Hikaru, ma poi non si fecero pregare ulteriormente. L’omone di Corel aggiusto il suo mitragliatore nel braccio, Vincent ripose la Death Penalty nella fodera del mantello e seguirono Hikaru e Locke. Cait Sith fu l’ultimo ad accorgersi che il gruppo stava andando via e li rincorse.
Fecero un paio di minuti di camminata, Locke di fianco a Hikaru, con il resto della neo-AVALANCHE alle spalle; solo a quel punto il ragazzo notò i brandelli di tessuto che costituivano i vestiti della sua amica. L’unica cosa che le copriva le parti.. delicate.. era la giacchetta rossa che Priscilla era riuscita a prendere da casa prima che venisse fatta crollare e naturalmente l’enorme lama della Buster Sword, che occultava quasi tutto il suo lato posteriore. Tutto il resto era parzialmente coperto – o meglio abbondantemente scoperto – dai residui dei suoi vestiti originali dopo il passaggio della Masamune di Sephiroth, del plasma e delle correnti oceaniche.
Locke arrossì visibilmente, anche perché si era reso conto di stare camminando particolarmente vicino a lei, che invece non si curava del suo abbigliamento non perché non le importasse quanto perché semplicemente nessuno gliel’aveva ancora fatto notare. Barret e Vincent non si erano posti il problema perché avevano sempre mantenuto come obiettivo prioritario quello di salvare la vita a tutti quanti. Locke però a questo punto non poteva fare a meno di rendere evidente la cosa, per quanto imbarazzante potesse essere

_..ehm… Hi..Hikaru.._

_Che c’è?_ rispose la ragazza, fermandosi rivolta verso di lui in una posa involontariamente sexy, che fece imbarazzare ancora di più Locke. Non si era mai accorto di quanto fosse.. così.. dannatamente bella . La guardò quasi imbambolato, mandando allegramente la sua capacità espositiva a farsi benedire

_Ehr...ehm…ehk…ehs…_

_Cosa c’è, Locke?_ richiese Hikaru, osservandolo con uno sguardo incuriosito che ebbe come unico risultato il fare ribollire il sangue – e gli ormoni- al ragazzo.

_Ah.. io.. volevo dirti che… beh.. insomma… i tuoi.. vestiti…_

_Che hanno?_ chiese nuovamente la ragazza, che stava capendo veramente poco di dove Locke volesse andare a parare. E la cosa migliore è che non lo stava facendo apposta, ma ogni cambiamento di posizione mostrava una Hikaru sempre più… irresistibile dal punto di vista maschile

_Ciò che quel bravo ragazzo qua vuole dirti_ intervenne Barret, tirando una pacca sulle spalle di Locke che per poco non lo faceva ribaltare _E’ che i tuoi vestiti sono laceri e sei seminuda_

_Beh.._ cercò di aggiustare il tiro Locke, che era uscito dall’estasi mistica provocata dagli ormoni _Non esattamente seminuda… però… più o meno.. il concetto è quello.._

Hikaru si guardò addosso e dopo una rapida ispezione si accorse di non poter dare torto ai maschietti del gruppo. Poi sorrise

_Ok, in effetti.. non si può dire che siano dei vestiti da sera, ma fino a che non trovo uno stilista che mi vada a genio_ scherzò _Terrò buoni questi_

_Penso di sapere come risolvere il tuo problema_ intervenne Vincent

_Conosci uno stilista?_ chiese Cait Sith, che aveva approfittato della sosta per raggiungere il gruppo _Guardandoti bene.. per il bene di Hikaru, io eviterei.._

_Non accetto critiche da parte di un gatto spelacchiato, anche se meccanico_ commentò Vincent, punto nell’orgoglio _E comunque potrebbe esserci utile anche per un altro motivo_

_E dove si troverebbe questo.. stilista?_ chiese Hikaru, quindi ridacchiò _Ma è uno stilista davvero?_

_Non esattamente. Ma sa vestire praticamente chiunque, soprattutto se non vuole farsi riconoscere_ affermò Vincent _Si trova nei bassifondi di Midgar, vicino all’Honey Bee Inn_

_O porco @#£$%!!!_ esclamò Barret tirandosi una pacca sulla testa _Non vorrai mica portarla da…_

_Esattamente_ confermò Vincent

Solo Barret –e se ci fosse stata anche Tifa- poteva ricordare l’esistenza di quel sarto. Suo figlio aveva un negozio nel settore 6 ai tempi di Meteor; era la stessa persona che aveva assecondato le richieste di Aeris travestendo Cloud da donna. O probabilmente un suo discendente, dato l’inesorabile scorrere del tempo.

_Ma.. non rischierò qualcosa andando nei bassifondi di una città grande come Midgar?_ chiese Hikaru, ricordando i suoi capelli rossi

_Non ti preoccupare, conosciamo perfettamente la zona_ rispose Cait Sith _Basterà passare per le fogne_

_Le… fogne?_ chiese ancora Hikaru, abbastanza schifata. Va bene tutto, ma per dei vestiti.. e soprattutto con il poco tempo a disposizione non le sembrava il caso di visitare Midgar. Tantomeno le sue fogne.

