Dal punto di vista tecnico, per il genere che rappresenta, God Of War 3 è forse l’apice -almeno per ora- di questa generazione videoludica.
I modelli poligonali, del protagonista, dei comprimari e dei nemici, sono realizzati con cura maniacale e ricchissimi di particolari; le animazioni seguono il filone presentando una realizzazione di ottimo livello che rende ogni azione a schermo fluida e credibile.
Ottimi, sempre per quel che riguarda i modelli, anche texture e shader che li ricoprono, capaci di rendere alla perfezione le caratteristiche di ciascun materiale, le ferite, il sangue e chi più ne ha più ne metta.
Sin dal primo secondo di gioco però, questi dettagli sfuggono al giocatore, che non potrà fare a meno di rimanere letteralmente stupefatto osservando tutto ciò che accade a schermo, quasi sempre in tempo reale.
La prima fase di gioco, in questo senso, è la più esplicativa: mentre Gaia si arrampica sul monte Olimpo provocando distruzione qua e la, sulla sua schiena si svolgono innumerevoli battaglie tra Kratos (comandato dal giocatore) e l’esercito di Ade.
Quanto anche Poseidone, sotto forma di enorme mostro acquatico, attacca i due, l’inquadratura si allontana mostrando il fascino di un meraviglioso panorama. Il giocatore, però, è ancora in controllo dello spartano, che si aggrappa al titano in procinto di cadere e prosegue la sua battaglia.
In questo frangente possiamo apprezzare anche i mostruosi effetti particellari che caratterizzano il motore di gioco: tra uno schizzo d’acqua e l’altro la creatura di Poseidone viene schiacciata contro la montagna “frantumandosi” in una cascata d’acqua che avvolge i due scalatori.
Ancora una volta stupiti dall’essere al controllo diretto del protagonista, ci fiondiamo addosso alla divinità rimasta scoperta per sferrare l’attacco finale in quella che si dimostra, come abbiamo già detto, l’opening più impressionante in tutta la storia dei videogiochi.
Tutto ciò che avviene in real-time (il 90% di quel che accade nelle dieci ore di gioco insomma), per quanto davvero impressionante, si muove a 30fps costanti che, nelle scene più concitate, quando il numero di nemici si fa davvero elevato, mostrano qualche leggero tentennamento.
Nei frangenti più spettacolari il motore grafico viene alleggerito da un gradevole effetto sfocatura, a volte un po' esagerato ma mai fastidioso.
L’effetto globale, complici anche ambientazioni enormi il cui sfondo è in continuo mutamento ed una perfetta gestione dell’illuminazione, è devastante; di una magnificenza tale da essere difficilmente descrivibile a parole.
Pochissime, inoltre, sono le sbavature di quel che si mostra a schermo: nel corso di tutta l’avventura possiamo dire di aver notato, avvicinandoci ad alcuni elementi, soltanto qualche texture meno definita delle altre, difetto assolutamente passabile vista la bontà del contorno.