PARTE 2
Garnet, nella sua maestosa camera nel castello di Alexandria, ammirava ancora una volta, la sua collezione di pietre. Topazi, rubini, smeraldi. Solo lei sapeva a cosa servivano, o meglio, cosa richiudevano.
Una notte, la notte prima della distruzione di Timber, fu svegliata di colpo da un rumore spaventoso.
Il mobile che custodiva le pietre era distrutto al suolo, e un insieme di 20 pietre giravano in circolo.
Queste pietre sembrava urlassero di dolore fino a che, ognuna delle pietre che giravano vorticosamente, esplose in mille frammenti. Garnet spaventata fu subito soccorsa dall'ottava ronda notturna dei Plutò.
Questo evento scosse inevitabilmente tutti i saggi e gli anziani di Alexandria.
La Regina Garnet si preparò per dare un annuncio a tutto il popolo di Alexandria, seguita da Steiner, il generale delle forze armate, e Beatrix, comandante delle guardie del corpo della regina.
Garnet stava tranquillizzando l'intera regione con le sue parole soavi mentre i Plutò isolavano la città in caso di un imminente attacco.
La Regina era consapevole del guaio che si andava creando. Era anch'ella spaventata ma non voleva spaventare i suoi sudditi.
Dal quartiere residenziale, partì un immenso boato. Un forte sisma, e poi il silenzio.
Tutti si erano voltati a guardare.
Le case si stavano sollevando, e il terreno iniziava a cedere sotto quella pressione. Un immensa macchina argentata alta più di 200 metri, stava sollevando mezza città.
La gente correva all'impazzata mentre macerie e detriti cadevano rovinosamente al suolo.
Garnet era stupefatta, il guardiano della città Alexander si era risvegliato.
Una volta scossosi delle macerie guardò il castello di Alexandria, maestoso, splendente, magnifico.
Alexander <Nessuno ci può fermare..non ci fermerete>
Due immensi vani, ricolmi di buchi e tunnel si aprirono con uno scatto metallico.
Garnet <NOO ALEXANDER NO! TI PREGO!!!>
Alexander <È troppo tardi....>
Con un rumore devastante, migliaia di raggi lucenti partirono dai due vani, scuotendo per il rinculo lo stesso Alexander.
Il castello di Alexandria venne presto spazzato via, come il terreno circostante, demolito sotto una forza immensa.
Due fidanzati, due innamorati, stavano passeggiando lungo la riva della periferia di Kilika.
Per chi li conosceva erano Yuna e Tidus.
Yuna raccontava al suo amore, che qualche sera fa, non era stata più in grado di evocare gli eoni. Come se gli avessero revocato il potere.
Tidus perplesso cercava ci comprenderne il motivo quando si sedette sulla spiaggia.
Si stavano abbracciando, con i piedi leggermente bagnati dall'alta marea di quella sera.
Guardavano il mare, nero e malvagio, ma di giorno, un tenero specchio blu, felice e grazioso.
Mentre si stavano baciando, udirono il rumore di un'onda, e di un'altra ancora.
Quella sera però il mare era calmo.
Yuna scrutò l'oscurità dell'orizzonte, come per cercare qualcosa. Tidus si unì a lei e videro una figura nera, spuntare dall'acqua. Quei lineamenti erano adagiati su di uno scoglio.
Come per magia, lo soglio si illuminò, rivelando una bellissima sirena, intenta a suonare la sua arpa di oro splendente. Tidus ne rimase affascinato, mentre Yuna sapeva che tipo di Eone era.
La guardò spaventata mentre Tidus si alzava e andava da lei.
Yuna allungò la mano, per urlare, per fermarlo, ma un onda improvvisa, la spazzo via, trascinandola nelle profondità dell'oceano.
Tidus impassibile andava avanti, stregato da quella musica e da quella bellezza.
Udì alcune parole di quella dea...flebili vocaboli nel vento cullate dalla sua musica ipnotica.
????? <Cadrete tutti in un oblio senza fine...perderete il senno e la capacità di pensare...sarete ridotti a vegetali senza alcuna ragione di vita...vieni caro...avrai l'onore di essere il primo>
Tidus l'aveva quasi raggiunta quando incredibilmente, fu trascinato in acqua. La sirena smise di suonare e guardò dove era scomparso.
Da quello stesso punto, egli ritornò, a una velocità spaventosa schizzò in aria.
Era circa a 500 metri di altezza quando da ancora quel punto, spuntò una testa argentea, enorme e accecante. Il corpo ricoperto di squame era lungo almeno un kilometro. Era incredibile, una specie di drago aquatico si era destato dal suo torpore.
Siren allibita guardò Leviathan ingoiare al volo quello stolto umano.
Sentendosi offesa e oltraggiata si mise ad urlare:
Siren <Ehi Leviathan! Quell'umano era mio...l'avevo abbindolato per benino!>
Leviathan <Mia cara Siren...tu ti sei presa l'evocatrice...il che per te è un onore...neanche 1000 umani basterebbero a soddisfare una simile differenza>
Siren <In effetti non hai tutti i torti....(con un sorriso sadico) beh però scusami, quella non ti basta?> Con la mano indicò Kilika, graziosa cittadina sonnolenta, in mezzo ad un arcipelago.
Leviathan <Provvedo subito...>
Quell'immenso drago si stagliò per tutta la sua lunghezza in aria, cavalcato per di più dalla sirena.
Con un immenso boato, il leviatano era pronto a spazzarla via quella schifosa cittadina.
La sirena però si mise a suonare l'arpa magica e disse:+
Siren < No dai..non fare chiasso. Spazziamoli via mentre dormono..>
Il leviatano ammiccò un sorriso e poi muovendo le sue innumerevoli pinne, creò un'onda alta almeno trecento metri. Con tutta la sua forza la scagliò sulla cittadina. L'onda andava crescendo fino a che, alle 03.23, i cittadini assonnati di Kilika, morirono insieme a tutta la città.
Da qualche parte intanto...
????? <Ho assistito abbastanza...non possono fare quello che vogliono!>
????? <Hanno la buona scusa che sono infinitamente forti...>
????? <Io intervengo...La tua spada? Possiamo ritrovarla?>
????? <Si penso di si....so ora a chi appartiene...speriamo me la possano ridare>
????? <Ahahahah il mio caro vecchio amico così buono e gentile! Dai su, andiamo a riprenderci la tua spada e poi facciamo assaggiare a quei Bast***i, il Dono della dea.......
CONCLUSIONE PARTE 2