Ep. XLIX
Era arrivato finalmente. Vincent aveva raggiunto la stanza segreta all'interno del laboratorio sotterraneo del maniero dove era nascosto "quello"; si trattava di un reperto che Lucrecia aveva trovato e che gli aveva mostrato non molto dopo che si erano conosciuti: diceva sempre che era stato proprio quel reperto che l'aveva spinta a cercare le rovine degli antichi Cetra che contenevano la storia di Chaos e Omega e infatti non molto lontano riportò alla luce quelle iscrizioni; tuttavia le sembrava strano il fatto che, analizzati resti della città sepolta, era come se il reperto fosse stato nascosto in una stanza segreta, quasi fosse molto più importante della leggenda di Chaos e Omega.
In definitiva non si trattava nient'altro di un cono fatto di cristallo che sprigionava un'intensa luce blu. Già cristallo: quando Lucrecia realizzò di aver commesso degli errori mortali, gli esperimenti fatti su suo figlio Sephiroth e il gene di Chaos installato in Vincent, oltre ovviamente ai suoi danni genetici, decise che avrebbe dovuto meritare una punizione: la morte però, per lei, non lo era, in quanto si sarebbe liberata di quei pesi che in realtà avrebbe dovuto sostenere per l'eternità, così si mise a studiare il cono e scoprì, con sua grande sorpresa, che il cristallo ha la capacità di preservare le cose, di impedire la loro decomposizione, e pensò che, rinchiusa in una colonna di cristallo, avrebbe potuto pagare il suo scotto, e così fece. Per questo motivo, Vincent, innamorato di lei nonostante tutto quello che era successo, appena seppe della scelta che aveva fatto, non si oppose ad Hojo e decise di farsi chiudere nella bara, poco dopo essersi risvegliato, e seguire le orme di Lucrecia, confidando nel fatto che anche lui, grazie al gene di Chaos appena impiantatogli, non sarebbe potuto morire.
In realtà, il portatore del gene di Chaos poteva sopravvivere e controllare il mostro dentro di sè solo grazie alla protomateria, uno strumento che, secondo il racconto che Lucrecia stessa gli aveva fatto una volta quando era andata a trovarla nella caverna, aveva riprodotto dopo che una notte, in sogno, qualcuno le apparve e glielo mostrò, raccontandogli che servì, in tempi antichi, a distruggere un essere proveniente da una lontana galassia, contenendo il suo potere derivante dal caos, e che fu poi utilizzato dal precedente portatore del gene di Chaos a controllarsi e fare in modo che il pianeta, che aveva percepito un pericolo, non desse vita a Omega.
Vincent solo molto tempo dopo comprese di avere la protomateria dentro di sè, un dono fattogli da Lucrecia mentre ancora non era cosciente: la scienziata, grazie alle istruzioni ricevute nel sogno, infatti, era riuscita a ricostruire la protomateria, usandola poi come appoggio per i successivi esperimenti sul cristallo.
Ma torniamo al presente. Vincent si accorse, non appena entrato nella stanza, che la sua intuizione era giusta: c'era qualcuno infatti in piedi davanti al cristallo che stava sprigionando un potere magico immenso per contrastare la la forza che proveniva dal cono. Era un uomo vecchio con la faccia scavata dalle rughe, un bastone molto appariscente nella mano sinistra e una civetta appollaiata sulla sua spalla destra; di certo conosceva la magia, ma Vincent dubitava del fatto che questo personaggio conoscesse di per sè l'ubicazione di questa stanza.
"Come facevi a sapere del cristallo?" tuonò Vincent.
"Un uccellino mi ha riferito parecchie cose: ad esempio, mi ha parlato di te Vincent, di quanto fossi una mosca fastidiosa che si metteva sempre in mezzo tra lui e sua moglie"
"Che sia.... no, sono andati distrutti sia il suo corpo che i suoi dati neurali dopo la battaglia a Deepground"
"Oh, mio caro Vincent Valentine, ormai nulla è impossibile, e credimi: il tuo amico Hojo è stato molto contento di questa scoperta, tanto da appoggiare senza alcuna remora l'azione di "Profondo Nero" "
"Si può sapere chi sei, e come fai a conoscere Hojo?"
"Il mio nome è Baldanders, e come faccio a conoscere Hojo non è importante in questo momento: piuttosto dovresti preoccuparti del cristallo, che sta per andare in mille pezzi"
Baldanders decise di ricorrere alla sua forma di Fal'Cie: Vincent non rimase affatto colpito, anche lui sapeva trasformarsi e non ci mise molto ad assumere le sembianza di Chaos. Vincent cercò di colpire il figlio di Lindzei con i suoi proiettili giustizieri, ma i colpi venivano respinti dal Ghigno di Thanatos del Fal'Cie. Il ragazzo era troppo impegnato nel combattimento da accorgersi che Minerva, la civetta che in realtà era il fedele messaggero di Baldanders, aveva fatto craccare il cristallo; se ne rese conto quando i due avversari sparirono improvvisamente e il maniero venne travolto dall'esplosione provocata dalla manipolazione del cristallo stesso.
Le truppe WRO che si trovavano all'esterno della struttura rimasero scioccate, convinte che un'esplosione del genere non avesse lasciato scampo a tutti coloro che vi si trovavano all'interno, compreso il loro capo Reeve.
Che cosa era successo in realtà? Solo il tempo potrà chiarire i dubbi.
