FF VIII Mia personale riflessione su FF8

Mobius

Ulisse
Ben detto. Basta con le critiche oggettive che tanto oggettive non sono: dopo innumerevoli discussioni sono arrivato alla conclusione che i criteri oggettivi da prendere in considerazione nell'analizzare FFVIII e altri giochi sono scelti... soggettivamente. Per me è abbastanza oggettivo dire che FFVIII ha superato gli altri FF sotto diversi punti di vista (armi che si modificano, senza accumularsi in massa in zaini/sacche senza fondo, ambientazione molto verosimile, passaggio plausibile da ambiente rurale/modesto a spaziale/fantascientifico) mentre non condivido tutta l'importanza che viene data alla mancanza di caratterizzazione di alcuni caratteri. Ho giocato tantissimo a FFVIII, mi è piaciuto e i suoi pregi (il più delle volte dettati dall'originalità) hanno vinto i difetti, che per me non sono poi così importanti.

Secondo me FFVIII non haisogno dei livelli di caratterizzazione visti in altri capitoli come il VII e il IX. La trama è fluida, l'ultima parte non è all'altezza del resto, ma nel complesso si sviluppa bene e con passaggi/episodi veramente interessanti.
 

Tribal

Member
Ben detto. Basta con le critiche oggettive che tanto oggettive non sono: dopo innumerevoli discussioni sono arrivato alla conclusione che i criteri oggettivi da prendere in considerazione nell'analizzare FFVIII e altri giochi sono scelti... soggettivamente. Per me è abbastanza oggettivo dire che FFVIII ha superato gli altri FF sotto diversi punti di vista (armi che si modificano, senza accumularsi in massa in zaini/sacche senza fondo, ambientazione molto verosimile, passaggio plausibile da ambiente rurale/modesto a spaziale/fantascientifico) mentre non condivido tutta l'importanza che viene data alla mancanza di caratterizzazione di alcuni caratteri. Ho giocato tantissimo a FFVIII, mi è piaciuto e i suoi pregi (il più delle volte dettati dall'originalità) hanno vinto i difetti, che per me non sono poi così importanti.

Secondo me FFVIII non haisogno dei livelli di caratterizzazione visti in altri capitoli come il VII e il IX. La trama è fluida, l'ultima parte non è all'altezza del resto, ma nel complesso si sviluppa bene e con passaggi/episodi veramente interessanti.
Hai ragione, ff8 ha un suo bello e particolare stile che lo distingue nettamente dagli altri e che proprio per questo ha saputo imporsi nelle menti dei fan,nonostante i suoi difetti.
Poi per la caratterizzazione dei personaggi bisogna comunque vedere cosa si intende per essa,io l'ho intesa in due maniere:
1 carattere affascinante dovuto alla storia passata e particolare vissuta da un personaggio.
2 dialoghi di un personaggio mai contraddittori tra loro e quindi coerenti con i dialoghi precedenti e con il carattere mostratoci durante le sequenze di gioco,cioè in pratica saper prevedere con abbastanza certezza cosa dirà/farà un personaggio in una determinata situazione.
Detto questo, direi che il 1 "tipo" magari non è presente quasi per niente mentre se consideriamo il 2 "tipo" si può dire che la caratterizzazione dei personaggi è fatta molto bene.

ps:non so se mi sono spiegato/avete capito.
 

Sotanaht

Psyches Iatreion
Come sempre ognuno percepisce quello che vuole secondo la propria sensibilità ed i propri gusti. Ed in fin dei conti è giusto così.
Il problema però rimane.
Se tutto è soggettivo, non esisterebbe la "critica" (del videogioco come di qualunque "espressione" creativa), non esisterebbe il giudizio (se non come volgare opinione personale), non esisterebbe dunque un sistema culturale di riferimento, a cui fare appiglio ed attraverso cui orientarsi per capire se un'opera è buona o meno.
In questo modo ogni opera è buona se vista con gli occhi e col cuore del singolo individuo. E quando tutto è bello perchè soggettivo, allora l'arte si autodistrugge dall'interno, la creatività si azzera, perchè ogni cosa ha valore e niente è senza senso.
Per fortuna non è così.
E ringrazio la critica di ogni tempo (che si basa su valori e regole ben precise di qualità e coerenza) se oggi possiamo parlare di pittura, di architettura, di scultura, di letteratura, di cinema, di musica, e si....forse anche di videogioco.

PS: scusate l'OT ma era necessario un chiarimento personale...
 