_Gatto del è*£$!! Cos’hai capito!_ esclamò Barret _Mica ci andiamo a Midgar, sei matto?!_

_Se andassimo a Midgar, entreremmo per non uscirvi più_ confermò Vincent, poi spiegò il piano_Invece ci fermeremo alla periferia del settore 5. Là Hikaru ci aspetterà in un luogo sicuro mentre noi andremo a prendere i vestiti per lei_

_Sicuro?!_ gridò Locke, fino a quel momento estraneo ai discorsi _C’è un posto sicuro a Midgar?!_

_Ogni posto sarà sicuro se avrò qualcuno che mi protegge_ affermò Hikaru, esplicitamente richiedendo il supporto del ragazzo in un modo impossibile da rifiutare. La Buster Sword e i poteri quasi illimitati del Fuoco probabilmente sarebbero stati sufficienti a difenderla, ma Hikaru voleva assicurarsi che Locke non li avrebbe lasciati appena raggiunta una posizione sufficientemente stabile.

_Bene. Allora è deciso!_ esclamò Barret _Prossima tappa.. Midgar! ..cioè.. settore 5 dei bassifondi di Midgar!_

_Dove si va per Midg.. insomma quella roba lì?_ chiese Hikaru

_Esattamente là_ indicò Vincent, mostrando la grande piattaforma galleggiante che si trovava a una decina di chilometri a ovest. La ragazza si voltò, stupita: non aveva fatto caso non solo ai suoi vestiti, ma anche alla presenza di una costruzione tanto imponente non molto lontano da loro.
Il gruppo cambiò direzione, lasciò l’edificio abbandonato che una volta era la Fattoria dei Chocobo in cui Hikaru aveva trascorso la notte e nel giro di un paio d’ore arrivarono alle enormi porte che bloccavano l’accesso ai bassifondi.
La città capitale della ShinRa era notevolmente cambiata dopo la sua riformazione seguente la Supernova; al posto degli otto reattori Mako troneggiavano otto torri molto alte, che avevano il duplice compito di strutture difensive e maxi-collettori solari, per far fronte alla domanda di energia di Midgar che era rimasta comunque invariata.
A parte questa grande differenza, tutto il resto era rimasto pressochè uguale ai tempi di Cloud&CO: sulla piattaforma si viveva abbastanza agiatamente, nei bassifondi regnava ancora più miseria di quella che già c’era ai tempi del Mako. Prima di oltrepassare lo squarcio nelle mura del settore 5, Barret fermò Hikaru e Locke e fece alcune raccomandazioni

_Attenti. Stiamo per entrare in un ambiente dove non c’è nessuna legge, se non quella del più forte. Qui vige l’uguaglianza, nel senso che non conta un ***** nessuno. Tutti possono essere uccisi per qualunque tipo di ragione in qualsiasi momento da chiunque_

_Che posto… allegro_ commentò Hikaru, leggermente intimorita da una presentazione simile

_Molto bene_ affermò Locke al contrario _Questo vuol dire che anche noi potremo rispondere con la forza, se necessario_

Hikaru guardò il ragazzo storto, quasi arrabbiata per ciò che aveva detto.

_La violenza non sarà necessaria_ sancì, con una fiamma minacciosa negli occhi mentre continuava a tenere puntato lo sguardo su Locke _Se staremo nascosti_

_Molto bene_ tagliò corto Barret _Seguitemi_

I due ragazzi seguirono l’uomo di Corel che faceva strada attraverso il mare di detriti, baracche e discariche di prodotti di varia natura che costituiva il settore 5; arrivarono a una casetta abbastanza carina, vicina a un piccolo giardinetto di verde, un piccolo angolo di paradiso in mezzo a un’atmosfera grigia, cupa e tenebrosa. Un piccolo ruscello di liquido –sembrava acqua ma non era il caso di appurarne l’esatta natura- scorreva di fianco a quella casetta, delimitando molto precisamente i contorni del giardinetto.
Barret aprì la porta della casa come se fosse stata la sua, sapendo bene che ormai era abbandonata.

_Questa è la casa di Elmyra, madre di Aeris. Ok, va bene, matrigna di Aeris_

_Sembra abbandonata.._ commentò Hikaru

_Questo perché è abbandonata_ ribattè Vincent _Però in compenso potrai stare nascosta da tutti e quindi al sicuro fino a che torniamo_

_Ah.. beh… quand’è così…_ accettò di buon grado la ragazza

_E’ abbandonata ma ancora in buone condizioni_ spiegò Barret
_Se vuoi mentre ci aspetti puoi rilassarti facendo quello che vuoi_

Locke fece per seguire Vincent e Barret, che stavano già uscendo per andare dal sarto, quando Hikaru lo fermò

_Ehi! Dove vai te?! Guarda che hai promesso di farmi comp… cioè, di proteggermi!_

_Se vuoi sto qua io con te!_ esclamò Cait Sith

Barret strattonò via il gatto meccanico, sollevandolo quasi di peso nel trascinarlo fuori dalla porta

_TU vieni con noi!!_

_eh, ho capito, ho capito.. che maniere però.._ si lamentò l’automa. Locke annuì, fece passare Barret con il suo ‘carico’ e poi rientrò.
I due salutarono Barret, Vincent e Cait Sith, dopodiché Locke chiuse la porta. Hikaru entrò nella sala, non molto grande, e appoggiò la Buster Sword al muro; poi si lasciò sprofondare sui morbidi cuscini del divano, per la prima volta dopo settimane, e vide Locke sulla soglia della sala che la guardava silenzioso.

_Beh?_ gli chiese lei _cos’è quell’espressione preoccupata? Sdraiati un po’ anche te e rilassati!_

_Ma.. come fai ad essere così spensierata?_ rispose Locke

_Non si risponde a una domanda con una domanda_ gli sorrise Hikaru, con il solito sguardo dolce _E poi… perché dovrei essere preoccupata?_

_Con tutti i casini che ha… che abbiamo, mi stupisco del contrario!_ affermò Locke, entrando comunque nella stanza e sedendosi su una poltrona non molto lontano da Hikaru

_Vedi, i problemi non stanno nei problemi. Il vero problema è il tuo atteggiamento nei confronti dei problemi_ affermò la ragazza, praticamente sommersa dai cuscini. Adesso ciò che la Buster Sword non poteva più nascondere era parzialmente occultato dal divano, ma solo parzialmente, e solo Locke lo notò.

