Sviluppi incerti
Vincent e Barret attesero che Nova e i suoi uomini scomparissero dietro gli scogli prima di raggiungere effettivamente Hikaru.
Da lontano la ragazza sembrava praticamente condannata: oltre alle ferite infertele da Sephiroth e i tagli riportati nello scontro con la Paladina di Wutai, adesso aveva anche un proiettile al centro del petto. Per la precisione nel cuore, esattamente a metà fra gli atri e i ventricoli, in pieno nodo atrioventricolare. Niente che un po’ di magia non avrebbe potuto sistemare, ma a rischio di aritmia in qualunque istante. E naturalmente la magia era inesistente, dato che le Materie erano scomparse con il Lifestream qualche tempo prima.
Hikaru era all’oscuro del rischio che stava correndo, anche perché non poteva sapere dove era finito quel dannato proiettile; ciò che le venne spontaneo fu lasciarsi cadere a terra, appoggiando le spalle alla lama della Buster Sword e cercare di recuperare il fiato. Già prima faceva fatica a respirare, adesso… vedeva tutto come avvolto da una cappa nera. Sentiva le forze abbandonarla ogni secondo di più, ma non come in passato. Questa volta la stavano abbandonando sul serio, probabilmente per non tornare mai più.
Hikaru spostò involontariamente il piede destro e fece rotolare vicino a sé la bottiglietta che Nova le aveva lasciato. La ragazza guardò abbastanza a lungo quel contenitore di vetro, chiedendosi se potesse fidarsi o meno.. avrebbe chiesto volentieri aiuto alla voce, ma era sicura che non si sarebbe fatta sentire: primo, la voce si manifestava mai quando lei lo voleva; secondo era comunque troppo debole per poterla decifrare. Hikaru continuò a guardare la bottiglia per un tempo che le sembrò interminabile, quindi decise di dare fiducia alla Paladina sua rivale e berne il contenuto.
Allungò la mano destra e riuscì ad afferrarla; la portò con una lentezza quasi da moviola alla bocca e cercò di far scivolare il liquido in lei. Non le riuscì perché Barret gliela strappò di mano violentemente
_Ma che “$/&° fai?! Sei matta!_
Hikaru cercò di guardarlo, esprimendo tutto il suo disappunto nello sguardo visto che non riusciva a parlare.
_…non credo sia follia il motivo che la spinga a bere_ intervenne Vincent
_Ah no?! E se fosse un veleno??_
_Barret, ha appena ricevuto una pallottola nel petto. Sta morendo, non penso che possa rischiare qualcosa di peggio!_ il tono di Vincent sembrava perfettamente normale, come se stesse parlando di prendere un tè in un pomeriggio domenicale. Alle parole “sta morendo” Barret si convinse e aprì la bottiglia. Quindi si avvicinò a Hikaru, che non aveva già più la forza di stare con la testa sollevata verso l’alto. L’omone di Corel dovette mantenerle la testa sollevata, mentre versava il contenuto della bottiglia di Nova nella sua bocca.
Hikaru bevve anche senza accorgersi che lo stava facendo, perché ormai era quasi in coma. Quando la bottiglietta fu finita, Barret la lanciò nel mare e si aspettava di vedere un effetto immediato.
Invece, quando lasciò delicatamente la presa sotto le spalle di Hikaru, la ragazza cadde a peso morto contro la lama della Buster Sword dietro di lei. Vincent le appoggiò una mano sul petto e subito dopo esclamò
_Il suo cuore.. non batte più_
_ò#”£$!!!!_ esclamò Barret _ COSA VUOL DIRE ‘non batte più’?!?!? Ha bevuto quella *****, no?! Dovrebbe stare bene adesso!!!_
_Un attimo.. non è che non batte più._ corresse Vincent sentendo meglio _..sta fibrillando_
_E che @#£% vuol dire?!_ gridò Barret _Porc…. Va bene, non ho il tempo neanche di bestemmiare, DIMMI COSA DOBBIAMO FARE !!!_
Vincent rimase con la mano metallica sul petto di Hikaru e poi affermò
_Dobbiamo trovare un defibrillatore. Subito_
_E che ******* è un defibrillatore?!_
_E’ un.. serve una batteria. E anche un paio di cavi_ continuò Vincent _Chiama Cait Sith_
Barret corse verso la roccia loro precedente nascondiglio gridando come se qualcuno gli avesse introdotto del peperoncino nella cavità anale. Cinque secondi esatti dopo, Cait Sith perdeva l’equilibrio nel correre sulla sabbia e rotolava fino a Barret. L’omone non perse tempo in convenevoli, si caricò sulle spalle il gatto e trascinò il moguri meccanico fino a Vincent.