Level MD

The Secret Darkness
Come sempre ognuno percepisce quello che vuole secondo la propria sensibilità ed i propri gusti. Ed in fin dei conti è giusto così.
Il problema però rimane.
Se tutto è soggettivo, non esisterebbe la "critica" (del videogioco come di qualunque "espressione" creativa), non esisterebbe il giudizio (se non come volgare opinione personale), non esisterebbe dunque un sistema culturale di riferimento, a cui fare appiglio ed attraverso cui orientarsi per capire se un'opera è buona o meno.
In questo modo ogni opera è buona se vista con gli occhi e col cuore del singolo individuo. E quando tutto è bello perchè soggettivo, allora l'arte si autodistrugge dall'interno, la creatività si azzera, perchè ogni cosa ha valore e niente è senza senso.
Per fortuna non è così.
E ringrazio la critica di ogni tempo (che si basa su valori e regole ben precise di qualità e coerenza) se oggi possiamo parlare di pittura, di architettura, di scultura, di letteratura, di cinema, di musica, e si....forse anche di videogioco.
non dimenticarti mai che la critica si basa su dati soggettivi presi ed imposti culturalmente come oggettivi, non so tu ma io non ci sto a farmi imporre cosa mi "deve" piacere e cosa no, la critica può essere una pre-selezione per scegliere quando non si hanno le conoscenze necessarie ma nel momento in cui ci si ritrova di fronte all'opera ciò che conta veramente è l'interesse o il coinvolgimento emotivo personale, quando questo manca l'importanza della critica svanisce ma non svanisce la creatività propria dell'autore

secondo me discutere di un opera è importante per capirla, non per imporre il proprio gusto personale più o meno oggettivato culturalmente che sia
 

Tribal

Member
non dimenticarti mai che la critica si basa su dati soggettivi presi ed imposti culturalmente come oggettivi, non so tu ma io non ci sto a farmi imporre cosa mi "deve" piacere e cosa no, la critica può essere una pre-selezione per scegliere quando non si hanno le conoscenze necessarie ma nel momento in cui ci si ritrova di fronte all'opera ciò che conta veramente è l'interesse o il coinvolgimento emotivo personale, quando questo manca l'importanza della critica svanisce ma non svanisce la creatività propria dell'autore
secondo me discutere di un opera è importante per capirla, non per imporre il proprio gusto personale più o meno oggettivato culturalmente che sia
Almeno qui mi trovi perfettamente d'accordo.


Il problema però rimane.
Se tutto è soggettivo, non esisterebbe la "critica" (del videogioco come di qualunque "espressione" creativa), non esisterebbe il giudizio (se non come volgare opinione personale), non esisterebbe dunque un sistema culturale di riferimento, a cui fare appiglio ed attraverso cui orientarsi per capire se un'opera è buona o meno.
In questo modo ogni opera è buona se vista con gli occhi e col cuore del singolo individuo. E quando tutto è bello perchè soggettivo, allora l'arte si autodistrugge dall'interno, la creatività si azzera, perchè ogni cosa ha valore e niente è senza senso.
Per fortuna non è così.
E ringrazio la critica di ogni tempo (che si basa su valori e regole ben precise di qualità e coerenza) se oggi possiamo parlare di pittura, di architettura, di scultura, di letteratura, di cinema, di musica, e si....forse anche di videogioco.
Ciò che credo differenzia me da da tanti altri è che io possiedo il pregio(credo che lo sia) di non fare appiglio a NIENTE nel momento in cui vado a fare un analisi di un gioco,cioè per orientarmi a capire se un opera è buona o meno non chiamo in causa sistemi culturali,ecc.,bensì faccio affidamento solo sul cuore,cioè sulla "capacità di ricezione" delle emozioni che così non rischiano di venire filtrate da un sistema culturale,quale che esso sia.Se così avvennisse infatti il giudizio dato ad un opera non sarebbe il mio(quello di un singolo) bensì quello di un numero grandissimo di persone(quasi tutta la collettività),a discapito dell'individualità e del detto "il mondo è bello perchè è vario".Tale capacità, mi dispiace molto dirlo,è una cosa che non si può imparare,ma si acquisisce dalla nascita ed è la natura a stabilire chi debba averla e chi invece no.
La parola "oggettivo" poi non può essere rigorosamente utilizzata da noi esseri umani soggettivi in quanto solo un essere superiore potrebbe farlo.Dato che ciò non accade, nel mondo esiste ed esisterà sempre la soggetività,cioè il "senso del bello" è,purtroppo,diverso da persona a persona,le opinioni possono essere addirittura diametralmente opposte tra loro e solo appunto il sistema culturale può in qualche modo tentare ingiustamente di dare un freno a questo dato di fatto,cioè omologare le diversità di vedute.Ma così facendo,cioè se il sistema culturale vincesse(in effetti ha già vinto purtroppo),si arriverebbe all'imposizione di idee e gusti alla faccia della libertà emotiva e anche culturale.Ciò per dire che dare giudizi oggettivi è IMPOSSIBILE,si può solo tentare di avvicinarsi all'oggettività senza mai raggiungerla però(un po come l'utopia);e questo discorso vale anche per le opere d'arte coi controcazzi.Infatti la mente di un essere umano dalla nascita è,con il passare del tempo,inevitabilmente riempita di stronzate,idee,modi di pensare,culture,provenienti da svariate fonti(tv,riviste,altri esseri umani,ecc.)tali da far venire meno la critica "purificata" da tutto questo.Fortunatamente io,a differenza di altri, ho imparato con il tempo a discernere perfettamente le due cose,cioè il cuore dall'influenza culturale,ecco forse spiegato il motivo per cui i miei giudizi vengono sempre criticati.
Alla luce di questo discorso è inutile dire che le regole di qualità e coerenza da te citate sono anch'esse soggettive(per quanto vicine all'oggettività essendo "convalidate" da tempo) e pertanto suscettibili di essere modificate o anche eliminate a seconda del sistema culturale dominante che a sua volta deriva dal periodo storico considerato,dall'arco di tempo analizzato,e dal determinato popolo che lo incarna.
Tutto ciò per dire che l'arte non si distrugge affatto per i motivi che hai detto(almeno sempre secondo me),una qualsiasi opera d'arte rimarrà sempre tale fin quando ci saranno persone che conserveranno nel cuore le emozioni provate,senza necessariamente che venga riconosciuta "ufficialmente",e quindi soggettivamente,da un autorità.
 