Era arrivato finalmente. Vincent aveva raggiunto la stanza segreta all'interno del laboratorio sotterraneo del maniero dove era nascosto "quello"; si trattava di un reperto che Lucrecia aveva trovato e che gli aveva mostrato non molto dopo che si erano conosciuti: diceva sempre che era stato proprio quel reperto che l'aveva spinta a cercare le rovine degli antichi Cetra che contenevano la storia di Chaos e Omega e infatti non molto lontano riportò alla luce quelle iscrizioni; tuttavia le sembrava strano il fatto che, analizzati resti della città sepolta, era come se il reperto fosse stato nascosto in una stanza segreta, quasi fosse molto più importante della leggenda di Chaos e Omega.
In definitiva non si trattava nient'altro di un cono fatto di cristallo che sprigionava un'intensa luce blu. Già cristallo: quando Lucrecia realizzò di aver commesso degli errori mortali, gli esperimenti fatti su suo figlio Sephiroth e il gene di Chaos installato in Vincent, oltre ovviamente ai suoi danni genetici, decise che avrebbe dovuto meritare una punizione: la morte però, per lei, non lo era, in quanto si sarebbe liberata di quei pesi che in realtà avrebbe dovuto sostenere per l'eternità, così si mise a studiare il cono e scoprì, con sua grande sorpresa, che il cristallo ha la capacità di preservare le cose, di impedire la loro decomposizione, e pensò che, rinchiusa in una colonna di cristallo, avrebbe potuto pagare il suo scotto, e così fece. Per questo motivo, Vincent, innamorato di lei nonostante tutto quello che era successo, appena seppe della scelta che aveva fatto, non si oppose ad Hojo e decise di farsi chiudere nella bara, poco dopo essersi risvegliato, e seguire le orme di Lucrecia, confidando nel fatto che anche lui, grazie al gene di Chaos appena impiantatogli, non sarebbe potuto morire.
In realtà, il portatore del gene di Chaos poteva sopravvivere e controllare il mostro dentro di sè solo grazie alla protomateria, uno strumento che, secondo il racconto che Lucrecia stessa gli aveva fatto una volta quando era andata a trovarla nella caverna, aveva riprodotto dopo che una notte, in sogno, qualcuno le apparve e glielo mostrò, raccontandogli che servì, in tempi antichi, a distruggere un essere proveniente da una lontana galassia, contenendo il suo potere derivante dal caos, e che fu poi utilizzato dal precedente portatore del gene di Chaos a controllarsi e fare in modo che il pianeta, che aveva percepito un pericolo, non desse vita a Omega.
Vincent solo molto tempo dopo comprese di avere la protomateria dentro di sè, un dono fattogli da Lucrecia mentre ancora non era cosciente: la scienziata, grazie alle istruzioni ricevute nel sogno, infatti, era riuscita a ricostruire la protomateria, usandola poi come appoggio per i successivi esperimenti sul cristallo.
Ma torniamo al presente. Vincent si accorse, non appena entrato nella stanza, che la sua intuizione era giusta: c'era qualcuno infatti in piedi davanti al cristallo che stava sprigionando un potere magico immenso per contrastare la la forza che proveniva dal cono. Era un uomo vecchio con la faccia scavata dalle rughe, un bastone molto appariscente nella mano sinistra e una civetta appollaiata sulla sua spalla destra; di certo conosceva la magia, ma Vincent dubitava del fatto che questo personaggio conoscesse di per sè l'ubicazione di questa stanza.
"Come facevi a sapere del cristallo?" tuonò Vincent.
"Un uccellino mi ha riferito parecchie cose: ad esempio, mi ha parlato di te Vincent, di quanto fossi una mosca fastidiosa che si metteva sempre in mezzo tra lui e sua moglie"
"Che sia.... no, sono andati distrutti sia il suo corpo che i suoi dati neurali dopo la battaglia a Deepground"
"Oh, mio caro Vincent Valentine, ormai nulla è impossibile, e credimi: il tuo amico Hojo è stato molto contento di questa scoperta, tanto da appoggiare senza alcuna remora l'azione di "Profondo Nero" "
"Si può sapere chi sei, e come fai a conoscere Hojo?"
"Il mio nome è Baldanders, e come faccio a conoscere Hojo non è importante in questo momento: piuttosto dovresti preoccuparti del cristallo, che sta per andare in mille pezzi"
Baldanders decise di ricorrere alla sua forma di Fal'Cie: Vincent non rimase affatto colpito, anche lui sapeva trasformarsi e non ci mise molto ad assumere le sembianza di Chaos. Vincent cercò di colpire il figlio di Lindzei con i suoi proiettili giustizieri, ma i colpi venivano respinti dal Ghigno di Thanatos del Fal'Cie. Il ragazzo era troppo impegnato nel combattimento da accorgersi che Minerva, la civetta che in realtà era il fedele messaggero di Baldanders, aveva fatto craccare il cristallo; se ne rese conto quando i due avversari sparirono improvvisamente e il maniero venne travolto dall'esplosione provocata dalla manipolazione del cristallo stesso.
Le truppe WRO che si trovavano all'esterno della struttura rimasero scioccate, convinte che un'esplosione del genere non avesse lasciato scampo a tutti coloro che vi si trovavano all'interno, compreso il loro capo Reeve.
Che cosa era successo in realtà? Solo il tempo potrà chiarire i dubbi.