Varie La Rivolta

miki

# 7 of Organization
Fiction In Costruzione:
Appena finito la fic Squall vs Cloud mi dedicherò a questa.
Piccoli pronostici:
Ci sarà una rivolta di un elemento rilevante di ogni Final fantasy.
Questa rivolta porterà a una guerra planetaria di cui i nostri eroi saranno gli unici a poterla fermare.

Miki
 

miki

# 7 of Organization
PROLOGO

I soliti amici di sempre....Cloud e Squall camminavano a nord di Winhill (dove nel frattempo si erano trasferiti tutti gli amici) spensierati, e ridendo nel pensare a quel vecchio scontro di qualche anno fa. Non impugnavano più le loro rispettive armi ormai, avevano raggiunto i 40 entrambi (anche se Squall era un pochino più grande).
Mentre camminavano, giunsero alle rovine di quello che doveva essere un vecchio arco di pietra. Sempre tranquilli, per curiosità si avvicinarono, ad esaminare quei cumuli di pietra ormai stritolati da un infida pianta rampicante.
Squall si avvicinò lentamente, facendo scricchiolare il terriccio sottostante al passaggio dei suoi stivali neri.
Appena toccò il pezzo di pietra, fu colto da un Flash Back. Era il portale che portava al castello di Artemisia.
Ritirandosi velocemente da quel ricordo, fu scosso da Cloud che preoccupato gli chiedeva come stava.
Con un folgore immenso, il terriccio intorno a loro si incendiò, e una corrente elettrica nera e rossa iniziò a vorticare intorno all'antica costruzione.
Quell'arco ormai danneggiato si ricostruì lentamente, e nel vuoto al centro un plasma di colore blu prendeva consistenza.
I due amici assistettero allo spettacolo inermi.
Nel plasma apparì il volto di una donna. Non sapevano ancora chi fosse, ma tutto d'un tratto, quando l'immagine fu nitida, Squall la riconobbe.
Era sua madre, o per meglio dire la sua matrigna, Edea.
Aveva il viso solcato da rughe profonde, il viso stanco e triste, con occhi lucidi ormai intenti a versare lacrime.
Una voce profonda uscì da quella proiezione:
Edea <Ciò che temevo è successo...Anni fa era solo un ipotesi ma ora è successo...Mi dispiace ma non sono riuscita a fermarli neanche con la magia! Mio dio è una catastrofe!>
Squall <Madre calmati...che è successo??>
Edea <Loro si sono ribellati...non sono più sotto la nostra autorità...State attenti, avvertite tutti...Vi prego cercate di salvarvi...!>
Squall <Madre ti prego calmati! Chi si è ribell....>
Non fece in tempo a finire la frase.....
Un colpo di spada tagliò in due il portale e l'immagine si dissolse in fretta.
Uno scalciare di zoccoli e un forte nitrito, fecero voltare i due amici.
Probabilmente quella, fu l'ultima cosa che videro.

FINE PROLOGO
 

miki

# 7 of Organization
PARTE 1

I due amici giacciono a terra davanti alle rovine del portale. Non erano morti, ma non erano in grado di muoversi. Erano stati colti di sorpresa da qualcosa, o meglio, qualcuno, di cui non si sarebbero mai aspettati. Non avevano potuto, oppure, non hanno voluto reagire a quell'attacco? Questo neanche loro lo sapevano. Tra la vita e la morte, pensavano a tutto il male che ora "loro" stavano facendo.
Wedge e Biggs usciti dall'esercito Galbadiano anni prima, in quel momento stanziavano per la polizia locale, nei quartieri loschi di Timber, la famosa città ferroviaria.
Essi si trovavano sul ponte che congiungeva le due sponde della città, in mezzo alla quale passavano numerosi treni.
Mentre discutevano su quanto costasse una lacrima di gufo, un treno curioso attirò la loro attenzione. Portava una sagoma simile ad una faccia sulla locomotiva, e nei vari vagoni posteriori portava filamenti di materiale organico.
Stupiti si guardarono l'un l'altro in preda al terrore.
Quando quel treno si alzò dalle rotaie e disintegrò il ponte, persero la vita due fedeli soldati di Galbadia.
Ormai i cittadini non sapevano se definirlo "treno" ma qualunque cosa fosse, stava distruggendo la città.
Parallelamente al disastro di Timber, nella piccola cittadina del villaggio Shumi, il capovillaggio uscì dalla sua casa per correre in appello dei suoi consiglieri.
Rimase basito quando vide che le altre capanne erano distrutte. Corpi maciullati e schiacciati imbrattavano il terreno con frammenti e pezzi di tessuti organici.
Uno spettacolo orripilante quanto curioso quando vide due grossi animali a 100 metri da lui.
Uno era enorme, una montagna di muscoli, con un folto pelo di colore violaceo, due possenti corna rosse e uno spallaccio di colore cremisi sulla spalla sinistra. L'altro molto più piccolo, aveva anch'esso un folto pelo violaceo tendente al blu, due piccola corna gialle, e uno spallaccio di colore blu sulla spalla sinistra.
Da quella distanza non fu molto sicuro, ma gli sembrò che giocarono a morra cinese.
Udì qualche flebile parola:
????? <Ok ho fatto carta hai perso. Tocca a te!>
????? <Uffa ma vinci sempre tu! Non è giusto! Ora vai tu!>
????? <Fratellino ti sei fumato troppa erba ghisal? Ora vai tu perchè hai perso!>
Sbuffi sommessi precedettero quella scena.
L'animale più piccolo prese in spalla quello più grande. In un salto spaventoso, lo prese per le gambe, e con tutta la sua forza lo scagliò sul capovillaggio. L'impatto fu talmente devastante, che l'intera cupola antigelo del villaggio Shumi crollò in un istante, seguita da un forte sisma. Quella fu la fine della stirpe dei saggi Shumi.

