hem... sono passati giusto mmm un 3 anni da quando abbandonai questa Fic xd
Proprio sul più bello
(Tutta colpa di Metin2!!)
Forse è un po tardi... i lettori che avevo allora non so neanche se ci sono ancora... Però non mi pare giusto lasciare inconclusa La mia prima Fic.
Merita una conclusione
E quindi ecco qui il seguito ... molto prossimo alla conclusione...
Spero che qualcuno vorrà rileggerla
Io devo dire che rileggendola tutta ieri (per ricordare di cosa parlasse e cosa avevo in mente quando la scrivevo
) l'ho trovata bellina.... soprattutto dopo la prima metà *_*
Insomma ... spero che qualcun altro vorrà leggerla
Capitolo 30
Il tempo scorreva lentamente.
Troppo lentamente.
Fremeva.
Sentiva il richiamo di qualcosa di potente, a cui non poteva resistere.
Una forza magnetica che sembrava volesse trasportarla in oscuri abissi.
E questo la spaventava.
Le girava la testa.
Tutte quelle voci, tutti quei volti … la confondevano.
Avrebbe voluto scappare, andare via da li e allontanarsi quanto più possibile …
Ma al contempo quel richiamo le impediva di muoversi.
Percepiva la presenza dell’Artefatto nella stanza delle Aste quasi dolorosamente.
Ci siamo quasi. Tra poco avremo l’Artefatto.
Pensò.
E poi? Cosa sarebbe accaduto dopo? Cosa se ne sarebbero fatti di tutti gli Artefatti?
Certo uniti potevano sprigionare un potere inimmaginabile. Ma a Lei e ai suoi amici non interessava il potere…
Cosa dovevano farne?
Passare la vita fuggendo cercando di tenerli nascosti a menti pericolose come quella di Don Aster?
In cuor suo sapeva che non era così …
Sapeva che il potere sarebbe stato sprigionato comunque…
“Dorilay? Stai bene?” La voce di Erion la portò alla realtà.
I suoi occhi la fissavano con preoccupazione.
“Sto bene” Rispose cercando di sembrare calma.
Sentì l’ansia crescerle nel petto e si accorse che un Anello con incastonata una pietra lucente era ora oggetto dell’asta.
Eccolo!!
Sentiva forte l’impulso di correre a prenderlo!
Strinse i pugni. Lottando con se stessa per cercare di dominare quel richiamo.
E’ troppo forte…
Le forze la abbandonarono, le voci scomparvero, tutto divenne buio e incoerente.
Con un ultimo barlume di lucidità si rese conto che stava cadendo.
---------------------------------------------
Erion era teso come non mai.
Dorilay era diventata sempre più pallida con il passare del tempo e sembrava molto agitata.
Shana era seduta tra i nobili ospiti che rispondevano all’asta e non si era voltata neanche una volta nella loro direzione.
Dopo quella che sembrò un’eternità l’ultimo Artefatto venne portato al banco delle aste.
Un Anello dalla pietra ambrata e splendente.
Al suo fianco Dorilay sembrò irrigidirsi ancora di più.
L’Asta iniziò e fu poco sorpreso realizzando che Shana stava rispondendo con ingenti rialzi.
Cos’ha in mente?
Di questo passo avrebbe di sicuro vinto.
Si girò verso l’amica per dirle di prepararsi a seguire la ragazza dai capelli rossi ma fece giusto in tempo ad afferrarla mentre perdeva i sensi.
“Dorilay!!” la chiamò inutilmente.
“Presto ragazzo di qua!”
Alzando gli occhi Erion vide Agata, era ferma poco distante da lui e teneva aperta una porticina che non aveva notato prima. Una stretta scalinata di pietra scendeva verso il basso perdendosi nel buio.
Prese in braccio Dorilay e si avvicinò alla maga:
“Dove vuoi portarla? … L’Artefatto?” Chiese in preda ad un brutto presentimento.
“Lontano da qui … All’Artefatto ci penseranno gli altri …” Rispose con un tono serio che non le si addiceva minimamente.
“Veloce ragazzo” Lo spronò.
Non se lo fece ripetere. In fondo era da quando avevano messo piede in quella sala che avrebbe voluto prendere Dorilay e portarla via di corsa.
Agata aveva acceso un piccolo globo di luce e ora correva giù per le scale davanti a lui, sempre più in profondità … sempre più lontani dalla luce.
Sbucarono su un corridoio di cui non si riusciva a vedere la fine e proseguirono. La piccola sfera di luce proiettava ombre sinistre al loro passaggio.
Dopo un arco di tempo che gli parve un’eternità sbucarono in una grande sala circolare. Le pareti erano decorate con strani simboli. Il soffitto, una volta a botte, era affrescato con costellazioni sconosciute, e al centro un altare di vetro nero dominava la scena.
“Che posto è questo?” Non gli piaceva, c’era qualcosa di sbagliato.
“Quello che sta per succedere non si poteva in alcun modo evitare …” Rispose criptica la Maga.
Poi lo guidò verso l’altare dove gli fece deporre Dorilay ancora incosciente.
“Agata … voglio una spiegazione … Dorilay … questo posto … cosa sta per succedere?” Non era sicuro di volere la risposta. L’improvvisa serietà della Maga lo spaventava forse anche più di quel posto.
Poi il rumore di passi veloci iniziò a sentirsi e ad avvicinarsi. E non ci fu più tempo per le risposte.
Dal buio del corridoio la prima a venire fuori fu Shana. Era sporca e scompigliata. Doveva aver lottato.
Dietro di lei Dag, Lily e i Sovrani di Alexandria. Tirò un sospiro di sollievo. La regina Garnet corse subito all’altare alla vista di Dorilay. Il suo sguardo addolorato ma silenzioso. Rassegnato.
“Ha opposto un po’ di resistenza” spiegò intanto Dag indicando Shana. La ragazza adesso sembrava solamente spaventata:
“Voi non capite in cosa vi state cacciando …” Disse con voce strozzata. E su quello aveva decisamente ragione. Non capiva …
“Cos’ha Dory…?” Chiese Lily.
Un’altra domanda senza possibilità di risposta.
Dalle mani di Shana, l’Anello, ultimo Artefatto, cominciò a brillare, poi come animato di vita propria schizzò via in direzione dell’altare. Gli altri Artefatti come a rispondere a quel luminoso richiamo presero vita brillando ed emettendo un'unica calda nota … quasi ipnotica. Illuminati da quella luce spettrale rimasero tutti immobili, forse per pochi attimi, forse per migliaia di anni, non avrebbe saputo dirlo.
Erion si accorse distrattamente che la volta stellata sopra di loro aveva iniziato a risplendere anch’essa acquistando un’improvvisa profondità … il muro sopra di loro era sparito …
Una folle risata li ridestò da quel sonno ipnotico.
Don Aster, seguito dalle sue guardie era arrivato nella sala.
Il suo sguardo ormai privo di umanità fissava con cupidigia Dorilay e i Gioielli che sopra di lei splendevano.
Per un attimo il suono delle lame che da entrambe le fazioni veniva sguainato coprì quella strana calda melodia.
Poi di nuovo il silenzio … un attimo prima della battaglia.
Si preparò …
Lo scontro decisivo era giunto.