Appena arrivati, nonostante le lamentele del gatto automa che furono coperte dalle bestemmie di Barret, Vincent smontò il moguri fino a esporre la batteria principale e ottenne due cavi, uno per polo.
_Spero che sia sufficiente_ sancì l’ex-Turk, dopodiché appoggiò le estremità dei fili al petto di Hikaru
La prima scossa fu violenta, ma non ebbe successo. Vincent riprovò altre volte, sempre con lo stess risultato. Una leggera nebbiolina grigiastra si alzò dal corpo della ragazza, mentre sia Barret che Cait Sith, che aveva incredibilmente capito cosa stava succedendo, iniziavano a disperare.
Al ventiduesimo tentativo Hikaru sussultò in modo differente dagli altri, non passivo. La ragazza iniziò a tossire, cercando di recuperare tutto il respiro che gli mancava da ormai cinque minuti.
Quando la crisi di tosse fu quantomeno smorzata e Hikaru acquisì un colorito più tranquillizzante, Barret esclamò
_M@°£$ ladra schifosa p*$è%a!!! Ci hai fatto prendere uno spavento che metà basta, £$&£&, /%)&!!!_
Hikaru alzò lo sguardo verso chi le parlava e sorrise; questa volta in effetti ci era andata fin troppo vicina. Vincent ritirò soddisfatto cavi e batteria e li rimise al loro posto, mentre Cait Sith saltellava felice intorno alla ragazza, felice del suo recupero in extremis.
Hikaru sentiva una forza agire in lei, la forza potente della pozione che aveva appena bevuto. Sotto l’azione sovrannaturale della bevanda fornita da Nova, le ferite interiori si stavano riparando lentamente; risolte quelle più gravi, iniziarono a dissolversi anche quelle più superficiali, che cicatrizzarono e si cancellarono quasi a vista d’occhio. Nel giro di dieci minuti Hikaru fu come nuova, dal punto di vista fisico e mentale; l’unica cosa che le rimase fu un leggero giramento di testa, ma ora aveva la forza di alzarsi.
Quando Hikaru si tirò in piedi, un piccolo oggetto metallico le cadde dal corpo: lo raccolse e lo guardò da vicino, accorgendosi che era il proiettile che per poco non le strappava la vita.
_…questo…_
Hikaru rimase a guardare l’oggetto per un po’ di tempo, indecisa se gettarlo via o tenerlo con sé. Alla fine optò per metterlo in tasca, anche perché non aveva ulteriore tempo per pensarci. Aveva un sacco di cose da fare.
La prima fu incrociare lo sguardo di Barret, che la stava guardando da almeno venti minuti a braccia conserte attendendo che si riprendesse del tutto. Vincent si era allontanato di diversi metri, per osservare ciò che stava accadendo a Junon, mentre Cait Sith era indaffarato nel cercare di rimettere in funzione il suo moguri.