Tutti gli studenti seduti a bocca spalancata, ascoltarono la cronaca dalla tv nella hall. Il Garden di Trabia era assorto nelle parole del giornalista, e voleva assimilarne il più possibile.
Il preside sembrava preoccupato quanto i suoi studenti. Terribilmente preoccupati iniziò a circolare il dubbio, e se quell'entità venisse da noi?
Nessuno sapeva la risposta.
Ad un certo punto, uno studente in uniforme chiese al preside se si potesse alzare il riscaldamento perchè iniziava a fare un pò freddo.
Tutti lo sentivano, ma erano troppo scandalizzati dalla strage del villaggio Shumi.
Passati altri 15 minuti davanti alla televisione, 2389 studenti più docenti erano nella hall non sapendo cosa fare e in preda al freddo.
Tutti battevano i denti oppure si stringevano accanto ai propri amici.
Il preside era molto perplesso perchè di solito la hall era il locale più caldo del garden, ma quel giorno era diverso.
Il segnale del televisore si interruppe di colpo.
La parte nord della hall del Garden di Trabia andava gelandosi. Una parete spessa 60 centimetri si era creata nel giro di 70 secondi. Era assurdo che un tale gelo fosse presente all'interno del Garden.
Il preside si avvicinò impaurito. Tocco con la punta del dito il ghiaccio e sentì un profondo gelo penetrargli le membra.
Mentre il preside si voltava per parlare agli studenti, vide in fondo alla sala una donna vestita di bianco e azzurro. Era bellissima, pelle candida e occhi azzurri, si vedevano perfino da lontano. Era incantevole e quasi autoritaria. Aveva però quel non so chè di glaciale, forse per il colore della pelle troppo bianco, per i capelli azzurri luminescenti. Fatto sta che gli sorrise e allungò il braccio.
Il preside stava per abbozzare un sorriso quando udì la donna, fare uno schiocco di dita che rimbombò nella hall. Fu preso da una paura folle quando stalattiti di 80 centimetri di lunghezza l'una, si staccarono dalla parete e presero ad infilzare gli studenti. Quel giorno fu ricordato come il massacro di Trabia in cui morirono inspiegabilmente 2389 studenti, più professori,bidelli e preside, tutti trafitti da scheggie e stalattiti di ghiaccio.
Il mondo stava passando una delle sue crisi più terribili.
Era il momento di fare qualcosa.


CONCLUSIONE PARTE 1
 

miki

# 7 of Organization
PARTE 2

Garnet, nella sua maestosa camera nel castello di Alexandria, ammirava ancora una volta, la sua collezione di pietre. Topazi, rubini, smeraldi. Solo lei sapeva a cosa servivano, o meglio, cosa richiudevano.
Una notte, la notte prima della distruzione di Timber, fu svegliata di colpo da un rumore spaventoso.
Il mobile che custodiva le pietre era distrutto al suolo, e un insieme di 20 pietre giravano in circolo.
Queste pietre sembrava urlassero di dolore fino a che, ognuna delle pietre che giravano vorticosamente, esplose in mille frammenti. Garnet spaventata fu subito soccorsa dall'ottava ronda notturna dei Plutò.
Questo evento scosse inevitabilmente tutti i saggi e gli anziani di Alexandria.
La Regina Garnet si preparò per dare un annuncio a tutto il popolo di Alexandria, seguita da Steiner, il generale delle forze armate, e Beatrix, comandante delle guardie del corpo della regina.
Garnet stava tranquillizzando l'intera regione con le sue parole soavi mentre i Plutò isolavano la città in caso di un imminente attacco.
La Regina era consapevole del guaio che si andava creando. Era anch'ella spaventata ma non voleva spaventare i suoi sudditi.
Dal quartiere residenziale, partì un immenso boato. Un forte sisma, e poi il silenzio.
Tutti si erano voltati a guardare.
Le case si stavano sollevando, e il terreno iniziava a cedere sotto quella pressione. Un immensa macchina argentata alta più di 200 metri, stava sollevando mezza città.
La gente correva all'impazzata mentre macerie e detriti cadevano rovinosamente al suolo.
Garnet era stupefatta, il guardiano della città Alexander si era risvegliato.
Una volta scossosi delle macerie guardò il castello di Alexandria, maestoso, splendente, magnifico.
Alexander <Nessuno ci può fermare..non ci fermerete>
Due immensi vani, ricolmi di buchi e tunnel si aprirono con uno scatto metallico.
Garnet <NOO ALEXANDER NO! TI PREGO!!!>
Alexander <È troppo tardi....>
Con un rumore devastante, migliaia di raggi lucenti partirono dai due vani, scuotendo per il rinculo lo stesso Alexander.
Il castello di Alexandria venne presto spazzato via, come il terreno circostante, demolito sotto una forza immensa.

