Sto leggendo "Cecità" di José Saramago.
Sostanzialmente, una riflessione cruda e spietata, quasi saggistica, sulla natura umana, sull'indifferenza verso il "diverso" e sull'ipocrisia del potere, il tutto raccontato con uno stile anticonvenzionale (totale assenza di nomi propri e punteggiatura scarna, specie nei dialoghi), al limite dello stream of consciousness.
Tra le tante tematiche affrontate, spicca la regressione dell'essere umano a uno stato arcaico di coscienza e realtà: spogliato di ogni convenzione sociale, l'uomo si manterrà eticamente integro o rivelerà il contenuto represso - e bestiale - della sua mente?
E in quest'ultimo caso, quanto ci sarebbe di indotto e quanto di volutamente liberatorio?
Spiazzante come poche altre letture, sì sì.