Hikaru osservò Barret, incuriosita dal suo interesse continuo; lo guardò per qualche secondo poi gli sorrise, giusto quando lui le faceva la domanda che stava pensando da almeno tre quarti d’ora
_Come stai?_
_Bene.. grazie. Adesso bene. Ma c’è sempre quella cosa che devo fare_
Barret continuò, sempre a braccia incrociate
_Intendi dire andare alla Capitale Dimenticata? Non ti preoccupare, sappiamo noi dov’è_
Hikaru spalancò gli occhi
_Davvero?! Quindi.. potreste.._
Barret annuì
_Ti accompagneremo, stanne certa. Io e Vincent sicuramente, poi se quella disgrazia di gatto vuole…_
Hikaru ridacchiò, osservando da lontano Cait Sith che imprecava tutte le lingue del creato per cercare di riparare il danno creato da Vincent quando aveva strappato la batteria al suo moguri; ci pensò un secondo, poi le venne un improvviso pensiero. Guardò per terra e si adombrò
_No. Non posso chiedervi di venire con me… è troppo… pericoloso_
Barret le pose la mano sulla spalla e le disse
_Non ce lo devi chiedere infatti, abbiamo già deciso. Verremo con te, qualunque cosa tu dica_
_Grazie.. ma.. non so nemmeno io cosa ci aspetta… la paura è grande_ confessò la ragazza,sempre guardando verso il basso
_Non devi dire così_ esclamò Barret _In fondo, non si può scendere da un treno una volta che ci si è saliti sopra. Se non alla fine dell’ultimo binario!_
_Eh.. spero che non sia questo.._ affermò Hikaru, dopodiché si convinse delle parole di Barret e aggiunse _Comunque, non rimane molto tempo_
_Allora seguici_ concluse l’uomo davanti a lei. Con due bestemmie richiamò l’attenzione di Vincent e Cait Sith e li convinse ad abbandonare le loro attività e radunarsi intorno a Hikaru.
_Avanti capo! Dove si va?_ chiese Cait Sith, che si era arreso a lasciare il moguri a pezzi e proseguire con le sue gambe
_@à£%!!! Non l’hai ancora capito?!_ gli rispose Barret, prima che Hikaru potesse farlo _Alla Capitale Dimenticata, per Corel!!_
_AH! Sì,sì giusto… ma perché andiamo lì?_
Vincent interruppe il discorso
_Possiamo sfruttare questo passaggio nella roccia per arrivare fino a dove una volta c’era Midgar. Ma poi avremo un problema. Dobbiamo attraversare il mare per raggiungere Bone Village_
_Ci penseremo quando ci saremo arrivati! Adesso ANDIAMO!!_ esclamò Barret, con un gesto che ispirò notevole coraggio anche a Hikaru. Gli anni erano passati, ma l’inclinazione da leader dell’ex minatore era rimasta immutata.
Il neoformato gruppo si incamminò verso il passaggio nella roccia noto solo a Vincent; prima di abbandonare la spiaggia insanguinata di Junon di Sotto, Hikaru non potè fare a meno di guardare verso il paese, che ora era più un ammasso fumante di macerie. Un tranquillo agglomerato di pescatori era stato decimato dalle forze inarrestabili di Wutai; la cosa più agghiacciante era la scarsissima resistenza opposta dagli uomini del Governatore. Evidentemente Junon non era considerato un punto importante, per cui di fatto l’esercito terrestre aveva permesso che venisse distrutto dalla marcia di Wutai per una non meglio specificata “strategia di contenimento”.
Hikaru non se ne intendeva molto di strategie di guerra, ma quando vide il fumo salire dalle macerie di un paese distrutto non potè trattenere le lacrime. Vincent se ne accorse e le disse
_Coraggio. Ti dovrai abituare a queste scene_
La ragazza annuì, cercando di trattenere il più possibile il pianto.
_Lo so. La guerra… è guerra_ rispose, anche se le parole di quella frase, inizialmente pronunciata da Sephiroth, la ferivano come decine di coltelli nel petto. Fece un respiro profondo e seguì il resto del gruppo all’interno della roccia.
Si trattava di un cunicolo, non tanto grande ma che consentiva ugualmente il passaggio; solo Barret aveva qualche problema di tanto in tanto, ma con discreto sforzo riuscì a passare attraverso tutte le strettoie. Circa mezzora dopo il gruppo uscì al cielo aperto, proseguendo lungo la piana di Midgar. Cinque ore di cammino dopo, in piena prateria, Hikaru si fermò di colpo; Cait Sith, subito dietro di lei le piombò addosso, perché non si era accorto che si era fermata.
