Ayrin
Stormborn
Come prima cosa voglio ringraziare tutti per aver letto la mia storia fino a questo punto!!
Grazie grazie!!
Siamo arrivati infatti al capitolo 20!!
Non avrei mai immaginato di riuscire ad arrivare fin qui!
Questo è merito vostro che leggendo e commentando la mia fic mi avete stimolato ad impegnarmi ed andare avanti!!
Quindi vi chiedo di continuare a commentare ancora e se avete dei suggerimenti e cosigli ...
Ora che il mio discorsetto l'ho fatto...
Posso passare a postre il nuovo capitolo!!
Capitolo 20
Nebbia.
Si trovava di nuovo avvolta dalla fitta coltre grigia, vagamente consapevole di stare sognando.
Era notte in quella città morta e qualcosa di nuovo si faceva strada nella sua mente...
Qualcuno piangeva.
Era il pianto acuto di un neonato.
Cosa ci faceva un bambino piccolo in quella fredda desolazione?
Doveva trovarlo...ma non riusciva a distinguere da dove vennisse quel suono...
Era tutto attorno a lei...
O forse era dentro di lei...
"Smettila di piangere!!" Urlò nella nebbia, nel vuoto, rivolta a nessuno.
Ma gli strilli divennero più acuti...
Più vicini...
E capi' che a piangere era lei.
Poi le ultime parole di Agata esplosero nella sua mente:
"Non dimenticare Dorilay"
"La scelta spetterà a te"
"Non dimenticare"
____________________________________________________________
Si svegliò di soprassalto.
Erano giorni che non riusciva a riposare.
Le notti erano popolate sempre da quello stesso strano sogno.
Lo odiava.
Non riusciva a comprenderlo.
E sapeva che se lo avesse capito molte cose sarebbero state più chiare.
Allo stesso tempo quelle poche ore di sonno agitato le erano estremamente care.
Erano gli unici momenti in cui riusciva dimenticare la realtà.
Ma ora eccola di nuovo catapultata in quell' incubo.
Era successo davvero.
Lo avevano portato via.
E lei non aveva potuto fare niente.
Erano passati quattro giorni.
Quattro giorni in cui i suoi compagni l'avevano costretta ad una fuga senza tregua.
Qattro giorni in cui non aveva aperto bocca.
Aveva scordato come si faceva a parlare.
Le uniche parole che voleva dire erano le scuse che doveva a Erion.
Ma lui non era li', e lei non poteva parlare.
Nonostante il vuoto che sentiva nel cuore era stata sorpresa lei stessa dalla calma che aveva mantenuto.
Non aveva più urlato nè lottato, e non aveva pianto.
Lily e Dag spesso la guardavano preoccupati.
Forse si chiedevano proprio perchè non stesse piangendo.
Forse pensavano che lei fosse un mostro. Incapace di versare anche una sola lacrima.
Lily lo aveva fatto. Lei si era affezionata ad Erion. Ed aveva pianto sinceramente dispiaciuta.
Forse lei non era capace di provare sentimenti.
Sicuramente era cosi'.
Perchè dentro di lei non c'era che un buco nero che le stava divorando l'anima.
Però quella mattina qualcosa richiamò la sua attenzione.
Qualcosa che Shana stava dicendo:
"Quegli uomini incapucciati io so chi sono. Li conosco bene. Sono le guardie personali di mio padre. Sono Killer abilisimi, veloci e furtivi...ma questo lo avrete notato da soli."
Registrò l'informazione, e restò in ascolto senza dar segno di interesse.
La domanda che aveva sulla punta della lingua fu fatta da Lily:
"Ma se quelli erano uomini di tuo padre...allora stanno portando Erion ad Alexandria!"
"Non penso che siano diretti li'. Mio padre ha costruito negli ultimi anni un fortino furi città...è li che s'incontra con i suoi uomini... Ma è ben protetto..so quello che stai pensando Lily, ma non se ne parla...quel luogo è inespugnabile...e io intendo mettere tra me e mio padre più distanza possibile!"
Nessuno disse altro, ma a lei quello bastava.
Ora sapeva cosa fare.
