Ep. XXXV
Le gole di Paramina rimanevano ancora uno dei luoghi più freddi di Ivalice, a causa del Mystes che generava gelo intenso e precipitazioni nevose perenni. Un luogo inospitale situato al centro dello jagd Ramooda, a Kerwon. Tuttavia era uno snodo importante per la chiesa Kiltia, istituzione Huma dedita al culto degli Occuria, in quanto era ciò che collegava il monte Bur-Omisace, loro sede, e il tempio di Miriam, costruito all'epoca dell'alleanza di Galtea e custode dei tesori dell'organizzazione, tra i quali vi era la Spada del Re, arma capace di distruggere la negalite. Già la Spada del Re: non poteva dimenticare quell'istante in cui l'ha lasciata nelle mani di Reddas, che si è sacrificato per distruggere la crisalide solare. Ma dopo qualche tempo, è ancora tra le sue mani: non poteva credere alle proprie orecchie quando il gruppo dei pirati di Reddas lo hanno contattato per riferirgli che la corrente del mare aveva trascinato con sè la spada da Ridorana fino alle spiagge di Balfonheim. Saputo questo infatti, Vaan si era precipitato rapidamente in quel posto con la sua aeronave, la X-Mark, intenzionato a riportare la spada al tempio di Miriam, dove l'avevano presa.
Ora il ragazzo e Penelo sorvolavano la gola alla ricerca di un punto dove poter atterrare abbastanza vicino all'ingresso del tempio, ma qualcosa li colpì: una strana forza aveva danneggiato uno dei motori dell'aeronave, e i due furono costretti ad un atterraggio di emergenza sulle rive del lago ghiacciato, in uno dei punti più profondi delle gole.
"Questa non ci voleva, maledizione!" Vaan tirò un calcio all'aeronave.
"Sei sempre il solito, io te l'avevo detto che era tempo sprecato riportare la spada al tempio, ma tu no, devi fare sempre di testa tua"
"Guarda che adesso volare negli Jagd è diventato uno scherzo con il nuovo modello di vololite inventato dal dottor Cid. E poi era mio dovere, non potevo lasciare quella spada a Balfonheim, faceva riaffiorare brutti ricordi alla gente del posto."
Come al solito i due non avevano perso l'abitudine a litigare, ma conoscevano bene uno i pregi e i difetti dell'altra e oramai non ci facevano caso; finchè erano liberi di viaggiare, di fare esperienze e soprattutto trascorrere i giorni uno accanto all'altra, tutto questo non aveva importanza. Presi con i loro screzi, non si avvidero di aver già raggiunto il punto più alto delle gole, la criniera celeste, e continuarono imperterriti a camminare; ma una volta terminata la discussione, si accorsero di essere avvolti da un buio impenetrabile, e inoltre che, nonostante ogni passo che facevano, non si muovevano di un centimetro.
"Oh mio Dio, dove siamo finiti?" chiese Penelo rifugiandosi nelle braccia di Vaan.
"Non lo so, poco più avanti ci deve essere il tempio di Miriam, ma non si vede niente, è tutto nero".
Un vortice si formò e risucchiò i due ragazzi al suo interno: nonostante questi cercassero di rimanere vicini tenendosi per mano, la forza del mulinello era incredibile e li separò, per poi farli svenire.
I due ragazzi si risvegliarono dopo essere rimasti privi di coscienza per qualche minuto: non avevano realizzato bene cosa fosse successo, ma Vaan tirò un sospiro di sollievo quando si vide di fronte il colonnato che porta all'entrata del tempio di Miriam; purtroppo quella sensazione lasciò ben presto il posto alla preoccupazione. Il ragazzo aveva come l'impressione che qualcosa non andasse: infatti non si ricordava che il tempio fosse circondato da una fitta foresta attraversata da un fiume; e le sue paure si materializzarono quando la voce di Penelo fece capolino nelle sue orecchie.
"Tesoro, c'è qualcosa di strano, guarda dietro di te". Vaan si girò, è noto che alle sue spalle non si scorgevano più le gole di Paramina, bensì un altopiano con la cascata di un fiume, sulle cui rive si stagliava un grande borgo e un enorme castello. Che per caso avessero scoperto la porta per un'altra dimensione?