Sotanaht

Psyches Iatreion
Tutte e due avete ragione assolutamente, ma fino ad un certo punto.
Fino al punto in cui dimenticate che se voi siete adesso quello che siete (ovvero non solo appassionati di videogiochi, ma CULTORI di videogiochi), è grazie NON SOLO alla pratica videoludica, MA ANCHE all'estesa informazione che ne avete tratto, da riviste, da siti specializzati ecc.
Se avete capito cosa è un videogioco, come si realizza, come è costituito, come si analizza, lo dovete NON SOLO all'esperienza diretta del gioco stesso, MA ANCHE alle infinite letture che avete fatto, a tutto quel bagaglio "culturale" che avete appreso da altri (i critici, si proprio loro).
Con gli anni vi siete fatti una "cultura videoludica", che partendo dalla critica oggettiva (perchè è nelle riviste e websites che noi traiamo le informazioni essenziali di conoscenza di un gioco) si muove verso una critica soggettiva (il rapporto personale col videogioco), ma non prescinde mai dalla prima, ne diventa indipendente certamente, ma nasce da essa.
Se avete imparato a giudicare voi stessi è perchè qualcuno l'ha fatto prima di voi, voi ne avete appreso il METODO, e lo mettete in pratica, spesso senza accorgervene.

Ma chi è il critico?
Il critico non è un Dio, non dispensa verità assolute (anche un giudizio oggettivo non è mai verità assoluta, ma solo una valutazione basata sull'esperienza, pratica e teorica), è una semplice persona che PERO' ha acquisito con gli anni la cultura adatta per poter CAPIRE, ANALIZZARE e dunque GIUDICARE un'opera.
E questa cultura (non mi stancherò mai di ripeterlo) deve essere sia pratica che teorica (parlo di videogiochi eh!).
Se una persona ha acquisito tali conoscenze, deve saper scindere il parere soggettivo dalla razionale analisi oggettiva, e a quel punto diventa un bravo e preparato critico, a prescindere se scrive o meno su riviste, può anche non fare nulla, ma lo è diventato dentro.

Cosa avrò voluto dire alla fine???
Che è importante e fondamentale SIA la percezione soggettiva di un'opera (secondo i propri gusti, interessi e bagaglio culturale), SIA la sua qualità oggettiva (basata sia sul proprio bagaglio culturale che su quello di mille e più persone competenti -i critici-).
 