_Credo di non aver afferrato il concetto.._ le disse, per cambiare discorso nel vano tentativo di non rimanerle con gli occhi puntati addosso _..ma ad ogni modo farò finta di aver capito_

Hikaru si tirò su dai cuscini e si alzò in piedi, mostrando quanto Sephiroth avesse veramente ridotto i suoi vestiti a brandelli. Sembrava quasi un calendario di una modella.

_Farai finta?_ gli chiese, divertita. Gli si avvicinò quasi per baciarlo, tanto che per poco le sue labbra non si unirono sul serio a quelle del ragazzo, dopodiché si allontanò, come se avesse cambiato idea

_Vado a fare una doccia_ gli disse, mentre saliva le scale _Fai il bravo intanto!_

Tornò indietro di corsa, come se si fosse dimenticata una cosa importante. Guardò il ragazzo dritto negli occhi e gli disse con un sorriso

_Ah.. e non scordare di proteggermi!_

Fine XXVII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
ok.

sta aquisendo caratteri decisamente HARD.

cosa farà locke mentre hikaru si fa la doccia??? XD

GIUUSSSSSSSTO!!! Mi hai fatto ricordare che dovevo mettere il disclaimer, che non ho ancora messo. Quindi lo faccio ora: è possibile che in futuro ci siano scene particolarmente piccanti , per cui sappiatelo e basta. :D :D
Il disclaimer sulla violenza non lo faccio perchè ormai dopo il passaggio del buon Sephiroth... sarebbe inutile :D
Okk??? Allora posso postare il prossimo. Che comincia esattamente in uno di quei frangenti... "spinosi" :D A voi!


Ondate d'amore e di destino

Locke rimase incollato sulla poltrona per dieci minuti abbondanti; stava ancora cercando di calmarsi dopo aver avuto un impatto così ravvicinato con l’unica persona al mondo che accendeva i suoi ormoni in modo incontrollabile.
Cercò di distrarsi, evitando di ascoltare lo scrosciare dell’acqua al piano superiore né qualsiasi altra cosa che potesse fargli tornare in mente Hikaru, il suo corpo sensuale e il suo atteggiamento puro e innocente che tanto infiammavano i suoi sensi. Doveva darsi una regolata: in fondo non era lui lo spietato cacciatore di taglie che all’età di diciotto anni già aveva cinque condanne a morte per le sue.. gesta? Come poteva un assassino spietato come lui farsi incastrare in una gabbia amorosa da una ragazza.. infantile come Hikaru?
Rigettò immediatamente quella domanda, quasi arrabbiandosi con se stesso: Hikaru NON era infantile. Era pura, era innocente, era cristallina come l’acqua e forte come la roccia, era magnifica, era splendida, era… Locke si fermò di colpo. Possibile che… riflettè molto attentamente sulla domanda che si stava per porre.
Il suo cuore dava già una risposta molto ben precisa, confermata anche dai suoi ormoni, ma Locke non l’avrebbe mai ammesso: sì, stava cominciando ad amare quella ragazza. Anzi, per dirla tutta era già innamorato perso di Hikaru, senza possibilità di scampo.
Anche la ragazza in qualche modo sembrava contraccambiare, dato che aveva fatto di tutto pur di stare da sola con lui; e qualche istante prima aveva quasi osato baciarlo… prima di scappar via al piano superiore. Sì, perché agli occhi di Locke l’improvviso desiderio di fare una doccia di Hikaru appariva come un disperato tentativo di sottrarsi all’impulso che si stava impadronendo di lei. Esattamente come lui stava lottando contro i suoi ormoni, anche la ragazza dava l’impressione di stare facendo lo stesso. Questo pensiero lo fece arrendere: non poteva più resistere.
Salì di corsa le scale, fino a trovare il bagno dove Hikaru stava effettivamente facendo la doccia; l’acqua scorreva ancora abbondantemente, segno che non aveva ancora finito. Locke, in preda a un impulso irrazionale non più controllato, spalancò la porta facendola sbattere contro il muro.
Hikaru, dietro alla tenda della doccia, comprensibilmente lanciò un grido e si ritrasse il più possibile nell’angolo più lontano, temendo un attacco improvviso.

_Locke!!_ gridò, inconsapevole del fatto che proprio il ragazzo era la causa del suo spavento _Locke, aiutami!!_

Il tono della voce di Hikaru fu sufficiente per far passare il raptus di follia ormonale di Locke, che si accorse solo in quel momento di avere appena osato troppo. All’estremo dell’imbarazzo cercò qualsiasi oggetto gli potesse dare un briciolo di supporto, trovando un asciugamano apparentemente appena pulito, e lo strinse forte. Quindi si fece ulteriormente coraggio, pensando che la ragazza non aveva ancora visto nulla, e rispose

_Eccomi.. sono qua_

Hikaru fu rassicurata dal sentire la voce del suo compagno; sicuramente qualsiasi malintenzionato ci fosse stato, sarebbe sicuramente scappato all’intervento di Locke. La ragazza spense l’acqua e si avvolse nella tenda, in modo da poter farsi vedere dal suo amico ed esclamò

