Ecco il XVI, XVII ed il XVIII capitoli!
IVALICE
-Foresta Agorah-
Lightning: No...
Un ragazzo con i capelli neri era disteso per terra, ed una ragazza con i capelli biondo-rosei era china su di lui, disperata. Un ragazzo alto dai capelli color paglia era in piedi e guardava la scena imperterrito.
Cloud: Gabranth lo ha preso.
Lightning: No... Manuel... No...
Cloud: Dobbiamo portarlo via di qui. Lo prendo io.
Lightning: D'accordo. Dove lo portiamo?
Si guardarono intorno. Alberi, alberi, alberi... E alberi. Nient'altro. Cloud, alzò leggermente la testa.
Cloud: Acqua.
Lightning: Cosa?
Cloud: Sento odore d'acqua. -indicò un punto indefinito in mezzo alla vegetazione- Da quella parte.
Lightning annusò l'aria.
Lightning: E' vero, lo sento anch'io!
Cloud: Portiamolo da quella parte, almeno avremo un riferimento.
Lightning annuì. Cloud prese Manuel e se lo caricò in spalla, poi partì, seguito da Lightning verso l'acqua.
Lightning: Probabilmente è il fiume Goto. Mi pare che passi anche attraverso la foresta...
Cloud annuì. I due continuarono a camminare finchè non individuarono quella fonte d'acqua. Come previsto da Lightning, si trattava di una parte del lungo fiume Goto.
Lightning: Appoggiamolo qui.
Cloud posò Manuel a terra. Il ragazzo era profondamente addormentato. Mormorò qualcosa nel sonno.
Lightning: Cosa? Cosa hai detto?
Manuel:...Urgh... T... Tifa...
Lightning ci restò parecchio male. Aveva nominato un'altra ragazza? Lightning non si seppe spiegare perchè ci rimase così male. In fondo... Lui non le aveva promesso nulla. Però non poteva evitare di rimanerci male...
Cloud: Lightning!
Lightning si riprese in fretta, e guardò Cloud.
Lightning: Scusa, ero sovrappensiero.
Manuel stava male, si disse che non aveva tempo di stare male anche lei. Il sangue che bagnava l'erba umidiccia la svegliò completamente.
Cloud: Credo che dovremmo estrarre il proiettile...
Lightning: E come facciamo?
Cloud estrasse il coltellino di Manuel.
Cloud: L'ho raccolto prima, subito dopo aver atterrato Gabranth. Potrebbe servirci.
Lightning: D'accordo, allora... Sei capace di farlo?
Cloud annuì.
Cloud: Mi servirà il tuo aiuto, però.
Lightning: Nessun problema.
Si chinarono entrambi sul corpo del compagno, ed iniziarono ad improvvisarsi chirurghi. Cloud sapeva quello che faceva, Lightning faceva quello che le diceva Cloud.
Cloud: Ok, Lightning... Lo vedi?
Lightning: Sì.
Cloud: Allora prendilo.
Lightning: D'accordo.
Cloud: Fa' attenzione. Se ti cade, sarà molto difficile recuperarlo.
Lightning, per nulla rincuorata, calò lentamente la mano nella ferita sanguinante di Manuel, trattenendo il fiato. Poco dopo estrasse lentamente un piccolo proiettile d'argento, stringendolo fra indice e pollice. Le due dita erano leggermente sporche di sangue, ma non mollò la presa. Lasciò cadere il proiettile sull'erba, e tirò un sospiro di sollievo.
Cloud: Ottimo lavoro.
Lightning andò a sciaquarsi le dita nel fiume.
Lightning: Come sta?
Cloud non rispose.
Cloud: Bagnamo la ferita con un po' d'acqua, e poi la fasciamo.
Lightning: D'accordo.
Prese il fazzoletto con cui Manuel le aveva bagnato la caviglia il giorno prima, che aveva conservato, e lo bagnò nel fiume. Poi tornò da Manuel e bagnò la ferita del compagno. Appena posò il fazzoletto sullo stomaco del ragazzo, quest'ultimo emise un gemito. Lightning ritrasse la mano, ma poi quando tornò a bagnare la ferita, Manuel non emise un fiato. Lightning iniziò a bagnare la ferita.
Cloud: Credo che possa bastare.
Lightning mise via il fazzoletto. Cloud prese in mano il mantello, e fece per stapparlo.
Lightning: No, fermo... Credo che Manuel abbia delle bende nelle tasche...
Lightning cercò nelle tasche del ragazzo. Estrasse una garza, ed iniziò a fasciare Manuel.
Cloud: Ora lasciamolo riposare, si sveglierà presto.
Lightning annuì, ed iniziò a pensare alla ragazza di nome Tifa.
Di sicuro era molto più bella di lei.