Tribal

Member
Tutte e due avete ragione assolutamente, ma fino ad un certo punto.
Fino al punto in cui dimenticate che se voi siete adesso quello che siete (ovvero non solo appassionati di videogiochi, ma CULTORI di videogiochi), è grazie NON SOLO alla pratica videoludica, MA ANCHE all'estesa informazione che ne avete tratto, da riviste, da siti specializzati ecc.
Se avete capito cosa è un videogioco, come si realizza, come è costituito, come si analizza, lo dovete NON SOLO all'esperienza diretta del gioco stesso, MA ANCHE alle infinite letture che avete fatto, a tutto quel bagaglio "culturale" che avete appreso da altri (i critici, si proprio loro).
Con gli anni vi siete fatti una "cultura videoludica", che partendo dalla critica oggettiva (perchè è nelle riviste e websites che noi traiamo le informazioni essenziali di conoscenza di un gioco) si muove verso una critica soggettiva (il rapporto personale col videogioco), ma non prescinde mai dalla prima, ne diventa indipendente certamente, ma nasce da essa.
Se avete imparato a giudicare voi stessi è perchè qualcuno l'ha fatto prima di voi, voi ne avete appreso il METODO, e lo mettete in pratica, spesso senza accorgervene.

Ma chi è il critico?
Il critico non è un Dio, non dispensa verità assolute (anche un giudizio oggettivo non è mai verità assoluta, ma solo una valutazione basata sull'esperienza, pratica e teorica), è una semplice persona che PERO' ha acquisito con gli anni la cultura adatta per poter CAPIRE, ANALIZZARE e dunque GIUDICARE un'opera.
E questa cultura (non mi stancherò mai di ripeterlo) deve essere sia pratica che teorica (parlo di videogiochi eh!).
Se una persona ha acquisito tali conoscenze, deve saper scindere il parere soggettivo dalla razionale analisi oggettiva, e a quel punto diventa un bravo e preparato critico, a prescindere se scrive o meno su riviste, può anche non fare nulla, ma lo è diventato dentro.

Cosa avrò voluto dire alla fine???
Che è importante e fondamentale SIA la percezione soggettiva di un'opera (secondo i propri gusti, interessi e bagaglio culturale), SIA la sua qualità oggettiva (basata sia sul proprio bagaglio culturale che su quello di mille e più persone competenti -i critici-).
Premetto che hai detto cose in assoluto giustissime e degne di attenzione.Però nel farlo hai usato un sostantivo che non mi va tanto a genio,seppur è quello più adatto per far capire il tuo,ripeto, giusto pensiero:cioè la parola METODO.
Tale parola implica spesso l'analizzare una cosa in maniera "scientifica",mettendo da parte il parere soggettivo e cimentandosi nel giudicare principalmente aspetti come dire "tecnici" come il gameplay,le ambientazioni,ecc.confrontandoli agli standard vigenti in una detreminata epoca;per standard intendo giochi già esistenti dello stesso genere.Una volta fatto questo si rilevano le novità,le "rivoluzioni"presenti che negli standard non sono presenti.Fatto questo si da un giudizio su queste novità dicendo se si è avuta un'involuzione o un evoluzione rispetto al passato sfruttando appunto le conoscenze acquisite nel corso degli anni.Tutto ciò,ma anche altro, come d'altronde è giusto che sia,soprattutto per chi fa il critico di professione.PERO(eh si un però non poteva mancare xd)a volte è meglio non utilizzare METODI per giudicare un gioco ma,non mi stancherò mai di ripeterlo,basarsi esclusivamente sulle emozioni provate,emozioni che in larga parte derivano dalla trama e dai personaggi:ecco che quindi la trama di un'opera assume importanza dominante rispetto a fattori "tecnici" come può essere il sistema di sviluppo dei pg o il gameplay che,in qualunque modo siano fatti,bene o male,non ti regalano certo le emozioni che ti sà regalare una trama/personaggi profonda e ben sviluppata,seppur fanno certamente la loro parte.
Questo per dire semplicemente una cosa,cioè che esistono secondo me due tipologie ideali di giocatori: i primi stanno attenti a tutti dettagli,di conseguenza i loro giudizi sono più severi,i secondi invece si lasciano semplicemente trasportare(attenzione tale suddivisione non è così netta,uno può avere in sè diverse percentuali di entrambe le tipologie e a seconda della percentuale presente maggiormente va a finire in una categoria piuttosto che a un'altra).