_Oh.. meno male… meno male che ci sei tu!!_

Locke era imbarazzatissimo; non aveva il coraggio di dirle che era tutta opera sua.. ma per contro non si sarebbe mai perdonato se non le avesse detto la verità. Si avvicinò a lei, con l’asciugamano in mano, cercando di dirle ciò che doveva

_…H…Hi..karu.. io.. _

La ragazza non aspettò che finisse le parole, arrivata a distanza sufficiente le si fece ancora più vicino e lo baciò. Di colpo, inaspettatamente; fu un bacio lunghissimo, di quelli che durano una vita. Al termine, quando finalmente Hikaru si decise a staccarsi dalle labbra di Locke, il ragazzo aveva perso completamente qualunque tipo di parola o pensiero. Riusciva a provare solo una cosa in quel momento, ovvero l’intenso e irremovibile sentimento d’amore che lo legava indissolubilmente alla nipote di Cid Highwind.
Solo in quel momento i due si accorsero che qualcuno era entrato al piano di sotto; dal trambusto e dalle voci, riconobbero che erano Vincent, Barret e Cait Sith di ritorno. Siccome non li trovavano al piano terra, Barret salì le scale e quando trovò la porta del bagno spalancata, con Hikaru avvolta dalla tenda nella doccia e Locke poco distante, mise il mitragliatore davanti ai suoi occhi.

_O @à£% *****!! Ma ditecelo che volevate fare le vostre cose, @#£$%!!!!! E’ imbarazzante anche per noi, che credete?!_

Locke diventò più rosso degli occhi di Hikaru e corse fuori dal bagno, gridando

_Noi.. NON stavamo facendo niente!_ poi scappò giù dalle scale

_Già.. già.. e io sono la fatina dei Cetra_ rispose Barret _Bah, vabbè. Visto che ormai vi abbiamo interrotto… Hikaru, qua ci sono i vestiti nuovi! Te li lascio vicino alla porta, ok?_

La ragazza ringraziò, imbarazzata ma tutto sommato felice. In fondo anche se fossero stati in una condizione più… improponibile, niente avrebbe potuto impedirlo. E poi Locke era veramente intervenuto per proteggerla, quindi le sue sicurezze si stavano consolidando sempre di più.
Finì la doccia, uscì e indossò i nuovi vestiti portati da Barret; li trovava più resistenti dei precedenti. Era una maglietta rossa molto corta, che le lasciava scoperta la maggior parte delle braccia, una gonna sempre rossa che le arrivava poco sopra alle ginocchia e un paio di guanti bianchi dall’aspetto molto resistenti. Si chiese a cosa potessero servire. Quasi a risponderle, la voce di Barret riecheggiò da sotto

_Ah, ci sono anche dei guanti! Sono guanti speciali, erano di Tifa… anche se non la conosci, era una ragazza con le palle! Ti saranno molto utili in battaglia.. e per non rovinarti le manine con la tua grande spada!_

Hikaru ringraziò ad alta voce, dal piano di sopra. Erano anche comodi, dopotutto. Terminato di vestirsi scese le scale, dove Locke e Vincent la stavano aspettando nella sala di Elmyra.
Proprio mentre faceva l’ultimo gradino, sentì ancora una volta la voce; la sua voce.

Hikaru.. vieni nella Chiesa

_Chiesa?_ ripetè ad alta voce la ragazza

_Cosa?_ chiese Barret _hai detto chiesa?!_

_Sì_ affermò Hikaru _La.. la mia voce… mi ha detto.. di andare nella chiesa.._

_Ah, forse si riferisce alla chiesa di Aeris_ confermò Vincent _Non è molto lontana da qui, vieni_

L’ex turk uscì dalla porta e Hikaru lo seguì di corsa, senza degnare quasi di uno sguardo Locke nonostante fino a cinque secondi prima non si era fatta scappare una sua mossa. Il ragazzo, con Barret e Cait Sith la seguì da relativamente lontano.
Vincent camminava speditamente, Hikaru dovette correre per stargli dietro; gli altri rimasero distanziati, a una decina di metri da loro. Arrivarono davanti alle porte di legno della chiesa in rovina, dove ancora però crescevano dei fiori. Vincent si fermò e disse

_Ecco. Questa è la chiesa_

_Ehm.. tu non entri?_ chiese Hikaru, che si ricordò solo in quel momento di aver lasciato la Buster Sword in casa di Elmyra

_No. Gli Spiriti Guida chiedono di te, solo tu devi entrare_

“Va bene” pensò Hikaru, quindi spinse le pesanti travi della porta per aprirla. L’ingresso le fu dischiuso lentamente, poi entrò e subito dopo la porta si richiuse sbattendo in modo devastante sia per le sue orecchie e che per il movimento d’aria, che per poco non la buttò a terra.
La chiesa di Aeris non era cambiata durante tutti quegli anni; i fiori crescevano sempre rigogliosi nel centro, davanti all’altare, e anzi con il passare del tempo avevano invaso gran parte della navata principale. Hikaru guardò incuriosita quegli strani vegetali, che non aveva mai visto perché non crescevano da nessun’altra parte del Pianeta. Fece un paio di passi nella navata principale, attendendo che qualcosa si manifestasse.

_Eccomi. Sono arrivata_ disse ad alta voce. Un getto d’acqua improvviso scaturì dal nulla al centro del cerchio floreale, formando una specie di geyser che dapprima spaventò la ragazza, quindi fece diffondere nella chiesa un aerosol di minuscole goccioline d’acqua.
In mezzo alla foschia generata da quell’esplosione innaturale Hikaru si mise istintivamente un braccio davanti agli occhi, per non essere colpita dagli schizzi d’acqua.