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IVALICE
-Foresta Agorah-
--Fiume Goto--
Manuel:...Urgh...
Lightning: Manuel!
Manuel:...Lightning?
La ragazza si avvicinò e lo aiutò ad alzarsi. Il ragazzo si toccò lo stomaco.
Lightning: Te l'abbiamo tolto, il proiettile. E poi ti abbiamo fasciato.
Manuel si guardò la fasciatura. Di sucuro lui avrebbe fatto di meglio. Però si sciolse in un largo sorriso di riconoscenza.
Manuel: Siete stati grandiosi, grazie mille.
Lightning sorrise. Manuel andò a rinfrescarsi con l'acqua del fiume. Si accorse chi Cloud non si era mosso. Era seduto ai piedi di un albero, nella stessa identica posizione che aveva assunto nel treno. Magari aveva capito che parlava solo con Lightning... Decise di ringraziarlo di nuovo.
Manuel: Grazie anche a te, Cloud!
Cloud fece un cenno con il braccio. Manuel lo guardò, abbastanza contrariato. Lightning, nel frattempo, era impegnata in una battaglia interiore. Una parte di lei era curiosa di sapere da Manuel chi era Tifa, l'altra parte di lei le suggeriva di non dire nulla, magari aspettare che lo dicesse lui. Scelse un compromesso: parlò sottovoce, in modo da farsi udire solo da Manuel. I silenzi di Cloud non facevano altro che imbarazzarla ulteriormente. Sembrava che pensasse chissà cosa. Non sapeva che il più delle volte che parlava di qualcosa che non fosse importante, a Cloud importava meno di zero. A volte neanche ascoltava.
Lightning: Manuel... Chi è Tifa?
Manuel non notò che Lightning parlava sottovoce. Meccanicamente rispose sottovoce anche lui.
Manuel: Chi?
Lightning: Tifa. L'hai nominata mentre dormivi.
Manuel: Tifa? Non... Mi dice nulla. Mi dispiace.
Lightning sembrava delusa. Ma in fondo cosa si aspettava?
Lightning: Oh, capisco...
Manuel la guardava, con fare inquisitorio. Lightning intercettò il suo sguardo.
Lightning: Era solo per vedere se ti ricordava qualcosa.... -aggiunse visibilmente in imbarazzo- Non era...
Manuel: Si, capisco.
E sorrise, dando la terribile impressione a Lightning che avesse capito davvero, fin troppo. Manuel, in realtà, non aveva la minima idea di quello che stava succedendo nella testa della ragazza. E questo la dice lunga, visto che aveva intuito qualcosa anche Cloud. L'ultimo aveva capito più di tutti e due messi insieme, ma gliene importava... Indovinate? Meno di zero.
Ad un certo punto sentirono dei passi. Estrassero le proprie armi, e Manuel si disse che prima o poi avrebbe chiesto a Lightning della sua arma, ora un fucile.
????: Che ci fate qui? E' pericoloso!
I tre si girarono verso il punto da dove arrivava la voce. Videro un ragazzo. Era piuttosto basso, aveva i capelli neri e lunghi fino alle spalle. Aveva gli occhi marroni e un piccolo naso all'insù. Era vestito con dei pantaloni viola larghi, che finivano dentro degli stivali marroni. Indossava un gilet arancione. Era un pugno in un occhio, in mezzo alla foresta completamente verde. Poi i tre viaggiatori notarono una coda lunga e nera. Stringeva nella mano sinistra una lancia appuntita.
Cloud: Un agori...
Manuel: Agori?
Lightning: Sono una tribù che abita questa foresta.
Agori: Esatto, il mio nome è Zanel. Molto piacere.
Lightning: Io sono Lightning.
Manuel: Molto piacere, io sono Manuel.
Cloud: Cloud.
Zandel: Sembrate sfiniti, seguitemi, vi porto al nostro villaggio.
Manuel: Grazie infinite!
E i tre seguirono Zandel, inoltrandosi ancora di più in quella foresta, che sembrava non finire mai.
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IVALICE
-Villaggio degli agori-
Il gruppo, guidato da Zandel, entrò in una grotta lunga e buia, seminascosta dai cespugli. Una volta dentro non si vedeva più nulla.
Zandel: Non vi preoccupate, finirà presto.
Manuel sfiorò la mano di Cloud. Sentì che impugnava la spada. Cloud intuì il suo pensiero, e gli parlò in un bisbiglio inudibile.
Cloud: Potrebbe trattarsi di una trappola.
Manuel pensò che Cloud non aveva tutti i torti, ed impugnò la sua pistola, pronto ad estrarla dal fodero.
Zandel: Ci siamo!