Due fidanzati, due innamorati, stavano passeggiando lungo la riva della periferia di Kilika.
Per chi li conosceva erano Yuna e Tidus.
Yuna raccontava al suo amore, che qualche sera fa, non era stata più in grado di evocare gli eoni. Come se gli avessero revocato il potere.
Tidus perplesso cercava ci comprenderne il motivo quando si sedette sulla spiaggia.
Si stavano abbracciando, con i piedi leggermente bagnati dall'alta marea di quella sera.
Guardavano il mare, nero e malvagio, ma di giorno, un tenero specchio blu, felice e grazioso.
Mentre si stavano baciando, udirono il rumore di un'onda, e di un'altra ancora.
Quella sera però il mare era calmo.
Yuna scrutò l'oscurità dell'orizzonte, come per cercare qualcosa. Tidus si unì a lei e videro una figura nera, spuntare dall'acqua. Quei lineamenti erano adagiati su di uno scoglio.
Come per magia, lo soglio si illuminò, rivelando una bellissima sirena, intenta a suonare la sua arpa di oro splendente. Tidus ne rimase affascinato, mentre Yuna sapeva che tipo di Eone era.
La guardò spaventata mentre Tidus si alzava e andava da lei.
Yuna allungò la mano, per urlare, per fermarlo, ma un onda improvvisa, la spazzo via, trascinandola nelle profondità dell'oceano.
Tidus impassibile andava avanti, stregato da quella musica e da quella bellezza.
Udì alcune parole di quella dea...flebili vocaboli nel vento cullate dalla sua musica ipnotica.
????? <Cadrete tutti in un oblio senza fine...perderete il senno e la capacità di pensare...sarete ridotti a vegetali senza alcuna ragione di vita...vieni caro...avrai l'onore di essere il primo>
Tidus l'aveva quasi raggiunta quando incredibilmente, fu trascinato in acqua. La sirena smise di suonare e guardò dove era scomparso.
Da quello stesso punto, egli ritornò, a una velocità spaventosa schizzò in aria.
Era circa a 500 metri di altezza quando da ancora quel punto, spuntò una testa argentea, enorme e accecante. Il corpo ricoperto di squame era lungo almeno un kilometro. Era incredibile, una specie di drago aquatico si era destato dal suo torpore.

Siren allibita guardò Leviathan ingoiare al volo quello stolto umano.
Sentendosi offesa e oltraggiata si mise ad urlare:
Siren <Ehi Leviathan! Quell'umano era mio...l'avevo abbindolato per benino!>
Leviathan <Mia cara Siren...tu ti sei presa l'evocatrice...il che per te è un onore...neanche 1000 umani basterebbero a soddisfare una simile differenza>
Siren <In effetti non hai tutti i torti....(con un sorriso sadico) beh però scusami, quella non ti basta?> Con la mano indicò Kilika, graziosa cittadina sonnolenta, in mezzo ad un arcipelago.
Leviathan <Provvedo subito...>

Quell'immenso drago si stagliò per tutta la sua lunghezza in aria, cavalcato per di più dalla sirena.
Con un immenso boato, il leviatano era pronto a spazzarla via quella schifosa cittadina.
La sirena però si mise a suonare l'arpa magica e disse:+
Siren < No dai..non fare chiasso. Spazziamoli via mentre dormono..>
Il leviatano ammiccò un sorriso e poi muovendo le sue innumerevoli pinne, creò un'onda alta almeno trecento metri. Con tutta la sua forza la scagliò sulla cittadina. L'onda andava crescendo fino a che, alle 03.23, i cittadini assonnati di Kilika, morirono insieme a tutta la città.



Da qualche parte intanto...
????? <Ho assistito abbastanza...non possono fare quello che vogliono!>
????? <Hanno la buona scusa che sono infinitamente forti...>
????? <Io intervengo...La tua spada? Possiamo ritrovarla?>
????? <Si penso di si....so ora a chi appartiene...speriamo me la possano ridare>
????? <Ahahahah il mio caro vecchio amico così buono e gentile! Dai su, andiamo a riprenderci la tua spada e poi facciamo assaggiare a quei Bast***i, il Dono della dea.......


CONCLUSIONE PARTE 2
 
Top