Non avere paura

sentì dire da una voce femminile, che non aveva mai udito prima d’ora; aveva però tutta l’aria di essere analoga allo Spirito Guida che le parlava di solito.

Lascia che i tuoi occhi vedano oltre

la invitò una seconda volta la voce, persuadendo Hikaru ad abbassare la guardia e osservare con tutta l’attenzione possibile in mezzo alla foschia.
In un primo momento non vide nulla, ma poi le pare di riconoscere un alone, una figura femminile che stava in piedi dinanzi a lei, circondata dai fiori. Aveva dei lunghi capelli raccolti in una treccia, simile alla sua ma più corta, un’espressione dolce ma potente e aveva un cestino di fiori fra le braccia.
_A..adesso ti vedo_ disse, anzi sussurrò Hikaru, per paura di perdere il contatto se avesse parlato troppo forte. Vide la figura avvicinarsi un passo a lei e sorridere

Brava, ci sei riuscita

_Chi sei?_ chiese poi la ragazza, visto che a quanto pareva con questo Spirito Guida poteva parlare e non solo pensare le sue domande.

Il mio nome è Aeris, e sono l’ultima dei Cetra

_Cetra?_ Hikaru era strasicura di aver già sentito quel nome prima.. o meglio, era sicura di non averlo mai sentito nominare, ma il suo cuore le diceva che in qualche modo l’aveva già incontrato da qualche parte.. forse in un sogno o in una fantasia recondita della sua coscienza.

Sì. Probabilmente hai già sentito parlare di noi, anche se con un altro nome: ci chiamavano ‘gli Antichi’.

_Antichi.. Antichi.._ in effetti la nipote di Cid questo nome l’aveva già sentito. Lei stessa l’aveva usato in un paio di circostanze.. anche se non sapeva il perché. Le era venuto spontaneo e basta.

Adesso è giunto il tuo momento Hikaru. Prima però devi rispondere a una domanda: sei pronta ad accogliere il tuo destino?

La ragazza coi capelli rossi rimase indecisa qualche istante, poi affermò

_Sì.. credo di sì…_

Attenta. Se scegli di intraprendere questa strada, nessuno potrà garantirti il successo. Una cosa però è certa: se scegli questo sentiero, non potrai più abbandonarlo, costi quel che costi

Hikaru strinse i pugni. Ripensò a suo nonno e al suo chocobo, sacrificati per lei, ripensò a Sephiroth e a ciò che le aveva detto –e fatto-, a Nova e infine spese un paio di secondi in più a pensare a Locke. Si fece coraggio, scaraventando le paure fuori dalla sua mente ed affermò molto più convinta

_Sì, sono pronta! Cosa devo fare?_

Devi seguire le mie orme e completare la mia opera

Devi condurre gli abitanti del Pianeta alla Terra Promessa

_Ch..che cosa?_ chiese Hikaru, che non aveva molto ben capito _Che significa?_

Esattamente quello che ti ho detto

E per fare questo, dovrai prima rigenerare il Flusso Vitale. Quando il Pianeta avrà ritrovato il Lifestream, potrai completare la mia opera

_Ma..co.._ Hikaru aveva tante domande, ma una luce blu intensa proveniente da Aeris le abbagliò gli occhi, penetrando nel più profondo della sua anima. In un batter d’occhio i suoi dubbi furono fugati, le sue domande su Lifestream e Antichi trovarono risposta e le paure dissipate.

Ti ho trasmesso tutto ciò che so sul Pianeta

Non è molto, ma è il massimo che posso fare

_Quindi.. adesso.. ho i tuoi poteri?_ chiese Hikaru

Aeris sorrise

No. Non sei una Cetra, non posso trasferirti i miei poteri. Ci sono però tante domande che meritano una risposta. Fidati del tuo cuore, ascolta i tuoi sentimenti e troverai le risposte che cerchi.

_Ma quindi.. perché proprio io sono stata scelta?_

Non è esatto. Tu non sei stata scelta. E’ il tuo cuore. Il tuo cuore e il tuo spirito che hanno scelto, anche se tu non te ne rendi ancora conto

Hikaru si aspettava a quel punto che lo spirito davanti a lei scomparisse, come nel più classico degli incontri mistici. Invece Aeris non scomparì, ma al contrario cambiò espressione e proseguì il discorso, molto più seria

Attenta però. Ci sono altri in questo mondo che cercano l’accesso alla Terra Promessa, ma le loro intenzioni non sono limpide. Al contrario, se la trovassero, sarebbe l’inizio dell’era più buia mai vista dall’essere umano.

_E chi sarebbero questi altri?_ chiese Hikaru _Che io sappia nessuno sa di questa leggenda.. _

Invece altri la conoscono. E sono riconducibili alle forze che si contendono il Pianeta.

_Mio padre?!_ esclamò la ragazza _C’è lui di mezzo, non è vero?_

E’ il tuo cuore che ti guida

Tu sei la chiave della Terra Promessa e loro l’hanno appena scoperto. Ti cercheranno, per strapparti stupidamente la chiave che porti con te

_Stu.. stupidamente?_

Il mio tempo è scaduto, Hikaru. Devo tornare fra le Colonne di questo mondo.
Il getto d’acqua stava ormai scemando di intensità e la figura di Aeris diventò sempre più evanescente. L’ultima frase che la fioraia le disse suonò più come un’eco, che si protrasse a lungo

Ricordati.. fidati del tuo cuore!

...fidati del tuo cuore!

...del tuo cuore!


