Fiamme di fenice
_Mi spieghi che @#ӣ stai aspettando?!_
Cid non capiva il comportamento di Cloud; e come tutte le cose che non capiva gli faceva venire il nervoso. Nervoso significava sigarette, e infatti c’era un cumulo di mozziconi già fumati che ormai era arrivato quasi all’altezza delle ginocchia.
Da parte sua lo spadaccino di Nibelheim era appoggiato allo steccato che delimitava il giardino della casa di Tifa, ignorando le continue e insistenti domande del pilota. Non sapeva neanche lui cosa stava aspettando, ma di certo non aveva la minima intenzione di rientrare nella Dimora ShinRa, anche se non riusciva a staccare gli occhi da quella dannata porta.
Cloud sapeva molto bene di averne combinata una di dimensioni epocali, per questo non riusciva a trovare un modo convincente per riuscire a instaurare un possibile discorso con Hikaru. Eppure era cruciale per la sua missione entrare in contatto con la ragazza e possibilmente affiancarla nel suo cammino.
Cid continuava a bestemmiare in malo modo, visto che non sapeva nulla dei mille e più pensieri che affollavano la mente di Cloud. La cosa che più gli stava sulle palle, per dirla come l’avrebbe detta lui, era che non solo lo spadaccino non voleva schiodarsi da quella posizione, ma che soprattutto gli impediva di entrare nella Dimora ShinRa e vedere sua nipote.
“Non è nell’umore per parlare” gli aveva detto
Una cosa sola accomunava Cloud e Cid in quel momento: entrambi non riuscivano a smettere di pensare a quella ragazza rinchiusa nella Dimora ShinRa.
Così, quando videro Hikaru uscire dalla porta e guardarsi intorno per trovare un posto dove dormire, entrambi sobbalzarono come travolti da uno sciame di vespe.
_@#£$& porco, ladro e anche inutile! E’ lei!!_ esclamò Cid, correndole incontro. Anche Cloud si mosse, ma molto più lentamente, perché era rallentato da seri dubbi su come la ragazza li avrebbe accolti. Hikaru non fece caso ai due che si stavano avvicinando a lei, perché era sovrappensiero e stava cercando di trovare un posto in cui riposare prima del fatidico giorno. Ormai mancavano solo ventiquattro ore alla sfida di Nova, non aveva molto tempo da perdere.
La ragazza si avvicinò alla porta di una casa che le sembrava mezza abbandonata, provò a bussare e visto che non rispondeva nessuno, aprì la porta. In effetti riuscì ad entrare e realizzò che non era mezza abbandonata: era
completamente abbandonata.
Hikaru entrò completamente e chiuse la porta dietro di sè, bloccandola con il fermo che giaceva inutilizzato da anni. Cid si vide serrare l’entrata un secondo e mezzo prima che potesse farsi vedere da sua nipote; ne seguì la consueta serie di insulti e parole poco carine rivolte non tanto alla ragazza quanto alla… sfortuna.
_@£%°!! (%()&!!!! %&$@#è* !! $%&!!!!!!_
Cloud riuscì ad arrivare alla porta, affiancando il pilota che non poteva smettere di imprecare. Lo spadaccino stava giusto per intervenire sul suo amico e fargli smettere il flusso ininterrotto di blasfemie quando una voce femminile proveniente dall’interno si fece sentire
_Un attimo.. io conosco queste bestemmie.._
Il fermo venne rimosso rapidamente, tanto quanto l’apertura della porta. Hikaru si ritrovò faccia a faccia con suo nonno in modo così improvviso che non potè crederci. Spalancò gli occhi, nell’espressione più sorpresa che mai avrebbe potuto fare, e trattenne il fiato
_…_
_Porco @à£$, nipote!! Finalmente ti posso vedere, per quella @à£$%R di Jenova!! Beh, che c’è, non hai niente da dire?!_
Hikaru, che tutto si aspettava fuorchè quello, si lasciò andare in un grido e abbracciò forte Cid, lasciando che il mantello avvolgesse entrambi.
