[Fan Fiction] Assassin's Creed Saga

vakkovich

Member
34355_1426168186446_1600022122_2601207_8355126_n.jpg
 

vakkovich

Member
Assassin’s Creed IV: L’Ultimo Frutto
<<Mamma? Papà?>>
<<Manuel, sei tu?>>
Mia madre era irriconoscibile. Aveva graffi dappertutto.
<<Mamma cos'è successo? Sono stato catapultato fuori dall'Animus>>
<<La sessione era terminata. Qualcuno è venuto ed ha staccato la spina. Ma hai portato a termine la missione?>>
<<In parte. Ho distrutto solo 8 dei 9 frutti dell'eden.>>
<<Non ti preoccupare. Lo distruggeremo noi. Sei stato bravissimo.>>
<<Dov'è papà?>>
<<E' stato portato via dai templari. Si sono infiltrati dappertutto. Non abbiamo via di scampo>>
<<Cosa? E ora dov'è?>>
<<L'hanno portato alla nuova sede dell'Abstergo.>>
Dovevo liberare mio padre. Solo così avrei potuto distruggere la mela e porre fine a questa guerra. Si ma dov'era la mela?
<<Mamma, la mela dov'è?>>
<<L'hanno portata via i templari.>>
<<DANNAZIONE! Dobbiamo andarcene qui mamma. Dobbiamo trovare un po’.....>>
Mi fermai di colpo. Qualcosa alla televisione aveva catturato la mia attenzione.
<<Ed ora veniamo alle notizie del giorno: è scomparso stamane il bastone papale, simbolo del potere della chiesa. Le indagini sono già iniziate e per il momento non si ha una traccia.>>
Il bastone papale era scomparso, così come tutti gli altri frutti dell'eden. Questo significava che la mia missione aveva dato i suoi frutti. <<Mamma, sali in macchina. Ce ne andiamo da qui.>>
Salii in macchina. Avevo la sensazione di essere spiato. Per sicurezza usai l'occhio dell'aquila, ma non vidi nessuno. Mi allacciai le cinture.
<<AAAAAAA!>>
 

vakkovich

Member
Mia madre era stata ferita da una pallottola. Mi guardai intorno e vidi 5 uomini vestiti di nero con una grossa croce rossa sul petto.
<<*****, i templari.>>
Estrassi la lama, ma non feci in tempo a scendere che l'auto si sollevò a mezz'aria. Avevano la mela. Fummo scagliati lontani. Cercai di trascinare fuori la macchina mia madre.
<<Presto, giovanotto, qui.>>
Un uomo, dall'altra parte della strada mi fece segno di entrare in casa sua. Mi caricai mia madre sulla spalla e mi misi a correre.
<<Lei chi è?>>
<<Mi chiamo Marco e sono un assassino.>>
Mia madre si stava riprendendo.
<<Mamma tutto bene? Come va?>>
<<Ah, mi fa male il braccio! Ma dove siamo?>>
<<A casa di un assassino, si chiama Marco>>
<<Ciao Lucy.>>
<<Papà?>>
<<Come papà? Tu saresti mio nonno?>>
<<Sì Manuel. Vi tenevo d'occhio da anni. Non mi fido di quel Desmond.>>
<<Quel Desmond ha salvato l'universo. DANNAZIONE LEVAMI QUESTA ***** DÌ PALLOTTOLA DAL BRACCIO!>>
<<Manuel, corri ,prendi una pinza e disinfettala con un accendino. Di questi tempi bisogna arrangiarsi da soli. I templari si sono infiltrati anche nell'ospedale.>>
Corsi in cucina a prendere l'accendino e mi venne un dubbio. E se quell'uomo è un templare? Andai a consegnarli accendino e pinza.
<<Ok al mio 3 tampona. 1...2...3. Tampona!>>
<<AAAAHH!>>
<<Abbiamo finito ,mamma! Quando gli altri seguono ciecamente la verità ricorda...>>
<<Nulla è reale!>>
Aveva risposto mio nonno. Era la prova che mio nonno è un assassino.
<<Quando gli altri si piegano alla morale o alla legge ricorda.....>>
<<Tutto è lecito. Agiamo nell'ombra per servire la luce, siamo assassini.>>
Tutti e 3 in coro ripetemmo: <<Nulla è reale, Tutto è lecito>>
 