…​


_Hikaru!! Hikaru, svegliati!_

La ragazza aprì gli occhi e si rese conto di essere tra le braccia di Locke, che si stava sgolando nel tentativo di farla riprendere. Il ragazzo aveva un’espressione preoccupatissima dopo che l’aveva trovata priva di sensi all’interno della chiesa, stesa sul tappeto di fiori. Hikaru sentì anche un incredibile dolore pulsante alla testa e sulle spalle, cosa che la sorprese non poco.
_E..eh? Locke… dove sono?_

_Sei nella chiesa del settore 5. Mi hai fatto prendere uno spavento! Ti devi essere distratta e il portone ti ha colpito da dietro nel richiudersi.. abbiamo sentito il tuo urlo ma il portone si era bloccato. Io mi sono arrampicato e sono sceso dal tetto, ti ho trovato qui.._ spiegò il ragazzo, anche perché era un modo facile per sfogare lo spavento preso e -già che c’era- per evitare di rimanerle ancora con lo sguardo fisso addosso, visto che anche quella posizione sdraiata era particolarmente provocante.
Hikaru sorrise, anche se non aveva capito molto bene. Dunque il suo incontro con Aeris.. era stato un sogno? Gettò la coda dell’occhio in avanti, per vedere se vi fossero tracce del getto d’acqua. In realtà la chiesa era più asciutta di un deserto, a parte per l’umidità intrinseca nei fiori.
Solo a quel punto si arrese e accettò la versione di Locke; voleva tirarsi su, ma non perse l’occasione per dire al ragazzo un’altra frase

_..allora è proprio vero.. ti sei ricordato di proteggermi!_

Quindi appoggiò delicatamente le labbra sulle sue; questa volta Locke era più preparato e potè contraccambiare, anche perché il fastidiosissimo Cait Sith e chiunque altro erano dall’altra parte del portone.
Finalmente poteva chiamarsi bacio. Un lungo, appassionato, caldo bacio d’amore.

Fine XXVIII episodio
 

Doomrider

Guerriero della Luce
Furia rossa

Colpi, tanti colpi. Uno scroscio di colpi, per l’esattezza, sul portone della chiesa.
Locke e Hikaru erano ancora abbracciati a scambiarsi reciprocamente il simbolo del loro affetto, quando la pesante asse di legno che costituiva metà del portone bloccato andò in mille pezzi.
I due si alzarono di scatto, Locke estrasse la prima arma che trovò nel mantello, ovvero una elegante spada con elsa d’oro, e si mise davanti a Hikaru che invece era abbastanza indifesa. Lo scudo di Mithril era rimasto insieme alla Buster Sword, alla casa di Elmyra. Certo, rimanevano sempre i poteri del Fuoco, ma la ragazza riteneva che fosse meglio non invocarli. C’era qualcosa che le dava abbastanza fastidio in quei poteri....
Hikaru non lo avrebbe mai ammesso, ma in realtà le fiamme incontrollate la spaventavano e non poco.
Eppure forse in quel momento le sarebbero tornati molto utili, visto che dall’altra parte del portone vi era un intero battaglione dell’Esercito Terrestre; alle spalle di più di cinquanta soldati armati fino ai denti Hikaru potè vedere anche diversi mezzi corazzati da battaglia. Di Vincent e Barret nessuna traccia.

_Chi diavolo siete?_ esclamò Locke, giusto per prendere un secondo di tempo e ritornare dall’estasi amorosa alla pericolosa realtà.

_Siamo il Quarantaseiesimo Battaglione corazzato del Governatore Planetario_ affermò una voce autoritaria proveniente da uno dei mezzi corazzati sullo sfondo. _E abbiamo appena individuato un’altra Redisposable_

Il suono giungeva forte e chiaro anche a diversi metri di distanza, per cui Locke ipotizzò che stesse usando un altoparlante, un megafono o qualche altro impianto di amplificazione sonora

_Redisposable?!_ esclamò l’ex cacciatore di taglie, che non aveva inteso il concetto.
Hikaru al contrario aveva capito benissimo e rispose lei per il comandante dell’esercito

_Red Disposable, ossia Rossa Sacrificabile. Sono qui per me_

_Come, cosa?!_ ringhiò Locke _Vuol dire che.._

_Il decreto del Governatore parla chiaro_ spiegò meglio la voce _Chiunque entri in contatto con una Redisposable, ovvero una ragazza con i capelli rossi, deve subito fare rapporto alla più vicina Squadra di Rastrellamento speciale dell’Esercito. Noi siamo la squadra Redisposable assegnata alla città di Midgar_

I due ragazzi scoprirono così che l’ossessione del Governatore per sua figlia era diventata così grande addirittura da generare dei reparti speciali dell’esercito per perseguitare Hikaru e tutte quelle povere disgraziate che avevano la sfortuna di condividere con lei qualche carattere fisico.

_Ah, ho capito. Voi fate ciò che quel criminale vigliacco del vostro capo non è capace di fare da solo_ esclamò Locke, preparandosi a vendere cara la pelle _E sentiamo, cos’avrebbero di tanto pericoloso queste “Redisposable” per mobilitare addirittura cinquanta soldati armati per ucciderle?!_

_Il Governatore non vuole rischiare nulla: è al corrente che sua figlia abbia imparato qualche sorta di magia.. ma forse sono solo esagerazioni. Ad ogni modo il nostro compito è catturare tutte le Redisposable segnalate: ognuna di esse verrà inviata al Governatore, il quale deciderà il loro destino_

_E quale sarebbe il loro destino??_ chiese Hikaru, facendo un passo avanti a Locke. Aveva quasi paura a fare quella domanda, per timore della possibile risposta
_Cosa ne è stato di tutte le ragazze che avete inviato a…?!_

_Praticamente tutte sono state giustiziate_ affermò il soldato _Ma prima sono state… convinte a fornire informazioni_

Hikaru si bloccò di colpo. Chiuse gli occhi e chinò la testa verso il basso. Strinse fortissimamente i pugni, cercando di resistere al dolore scatenato da quella rivelazione di crudeltà estrema.