_NONNO..!!!!_
Cid ricambiò l’abbraccio, che trovò molto più vigoroso dei precedenti fino al punto di essere quasi stritolante. Sempre con la sigaretta in bocca il pilota esclamò
_Sì, anch’io sono molto molto felice di rivederti, cara!_
Sempre mantenendo il contatto molto serrato e gli occhi chiusi Hikaru fece la domanda che chiunque al suo posto avrebbe fatto, solo in modo leggermente più velato
_…sei.. sei veramente tu?_
_No, sono sua sorella. CERTO che sono io, che è*£$% credi?!_
Dal ‘ è*£$% ‘ Hikaru capì di stare veramente abbracciando suo nonno, così strinse ancora di più la presa. Non riusciva a crederci.. allora forse non era più così tanto sola come pensava di essere…
Riaprì gli occhi, guardando dietro le spalle di Cid senza però staccarsi da lui. Poteva vedere tutta Nibelheim da quella posizione, compreso anche il luogo dove il suo caccia si era schiantato. E fu proprio buttando l’occhio in quella direzione che la ragazza vide qualcosa di strano: sembrava un piccolo fuocherello, grande si e no come un barile incendiato, poco distante dal relitto.
_Cosa c’è là?!_ chiese, lasciando suo nonno
_Là dove?_ fu la risposta del pilota, mentre Cloud osservava gli eventi silenzioso senza intromettersi
_Là, dove.. c’è qualcosa che brucia!_
Hikaru corse istintivamente via, facendo naturalmente imprecare Cid che non aveva capito. Solo a quel punto, con la ragazza ormai alle porte di Nibelheim, Cloud tornò a far sentire la sua voce
_…c’è un fuoco strano là in fondo_ sancì _…se è vero quello che mi hai raccontato, cioè che Hikaru ti ha salvato la vita…_
_Eh, che c@#”o c’entra con quel falò?! Sarà la fusoliera che ha preso fuoco, che $/%& c’è di interessante da vedere?!_ esclamò Cid, accendendosi una sigaretta. Cloud si schiarì la voce, anche perché ciò che stava per dire rasentava l’impossibile
_…è solo un’ipotesi ma.. se le fiamme hanno avvolto te, salvandoti da un’esplosione.. è anche probabile che le stesse fiamme…_
_?!? Ti riferisci al ragazzo?!_ gridò Cid, che solo ora aveva cominciato a capire
_C’è solo un modo per saperlo_ affermò Cloud _Andiamo a vedere._
Hikaru era arrivata al caccia abbattuto in un paio di minuti, correndo come una matta; appena ebbe raggiunto il corpo di Locke, che lei aveva lasciato senza vita solo poche ore prima, il fuoco etereo intorno al ragazzo si spense.
Hikaru gli si avvicinò e gli mise una mano sopra il petto; quando si accorse che stava respirando, seppur flebilmente, sentì due tuffi al cuore, uno subito dopo l’altro. Lo chiamò a gran voce, con le lacrime agli occhi, esattamente come dieci ore prima.
Questa volta però le sue lacrime erano destinate ad essere pianto di gioia, non di dolore: Locke si spostò leggermente fra le braccia della ragazza e le rispose socchiudendo gli occhi.
Hikaru non poteva crederci e rimase senza fiato, proprio come Cid e Cloud quando arrivarono sul posto.
_Ma come diavolo ha fatto?!_ gridò Cid, facendosi scappare la sigaretta dalla bocca
_Non importa come. A quanto pare Hikaru ha salvato qualcun altro, oltre a te_ affermò Cloud a bassa voce _Però non è ancora finita_
_Cosa intendi dire?_ chiese la ragazza, per la prima volta rivolgendosi a Cloud come se niente fosse successo. Lo spadaccino incrociò le braccia e proseguì indicando Locke
_E’ vivo, ma le ferite che ha sono ancora gravi_ spiegò poi _Sarebbe meglio portarlo al riparo_
Non aveva ancora finito di parlare che una goccia di pioggia si ruppe su una spina dei suoi capelli; la prima goccia fu seguita da altre, sempre più velocemente. In dieci secondi Hikaru, Locke, Cloud e Cid finirono sotto una vera e propria tempesta tropicale; per fortuna si trattava solo di pioggia, ma era stata sufficiente per far esaurire il repertorio di bestemmie e linguaggio colorito del pilota. Tra le altre cose, riuscì anche a dire una frase di senso compiuto; anzi due.