Le gole di Paramina rimanevano ancora uno dei luoghi più freddi di Ivalice, a causa del Mystes che generava gelo intenso e precipitazioni nevose perenni. Un luogo inospitale situato al centro dello jagd Ramooda, a Kerwon. Tuttavia era uno snodo importante per la chiesa Kiltia, istituzione Huma dedita al culto degli Occuria, in quanto era ciò che collegava il monte Bur-Omisace, loro sede, e il tempio di Miriam, costruito all'epoca dell'alleanza di Galtea e custode dei tesori dell'organizzazione, tra i quali vi era la Spada del Re, arma capace di distruggere la negalite. Già la Spada del Re: non poteva dimenticare quell'istante in cui l'ha lasciata nelle mani di Reddas, che si è sacrificato per distruggere la crisalide solare. Ma dopo qualche tempo, è ancora tra le sue mani: non poteva credere alle proprie orecchie quando il gruppo dei pirati di Reddas lo hanno contattato per riferirgli che la corrente del mare aveva trascinato con sè la spada da Ridorana fino alle spiagge di Balfonheim. Saputo questo infatti, Vaan si era precipitato rapidamente in quel posto con la sua aeronave, la X-Mark, intenzionato a riportare la spada al tempio di Miriam, dove l'avevano presa.
Ora il ragazzo e Penelo sorvolavano la gola alla ricerca di un punto dove poter atterrare abbastanza vicino all'ingresso del tempio, ma qualcosa li colpì: una strana forza aveva danneggiato uno dei motori dell'aeronave, e i due furono costretti ad un atterraggio di emergenza sulle rive del lago ghiacciato, in uno dei punti più profondi delle gole.
"Questa non ci voleva, maledizione!" Vaan tirò un calcio all'aeronave.
"Sei sempre il solito, io te l'avevo detto che era tempo sprecato riportare la spada al tempio, ma tu no, devi fare sempre di testa tua"
"Guarda che adesso volare negli Jagd è diventato uno scherzo con il nuovo modello di vololite inventato dal dottor Cid. E poi era mio dovere, non potevo lasciare quella spada a Balfonheim, faceva riaffiorare brutti ricordi alla gente del posto."
Come al solito i due non avevano perso l'abitudine a litigare, ma conoscevano bene uno i pregi e i difetti dell'altra e oramai non ci facevano caso; finchè erano liberi di viaggiare, di fare esperienze e soprattutto trascorrere i giorni uno accanto all'altra, tutto questo non aveva importanza. Presi con i loro screzi, non si avvidero di aver già raggiunto il punto più alto delle gole, la criniera celeste, e continuarono imperterriti a camminare; ma una volta terminata la discussione, si accorsero di essere avvolti da un buio impenetrabile, e inoltre che, nonostante ogni passo che facevano, non si muovevano di un centimetro.
"Oh mio Dio, dove siamo finiti?" chiese Penelo rifugiandosi nelle braccia di Vaan.
"Non lo so, poco più avanti ci deve essere il tempio di Miriam, ma non si vede niente, è tutto nero".
Un vortice si formò e risucchiò i due ragazzi al suo interno: nonostante questi cercassero di rimanere vicini tenendosi per mano, la forza del mulinello era incredibile e li separò, per poi farli svenire.
I due ragazzi si risvegliarono dopo essere rimasti privi di coscienza per qualche minuto: non avevano realizzato bene cosa fosse successo, ma Vaan tirò un sospiro di sollievo quando si vide di fronte il colonnato che porta all'entrata del tempio di Miriam; purtroppo quella sensazione lasciò ben presto il posto alla preoccupazione. Il ragazzo aveva come l'impressione che qualcosa non andasse: infatti non si ricordava che il tempio fosse circondato da una fitta foresta attraversata da un fiume; e le sue paure si materializzarono quando la voce di Penelo fece capolino nelle sue orecchie.
"Tesoro, c'è qualcosa di strano, guarda dietro di te". Vaan si girò, è noto che alle sue spalle non si scorgevano più le gole di Paramina, bensì un altopiano con la cascata di un fiume, sulle cui rive si stagliava un grande borgo e un enorme castello. Che per caso avessero scoperto la porta per un'altra dimensione?