_Cioè le avete torturate?!_ gridò Locke, che non riusciva a credere che tutto ciò stava accadendo sul serio

_Beh, è chiaro_ sostenne sempre il soldato nascosto nel mezzo corazzato _In fondo prima o poi in questo modo troveremo la figlia del Governatore.. chissà dove si trova, probabilmente sarà già morta. Oppure qualche traditore la sta nascondendo.
Comunque è solo questione di tempo: la troveremo. Quando qualche Redisposable si arrenderà e ci fornirà le informazioni che ci servono!_

_Ma che razza di senso ha?!?_ esclamò Locke, che veramente non capiva neppure il motivo razionale di una scemenza del genere _Non è che siccome una ha i capelli rossi allora sa per forza dove si trova la figlia del Gov…_

Si dovette fermare, perché di fianco a lui Hikaru aveva preso letteralmente fuoco. La ragazza aveva fatto di tutto per trattenere i suoi poteri, ma in pochi secondi il dolore si era trasformato in rabbia, e la rabbia in ira. Le ultime frasi strafottenti pronunciate dal soldato avevano trasformato l’ira in furia e a quel punto Hikaru non ce l’aveva più fatta.
Un fiammone esagerato bruciava intorno a lei, rovente come la superficie di migliaia di soli, mentre le lacrime, che una volta sarebbero scese senza problemi, rimasero al loro posto, negli occhi lucidi della ragazza. Locke aveva quasi paura a rivolgersi a lei ora, ma doveva farlo

_Hikaru.. va tutto bene?_

Quella domanda sortì un effetto ancora peggiore del silenzio. La fiamma si contrasse, diventando un pochino più piccola, ma non perché fosse diminuita di intensità; al contrario la furia di Hikaru aveva raggiunto livelli insuperabili. Il colore della sua aura da rossa era diventata blu, come solo le fiamme più calde durante le tempeste solari più violente. L’esercito si rese conto di ciò che stava succedendo e immediatamente iniziò a sparare contro di lei, consapevoli di avere finalmente trovato l’obiettivo di un’intera campagna.
Hikaru allargò semplicemente le braccia, riscaldando l’aria a tal punto che le particelle di polvere si ionizzarono e iniziarono a scorrere lontano da lei, in un processo simile a quello del Vento Solare. Ogni proiettile che attraversava quel flusso di aria incandescente veniva immediatamente vaporizzato, mentre Locke dovette fare una decina di passi indietro per evitare di essere coinvolto in quella violenta – ma efficace- manovra di difesa. Ciò nonostante il ragazzo intuì che quella non voleva essere una difesa, ma al contrario era solo l’inizio di un devastante attacco. Quando il vento ionico raggiunse un livello tale da costringere i soldati in prima fila a coprirsi gli occhi per la furia, Hikaru tradusse in parole quello che stava provando

_Mai..MAI ho provato così tanto risentimento nei confronti di qualcuno nella mia vita.. MAI, prima d’ora!_ gridò, con un tono così carico di odio che fece tremare perfino Locke. Poi proseguì affermando inesorabilmente
_…non avrò pietà di voi!!_

_Cosa?! Soldati, intensificate il fuoco!! Mezzi corazzati, pronti a intervenire!_ comandò il comandante, da dietro il suo altoparlante. Una nuova pioggia di proiettili più intensa della precedente si abbattè contro Hikaru, ma la tempesta magnetica generata dall’intenso calore della sua aura respingeva colpo su colpo.

_Le vostre vittime gridano forte la loro vendetta. Avete calpestato l’amore e la misericordia troppo a lungo per poter sopravvivere_ sancì Hikaru, facendo letteralmente tremare Locke ad ogni singola lettera pronunciata. La fiamma intorno a lei ora era diventata una sfera incandescente, una stella che minacciava di esplodere al minimo colpo.

_Come.. fa a non essere colpita? UOMINI, all’attacco!!! Travolgetela fisicamente, se i proiettili non passano!_

Hikaru spalancò gli occhi di colpo, rilasciando un’ondata di fiamme che travolse tutti i soldati davanti a lei, ustionando gravemente le prime due file.

_INDIETRO, PAZZI!!_ gridò, quindi esplose in un altro grido, di puro odio. La sfera intorno a lei si sollevò a diversi metri da terra ed implose nell’uragano magnetico. Un centinaio di meteore, grandi più o meno come un camioncino di gelati, si materializzarono come dal nulla e si abbatterono sull’esercito, devastando anche buona parte della strada e l’estremità di qualche edificio. Mentre la pioggia di rocce incandescenti si manifestava, Hikaru si lanciò in battaglia di persona, sfoderando una spada di fuoco simile alla Buster Sword ma che non era quella spada. Questa nuova lama era molto più lunga, con un’elsa differente dall’arma di Zack; e apparentemente molto più letale.
Molti soldati vennero travolti dalle meteore, ma la maggior parte caddero travolti dalla folle corsa omicida di Hikaru, che avanzava lanciando fendenti molto precisi e volti al trucidare la quasi totalità di tutti quelli che stavano nel suo campo visivo. Mentre attraversava correndo l’intero gruppo di soldati seminando morte la furia si manifestò anche con le parole, che uscivano di getto da Hikaru quasi come le fiamme che ora la circondavano.