_EHI! Perché ti sei fermata?_ esclamò il gatto, facendo il suo solito casino.
Hikaru non rispose, guardava con occhi sbarrati in un punto apparentemente casuale.
_Che succede?_ chiese Barret, fermatosi sette passi più avanti di Vincent, che invece si era fermato subito
La ragazza ancora non rispose ma guardò terrorizzata ciò che stava accadendo un centinaio di metri più in là. Già da un po’ di tempo teneva d’occhio quella posizione; aveva cominciato a vedere un’ombra, poi una figura nera e adesso non poteva più sbagliarsi: era proprio Sephiroth, in piedi con la Masamune estratta e con tanto di ala nera spiegata, nella stessa posa con cui l’aveva attesa al Cratere Nord.
Hikaru fu invasa dal terrore, pensando cosa spingesse quel dannato spirito a farsi trovare ancora sulla sua strada; cercò di chiedersi perchè, ma poi vide che ai piedi di Sephiroth c’era una ragazza. Aveva un’armatura azzurra e un mantello nero; sembrava essere stata una guerriera, come testimoniava la spada che era stata fatta volare via dall’Angelo monoala.
Hikaru non aveva dubbi nemmeno sull’identità di quella ragazza: non poteva essere altro che… ed era alla completa mercè di Sephiroth.
_NO!_ gridò, cercando di farsi sentire. Nonostante le sue grida, Sephiroth alzò la sua lama, pronto al colpo di grazia e colpì la ragazza sotto di lui.
_NOOOO!!!!!_ gridò Hikaru, atterrando sulle ginocchia.
_Ma che *£$%è le piglia?_ chiese Barret, cercando di vedere nella stessa direzione in cui puntava lo sguardo della ragazza
_Non so. Forse.. ciò che sta guardando non è reale_ commentò Vincent, che a un metro di distanza da Hikaru non vedeva niente di particolare, se non l’erba monotona e uguale a tutto il resto della prateria. Cait Sith non aveva ovviamente capito un granchè, ma questa volta poteva dire di essere in buona compagnia. Il gatto saltellò intorno a Hikaru fino a fermarsi davanti a lei, incrociare il suo sguardo perso nel vuoto e darle uno scossone alle spalle
_Hikaru? C’è qualcosa che non va? Ehi?? Vuoi forse un’altra previsione?_
_Ma.. co..come c’è qualcosa che non va?!? MA HAI VISTO COS’E’ SUCCESSO?!_ esclamò Hikaru, in lacrime
_….veramente no_ affermò Vincent, con Barret ad annuire vicino a lui
_L..là.. c’era Sephiroth… che…_ cercò di spiegare la ragazza _..ha… ha .._
_SEPHIROTH?! E dove?!_ gridò Barret, aggiungendo poi una bestemmia
_Ma.. era.. era.._ Hikaru si voltò di nuovo, guardando il punto dove l’aveva visto prima; ora non vide più nessuno, solo l’erba agitata dal vento della sera in arrivo.
_Forse hai camminato troppo_ commentò Vincent _In effetti dovremmo fermarci e riposare_
_Ma.. ma.. ma.. io.. io l’ho visto… giuro…!!!_ piagnucolò Hikaru, che stava sforzandosi di non passare per forza per una visionaria
_Va bene, direi che è il caso di fermarci_ confermò Barret, facendo finta di non ascoltare i vani tentativi della ragazza coi capelli rossi di rendersi credibile _Cait Sith, tira fuori la tenda_
_TENDA?!_ esclamò il gatto _E per chi mi hai preso?! Son mica un.._
Rumori assordanti di motori accesi spensero anche questo discorso; rumori che fecero alzare lo sguardo di tutti verso il cielo, che stava colorandosi delle sfumature del tramonto.
Cinque velivoli a punta, relativamente piccoli e maneggevoli, provenienti da est sorvolarono la pianura, passarono sopra le teste di Cait Sith, Barret, Vincent e Hikaru e si diressero verso ovest, in direzione di Junon.