_Dai, @#£$, che /)()$ stiamo aspettando?! Prendiamolo e portiamolo dove eravamo prima, no?!”_
Hikaru annuì e cercò di prendere in braccio Locke. Il peso del ragazzo era decisamente troppo per lei, tanto che per poco non le scivolava per terra. Subito Cloud la aiutò, seguito da Cid; i due sollevarono Locke e allontanarono la presa della ragazza
_Vai_ le disse poi suo nonno _Questo è un lavoro da uomini. Te aprici la porta_
Hikaru ringraziò con uno sguardo e corse verso l’edificio in cui era entrata. Dieci minuti dopo la porta si richiuse e il quartetto potè finalmente stare all’asciutto. Cloud e Cid portarono Locke nella sala principale, davanti a una specie di caminetto ormai inutilizzato da decenni. Il resto della casa non era arredata, c’erano solo le pareti e le porte in due delle cinque stanze che componevano l’appartamento. Il caminetto era in pietra e sembrava essere fuso con la muratura esterna, fornendo una possibile spiegazione di come fosse stato possibile farlo rimanere ancora presente nel vuoto totale dell’edificio.
Hikaru si fermò in piedi a braccia incrociate a guardare il ragazzo sdraiato per terra. La ragazza grondava acqua da tutte le parti, esattamente come i suoi compagni, e il suo lungo mantello fradicio le stava trasmettendo un freddo non indifferente; stava tremando in effetti, ma non si curava di questi dettagli. L’unica cosa a cui era interessata erano le condizioni di Locke, che se si fossero stabilizzate le avrebbero permesso di ricostruire il piccolo mondo che da quando era partita le aveva dato tutto l’appoggio di cui aveva bisogno.
_Senti nipote, non è che saresti così gentile da accendere quel *è$%& caminetto e farci asciugare?!_ chiese Cid poi, facendola quasi sobbalzare
_Eh? C..cosa?_ rispose lei, che era persa in pensieri di tutt’altro tipo
_Ti ho chiesto_ riprese il pilota, mostrando una relativa pazienza _Di muovere le tue gentili chiappette femminili e far apparire magicamente un fuocherello in quel @#£$$&issimo camino, così da poterci riscaldare tutti le palle. Ti è chiaro ora il concetto?_
Hikaru rimase un po’ interdetta; certe volte suo nonno riusciva perfino a superare se stesso come finezza, arrivando a stupirla ogni volta. Poi si diede una scrollata, spargendo acqua ovunque e si inginocchiò davanti al camino. Stese entrambe le braccia e mise le mani in avanti, come se stessero sollevando una sfera invisibile. Delle scintille scoppiettarono nell’aria umida fra le sue mani, quindi la ragazza allontanò le braccia, facendo ingrandire il nucleo di energia e trasformandolo in un vero e proprio fuoco. Una vistosa fiamma occupava ora il caminetto e la sua luce risplendeva negli occhi rossi di Hikaru, come il suo calore si diffuse presto in tutta la stanza.
_Ah, così si ragiona!_ esclamò Cid, mentre il rumore della pioggia scrosciante si faceva sentire al di là degli spessi vetri delle finestre _Adesso però dove @à£$ possiamo dormire?!_
Hikaru si voltò, dopo aver raggiunto la concentrazione sufficiente per mantenere autosufficiente la fiamma nel camino.
_Dovremmo.. trovare delle coperte_ affermò sicura, guardando Locke _E coprirlo_
Il suo interesse non era tanto nella sua stanchezza o nel soddisfare bisogni di suo nonno. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era il ragazzo, che respirava sempre flebilmente sdraiato davanti al caminetto. La voce di Cloud si fece sentire, mentre il ragazzo entrava dalla porta con un cumulo di stoffa recuperato nelle due sale dotate di porta.
_Questo è tutto ciò che abbiamo_
_Basterà_ rispose Hikaru, prendendo buona parte delle coperte e preparando un comodo giaciglio; quindi con l’aiuto di Cid trasportò Locke sopra di esso. La ragazza prese altre due coperte e le fece scorrere delicatamente sopra il ferito, in modo da tenerlo al caldo come in un vero e proprio letto.
Cloud preparò altri tre supporti morbidi su cui dormire, sebbene meno comodi del primo per scarsità di coperte.
_Sono pronti, possiamo dormire_ disse poi
Cid non se lo fece ripetere due volte e si buttò sul “materasso” più vicino, cacciando una bestemmia. Cloud si sedette sul secondo, mentre Hikaru si era inginocchiata vicino a Locke e non sembrava avere la minima intenzione di dormire.