E che ci volete fare, inutile dire che io appartengo alla seconda tipologia...;)
 

Level MD

The Secret Darkness
Tutte e due avete ragione assolutamente, ma fino ad un certo punto.
Fino al punto in cui dimenticate che se voi siete adesso quello che siete (ovvero non solo appassionati di videogiochi, ma CULTORI di videogiochi), è grazie NON SOLO alla pratica videoludica, MA ANCHE all'estesa informazione che ne avete tratto, da riviste, da siti specializzati ecc.

no non l'ho dimenticato, ho detto che ha importanza quando non sia ha conoscenza e quindi non si sa esattamente cosa si vuole e cosa si cerca, il giocatore non casuale deve conoscere non per sapere quale prodotto è ritenuto migliore ma per capire ciò che un prodotto da

sinceramente siti o riviste mi han dato poco, quanti giochi d'importazione avrei giocato se guardavo solo le riviste commerciali ? secondo me vale di più un forum di gente che ha giocato molto che una recensione di una rivista, o un sito, che ha introiti di sponsor e con valutazioni di gente che non conosci

capire e conoscere cosa cerca un giocatore che ha più conoscenza di te può farti comprendere quali prodotti provare finché non acquisisci la conoscenza necessaria per farlo autonomamente
 

Mobius

Ulisse
Dico solo che si rischia di cadere nell'elitismo, ovvero nella creazione più o meno ufficiale di "caste" di revisori la cui opinione, al contrario di quella dei "comuni mortali", conta di più. Nulla di più sbagliato, dato che stiamo dicendo più volte che i giudizi oggettivi sono semplici giudizi soggettivi condivisi da coloro che "contano".

In ogni caso, devo dire che questa discussione mi piace - in passato ho visto tantissimo elitismo, e penso di aver contribuito a sfatare il mito del fan di FFVIII emo/bimbominkia/******/etc. etc. che era tanto di moda quando ho iniziato a postare qui.
 

Sotanaht

Psyches Iatreion
Per rispondere a MOBIUS:

No, beh...io di certo quando parlo di "critica oggettiva" e di "metodo" non parlo mica di "elitarismo", parlo semplicemente di cosa succede a tutti quando un interesse per i videogiochi (per esempio) diventa passione, poi cultura.
Quando dalla passione si passa alla cultura è perchè si acquisisce una capacità di conoscenza ed analisi dettate dall'esperienza pratica e teorica, dalla piena comprensione di metodi ben precisi che servono a far capire com'è fatto un vg.
L'elitarismo è quello di molti critici che vorrebbero eliminare le opere più commerciali a favore di quelle di nicchia, le opere d'autore, è un'altra cosa generalmente!

Per rispondere a TRIBAL:

Il metodo, ovvero la metodologia, è il sistema creato dall'uomo affinche si possa analizzare un "oggetto" e poi farlo capire agli altri. Se non esistesse un metodo ognuno utilizzerebbe termini, divisioni, categorie proprie e nessuno capirebbe niente, nessuno potrebbe confrontare i propri risultati, le proprie analisi.
La metodologia esiste tanto nella scienza che nella letteratura, nell'arte, in tutto, anche nella vita, dal momento che noi esseri umani regoliamo il nostro tempo in base alle "ore", ai "giorni", agli "anni" ecc seguendo un calendario preciso, un sistema che abbiamo creato noi.

Per rispondere a Level MD:
La tua filosofia autarchica la capisco perfettamente, e la seguo anch'io da anni...ma come me anche tu hai acquisito le tue prime conoscenze (durate anni) sui "testi di informazione" (riviste ecc), non puoi negarlo...non ci crederò mai! eheheh!!

Ora direi di chiudere questo immenso OT ed al limite di continuare nello spazio dedicato agli argomenti generali!! ;)
 

Level MD

The Secret Darkness
Per rispondere a Level MD:
ma come me anche tu hai acquisito le tue prime conoscenze (durate anni) sui "testi di informazione" (riviste ecc), non puoi negarlo...non ci crederò mai! eheheh!!

fase infantile con scelte casuali, adolescenziale basata più sul passaparola tra conoscenti che altro, pochissime riviste poi è venuto internet e i post di jeeg :D

( chessò tipo questo :rolleyes: http://forum.ffonline.it/showthread.php?t=15097 )

PS: fine OT
 

Tribal

Member
Il metodo, ovvero la metodologia, è il sistema creato dall'uomo affinche si possa analizzare un "oggetto" e poi farlo capire agli altri. Se non esistesse un metodo ognuno utilizzerebbe termini, divisioni, categorie proprie e nessuno capirebbe niente, nessuno potrebbe confrontare i propri risultati, le proprie analisi.
La metodologia esiste tanto nella scienza che nella letteratura, nell'arte, in tutto, anche nella vita, dal momento che noi esseri umani regoliamo il nostro tempo in base alle "ore", ai "giorni", agli "anni" ecc seguendo un calendario preciso, un sistema che abbiamo creato noi.
Certo certo nessuno lo ha messo in dubbio questo.
Fine OT
 
Top