_ Non avete esitato davanti a delle ragazze indifese, non avete avuto pietà nemmeno delle bambine, non vi siete fermati neanche di fronte a chi cercava di difendere queste povere innocenti, che hanno avuto come unico torto quello di avere dei capelli rossi!!_

La ragazza continuava ad avanzare, uccidendo uomini su uomini: i più venivano inceneriti dalla lama incandescente, altri venirono eliminati dalle esplosioni delle meteore che cadevano apparentemente in modo caotico ma che non colpivano mai Hikaru; solo alcuni riuscirono a mettersi momentaneamente in salvo, nascondendosi dietro i tre mezzi corazzati che in breve rimasero l’unica opposizione seria alla ragazza.

_Quanto ho temuto che arrivasse questo momento.._ esclamò Hikaru, continuando a spargere morte e distruzione nonostante delle lacrime stavano scendendo copiose dai suoi occhi già da una decina di minuti_..Quanto ho temuto di provare un simile odio.. ma ora non posso fare più niente per impedire che la mia furia SI SCATENI!!_

Gli ultimi oppositori di fanteria di Hikaru vennero inceneriti dalla sua lama rovente, mentre la pioggia di meteore era ormai conclusa. Rimanevano solo i tre mezzi corazzati, che avevano alzato gli scudi ed erano pronti ad attaccare con l’artiglieria pesante. Tre enormi cannoni fuoriuscirono dalle paratie meccaniche di ognuno di essi, in modo che la ragazza si trovasse ora contro nove cannoni puntati contro.
Locke aveva assistito a tutta la scena rimanendo paralizzato dalla sorpresa e un po’ anche dalla paura; non si sarebbe mai aspettato una Hikaru così violenta e spietata… se ci fosse stato nei paraggi Sephiroth sarebbe stato fiero di lei. Solo lui però.
Quando la pioggia di meteore fu cessata, Locke vide la “sua” ragazza da sola, con la spada infuocata tra le mani, in mezzo a una ventina di cadaveri ustionati e altrettanti completamente inceneriti e a tiro di nove cannoni grandi come lei.
I cannoni fecero fuoco all’unisono, esattamente nello stesso momento in cui Hikaru liberò un potente, inamovibile, inumano grido.

_HIKARUUU!!_ gridò Locke, dandola ormai per spacciata

Il polverone si dissipò appena in tempo perché il ragazzo potesse vedere Hikaru galleggiare a mezzaria, protetta dalla stessa sfera incandescente che aveva generato le meteore, e con gli occhi completamente rossi. Non erano del colore naturale però, perché non si riusciva a distinguere la pupilla dall’iride; e anche dalle sue azioni sembrava come posseduta. Fu per un secondo soltanto, dopodiché la ragazza esplose in un altro grido ancora più innaturale del primo; due fasci infuocati partirono dal suo corpo, si diressero in alto verso il cielo, poi ritornarono in lei e una grande esplosione travolse tutto. Subito dopo l’esplosione un’ondata di fiamme incenerì tutto ciò che era rimasto ancora da bruciare. I tre mezzi corazzati furono completamente disintegrati, dissolti nel vento senza lasciare alcuna traccia.
Locke corse in mezzo al fumo e alla polvere, cercando disperatamente una traccia di Hikaru. La trovò, esattamente nella posizione in cui era prima, ma in ginocchio con le mani appoggiate a terra. Le fiamme intorno a lei erano completamente dissolte, di sfere incandescenti non se ne vedevano più e anche la furia incontenibile sembrava essersi consumata.

_Hikaru!! Hikaru, stai bene?_ le chiese il cacciatore di taglie, appena riuscì a raggiungerla e a metterle una mano sulla spalla.
La ragazza non rispose, ma dai sobbalzi che facevano le sue spalle Locke capì che stava piangendo, anzi stava proprio sciogliendosi nelle lacrime. La furia era passata, lasciando solo la fredda morte intorno.
Incurante della presenza del ragazzo dietro di lei Hikaru sollevò le mani da terra, le guardò terrorizzata e si guardò intorno. Quindi riguardò le sue mani, tremanti, e sussurrò
_Io… io… come ho potuto fare.. questo??!_

Locke capì. Le si fece ancora più vicino, la abbracciò gentilmente da dietro e le disse

_..non potevi fare altro_

_Non potevo fare… altro? Li.. ho… uccisi… io.. li.. ho uccisi… LI HO UCCISI!!_

Hikaru iniziò a gridare nuovamente, ma questa volta dalla disperazione. Il fuoco dell’odio aveva lasciato ormai spazio all’acqua delle lacrime, abbondanti e mai sufficienti per colmare quella sensazione.

_LOCKE, IO.. LI HO UCCISI!!!_

Locke non disse nulla, ma abbracciò più forte Hikaru, girando intorno a lei e facendole appoggiare la sua testa sulle spalle. Ora quantomeno la ragazza poteva dare un volto noto alle paure riguardanti i suoi poteri.
La furia tanto desiderata da Sephiroth, il vero motivo per cui il figlio di Jenova aveva accettato di confrontarsi con la nipote di Cid, si era finalmente rivelata e aveva lasciato il segno. Soprattutto nel cuore di Hikaru.

Fine XXIX episodio
 

Odstarva

Ashaad Nehraa Talan
Maledetto... ç__ç
Ora devo pagarti il copyright per la scena della doccia, per questioni di tempistica, anche se l'idea era MIA.

Beh, però sappi che se l'idea che ti eri fatto era questa, rimarrai piacevolmente stupito, perchè la mia è DECISAMENTE (non dico "migliore") più... Più.

P.S: Chiunque non sia Doom, non si aspetti di apprezzare appieno il commento.
 
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