Un raggio di luce li investì, rivelando l'uscita della grotta, ed i tre videro il villaggio degli agori. Era un prato con l'erba fina e lunga, il sole di mezzogiorno filtrava attraverso gli alberi, molto più radi rispetto alla foresta. Le abitazioni erano delle semplici capanne di fango ed erba e foglie secche sul tetto. Gli abitanti erano tutti vestiti in modo stravagante e colorato. Oro, rosso carminio, azzurro, verde smeraldo... C'era veramente di tutto.
Manuel e Lightning guardavano stupiti, ed anche un po' divertiti. Cloud, come sempre, era impassibile.
Zandel: Benvenuti nel nostro villaggio!
Manuel: E' carino qui.
Zandel sorrise.
Zandel: Grazie! Vi porto dal capovillaggio.
Lightning: D'accordo.
E seguirono ancora il bizzarro individuo. Tutti gli abitanti del villaggio erano alti più o meno come lui, avevano tutti quella strana coda pelosa ed il naso all'insù. Arrivarono ad una specie di collinetta, sulla quale troneggiava una tenda maestosa, abitata da un uomo alto un po' meno di Zandel, ma un po' più robusto. Aveva i capelli grigi, come la coda. Sulla sua faccia scintillavano dei brillanti occhi gialli, che ricordavano un po' quelli di un lupo. Non aveva la barba. Manuel notò che non ce l'aveva nessuno, nel villaggio, indipendentemente dalla loro età.
Zandel: Signor Karzen, vi presento i tre stranieri Manuel, Lightning e Cloud.
Ad ogni nome, indicava il ragazzo nominato. Karzen li studiò con calma, poi sorrise.
Karzen: Beh, benvenuti! Fate come se foste a casa vostra!
Manuel: Grazie, signore.
Karzen: Noi agori viviamo qui nella foresta da secoli, ormai, generazione dopo generazione. Non abbiamo nessun contatto con il mondo esterno, salvo emergenze. Viviamo di quello che la foresta ci offre e...
Ma si interruppe. Stava guardando tre agori che arrivavano in gran velocità.
Karzen: Allora. Come procedono le ricerche di Zidane?
I tre agori scossero la testa.
Karzen: Uh, quel diavolo d'un ragazzo ci farà impazzire tutti quanti!
Agori 1: Possiamo...
Karzen: Ma certo, avevo già avvertito Turon, Malzel e Zonal che sareste arrivati a chiedere il cambio da un momento all'altro... Andate pure!
Agori 1: Grazie, mio signore...
Karzen: Allora, dicevamo? Ah, si... Se volete rifornirvi d'acqua c'è un ruscello dietro questa tenda... E se volete rifornirvi di cibo, prendetelo pure da un albero, oppure andate a comprarlo in quella capanna... -ed indicò una capanna- Se siete stanchi, e volete riposare c'è quell'altra capanna -ed indicò un'altra capanna- che è la locanda della mia bellissima moglie Zarta. Buona permanenza!
Lightning: Grazie, comunque non credo che ci tratterremo molto... Dobbiamo raggiungere Ciel al più presto.
Karzen: Ciel?!? E' ancora parecchio lontana, dovete riposarvi una notte, almeno.
Cloud: Era quella l'idea.
Karzen: Non vorrete mica tornare nella foresta, dopo... Vero?
Manuel: Perchè? C'è un'altro modo per arrivare a Ciel?
Lightning: Si, si tratta del passo Viverna, fra le montagne, ma... E' molto lontano da qui.
Karzen: E' molto lontano
dalla foresta, non da qui.
Manuel: Ma... Qui siamo nella foresta, no?
Karzen: Non so se ve ne siete accorti, ma il tunnel di prima aveva qualcosa di speciale. Avete percorso molti chilometri. Qui siamo in un boschetto molto più vicino di quello che pensate alle montagne Viverna.
Manuel: E... Che differenza ci sarebbe, rispetto all'attraversare la foresta?
Cloud: Nella foresta è facile perdersi. Fra le montagne sarà molto più facile orientarsi.
Lightning: Come si arriva alle montagne Viverna?
Karzen: Zandel vi mostrerà la via. D'accordo Zandel?
Zandel: Ovviamente si!
Manuel: Allora... La nostra prossima destinazione sono le montagne Viverna?
Lightning e Cloud annuirono. Manuel annuì a sua volta.
Zandel: Dovete solo stare attenti ai Viverna... E' la stagione della cova delle uova, i maschi si aggireranno intorno al nido per proteggerlo, e saranno molto aggressivi.
Karzen: Hanno affrontato il capo Kowaro ed un Giudice, un paio di Viverna saranno una passeggiata, per loro...
Lightning: Ma lei... Come...?
Karzen sorrise.
Karzen: La foresta ci parla continuamente, sta a noi saperla ascoltare...
I tre si incamminarono, un po' perplessi, verso la strada indicata loro da Zandel.
Basta, ora ho davvero finito le risorse... Devo scrivere!!