Faccio una premessa: ritengo che ogni capitolo di Final Fantasy sia da sempre accompagnato da un grande alone d’aspettative e anche da responsabilità dovute al glorioso nome che porta, e in un certo senso si potrebbe dire che la vera concorrenza di Squaresoft da questo punto di vista è rappresentata solamente da giochi (per lo più capolavori) prodotti precedentemente.
A mio avviso è proprio la nomea che da un punto di vista critico rischia di schiacciare questo capitolo, per quanto a suo tempo fu annunciato e pubblicizzato nel vecchio continente come mai prima (ancora mi ricordo la stupenda pubblicità di questo gioco dove scorrono le immagini dello scontro tra Squall e Seifer).
Se guardiamo i dati di vendita FF VIII ha riscosso un enorme successo (seppur minore rispetto a FF VII), a mio modo di vedere dovuto soprattutto alla grande campagna pubblicitaria messa in moto dalla Square e ancor di più dal fatto che questo capitolo rappresenta il 1° episodio della saga tradotto completamente in italiano.
Questo ha fatto in modo che FF VIII potesse divenire il primo capitolo della saga giocato da molti abitanti della penisola (quando fino a qualche anno prima molti episodi appartenenti al ciclo Final Fantasy non vedevano nemmeno la luce sul territorio europeo e i videogiocatori del vecchio continente erano costretti a dover comprare le versioni d’oltreoceano), e come si suol dire, il 1° amore non si scorda mai.
Personalmente aspettavo questo titolo con molte aspettative (e non poteva essere altrimenti, dal momento che la Square aveva prodotto in sequenza capolavori come FFVI, Chrono Trigger, Seikend Densetsu 3, FFVII, Xenogears e FF Tactics), e se in un primo momento l’originalità dell’ambientazione e la storia di Squall e compagni sembravano soddisfare tutte le premesse, man mano che procedevo con il gioco venivano a galla delle lacune che mai avevo intravisto negli altri capitoli della serie.
Detto questo penso che per quanto sia un buon gioco, FF 8 non è un capolavoro, in quanto ho potuto riscontrare parecchie pecche:
- Il sistema di gioco presenta molte novità, ma con il passare delle ore ci si accorge dei grossi limiti dovuti ad un sistema di combattimento tutt’altro che intuitivo. I personaggi finiscono per utilizzare pochissimo le magie a loro disposizione, e per la maggior parte del tempo useranno solamente attacchi fisici, il che fa del Junction Mode il peggior sistema di combattimento dell’intera serie curata dalla casa del chocobo.
- Altro problema è rappresentato dal nuovo aspetto grafico, improntato su un maggior realismo, che abbandona l’oramai consueto stile super deformed adottato dalla square nei titoli precedenti: i personaggi risultano dei veri e propri ammassi di pixel e il contrasto risulta evidente con la definizione delle ambientazioni. In altre parole si ha la sensazione che la squaresoft abbia fatto il passo più lungo della gamba (lo stesso tipo di aspetto grafico sarà abbandonato con il successivo capitolo e ripreso con ottimi risultati sulla PS2).
- La trama raggiunge l’apice nelle sequenze che trattano la storia d’amore tra Squall e Rinoa, storia d’amore sviluppata in modo più maturo rispetto agli altri capitoli della serie. Attorno a questi due personaggi vi è però una storia molto confusionaria (e non per i colpi di scena) e ben poco lineare. Personalmente ritengo la trama ottima sino allo scontro con la strega Edea, dopo di che i personaggi combattono per lo più contro i mulini a vento, e la storia sembra quasi trascinarsi a fatica (da notare come sia stato poco curato il background delle ambientazioni), fino all’arrivo sulla scena (molto, oserei dire troppo tardivo) del nemico finale, che per metà gioco non viene mai nemmeno nominato. Nessuna traccia quindi di nemesi degne di nota, nulla a che vedere con il carismatico Sephiroth o il diabolico Kefka degli episodi precedenti.
- I personaggi, di solito ben caratterizzati dalla Square, sono per lo più scialbi e anonimi, con qualche minimo accenno di storia personale. Le uniche eccezioni sono appunto i due protagonisti molto ben rappresentati (anche se caratterialmente Squall sembra ricopiato in carta carbone da Cloud, il che ne fa un eroe tutt’altro che originale), in special modo Rinoa.
Il gioco però ha anche dei punti di forza, come l’originalità delle ambientazioni del Garden ed un dettaglio grafico maggiore del precedente capitolo (i filmati in particolare sono a dir poco mozzafiato), mentre le musiche curate da Uematsu, sono come sempre dei veri e propri capolavori.
Dal punto di vista della longevità FF VIII non si discosta molto da tutti gli altri capitoli della serie, il gioco rappresenta una sfida lunga e duratura, con qualche aggiunta però che squaresoft si sarebbe potuta risparmiare: le Weapon in FF VII avevano un senso, qui sono completamente slegate dalla trama del gioco (se al posto delle weapon avessero messo Mazinga Z ci sarebbe stata ben poca differenza
).
Detto questo direi che a livello di giocabilità FF VIII soffre molto il sistema di combattimento meno intuitivo di tutta l’intera serie, e la trama risente di un minimo di linearità, mentre si sente la mancanza di personaggi carismatici (a parte i 2 protagonisti).
Di per se ritengo FF VIII un bel gioco, ma non regge il confronto con i suoi due illustri predecessori.
Avrebbe potuto essere un capolavoro (a mio avviso la scena finale del gioco lo è), ma le troppe imperfezioni e soprattutto una trama che non tocca livelli a cui forse eravamo troppo abituati ne fanno un capitolo di 2° piano