Lo guardava preoccupata, accarezzandogli dolcemente il viso e le fasciature d’emergenza che Cid gli aveva fatto mentre Hikaru accendeva il fuoco. Sembrava veramente in pessime condizioni, ma almeno era tornato a respirare. Rimase a osservarlo per minuti, forse ore, senza minimamente considerare il tempo che passava, alla tenue luce generata dal suo fuoco. La pioggia all’esterno non aveva ancora cessato di cadere violentemente, anche se senza tuoni, vento o altra manifestazione di tempesta. Nel frattempo però il sole era tramontato e la notte avanzata, rendendo ancora più necessario il fuoco nel caminetto, che continuava a brillare vivacemente.
Quando sentì la mano di Cloud appoggiarsi sulla spalla, Hikaru fece un salto.
_E’ tardi_ le disse _Forse dovresti dormire.._
Hikaru lo guardò, facendo incrociare per la prima volta i suoi occhi rossi con quelli blu scintillante di Cloud; aveva sempre gli occhi lucidi,ma il ragazzo di Nibelheim non vi vedeva più il rancore e l’odio che fino a poche ore prima aveva mostrato. Hikaru era palesemente stanca, stremata come al solito dagli eventi burrascosi della giornata, preoccupata per le condizioni di Locke ma in fondo felice. Felice di aver ritrovato le due persone più importanti della sua vita, che considerava morte ma che –grazie al suo stesso inconsapevole intervento- erano tornate ad essere presenti.
Il suo animo era così profondamente coinvolto da non farle notare lo stato del suo fisico: era in ginocchio, con i vestiti ancora completamente bagnati nonostante il fuoco, senza energie, con costanti dolori di causa ‘femminile’, gli occhi lucidi e stava pure tremando visibilmente. Cloud se ne era accorto da pochi minuti ed era proprio per quel motivo che le si era avvicinato.
_Sei stanchissima. Devi riposare_ le ripetè, poi le mise una mano sulla fronte e la trovò effettivamente bollente
_Mi sa che hai la febbre. Ti ci vuole riposo assoluto_
Hikaru fece segno di no con la testa, poi tornò a guardare Locke e infine disse ciò che stava pensando
_N..no… non posso dormire. Devo.. stargli vicino_
Cloud voleva ribadire il concetto, ma la ragazza lo guardò ancora negli occhi e gli disse
_Domani.. devo affrontare Nova. Non so se avrò.. un altro momento… come questo_
Hikaru abbracciò per quanto possibile Locke, poi Cloud la prese gentilmente per le spalle e la riportò davanti a lui.
_Ascolta, ci prenderemo cura noi di Locke. Adesso però devi dormire sul serio. A Nova penserò io, non ti devi preoccupare_
Hikaru si decise ad alzarsi in piedi, solo per scoprire che le girava la testa così tanto da impedirle il movimento senza un appoggio esterno, offertole prontamente da Cloud. Nonostante questo la ragazza insistette, quantomeno su un punto che lei riteneva fondamentale
_No. Nova vuole me, e basta. Non voglio che altri ci vadano di mezzo.. ancora_
Cloud la accompagnò al giaciglio e la fece sedere, per poco schiacciando la sua lunga treccia rossa.
_Hikaru.. Nova è troppo forte per te_ affermò poi _Sephiroth le ha consegnato la Materia Oscura_
_Materia.. Oscura?_ chiese Hikaru, lanciandogli uno sguardo interrogativo
_Sì. Adesso Nova è diventata pericolosa quasi quanto Sephiroth stesso. Non ce la farai a sconfiggerla, specialmente nel tuo stato_ Cloud cercò di essere il più convincente possibile, ma la risposta della ragazza ormai praticamente sdraiata non gli diede buone speranze.
_..che sia Nova.. o che sia Sephiroth.. non è importante_
Hikaru si lasciò andare, facendosi quasi subito conquistare dal sonno; fece appena in tempo a sancire il definitivo fallimento dell’opera persuasiva di Cloud.
_..in qualunque condizione io sia.. chiunque mi si pari davanti... affronterò il mio destino, a costo di combatterli entrambi.._
Cloud si rassegnò, anche perché Hikaru non dava più segni di essere sveglia. La coprì gentilmente con l’ultima coperta rimasta e le potè soltanto dire
_..buonanotte, Hikaru_
Fine XXXVI episodio