_E quelli.. che £%(& sono?!_ gridò Barret
_Oh.. devono essere i velivoli del Governatore_ commentò Cait Sith, estasiato _Che belli… allora ce l’ha fatta!_
Hikaru afferrò per il bavero il gatto sotto di lei, con una foga inaspettata quanto violenta e gli gridò con tutta la voce che aveva in corpo
_BELLI?! QUEI COSI NON SONO ‘BELLI’!!!_ Fece due respiri profondi, per riprendersi dallo sforzo di aver urlato a squarciagola, poi continuò _Sono… l’inizio della fine.._
_Meglio non pensarci_ sancì Vincent, poi fece cenno con il braccio umano verso una casa diroccata a circa un chilometro da loro _Ho appena trovato il luogo dove possiamo dormire_
_Là dentro?! Ma farà un freddo cane!!_ esclamò Barret
_Preferisci un freddo cane o i mostri delle pianure?_ chiese Vincent _O preferisci forse gli uomini del Governatore?_
_Niente di tutto questo..direi_ affermò Hikaru, ancora tormentata dalle cose che aveva appena visto _..potremmo.. veramente dormire là…_
_Ok, allora è deciso!_ si agitò saltellando Cait Sith
Il gruppo si incamminò velocemente verso quell’edificio. A vederlo da vicino, sembrava messo ancora peggio rispetto a quello che sembrava da lontano; era una sorta di capanna rurale su due piani, di cui però quello superiore era parzialmente crollato. Un’altra buona parte dava l’impressione di essere in equilibrio precario, riducendo lo spazio vivibile sicuro a qualcosa come venti metri quadri.
_Ma qui dentro non ci staremo mai tutti!_ esclamò Cait Sith
_Esatto. Per questo tu stai fuori_ affermò Barret
_Ma.._ Hikaru si avvicinò alla soglia della “porta”, un’asse di legno appoggiata malamente sull’entrata, e la spostò delicatamente, guardando all’interno _..non so se ci può stare qualcuno qui dentro.._
Barret si fece avanti, superando Hikaru e sfasciando l’attaccatura alla buona con cui l’asse era stata legata allo stipite della porta precedente.
_Merda!_ esclamò, poi guardò dentro ed esclamò
_Beh dai, non è una Gran Suite ma ci dovresti stare comoda.. _
Hikaru lo guardò con aria incuriosita, mentre Barret entrò, sfondò un paio di assi di legno che bloccavano il passaggio e fece lo spazio necessario per far dormire una persona. Quindi si guardò in giro e individuò un paio di oggetti morbidi che potevano svolgere da materasso; riuscì a trovare dei sacchi pieni e li accatastò uno sopra l’altro. Quindi confermò
_Sì, direi che così funziona_
_Cosa c’è in quei sacchi?_ chiese Hikaru
_Boh.. polvere, farina, cemento.. può anche essere la ***** del diavolo, l’importante è che sia morbida! Così potrai dormire sul morbido.._ fu la risposta di Barret, che aveva trovato anche degli stracci di tende potenzialmente buone per fare delle coperte.
_Ma.. e voi dove dormite?_
Vincent era già in posizione, con le spalle al muro subito fuori dall’entrata.
_Di fuori. Barret è una roccia, Cait Sith non ha bisogno di dormire e io… beh, diciamo che posso farne a meno_
Barret finì di fare il letto provvisorio e uscì dalla casa, spingendo gentilmente Hikaru dentro.
_Bene, è pronto_
_Ma.. sei sicuro che.._
_Vai. Non ti voglio più sentire._ la spinse ancora più decisamente dentro, poi richiuse la “porta” riposizionando l’asse di legno al suo posto _Buonanotte_
_..buonanotte.._
Hikaru non potè fare nulla se non accettare, appoggiò la Buster Sword, che per tutto il tempo aveva portato con sé invece che farla scomparire, e si sdraiò sul letto improvvisato. Un’ondata di stanchezza la colpì improvvisamente, tanto che voleva dire un’altra parola ai suoi compagni di viaggio, ma si addormentò così velocemente che quella parola le rimase nei pensieri della sua mente.
“Grazie”
Fine XXIV episodio