Doveva solo aspettare di nuovo la notte.
Grazie grazie!!
Siamo arrivati infatti al capitolo 20!!
Non avrei mai immaginato di riuscire ad arrivare fin qui!
Questo è merito vostro che leggendo e commentando la mia fic mi avete stimolato ad impegnarmi ed andare avanti!!
Quindi vi chiedo di continuare a commentare ancora e se avete dei suggerimenti e cosigli ...
Ora che il mio discorsetto l'ho fatto...
Posso passare a postre il nuovo capitolo!!
Capitolo 20
Nebbia.
Si trovava di nuovo avvolta dalla fitta coltre grigia, vagamente consapevole di stare sognando.
Era notte in quella città morta e qualcosa di nuovo si faceva strada nella sua mente...
Qualcuno piangeva.
Era il pianto acuto di un neonato.
Cosa ci faceva un bambino piccolo in quella fredda desolazione?
Doveva trovarlo...ma non riusciva a distinguere da dove vennisse quel suono...
Era tutto attorno a lei...
O forse era dentro di lei...
"Smettila di piangere!!" Urlò nella nebbia, nel vuoto, rivolta a nessuno.
Ma gli strilli divennero più acuti...
Più vicini...
E capi' che a piangere era lei.
Poi le ultime parole di Agata esplosero nella sua mente:
"Non dimenticare Dorilay"
"La scelta spetterà a te"
"Non dimenticare"
____________________________________________________________
Si svegliò di soprassalto.
Erano giorni che non riusciva a riposare.
Le notti erano popolate sempre da quello stesso strano sogno.
Lo odiava.
Non riusciva a comprenderlo.
E sapeva che se lo avesse capito molte cose sarebbero state più chiare.
Allo stesso tempo quelle poche ore di sonno agitato le erano estremamente care.
Erano gli unici momenti in cui riusciva dimenticare la realtà.
Ma ora eccola di nuovo catapultata in quell' incubo.
Era successo davvero.
Lo avevano portato via.
E lei non aveva potuto fare niente.
Erano passati quattro giorni.
Quattro giorni in cui i suoi compagni l'avevano costretta ad una fuga senza tregua.
Qattro giorni in cui non aveva aperto bocca.
Aveva scordato come si faceva a parlare.
Le uniche parole che voleva dire erano le scuse che doveva a Erion.
Ma lui non era li', e lei non poteva parlare.
Nonostante il vuoto che sentiva nel cuore era stata sorpresa lei stessa dalla calma che aveva mantenuto.
Non aveva più urlato nè lottato, e non aveva pianto.
Lily e Dag spesso la guardavano preoccupati.
Forse si chiedevano proprio perchè non stesse piangendo.
Forse pensavano che lei fosse un mostro. Incapace di versare anche una sola lacrima.
Lily lo aveva fatto. Lei si era affezionata ad Erion. Ed aveva pianto sinceramente dispiaciuta.
Forse lei non era capace di provare sentimenti.
Sicuramente era cosi'.
Perchè dentro di lei non c'era che un buco nero che le stava divorando l'anima.
Però quella mattina qualcosa richiamò la sua attenzione.
Qualcosa che Shana stava dicendo:
"Quegli uomini incapucciati io so chi sono. Li conosco bene. Sono le guardie personali di mio padre. Sono Killer abilisimi, veloci e furtivi...ma questo lo avrete notato da soli."
Registrò l'informazione, e restò in ascolto senza dar segno di interesse.
La domanda che aveva sulla punta della lingua fu fatta da Lily:
"Ma se quelli erano uomini di tuo padre...allora stanno portando Erion ad Alexandria!"
"Non penso che siano diretti li'. Mio padre ha costruito negli ultimi anni un fortino furi città...è li che s'incontra con i suoi uomini... Ma è ben protetto..so quello che stai pensando Lily, ma non se ne parla...quel luogo è inespugnabile...e io intendo mettere tra me e mio padre più distanza possibile!"
Nessuno disse altro, ma a lei quello bastava.
Ora sapeva cosa fare.
Doveva solo aspettare di nuovo la notte.