vakkovich

Member
grazie...:D
Mi mostrò la mano senza dito.
<<Questo ti basta?>>
<<Mamma, la polsiera di papà non aveva il localizzatore GPS?>>
<<E' vero,. possiamo rintracciarlo con quello.>>
Azionammo il GPS dal computer del nonno. Il segnale indicava un punto nell'oceano Atlantico. Controllammo su qualsiasi Atlante ma lì non c'era nessun'isola. Così mi venne in mente una cosa.
<<Nonno hai qualche libro sulla città di Atlantide?>>
<<Atlantide? Non penserai che....>>
<<Forse Atlantide non è una città sommersa, ma un'isola sommersa e i templari ci avranno costruito una base sottomarina dotata di ossigeno.>>
Il libro diceva che la città di Atlantide, secondo gli studiosi, era stata costruita da un popolo superiore al nostro. Costruita sull'omonima isola, Atlantide era una città pazzesca con le più ingegnose tecnologie.
<<Minerva! Ecco chi ha costruito Atlantide, in onore di Atlante suo padre!>>
<<E tu come fai a saperlo?>>
<<Lo sentii prima di fare irruzione nella camera dei frutti dell'eden.>>
Controllammo meglio. Il segnale del GPS combaciava con la presunta posizione della città.
<<Ma come facciamo ad arrivarci?>>
<<Seguitemi.>>
Il nonno ci portò in una stanza blindata. Dentro c'era un sottomarino.
<<Grande. Nonno?>>
<<Mi dispiace Manuel.>>
Ci puntò contro una pistola. Prese dalla tasca un telefono e fece una chiamata.
<<Pronto. Si, sono qui. L'ordine era di catturarli e portarli vivi dal capo. Il padre ha parlato? Ok.>>
Almeno sapevo che mio padre era ancora vivo, ma stavano venendo a prenderci. Ci lasciò lì dentro per un paio d'ore. Sentimmo suonare al campanello. Aprirono la porta blindata.
<<Ecco il moccioso che ha distrutto i frutti dell'eden.>>
Mi strattonò. Non potevo usare la lama altrimenti avrebbero fatto del male a mia madre. Erano in 3, non ci sarei riuscito lo stesso. Ci bendarono e ci misero in macchina. Il viaggio fu lunghissimo. Quando ci tolsero le bende riconobbi il posto. Eravamo all'Abstergo, la società farmaceutica che aveva imprigionato mia madre e mio padre.
<<Cammina!>>
Il sole picchiava sulla testa. Mia madre non la fecero scendere.
<<Perchè non scende anche lei?>>
<<Oh, non preoccuparti. La portiamo nel posto in cui teniamo tuo padre.>>
 

vakkovich

Member
Entrammo in una stanza grandissima. C'erano un migliaio di assassini o forse di più.
<<Salute e pace fratelli!>>
<<Salute e pace.>> ripeterono tutti in coro.
<<Credo che tutti voi conosciate questo ragazzo. Per chi non lo conoscesse è Manuel Miles, figlio di Desmond Miles e Lucy Stillman, due assassini che hanno salvato l'universo dopo che sono scappati dalla prigionia dei templari.>>
Samantha spiegò la situazione a tutti.
<<Dobbiamo sbrigarci! Stiamo perdendo questa guerra!>>
Spiegai loro dove si trovavano i miei genitori.
<<Atlantide? Ma è solo una leggenda!>>
<<Non è solo una leggenda. Esiste! E mio padre si trova lì.>>
<<Bene. Sentito il ragazzo? Si parte tra 3 giorni esatti.>>
<<Stanotte dormirai con Jessica.>>
Mi sistemai nel letto in fondo alla stanza.
<<Non devi aver passato bei momenti.>>
<<No infatti. Fino allo scorso anno tutto procedeva bene, poi un giorno un insegnante mi raccontò chi sono veramente.>>
<<A me l'hanno detto da subito. So di essere un'assassina da quando avevo 10 anni. Bè buonanotte Manuel.>>
<<Buonanotte anche a te Jessica.>>
Non riuscì a dormire. Mi giravo continuamente nel letto. Ripensavo a mia madre e mio padre.
I due giorni passarono in fretta.
<<Manuel svegliati. Il sottomarino ci aspetta.>>
Mi svegliai di soprassalto. Mi vestì e scesi di sotto.
<<Come faremo ad arrivare in California con il sottomarino?>>
<<Con un aereo.>>
Andammo sul retro. C'era un immenso aereo che ci aspettava. Chissà perchè non me ne ero mai accorto. Salimmo a bordo. Il viaggio durò 2 ore.
Entrammo nel sottomarino. Era abbastanza grande per sopportare una trentina di persone. Ci dirigemmo verso il punto segnato dal GPS. Eravamo tutti increduli. Ai nostri occhi si presentò una visione pazzesca. Un'isola sottomarina. E come immaginavo la base dei templari si trovava sotto una cupola di ossigeno.
<<Come faremo ad entrare?>>
<<Questo sottomarino è dotato di raggi laser?>>
<<Certo! Aspetta vuoi fare un buco? Ma entrerà acqua dappertutto. Moriranno affogati.>>
<<No! Se guardi c'è un'apertura che risucchia tutta l'acqua che entra. Ci faremo strada là dentro.>>
Un bel po' di rumore. Le guardie si allarmarono.
 
Top